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IL PATRON DELLA BENEMERITA ASSOCIAZIONE EGIDA,

IL “NOTAIO” GIUSEPPE REALE (a destra),

IN ARTE “RABBINO GIAIRO” (a sinistra)

 

La figura del sig. Giuseppe REALE ed i suoi comportamenti con il proprio assistito; i verosimili rapporti intercorsi tra egli ed i figli del sig. COSTA

Come si è scritto, il sig. Giuseppe REALE, è stato nominato nel luglio 2011 amministratore di sostegno provvisorio del sig. Luigi COSTA, su istanza dello stesso difensore dell’anziano, l’avv. BETA, che era stato certamente malconsigliato, siappure in assoluta buona fede, da una collega avvocato nell’individuazione del suo nominativo. Il sig. COSTA era infatti stato colpito il 24 giugno 2011 da un grave infarto miocardico per cui si era reso necessario l’impianto di nuovi stent arteriosi, e, durante la stessa degenza presso l’unità coronarica del Maria Vittoria, il 2 luglio si era verificato un gravissimo arresto cardiaco da cui il paziente si era salvato solo grazie all’immeditata manovra di cardioversione attuata dai cardiologi del reparto, ma a seguito del quale si era reso necessario addirittura l’impianto di un defibrillatore monocamerale. La funzione cardiaca risultava gravemente compromessa, ridotta n particolare la minimo la frazione di eiezione del ventricolo sinistro (23%).

La scelta di spontanea adesione alla richiesta di apertura di un’amministrazione di sostegno – sia pure solo a livello provvisorio – da parte della difesa del sig. Luigi COSTA non voleva certo essere un atto di accondiscendenza nei confronti dei suoi figli, preoccupati di mettere le mani sul patrimonio dell’odiato padre, ma un modo per far comprendere appieno al giudice che, dovendo essere ancora rinviata la CTU medico legale per la gravità ovvia delle condizioni del suo cliente, si voleva in tal modo in ogni caso dimostrare che non vi era nulla da nascondere- ,

Giuseppe REALE, come si è scritto, riceveva infatti ogni anno numerosi incarichi per tutele ed amministrazioni di sostegno da parte del Tribunale di Torino, dove era assai in familiarità con alcuni giudici della settima sezione civile – che si occupa per l’appunto di diritto della famiglia – ed addirittura alcuni magistrati, tra cui la stessa dott.ssa GIANNONE scrivevano brevi monografie a quattro mani con lui, che confluivano poi nei cosiddetti “quaderni di Egida”, un’associazione privata di amministratori di sostegno e tutori, costituita dallo stesso sig. REALE, che ne presiedeva il pomposamente definito “comitato scientifico”. Si precisa che tale associazione pare che sia stata definitivamente sciolta, dopo che al sig. REALE, pluriindagato anche in ordine all’ipotesi di circonvenzione d’incapace da vari PM, sono state completamente revocate tutte gli incarichi di tutela affidatigli dalla settima sezione civile del Tribunale ai sensi dell’art. 384 c.c. che recita: “Il giudice tutelare può rimuovere [disp. att. 43, 45] dall’ufficio il tutore che si sia reso colpevole di negligenza [art. 382] o abbia abusato dei suoi poteri, o si sia dimostrato inetto nell’adempimento di essi, o sia divenuto immeritevole dell’ufficio per atti anche estranei alla tutela, ovvero sia divenuto insolvente [art. 393]

Per questi motivi, all’udienza del luglio 2011, nell’ambito del ricorso per l’apertura di un amministrazione di sostegno, il legale del sig. COSTA, l’avv. Luigi BETA, avendo i medici cardiologi vietato lo volgimento della CTU, nonostante l’insistenza del dott. ANGLESIO, consulente d’Ufficio, per dimostrare che non vi era da nascondere, decise di accondiscendere ad una provvisoria apertura di un’amministrazione di sostegno, sebbene non vi fosse prova alcuna che il sig. COSTA ne abbisognasse, ed essendo certo che tantomeno ne avrebbe abbisognato all’epoca del ricevimento della citazione per l’apertura dell’amministrazione di sostegno, ossia a fine dicembre 2010, quando ancora non era stato colpito dall’infarto e dall’arresto cardiaco in veloce sequenza.

Il sig. REALE era un personaggio molto introdotto negli ambienti della settima Sezione civile del Tribunale, fondatore della predetta fantomatica associazione di “specialisti” amministratori di sostegno e tutori, detta “Egida”, un individuo con un esilarante curriculum scaricabile dal sito web dell’associazione, di cui era anche presidente di un pomposamente definito “Comitato scientifico”.

 Numerosi quotidiani – La Stampa, Repubblica, Giornale – si sono occupati del sig. REALE nel luglio 2016 per sottolineare il fatto che egli secondo l‘accusa del PM dr. RINAUDO, avvallata dal Tribunale del Riesame, avrebbe sottratto centinaia di migliaia di euro a pazienti di cui era tutore o amministratore di sostegno, motivo per cui la magistratura gli ha sottratto tutti gli incarichi ricevuti ancora in essere, imputandolo per peculato, abuso d’ufficio, truffa, evasione fiscale. Con i proventi delle sue rapine il sig. REALE acquistava ville, agriturismi, macchine di lusso, conducendo un tenore di vita strabiliante congiuntamente alla moglie – sua complice – ed ai quattro figli.

Questi i titoli dei quotidiani che riassumono le accuse durissime contro il sig. REALE: “I tutori svuotavano il conto degli assistiti, marito e moglie accusati di peculato ed evasione fiscale” (La Stampa, 13/7/2016); “Era il tutore di decine di anziani facoltosi, ma dissipava i loro patrimoni. L’amministratore viveva con al moglie alle spalle dei propri assistiti: è accusato di evasione fiscale, truffa, abuso d’ufficio” (la Repubblica, luglio 2016); “Un giro d’affari a sei zeri. Avvocato [il sig. REALE era solito definirsi avvocato o notaio, in una sorta di delirio di onnipotenza, sapendo di avere le spalle ben coperte dalla magistratura, ndr] infedele svuotava i conti di disabili ed anziani. Approfittava del suo ruolo di tutore o amministratore di sostegno per appropriarsi dei patrimoni con l’aiuto delle aziende di famiglia” (Il Giornale, 10 luglio 2016).

 Ancora prima di finire nel mirino del PM dr. RINAUDO, altri inquirenti si erano occupati di questo immaginifico tutore – amministratore di sostegno, tra cui il PM dott.ssa GABETTA.  Anche la dr.ssa ALPHA aveva segnalato con una durissima memoria già nel luglio 2012 – appena ricevuto l’avviso di garanzia nell’ambito del proc. pen. n° 1016/12 – lo scandaloso profilo dell’amministratore che avrebbe poi denunciato a fine 2013, dopo aver letto gli atti di indagini che nel frattempo erano state concluse. La sua denuncia era poi però stata archiviata dal GIP dr.ssa BIANCO nel 2015. De resto le gravissime accuse che la dr.ssa ALPHA aveva lanciato contro il REALE nella memoria depositata in corso del processo di 1° grado erano state o ignorate o irrise da parte del PM dr.ssa RUFFINO oltre che dal GIP dr.ssa LA ROSA  

 Si ha conoscenza ad esempio – siappure come caso decisamente minore rispetto agli altri – della vicenda di una signora di 76 anni che intendeva dare disposizione alla banca per un bonifico di 25.000 euro (poi ridottosi a 20.000 euro) a favore del sig. Giuseppe REALE, in previsione del fatto che in futuro avrebbe potuto avere problemi di deambulazione, pur essendo allo stato della disposizione perfettamente autosufficiente, come ammesso dallo stesso signor REALE; in subordine la predetta cifra sarebbe stata destinata ad un suo pacificamente pomposo funerale: circostanza invero sospetta, considerando che la predetta signora aveva già individuato per il futuro un’altra persona come suo eventuale amministratore, il che fa pensare che i 25.000/20.000 euro fossero una sorta di regalo, ottenuto per ignoti motivi dal REALE, che non pare intrattenesse rapporti di amicizia con la disponente, da lui definita “sua cliente” E paradossalmente il bonifico avrebbe dovuto essere indirizzato su un misterioso c/c bancario di istituto bancario sito in provincia di Pistoia, quando sia il noto amministratore di sostegno, sia la signora disponente risiedono in provincia di Torino. 

Vi era infatti la seguente comunicazione del funzionario Gianluca SIDDI, di banca UNICREDIT:

“Il 15.1.2014 la cliente Iolanda Testore, titolare del cc 8248/4760782 presso l’Agenzia di Caluso, ha disposto un ordine di bonifico di € 20.000 a favore di tale Giuseppe Reale, indicando quale IBAN dell’accredito il codice IT73R0622070520000001000289 (il rapporto in questione risulta radicato presso l’Agenzia di S. Marcello Pistoiese della Cassa di Risparmio di Orvieto)

La sig.ra Testore è nata in Francia il 23.11.1927, risiede a Caluso in via Ing. Comotto n. 23: non ha ulteriori rapporti bancari oltre a quello sopra indicato, a lei unicamente intestato, sul quale non sono conferite deleghe a terzi: il conto corrente ha una giacenza a oggi di € 42.100 e il deposito titoli collegato (n. 8248/17964941) ha una giacenza di € 36.527

La richiesta iniziale della sig.ra Testore era per un bonifico di € 25.000, motivato dalla stessa al fine di sostenere le future spese del proprio funerale e di utilizzare la rimanenza per non meglio precisate finalità benefiche

Destinatario della somma, poi ridotta dalla cliente a € 20.000 a seguito dell’evidenziazione, da parte dei colleghi, dell’abnormità dell’Importo del bonifico in relazione alla causale principale (spese funerarie) addotta dalla predetta, risulta essere come detto tale Giuseppe Reale, indicato dalla sig.ra Testore quale notaio in Torino e conosciuto tramite alcuni vicini di casa (tale tramite parrebbe essere un promotore finanziario di S. Giorgio C.se, tale Mario Ricco)

Considerato poi che le coordinate del bonifico erano scritte a mano su un foglietto di carta, l’Agenzia non ha dato corso per il momento al bonifico, informando dell’occorso la locale stazione dei carabinieri

Premesso che nei giorni successivi la cliente ha insistito per l’esecuzione del bonifico, il 17.1.2014 l’Agenzia ha ricevuto una telefonata del sedicente beneficiario del bonifico, Giuseppe Reale, il quale il 20.1.2014 ha inviato una mail di precisazioni; in tale occasione, il Reale, oltre all’inviare il proprio curriculum vitae (che lo qualifica ventennale collaboratore presso alcuni studi notarili di Venaria e di Torino, incaricato di svariate tutele di interdetti/amministrazioni di sostegno/ecc. disposte dai tribunali di Torino e Ciriè, giudice tutelare onorario presso il tribunale di Torino, consulente in materia giuridico/assistenziale di enti pubblici e privati, curatore di eredità giacenti presso il tribunale di Torino, presidente del comitato scientifico della EGIDA – associazione tutori professionisti con sede in Torino, direttore generale della Casa degli Angeli onlus di Pianezza, ecc.), ha affermato che il bonifico disposto dalla sig.ra Testore, sua cliente da svariati anni, avrebbe la funzione di costituire un deposito fiduciario finalizzato “a garantire la continuità assistenziale della signora”, anche nella prospettiva futura di una amministrazione di sostegno, per la quale oggi, a detta del Reale, non vi sarebbero peraltro i presupposti. Tale deposito fiduciario sarebbe, sempre a detta del Reale, regolato da una scrittura privata intercorsa fa il predetto e la sig.ra Testore, di cui a tutt’oggi l’Agenzia non ha avuto visione o possesso

La singolarità dell’operazione (soggetto destinatario, motivazioni, luogo di destinazione – Toscana, laddove il Reale è residente in Mezzenile -, mancata esibizione, come peraltro imposto dalle norme statuali sull’antiriciclaggio, della scrittura privata- ci hanno indotto a esaminare i rapporti del Reale, titolare del cc 8276/40426475 presso l’Agenzia di Ceres.

Sono emersi al riguardo svariati, oltreché naturalmente con i familiari e la citata associazione EGIDA (sul cui rapporto di conto 8031/110048843 presso l’Agenzia di Torino c.so Peschiera 237/A il Reale risulta essere delegato), collegamenti con rapporti correlati a eredità giacenti/esecuzioni testamentarie/tutele giudiziarie/amministrazioni di sostegno, perlopiù estinti….; di questi, riferiti a tutele/amministrazioni, risultano ancora in essere: Ramella Michele (nato a Biella il 9.12.1978) e Dal Mas Giuseppe (nato a Torino il 10.2.1953)

A parte questi, risulta ancora collegata al Reale l’amministrazione di sostegno in capo a tale Diego Surace (nato a Torino il 3.12.1955): tuttavia, dal maggio 2013 risulta incaricato dell’amministrazione altro soggetto, essendo stato il Reale, per quanto ci consta dai documenti presenti in pratica, rimosso dall’incarico dal tribunale di Torino, su istanza del PM, ex art. 384 c.c.

Quanto sopra descritto, con riferimento all’operazione di bonifico di € 20.000 – allo stato, ripetiamo, non eseguita – e al provvedimento di rimozione dall’incarico di amministratore di sostegno adottato a carico del Reale nel 2013, ci induce a segnalarvi, per quanto di Vostra competenza, la situazione.

Siamo a disposizione per inviarvi, se ritenuto necessario, le movimentazioni dei rapporti intestati alla sig.ra Testore (gli ultimi due anni evidenziano, di eccentrici rispetto alla consueta operatività, tre prelievi per contanti di complessivi € 10.000, effettuati ad aprile e dicembre 2013) e al Reale”.

C’è poi letteralmente da rabbrividire pensando che il sig. REALE ha fatto parte anche per circa 10 anni della magistratura, siappure non quella di carriera, ma quale giudice onorario presso I tribunale di Torino e Ciriè nel campo – inutile a dirsi – delle tutele e delle successioni. Ulteriore conferma che esiste nella magistratura una componente marcia, tesi che ha fatto propria anche il procuratore aggiunto di Roma Nello Rossi, il quale apertis verbis  arriva persino ad affermare che esiste un affarismo giudiziario da lui qualificato in questi precisi termini: “La criminalità del giudiziario è un segmento particolare della criminalità dei colletti bianchi. Una realtà tanto più odiosa perché giudici, cancellieri, funzionari e agenti di polizia giudiziaria mercificano il potere che gli dà la legge”.

Sempre nel curriculum favoloso del sig. REALE leggiamo infatti ancora queste sue ulteriori benemerenze:

Giudice onorario con funzioni di giudice tutelare e giudice della successione presso il Tribunale di Torino sezione distaccata di Cirié dal 1994 al 31 dicembre 2003. Presso il Tribunale di Cirié ho gestito tutta la Volontaria Giurisdizione (tutele, curatele, potestà, esposti ex art. 337 C.C., amministrazioni temporanee, eredità giacenti…).

  • Giudice onorario con funzioni di Giudice Tutelare presso il Tribunale di Torino dal 1997 al 31 dicembre 2003.

Le indagini del PM nel proc. pen. n° RG 1016/12 – da cui deriva in fotocopia ll’odierno proc. pen. n° 1016/12 a carico dell’ing. SCASSA – partono proprio con l’escussione a sit del sig. Giuseppe REALE che la dr.ssa RUFFINO definì immediatamente pienamente credibile nel gennaio 2012 nelle varie richieste di autorizzazione al GIP di intercettazione e plurime perquisizioni.

Circostanza davvero sconcertante il giudizio della dr.ssa RUFFINO, che oltre ad aver ascoltato a sit l’amministratore ne aveva ricevuto le tre deliranti relazioni che costui tra il novembre 2011 ed il gennaio 2012 aveva indirizzato al GT a giustificazione del suo operato di amministratore. In benigna ipotesi si può affermare, per usare il gergo comune con franchezza pari al rispetto dovuto, che il PM ha indagato sulla base di puri pregiudizi con gli occhi foderati di pelle di salame.

 Il sig. REALE, che in passato si è sempre spacciato per avvocato e notaio, adesso su Facebook risulta essere cuoco presso l’agriturismo “Fiorisca il cuore” di Casalborgone, e pubblica periodici post di tono “mistico”, secondo la miglior tradizione dei truffatori patentati.

Il personaggio si presenta da solo, sia con le sue dichiarazioni, sia con il suo immaginifico curriculum presentato nel sito web dell’associazione EGIDA, l’associazione di “specialisti tutori ed amministratori di sostegno” che ha creato.

L’autobiografia è scaricabile dal sito web dell’associazione Egida, “Associazione tutori professionisti”, il cui url è http://www.egidatutoriprofessionisti.org/, dove si trova il link al file pdf che illustra il curriculum del sig. REALE Giuseppe, che di detta associazione risulta essere presidente del comitato scientifico (i grandi fisici italiani impegnati nello studio dei bosoni al CERN vorranno perdonare questo abuso ridicolo del termine “scientifico”, laddove in questo caso si tratta davvero di infima rancida cucina).

Leggiamo in merito alla mission dell’associazione (doc. n° 96):

“Egida è un’associazione composta di persone che per “professione” e “vocazione” si occupano ed intendono occuparsi della fragilità dell’essere umano in genere, in quegli aspetti che maggiormente si riverberano, quale riflesso negativo, sull’esplicazione della vita sociale e di relazione.

Si tratta di un approccio “olistico” all’Uomo, all’interno del quale il valore cardine di riferimento è la “centralità della Persona”, che rifugge la tradizionale “unidimensionalità” della lettura delle esigenze del soggetto bisognoso di protezione e promuove, invece, un avvicinamento all’individuo attraverso una prospettiva di interventi multiprofessionali e coordinati tra loro al fine di tradurre in realtà le molteplici e variegate esigenze della personalità, per far sì che l’Uomo costituisca il fine e non l’oggetto degli strumenti di tutela previsti dall’ordinamento giuridico”

Dal punto di vista dell’analisi logica e sintattica del periodo, è palese che siamo in presenza di autentiche castronerie, dove manca la più semplice ed elementare logica.

Si possono enumerare tautologie “si occupano ed intendono occuparsi”, sostantivi astratti “la fragilità”, utilizzati alla stregua di metonimie, vengono collegati al sostantivo plurale “aspetti”, che a sua volta regge la relativa subordinata “che si riverberano”, che resta però a mezza strada senza che sia specificato il logico necessario complemento di luogo: dove si riverberano, nell’infinito leopardiano forse? .

Dopo l’aggettivizzazione dell’approccio all’essere umano che non può non essere, secondo il più trito degli schemi, “olistico”, ecco una frase relativa che ha per soggetto un’altra metonimia “la centralità della persona”, la quale rifugge un’altra metonimia, ossia l”unidimensionalità” della lettura delle esigenze del soggetto bisognoso, promuovendo invece un aiuto attraverso un’altra metonimia, ossia “la prospettiva”, di interventi, cui fa seguito una relativa implicita “multiprofessionali e coordinati” , che regge una subordinata finale “per tradurre in realtà le molteplici e variegate esigenze della personalità”, dove fa capolino l’ennesima metonimia che regge un’altra subordinata finalistica, “per far sì che l’uomo sia il fine e non l’oggetto degli strumenti di tutela” , dove francamente il delirio raggiunge il culmine: che mai significano “il fine” e “non l’oggetto” di uno strumento? Trattasi dell’ennesimo sproloquio.

 Del resto sempre dal sito web indicato possiamo scaricare il curriculum del Presidente dell’associazione Egida, il sig. Giuseppe REALE. Il suo palmares di incarichi passati è impressionante, ma può suscitare una sorta di sindrome di Stendhal anche l’ammontare degli incarichi tutt’ora attivi gravanti sulle spalle di questo individuo, diligentemente enumerati in dettagli e che sinteticamente si riassumono, senza far cenno invece all’altrettanto enorme mole di incarichi oramai relegati al passato e pur regolarmente citati nel curriculum.

Attualmente il sig. REALE, che indica nel curriculum sia tre numeri di telefono sia tre email, una delle quali è giairo.rabbino@virgilio.it, ove il nome utente fa riferimento addirittura al rabbino di cui nei vangeli Gesù Cristo fa risorgere la figlia morta, particolare leggermente inquietante in sé, ma in linea con lo stupefacente signore in questione, enumera le seguenti sue attività in essere (doc. n° 95):

  1. Consulente della “Fondazione Umberto II e Maria Josè di Savoia” per incarico ricevuto da S.A.R. Maria Gabriella di Savoia. Procuratore generale della Fondazione per la gestione di patrimoni ereditari devoluti alla Fondazione in Italia.
  2. Consulente della Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino, per la devoluzione di patrimonio ereditario e per la gestione dei rapporti tra Ente ed utenti incapaci, con particolare riferimento all’amministrazione di sostegno, alla tutela ed alla curatela. Delegato dall’Ente alla verifica ed alla gestione delle problematiche patrimoniali relative alle tutele, curatele ed amministrazioni di sostegno affidate alla Piccola Casa della Divina Provvidenza – Cottolengo – di Torino e succursali. La consulenza si estende a tutti gli aspetti connessi agli interventi sanitari da parte dell’Ospedale del Cottolengo a favore dei soggetti ospiti delle Case di Assistenza dell’Ente medesimo con riferimento anche alla tutela della privacy ai sensi del vigente codice sulla protezione dei dati personali. La consulenza è prestata nell’interesse di tutte le Case di Assistenza dislocate sull’intero territorio nazionale.
  3. Consulente del Consorzio Intercomunale Servizi Socio Assistenziali di Cirié in materia di tutele, curatele, amministrazioni di sostegno, minori in potestà, minori in affidamento, minori stranieri.
  4. Consulente dell’AslTo3 ex 5 in materia di Tutele, Curatele ed amministrazioni di sostegno, con procura ad operare per casi specifici ai sensi e per gli effetti degli artt. 408 et 424 cod.civ.
  5. Primo consulente presso la Provincia di Biella per l’Ufficio di Pubblica Tutela costituito ai sensi e per gli effetti della Legge Regionale 1/2004;
  6. Consulente presso il comune di Vercelli in materia di tutele, curatele ed amministrazioni di sostegno;
  7. Curatore di eredità giacenti presso il Tribunale di Torino.
  8. Curatore, tutore e amministratore di sostegno presso il Tribunale di Torino, Alba, Ciriè e Biella.
  9. Docente accreditato per la formazione, presso l’ordine dei ragionieri commercialisti, Consiglio Nazionale.
  10. Docente accreditato per la formazione, presso l’ASLTO3 ex 5.
  11. Coordinatore, per conto dell’associazione Egida, dell’elaborazione, studio e predisposizione del progetto per l’istituzione di pubblica tutela presso la provincia di Biella.
  12. Coordinatore, per conto dell’associazione Egida, dell’attività di formazione ad enti pubblici in materia di tutela di soggetti fragili.
  13. Responsabile, per conto dell’associazione Egida, per la strutturazione ed elaborazione di convenzioni con enti pubblici ed istituti bancari.
  14. Presidente del comitato scientifico di Egida, Associazione tutori professionisti.
  15. Presidente dell’associazione Mater Onlus, associazione nata da un gruppo di famiglie residenti nelle valli di Lanzo la cui finalità è di promuovere iniziative a sostegno della genitorialità ed una serie di servizi a favore delle famiglie.
  16. Consigliere dell’associazione La casa degli Angeli Onlus e presidente del comitato scientifico, nonché referente e responsabile per la strutturazione di un progetto integrato con il territorio e la Piccola Casa della Divina Provvidenza – Cottolengo di Torino per la creazione di tre comunità di accoglienza di minori in difficoltà e donne maltrattate, oltre alla realizzazione di un centro permanente per la famiglia. Di tale associazione ho assunto la direzione generale.
  17. Consulente del Comune di Torino settore Ufficio Tutele.
  18. Consulente del Consorzio dei Servizi Sociali di Orbassano.
  19. Consulente del Consorzio dei Servizi Sociali di Gassino.
  20. Responsabile per lo studio e l’elaborazione, di una fondazione presso il Cottolengo di Torino, che si propone lo studio su temi attinenti alla bioetica ed alle direttive anticipate. Progetto approvato dal collegio direttivo della Piccola Casa della Divina Provvidenza San Giuseppe Cottolengo di Torino.
  21. Socio e docente presso la Bottega del Possibile associazione di promozione sociale, con sede in Torre Pellice, promotrice della cultura della domiciliarità.

 Non vi è dubbio che all’apparenza si tratta davvero di una personalità geniale, una sorta di mostro di intelligenza, un policefalo.

 Ma per l’appunto, all’apparenza.

E’ stato riferito che infatti il sig. REALE ha cercato nell’ultimo decennio ripetutamente di superare l’esame da notaio, pur essendo stato regolarmente bocciato. E’ noto anche che egli usava spesso spacciarsi come notaio, circostanza riferita da molti avvocati di Torino che seguivano per l’appunto corsi da lui organizzati sull’istituto dell’amministrazione di sostegno e titolo con il quale lo stesso sorprendente amministratore è qualificalo in locandine di riunioni pubbliche.

 Del resto la carta intestata su cui relaziona al GT incute già di per sé un rispetto fantozziano: tre numeri di telefono, tre email, un fax, l’ambiguità di chi, senza essere riuscito a diventare notaio, si vanta però di lavorare in uno studio notarile, e ci fa sapere che egli è iscritto ad un organismo di mediazione ADRAEQUITAS, per l’appunto, per associarsi al quale – come si apprende dal sito internet – occorre aver seguito un corso di 50 ore ed essere in possesso di almeno una laurea triennale, oltre che appartenere ad un ordine o collegio professionale (ma a che ordine o collegio afferirebbe il signore in questione? A quello dei mancati notai, per caso?). Insomma, per dirla con Shakespeare, much adoo for nothing (tanto rumore per nulla!) Potere della mitomania.

Recita infatti l’epinicio di REALE (vedasi, ad es, le tre relazioni al GT dr.ssa GIANNONE, di cui ai doc. n^ 52-94-97)

Dott. Giuseppe Reale

Studio Notarile Pelle

Via Maffei 10. 10070 Leinì (TO)

Via Bertolotti 7, 10121 Torino

Tel. 011.515….fax 011.515…….

Cell. 335…… 342……

e.mail: giairo.rabbino@virgilio.it grealenotaiopelie.it

e.mail certificata: greale@pec.notaiopelte.it

Mediatore accreditato Ministero Grazia e Giustizia ADRAEQUITAS

 

Che una persona alla quale vengono affidati di incarichi di tutore e di amministratore di sostegno si spacci infatti anche per notaio – si osservi come da sempre egli sul sito dell’associazione Egida, da lui creata, ne collochi la sede per l’appunto presso studi notarili, segnatamente presso il notaio LOBETTI BODONI, poi presso i notai Maria Teresa PELLE e Gennaro VISCUSI – non costituisce infatti solo millantato credito, ma sarebbe fatto indicativo di una pericolosa tendenza alla mitomania.

Al riguardo sarebbe anzi opportuno accertarsi di quanto ci sia di vero nel chilometrico ampolloso curriculum che viene da lui sbandierato ai quattro venti, posto che presso gli avvocati di Torino, il nome del REALE ricorre agevolmente – con seguito di commenti ironici o meno, quando si parla di provvedimenti tutelari .

Infatti, non a caso, talora, nelle locandine di alcuni convegni, incredibili dictu, il sig. REALE viene qualificato tout court come notaio. E’ il caso ad esempio del pieghevole – reperibile anche su internet – del convegno organizzato dal CISSP (Consorzio intercomunale per i servi sociali alla persona) dove tra i tre i relatori di venerdì’ 7 novembre 2008 figura per l’appunto “Giuseppe REALE, NOTAIO” .

E’ fuori di discussione che, a seguito dell’eccezionale opera di marketing che si è costruita il sig. REALE, egli goda di grande credito preso la Procura ed i giudici della sezione tutele del Tribunale di Torino, i quali però farebbero assai bene ad ascoltare urgentemente persone informate della sua attività, come il notaio presso cui lavorava fino a qualche anno fa e la di lui moglie, di professione avvocato: presso lo studio del notaio, recentemente ritiratosi dalla professione, è infatti stata ospitata fino a poco tempo fa l’associazione Egida e sarebbe interessante per l’autorità inquirente ascoltare dalla viva voce del notaio se trovano conferma o meno le gravi accuse che egli avrebbe mosso in conversazioni con terzi al sig. REALE e che mi sono state riferite.

In ogni caso è stato riferito che da circa un anno al sig. Giuseppe REALE il Tribunale di Torino avrebbe revocato gli incarichi affidatigli ed egli sarebbe indagato dal PM dr. RINAUDO per imprecisati fatti, esulanti comunque dalle vicende connesse all’odierno proc. pen.

Invano la dott.ssa ALPHA aveva evidenziato il comportamento scandaloso – per usare un pio eufemismo – del sig. REALE, che è stato il motore d’avviamento del proc. pen. n° 1016/12, da cui l’odierno deriva in modo “direttissimo”, essendone praticamente la fotocopia con l’aggiunta, a scopo ritorsivo, delle imputazioni copia incollate da quelle rifilate alla dr.ssa ALPHA due anni fa, anche a carico dell’ing. SCASSA.

In tutta risposta il PM ha letteralmente fatto scomparire il predetto amministratore, le sue relazioni al GT, le sue dichiarazioni, così come la stessa figlia del signor COSTA, la signora Lucia, ha letteralmente surgelato la delega di procuratore che aveva conferito a costui con atto notarile nel febbraio 2012, ad un mese appena dalla morte del padre.

Insomma il sig. Giuseppe REALE è stato sottoposto al noto trattamento “Findus” ibernato sotto una spessa coltrice di gelido silenzio, tamquam non esset.

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Notoriamente infatti gli inquirenti si sono sin dall’inizio schierati sulle posizioni del binomio fratelli COSTA. Altrettanto ha fatto il GUP dr.ssa LA ROSA.

Possiamo quindi, dopo queste premesse, utili ad inquadrare il personaggio in questione, esaminare quale sia stato il ruolo che ha giocato e continua a giocare nella vicenda del povero sig. COSTA, sia quando egli fu in vita, sia nella fase post mortem, da quando egli è uscito allo scoperto, se mai ancora potessero residuare dei dubbi al riguardo, quale paladino e complice dei figli Andrea Gregorio e Lucia COSTA, impegnati in una vigorosa battaglia giudiziaria per accaparrarsi l’intera eredità paterna, che è proceduta a suon di menzogne e di inganni agli inquirenti. .

 Leggiamo quindi il SIT del sig. Giuseppe REALE, del 14/1/2012, proprio ad indagini appena iniziate (doc. n° 74).

Sono un libero professionista

Non ne ho parlato [del trust, ndr], con il signor Costa perché già quando lo vidi la prima volta nel marzo 2011, il Sig. Costa era in grande disagio e confusione. Molto condizionato e confabulante” (SIT del signor Giuseppe REALE del 14/1/2012)

Occorre qui precisare subito che nel mese di marzo 2011, l’avv. BETA, proprio perché non vi era assolutamente nulla da nascondere, si era informato presso una collega, nome noto nell’ambiente forense torinese, per sapere se conoscesse qualche persona disponibile ad assumere un incarico provvisorio quale amministrazione di sostegno, posto che il sig. COSTA era adiratissimo nei confronti dei figli verso i quali nutriva un odio feroce, il che si era già tradotto in un obiettivo danno fisico, in quanto la dottoressa ALPHA aveva potuto valutare improvvise puossé ipertensive, di chiara origine neurovegetativa, che per un cardiopatico cronico, erano certamente da evitarsi nel modo più assoluto. Proprio per questo motivo la sola idea di sottoporsi ad una visita legale psichiatrica – richiesta nel ricorso dei figli – era causa di sofferenza acuta. I medici ritenevano che, posticipando di qualche tempo l’evento, con il ritrovamento di una certa tranquillità interiore e la riduzione della componente organica di somatizzazione della sua situazione ansiosa e collerica, egli avrebbe condiviso meglio l’oggettiva comune convinzione di quanti erano in qualche familiarità con lui, che nulla egli aveva da temere al riguardo: del resto tutti i medici che fino a quel punto lo avevano visitato, condividevano questa valutazione, come si è ampiamente descritto.

L’avv. BETA era giunto al riguardo alla conclusione che, se non si fosse pervenuti ad una stabilizzazione emotiva del sig. COSTA, e quindi alla possibilità di effettuare la visita peritale psichiatrica, la richiesta anche da parte della difesa del convenuto di un’apertura provvisoria dell’amministrazione di sostegno sarebbe stata una buona cosa, in attesa dell’espletamento della CTU, per fugare ogni dubbio: non vi era nulla da nascondere. Anzi, il sig. COSTA già a gennaio 2011 accettò di farsi ascoltare dal GT dott.ssa GIANNONE, anche se la presenza degli avvocati dei figli, ed il terrore di dover incontrare pure costoro, lo avevano agitato moltissimo: per lui si trattava di nemici dichiarati, e risparmiamo di enumerare gli epiteti con cui ne aveva stigmatizzato il comportamento in generale e con specifico riferimento alla richiesta di un provvedimento giudiziario autoritativo per il suo “beneficio”.

Malauguratamente l’avvocatessa interpellata indicò per l’appunto, pur non avendone nessuna conoscenza personale, il sig. Giuseppe REALE, presentandolo come persona assai introdotta negli ambienti della settima Sezione Civile del Tribunale e presso la Procura, e quindi, di conseguenza, apparentemente con buone credenziali.

Corre un brivido dietro la schiena al solo pensiero di quanti poveri cristi, interdetti, con deficit psichici, o comunque persone anziane in qualche difficoltà psicofisica o sotto l’assalto di congiunti famelici del loro patrimonio, siano finiti sotto le sgrinfie di questo signore.

Non a caso, di lì a meno di tre mesi, come si è scritto, il sig. COSTA andrà incontro ad un infarto miocardico acuto e ad un arresto cardiaco che renderà necessario l’impianto di defibrillatore monocamerale (vedasi cartelle cliniche del ricovero all’Ospedale Maria Vittoria del 24/6/2011).

In ogni caso l’incontro di fine marzo 2011 tra il sig. COSTA e REALE, fu, a quanto riferì l’avv. BETA, una semplice presentazione, ed in quell’occasione il COSTA si mantenne molto sulle sue, non avendo egli mai accettato l’idea di aver qualcuno che ne controllasse le decisioni, figurarsi in campo economico-finaziario: pertanto il ritratto fornito dall’amministratore è una pura schifosa invenzione di quest’ultimo, in uno studiato calcolo di date, tendente a presentarlo come “confabulante e confuso” già all’epoca del deposito del testamento presso il notaio AJMERITO.

Del resto il sig. Luigi COSTA venne ascoltato dal GT il 22/1/2011 nell’ambito del ricorso per l’amministrazione di sostegno presentato dai suoi figli ed il verbale dell’udienza non attesta certo una persona “confusa e confabulante” come subdolamente vuol far credere il REALE, che nel sit in oggetto scende in pista, giocando sulla malriposta fiducia nella sua credibilità da parte dei magistrati, in perfetto tandem con i fratelli COSTA, che recitano il ruolo delle vittime, peraltro con teatralità di infimo livello, e non riuscendo tuttavia ad esimersi dal cadere in continue gaffes e contraddizioni che la sua mitomania incontenibile gli impone.

Continua il SIT del sig. REALE (doc. n° 74, citato):

La ALPHA mi disse che l’obiettivo del Costa era proteggere i suoi beni dai figli, che erano interessati solo al suo patrimonio.

In realtà, i figli, per quanto ho potuto accertare, non erano tanto proiettati sul patrimonio, quanto preoccupati del fatto che il padre fosse circondato da persone poco raccomandabili.

Il padre era un uomo forte caratterialmente e i figli erano stati costretti ad andarsene da casa. Era un padre – padrone, maltrattante anche nei confronti della moglie.

Alla fine, penso indotto dalla ALPHA, anche Costa pensava che i figli fossero interessati solo al patrimonio ma non era assolutamente così”. (SIT del signor Giuseppe REALE del 14/1/2012)

 Qui siamo davvero alla follia pura: aprioristicamente, di punto in bianco, il sig. REALE, abbraccia a spada tratta la tesi dei fratelli COSTA, i quali, come si è visto, descrivono il padre con i termini di padrone, dittatore, manesco, nullafacente, senza dar minimamente conto del perché delle sue convinzioni, anche se i successivi passi, fino alla delega ottenuta come procuratore appena dopo la morte del sig. Luigi da parte della figlia Lucia, chiariranno in modo inequivoco il perché di quest’improvvisa alleanza con i due fratelli.

Per il resto è davvero buffa la figura di questo signor REALE che, senza averne mai avuto alcun incarico in tal senso da parte del Giudice Tutelare, si erge a giudice del suo “beneficiario”: ma questo atteggiamento da impiccione rientra a pieno titolo nella sua mitomania.  

 Prosegue il sig. REALE nel suo elenco spudorato di menzogne (doc. n° 74, citato):

Quanto a Scassa Angelo non sapevo chi fosse. Appresi di un suo intervento presso l’Amedeo di Savoia in occasione di uno degli ultimi ricoveri , mi pare in ottobre 2011, del signor Costa.

Venni raggiunto da una richiesta telefonica da parte della direzione del Reparto che lamentava le pressioni della Dott.ssa ALPHA per avere informazioni sullo stato di salute del Signor Costa.

I medici erano preoccupati anche del fatto che SCASSA sostenesse le legittime richieste della ALPHA. Mi disse il Direttore del Dipartimento che SCASSA era già noto al reparto per una denuncia. Mi chiesero se potessero dare informazioni a terzi e io confermai che con la amministrazione di sostegno, fino a diversa disposizione del magistrato, il sig. Costa era libero di trattare i propri dati sensibili e quindi di consentire il trattamento e la comunicazione a terzi. (SIT del sig. Giuseppe REALE del 14/1/2012)

 Vero è che all’epoca dei fatti la dott.ssa BIGO era processata presso il Tribunale di Torino, assieme al prof. EMANUELLI ed al dott. BARON con le seguenti imputazioni per la morte di Aldo SCASSA, padre dell’ing. Angelo, relativamente al suo operato quando lavorava presso le Molinette nel 2004 (doc. n° 61):

il prof. EMANUELLI e i dottori BARON e BIGO, in sede del reparto di Clinica Medica, non diagnosticavano, in tempo utile, la patologia di cui soffriva il paziente, ossia l’occlusione e subocclusione intestinale, non facendo effettuare, nei primi tre giorni di ricovero, esami di pertinenza gastroenterologica e non valutando correttamente i risultati dell’esame radiografico al torace eseguito; non valutando correttamente il referto ecografico dell’addome e neppure i due episodi di vomito di materiale fecaloide verificatisi; non prescrivevano il digiuno al paziente;

sicché lo SCASSA, a seguito di vomito fecaloide dovuto al prolungato perdurare dell’occlusione aggravato dal tentativo di alimentarlo, contraeva una polmonite ab ingestis; e solo in data 26/02/2004 venivano effettuati esami diagnostici a carico dell’apparato digerente (TAC, EGDS, RX ADDOME) e alle ore 22.00 del medesimo giorno veniva effettuato un intervento chirurgico d’urgenza il cui referto confermava la diagnosi di “occlusione digiuno-ileale da due briglie strozzanti, una a livello del digiuno medio, più tenace, con modesta sofferenza ileale. Sezione delle due briglie” (capi di imputazione per la dott.ssa BIGO nel processo per la morte di Aldo SCASSA, proc. pen. 24119/06, III sezione penale, Tribunale di Torino).

 Il proc. pen. n° 24119/06 RG Notizie di Reato era stato aperto d’Ufficio dalla dott.ssa MASIA iniziale PM, senza che l’ing. SCASSA avesse presentato alcuna denuncia.  

 In realtà le cose al Birago di Vische andarono in modo completamente diverso.

I medici sostenevano – pur con qualche contrasto anche fra di loro – che il COSTA fosse assolutamente capace di dare il consenso. ma il divieto inaudito di compulsare le cartelle cliniche contro la dottoressa ALPHA era scattato per ordine dello stesso dr. REALE, il quale si era mosso disattendendo l’esplicito mandato conferitogli dal GT. E il primario dott.ssa BIGO era stata al gioco dell’istrionico amministratore di sostegno, che, nei fatti, si spacciava come tutore, o meglio sbandierava inesistenti ordini del GT. Insomma egli stava diventando il vero padrone del sig. Luigi COSTA.

 E’ davvero poi gravissimo – e si sottolinea ancora per l’ennesima volta l’azione ostruzionistica esercitata dal sig. REALE contro la dott.ssa ALPHA, che è ben testimoniata dal verbale di Polizia di cui infra, il fatto che le sia stato impedito di visitare il sig. COSTA, di cui ero il medico di fiducia.

 In occasione del ricovero del signor COSTA presso l’Ospedale Birago di Vische il 28 settembre 2011 venne infatti proibito alla dottoressa ALPHA di visionare le cartelle cliniche. Un fatto eclatante. Ella telefonò dapprima all’avv. BETA per segnalare l’incredibile accadimento. Poi si mise in contatto con l’ing. SCASSA chiedendogli di aiutarla dinnanzi ad un fatto gravissimo che le accadeva per la prima volta.

Messo al corrente dell’accaduto, l’ing. SCASSA si preoccupò prima di far intervenire una volante del 113 perché constatasse la situazione creatasi e verbalizzasse quanto accadeva, poi, in secondo luogo, si mise in contatto con il PM di turno presso la Procura, la dott.ssa PANELLI, visto che l’intervento del 113 non aveva sortito alcun esito pratico di sbloccare la situazione allucinante creatasi.

Il sig. REALE ha negato successivamente di essere stato lui a ordinare la proibizione della compulsazione della cartella clinica, ma il verbale che qui si sotto si riporta lo smentisce nettamente e lo inchioda alle sue gravi responsabilità (doc. n° 98):

QUESTURA di TORINO

Commissariato di Pubblica Sicurezza MADONNA di CAMPAGNA

Ufficio Controllo Territorio

Cat. M.1\2011 Torino, lì 04 ottobre 2011

OGGETTO: Trasmissione atti inerenti l’intervento eseguito in data 28.09.2011 dalla Volante Pegaso 2 in servizio presso I’Ufficio Prevenzione Generale.

ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA C/O IL TRIBUNALE

(c.a Dott.ssa PANELLI)

Per quanto di competenza si trasmette l’Annotazione di Servizio redatta da personale dipendente Volante Pegaso 2, intervenuti in data 28.09.11 presso l’ospedale Amedeo di Savoia a seguito di un litigio in corso tra un medico della struttura ed un medico di fiducia di un paziente ricoverato nel nosocomio in questione.

Il dirigente d’Ufficio.

 POLIZIA DI STATO – QUESTURA di TORINO

Ufficio Prevenzione Generale –Sezione Volanti e motociclisti Pegaso

Torino, lì 28 settembre 2011

OGGETTO: Relazione di servizio.

Il sottoscritto Ufficiale di P.G. SABENA Valter Pietro, Sovrintendente della Polizia di Stato in forza presso l’Ufficio Prevenzione Generale, lI Sezione Volanti, VI sottoseziorie Pegaso, in servizio in data odierna con turno 12.50/19.10, in qualità di capo equipaggio della pattuglia “PEGASO 2”, unitamente all’Assistente CAVALLARI Marco, riferisce alla S.V. quanto segue:

Verso le ore 14:25 la nostra C.O. ci inviava in C.so Svizzera 166, presso l’O.C. “Amedeo di Savoia” dove vi era in corso un litigio tra un medico ed un medico di fiducia di un paziente ivi ricoverato.

Giunti sul posto prendevamo contatti con la Dott.ssa ALPHA, la quale ci riferiva di aver avuto un diverbio con personale medico interno che non gli permetteva di prendere visione della cartella clinica del sig. COSTA Luigi nato a Genova il 20/04/1931, residente a Torino in via Palmieri 14.

La stessa riferiva di essere la collaboratrice del medico di famiglia del COSTA, dott. MOLLICA Pasquale, e di conoscere e seguire il COSTA da circa 7/8 anni.

La ALPHA esponeva che il suo assistito aveva un cattivo rapporto con I due figli, e gli stessi con l’intento di diventarne tutori esclusivi avevano avviato le pratiche di interdizione dell’anziano.

Il giudice però circa un anno fa nominava quale amministratore di sostegno il Dott. REALE Giuseppe,

(verbale del 113 del 28/9/2011)

Si osservi che erano in realtà trascorsi appena due mesi dalla nomina del signor REALE (luglio 2011), che, evidentemente aveva al riguardo disinformato la direzione sanitaria dell’ospedale. Inoltre il “però” utilizzato è del tutto fuor di luogo, in quanto l’apertura di un’amministrazione di sostegno provvisoria venne sollecitata dallo stesso avv. BETA per conto del sig. COSTA per fugare ogni dubbio nelle more dell’eseguenda CTU.

Sommaria anche questa ricostruzione della polizia che posticipa di due mesi il grave infarto miocardico che colpì il sig. COSTA nel giugno 2011):

Nel mese di Agosto, mentre il dott. MOLLICA usufruiva del periodo di ferie e la ALPHA era quindi deputata a seguire il COSTA, questi veniva colpito da un grave infarto che unito a patologie pregresse, né determinava un repentino e cronico peggioramento che Io riduceva in fin di vita.

Nonostante il MOLLICA fosse rientrato nelle sue mansioni, la stessa col tacito accordo di tutte le parti continuava a prendersi cura dell’anziano.

Nella giornata di oggi la ALPHA si portava nell’ospedale dove lei stessa nella giornata di sabato aveva provveduto a trasportare il COSTA a causa di un aggravamento, ma gli riferivano di averlo portato e ricoverato presso I’ O.C. Amedeo di Savoia [in realtà viene erroneamente citato l’Amedeo di Savoia, in quanto l’ospedale da cui il COSTA venne trasferito dal Maria Vittoria era il Birago di Vische, che si trova all’interno del parco in cui è ricompreso anche l’ospedale infettivologico Amedeo di Savoia, ndr] . (verbale del 113 del 28/9/2011)

Giunta all’Amedeo, gli [sic, ndr] veniva concesso di fare visita al COSTA ma non gli veniva concesso di prendere visione della cartella clinica, su disposizione del primario che stabiliva che la cartella clinica poteva solo essere visionata dall’amministratore di sostegno e dal medico di famiglia.

Dopo quanto riportato dalla ALPHA, le riferivamo di trovare legittimo e giustificato il diniego da lei patito, e di fare esclusivo riferimento all’amministratore di sostegno.

Alle ore 18:00 tramite sala radio venivamo messi in contatto con il P.M. di turno dott.ssa PANELLI 349.4162430, che voleva delucidazioni in merito al nostro intervento in quanto era stata contattato dal dott. SCASSA dello studio legale BETA, che sollecitato dalla ALPHA chiedeva lumi.

Nel riferire ometteva però di menzionare la presenza dell’amministratore di sostegno.

Quanto sopra si riferisce per doverosa conoscenza. (verbale del 113 del 28/9/2011)

 Era stato infatti il sig. REALE in persona a qualificarsi come amministratore di sostegno e a concordare con la dott.ssa BIGO l’umiliante divieto opposto alla sottoscritta. Infatti la dott.ssa BIGO non avrebbe dovuto certo negare ad una collega medico di fiducia il diritto di compulsare la cartella clinica: oltretutto il sig. COSTA, febbricitante, versava in condizioni di gravissima insufficienza epatica con valori di transaminasi superiori alle 9000 U/dl , ossia valori circa 200 volte oltre la norma.

In effetti in data il 28/9/2011 il sig. REALE trasmetteva alla dott.ssa BIGO, primario del reparto di medicina dell’Ospedale Brago di Vische, il decreto di nomina di amministratore di sostegno provvisorio, che era cosa assai diversa dalla nomina a tutore, circostanza che si verifica notoriamente solo nel caso di pazienti dichiarati interdetti con sentenza del Tribunale.

Qui eravamo lontani anni luce da una simile circostanza.

Non si dimentichi che a fine gennaio 2011 il GT aveva ascoltato il sig. COSTA, con udienza tenutasi presso il suo appartamento di via Palmieri 14, e che solo all’inizio dell’aprile successivo aveva disposto CTU, per la quale lo psichiatra incaricato aveva fissato l’inizio delle operazioni peritali per la fine dello stesso mese, inizio poi rinviato due volte per le mediocri condizioni di salute del paziente, peggiorate per la somatizzazione ansiosa dello stress che stava vivendo per via delle azioni giudiziarie intraprese dai figli contro di lui, e che in effetti sfoceranno a breve, il 24/6/2011, in un grave infarto miocardico, con successiva fibrillazione ventricolare, ossia arresto cardiaco.

 Si osservi come nel diario clinico del ricovero avvenuto preso il Birago di Vische dal 27 al 28/9/2011 si trova questa annotazione scritta dal primario personalmente, dott.ssa Patrizia BIGO, redatta dopo l’intervento del 113, che la dice lungo sul perverso ruolo recitato dal sig. REALE in questa intera vicenda.

Evidentemente il primario del reparto si accorge di aver commesso una gaffe deontologicamente assai grave commessa, relaziona in cartella clinica (doc. n° 99):

h. 16 Il paziente mi chiama e chiede che vengano date informazioni alla dott,ssa ALPHA, medico di fiducia.

Il paziente sa il suo nome, il luogo e la data di nascita, sa che giorno della settimana è, il mese e l’anno.

Si rende disponibile a firmare il consenso e ribadisce che non vuole che vengano date informazioni ai figli.

dott.ssa Patrizia BIGO (cartella clinica Ospedale Birago di Vische, ricovero sig. COSTA del 27-29/9/2011)

Infatti il sig. REALE aveva comunicato il 28/9/2011 alla dott.ssa BIGO il decreto di nomina di amministratore di sostegno provvisorio, ma evidentemente alla luce di quanto accade dopo, calca la mano su due circostanze: che lui è di fatto un tutore e che la dottoressa ALPHA deve essere allontanata dalla compulsazione di tutta la documentazione clinica del paziente.

 Come si è appena letto anche durante il ricovero all’ospedale Birago di Vische il sig. COSTA dà informazioni tassative sul fatto che non vuole che i figli vengano informati sulle sue condizioni di salute, delle quali chiede invece sia messa a parte la dott.ssa ALPHA, compilando e sottoscrivendo pure il modulo per l’autorizzazione per le informazioni (doc. n° 100):

 Ospedale Birago di Vische

AUTORIZZAZIONE PER COMUNICAZIONI ED INFORMAZIONI

D Lgs 30/6/2003 n 196, “Codice in materia di protezione dei dati personali”

Il sottoscritto Luigi COSTA riguardo alla comunicazione di informazioni relative al ricovero/prestazione e stato di salute ai soggetti richiedenti

AUTORIZZA le comunicazioni alle seguenti persone:

– familiari (coniuge, parenti, affini, ecc): non informo

– altre persone (indicare quali): DR.SSA ALPHA

  • delle proprie generiche condizioni di salute
  • delle proprie condizioni di salute in situazione di emergenza
  • ogni informazione

NON AUTORIZZA la comunicazione di alcuna informazione AI FIGLI

Torino, 28/9/11 – firmato LUIGI COSTA . (cartella clinica Ospedale Birago di Vische, ricovero sig. COSTA del 27-29/9/2011)

E’ proprio a cominciare dal ricovero del sig. COSTA presso il Birago di Vische (27-29/9/11) che alla dottoressa ALPHA viene impedito – per la subacquea opera del sig. REALE – di svolgere il suo ruolo di medico di fiducia del sig. COSTA: in questo caso vi fu il doppio rifiuto di fornirle informazione da parte della Direzione Sanitaria e della dott.ssa BIGO, primario del reparto, sebbene, accortisi di averla fatta grossa, i “capi” (primario e direttore sanitario), ai vari livelli dell’ospedale, abbiano operato la predetta correzione di rotta nel diario clinico.

 Prosegue il sit del sig. REALE (doc. n° 74, citato):

In quella stessa occasione [del ricovero al Birago di Vische, ndr], la ALPHA mi disse che il COSTA voleva fare testamento. IO dissi BENE, VENGO A SENTIRE IL SIG COSTA. Era ottobre 2011. Chiesi alla ALPHA di rimanere da solo con COSTA. Provocatoriamente dissi al Sig. COSTA, “allora che cosa vuol fare della sua eredità? Vuole nominare erede universale la dott.ssa ALPHA e costituire anche una fondazione?”. Costa era agitatissimo, non era in grado di scrivere era confuso, non era in grado di decidere nulla, era in stato di prostrazione fisica e credevo che non sarebbe sopravvissuto al ricovero. Capii che non era assolutamente in grado di fare testamento.

Il giorno dopo venni raggiunto da una telefonata dell’Avv. BETA che mi disse di avere saputo che io volevo portare in Ospedale un notaio. Io gli spiegai come era andata la vicenda e lui mi disse “Non faccia nulla, poi le spiego” (SIT del sig. REALE del 14/1/2011)

Anche qui siamo alla solita follia, che caratterizza tutte le asserzioni del sig. REALE. Insomma l’amministrazione di sostegno è in ospedale, si accorge che Il suo “beneficiario” – come il lessico burocratico appella la vittima – è in condizioni molto gravi e lui che fa: lo provoca a far testamento!

Il motivo che Sherlock REALE si inventa è incredibile. La dott.ssa ALPHA gli avrebbe riferito, inventandosi la cosa di sana pianta, ovviamente, che il sig. COSTA – febbricitante e con il fegato letteralmente a pezzi, per usare un linguaggio fuor d’ambagi – voleva fare testamento a suo favore: come se la dotoressa non fosse stata già stata a conoscenza che, circa sei mesi prima, il suo amico paziente aveva depositato un testamento olografo presso il notaio AJMERITO, lasciandola erede dell’intera quota extralegittima, ossia di tutto quanto era nelle sue disponibilità disporre.  

Ed allora Sherlock REALE che cosa fa? Semplice: va a “provocare” il “suo “beneficiario”, si accorge che non è in grado di comprendere ed allora smaschera la macchinazione che la dottoressa ALPHA avrebbe messo in piedi chiaramente a fini masochistici.

 La domanda sorge dunque imperiosa: quest’uomo quando mai la finirà di prendere per i fondelli il mondo intero – e soprattutto i Signori Giudici – con le sue balle micidiali? E soprattutto quando la magistratura smetterà di fondare indagini su quelle medesime balle, come ha fatto in questo caso – a quanto si legge nelle varie ordinanze e conferme di autorizzazione per le avvenute perquisizioni, intercettazioni, ecc – le sue indagini?

Occorrono forse dei commenti sulle deliranti affermazioni del personaggio in questione?

A tutti sarà personalmente occorso di incontrare dei truffatori, ma in loro, a parte il caso del tutto atipico del signor REALE, alberga sempre una certa furbizia, un calcolo piuttosto approfondito dei propri margini d’azione, un’accortezza di comportamenti: sono le caratteristiche tipiche di chi delinque per circonvenire.

Inoltre qui il sig. REALE si riveste, durante il SIT, con i paramenti del santone che annuncia il quarto segreto di Fatima: infatti nelle tre relazioni inviate tra il novembre 2011 ed il gennaio 2012 al GT, mai aveva disvelato questo conturbante accaduto. Evidentemente si era riservato il botto al perfezionamento dell’accordo con i fratelli Andrea Gregorio e Lucia COSTA, insomma a trattative concluse con costoro, per dare nuovo impulso alle indagini.

Prosegue l’illustre amministratore (doc. n° 74, citato):

Chiesi a BETA chi fosse SCASSA, che in ospedale si era presentato come collaboratore dell’Avv. BETA. Questi mi disse che non era suo collaboratore, che era una persona che lui aveva seguito, che aveva dei problemi. Non mi ha mai spiegato che cosa avesse a che fare SCASSA con COSTA.

Io sapevo, dalla mie indagini, sul patrimonio del sig. COSTA, che SCASSA nel 2008 aveva ricevuto delega bancaria da operare su tutti i conti intestati a COSTA presso UBS; complessivamente c’erano 2 milioni e 83 000 euro. Non ho ravvisato movimenti anomali. Ad un certo punto, improvvisamente COSTA ha venduto tutti i titoli e il provento è finito su un conto corrente presso Intesa Sanpaolo. Non mancava nulla ma una delega generale su un conto di quella capienza in presenza di figli era certamente anomala Questo mi induce a pensare che il signor Costa avesse dei problemi già allora.

Il collegamento fra Scassa e ALPHA mi si è chiarito alla luce di questi Conti UBS e della telefonata che ho ricevuto da SCASSA il giorno della morte del COSTA e della quale ho dato atto nella relazione inviata alla Dott.ssa Giannone. (SIT del sig. REALE del 14/1/2012)

Sherlock REALE si diverte ad annunciare ora di aver scoperto l’identità dell’ing. SCASSA grazie alle sue indagini. In primo luogo gli scaraventa addosso un po’ di quella sostanza innominabile, poi dopo averlo merdizzato, sostenendo che l’avvocato BETA gli avrebbe riferito che trattasi di persona con problemi – non specificati- , ma che egli lascia intendere essere mentali, annuncia al mondo che costui avrebbe avuto una delega sul conto corrente del sig. Luigi COSTA (anzi sui “conti correnti”, e poco importa che ve ne fosse solo uno presso UBS, siamo o non siamo in presenza di un affabulatore?), senza però – afferma – che questo abbia comportato alcun danno per il suo beneficiario: “non manca nulla”.

Peccato che qui si vede chiaramente chi ha problemi mentali: il tenore del sit e delle relazioni, le affermazioni ivi contenute non possono lasciar adito a dubbio alcuno.

Infatti ogni tanto Sherlock REALE si fa velenoso. Posto che i panni dell’amministratore di sostegno provvisorio, conferitogli dal GT– di puro e semplice controllo – e per giunta limitati a pochi mesi gli andavano stretti, allora diventa prosatore immaginifico e cattivo.

Leggendo il sig. REALE, mi viene sempre in mente il protagonista dei fumetti di Marvel, che ha l’alito pestilenziale e la scorreggia incendiaria.

Se Sherlock REALE, autoinsediatosi nel ruolo di investigatore finanziario, avesse fatto attenzione, si sarebbe reso conto che venne chiusa una gestione finanziaria presso UBS, che era gravemente deficitaria. Se poi avesse meglio controllato ed estrapolato quelle che starebbero state le conseguenze per il sig. Luigi COSTA alla luce della crisi dei derivati – subprime abbattutasi sugli strumenti finanziaria di natura azionaria, tipo quelli oggetto dei suoi investimenti gestiti dalla banca in questo caso, avrebbe notato che se non ci fosse stato un disinvestimento veloce – siappure in perdita- , in tre anni, il rosso ulteriore accresciutosi su quel deposito sarebbe stato di almeno un centinaio di migliaia di euro.

Del resto l’intera vicenda della delega che il COSTA rilasciò all’ing. SCASSA per brevissimo tempo – come da accordi intercosi tra i due – è chiarissima: e di essa si è scritto ampiamente, analizzando la condotta addebitata sub capo 2.

Quanto all’ing. SCASSA, egli soffre da anni di un disturbo, quello da attacchi di panico, lo stesso per intenderci da cui sono colpiti non pochi italiani secondo le ultime statistiche raccolte dal prof. Sorrentino, di varia eziologia, nel caso dell’ingegnere susseguente a una situazione di mobbing vissuta in passato. Tra le vittime di questo disturbo, come da lui raccontato in una lunga intervista al Corriere, figura il prof. Edoardo BONCINELLI, che non è certo presidente del comitato scientifico dell’associazione Egida come il sig. REALE, ma un professore ordinario di genetica all’Università di Milano presso il San Raffaele, e che, oltretutto, risulta forse l’unico italiano ternato per il premio Nobel negli ultimi anni.

Precisazione necessaria per il sig. REALE, le cui diffamazioni e calunnie riversate nei confronti della dott.ssa ALPHA, ed in misura più episodica verso l’ing. SCASSA, richiamano alla mente davvero le gesta del protagonista del fumetto di Marvel.

 E del resto, come si vedrà, è una strategia clamorosamente abbracciata dagli inquirenti, quella di andare al seguito in queste indagini del predetto signore.

 Leggendo le dichiarazioni del sig. REALE il richiamo sorge spontaneo al personaggio marveliano – che lancia scoregge incendiarie: anche il nostro personaggio, in effetti, pronuncia diffamazioni con alito pestilenziale. Ne parleremo dopo.

Oltretutto lo stupore ostentato dal REALE alla comparsa in scena dell’ing. SCASSA che protesta per conto della dr.ssa ALPHA presso la direzione sanitaria ha dell’incredibile. REALE sapeva perfettamente dell’esistenza del TRUST di cui l’ing. SCASSA è guardian. La dott.ssa ALPHA non gli ha mai nascosto nulla, e pertanto è perfettamente inutile il suo atteggiamento da finto tonto in merito.

In occasione del decesso del sig. COSTA l’ing. SCASSA, appresa dalla dr.ssa ALPHA la notizia, ricordando il COSTA agonizzante la notte di Natale senza alcuna assistenza notturna, abbandonato in quelle condizioni dal suo amministratore, telefonò per la seconda volta al REALE per congratularsi con lui per le burocratiche iniziative che aveva assunto proprio in quel periodo (come l’inutile ritinteggiatura dell’abitazione del “beneficiario”) ed il menefreghismo invece ostentato verso le reali necessità assistenziali del paziente morente.  

L’ing. SCASSA gli aveva infatti telefonato anche nella medesima mattinata per capire cosa stesse succedendo alla dottoressa ALPHA la quale, supplicata dal COSTA di ricostruirgli la protesi dentaria, andata persa in ospedale perché senza di essa non riusciva a poter parlare, essendo egli ben lucido ancora ed in grado di riconoscere le persone che si alternavano al suo capezzale, veniva invece bruscamente allontanata da un sanitario del reparto mentre gli rilevava le impronte delle arcate dentarie, ultimo gesto di humana pietas di un medico al paziente amico, sul quale in modo inverosimilmente abominevole il sig. REALE avrà modo di ironizzare in una relazione alla dott.ssa GIANNONE di cui infra.

 Ma proseguiamo l’esame del SIT (doc. n° 74, citato):

Inoltre voglio rilevare tutte le resistenze che mi sono state opposte da BETA a che io facessi visitare il COSTA da specialisti.

La ALPHA faceva molto valere le sue competenze mediche e soprattutto nell’ultimo periodo voleva essere molto presente in occasione dei ricoveri.

Quando chiesi di far visitare il COSTA da un geriatra e da uno psichiatra, nel mese di ottobre 2011, BETA mi disse che dovevo assolutamente passare dal medico di base.

Quando chiesi di far visitare il COSTA da un geriatra e da uno psichiatra, nel mese di ottobre 2011, BETA mi disse che dovevo assolutamente passare dal medico di base.

Ebbi un appuntamento al quale erano presenti MOLLICA, io, BETA e PlNI. Mollica tentò in tutti i modi di rappresentarmi che non era necessario far visitare il COSTA Dopo un’ora di discussione chiesi a MOLLICA di mettere per iscritto i motivi della sua opposizione. Mollica per prima cosa mi chiese chi lo avrebbe pagato, gli dissi che non c’era problema. Mentre scendevo le scale mi richiamò e mi fece le due prescrizioni di visita geriatrica e psichiatrica.

Quanto al testamento, nell’ultimo incontro avvenuto presso l’abitazione del COSTA, mi pare alla fine di novembre 2011, BETA disse che forse c’era un testamento, da un notaio di corso Vinzaglio ma non sapeva chi fosse.

Ero andato a casa per provvedere all’assistenza del sig. COSTA. Occorreva somministrare un ansiolitico per evitare le crisi notturne del sig. Costa che cominciava ad avere visioni notturne. Lo aveva prescritto lo psichiatra ma nessuno mai ha provveduto in tal senso.

Mi rendevo conto che l’interesse alla salute del Costa era molto relativo. Accadeva che improvvisamente la ALPHA lo portasse in PS ma un sistema di cura articolato e seguito da specialisti – che il sig. Costa poteva ben permettersi – non è mai stato organizzato.

Mi rendevo conto che l’interesse alla salute del Costa era molto relativo. Accadeva che improvvisamente la ALPHA lo portasse in PS ma un sistema di cura articolato e seguito da specialisti – che il sig. Costa poteva ben permettersi – non è mai stato organizzato.

Il sig. COSTA aveva problemi cardiaci molto gravi e crisi epatiche che creavano uno scompenso generale  (SIT del signor Giuseppe REALE (14/1/2012)

Qui la dott.ssa ALPHA viene colpita da altre scoregge incendiarie e da un alito pestilenziale: il sig. REALE si produce ancora in un numero di alta e vile diffamazione, com’è nel suo miglior repertorio.

Si lamenta che la dott.ssa ALPHA, medico di fiducia del sig. COSTA, “facesse valere molto le sue competenze mediche”, salvo poi aggiungere che “mi rendevo conto che l’interesse per la salute del Costa era molto relativo”

Poi l’amministratore si erge addirittura a medico, con fresco titolo di laurea in medicina conseguito per corrispondenza, e vagheggia di “crisi epatiche”.

Quindi si lamenta nuovamente che occorreva somministrare un ansiolitico (il banale Tavor per intenderci) al suo beneficiario e che per questo motivo era accorso a casa sua, dove, per fortuna del povero COSTA, che lo odiava, non si faceva quasi mai vedere.

Cadendo veramente nel ridicolo perché, come molti altri anziani, il sig. COSTA assumeva regolarmente una compressa di Tavor 2,5 mg per dormire, al punto che una teste, indicata dai fratelli COSTA, ricorda:

Mi aveva detto [la signora Lucia COSTA] che, in occasione di una visita di suo padre a casa sua a Marina di Carrara, aveva notato che egli aveva portato con sé alcune confezioni di Tavor e che era stata appunto colpita dall’inusueto quantitativo di questo farmaco.

Pertanto gli aveva chiesto a che cosa gli servisse questo medicinale e chi glielo avesse prescritto. Il COSTA le ha risposto che glielo aveva prescritto la sua amica dottoressa (SIT della signora Luisa BO, amica di Lucia COSTA, figlia del de cuius del 9/2/2012)

 Segue poi la demenziale accusa che il paziente non godesse di un’impostazione terapeutica adeguata.

Come se il sig. COSTA, che negli ultimi sei mesi di vita fu sottoposto a ben 8 ricoveri, la più gran parte dei quali in ospedali a valida specializzazione come l’unità coronarica dell’ospedale Maria Vittoria, dove venne letteralmente strappato alla morte in occasione dell’arresto cardiaco post infarto, non venisse di volta dimesso con la classica lettera del responsabile del reparto, e l’indicazione del programma terapeutico da seguire: no, occorreva l’alito pestilenziale dell’impiccione REALE a sporcare tutto questo correttissimo piano di cure.

Come se la dott.ssa ALPHA non avesse sempre concorso con i medici ospedalieri a rendere il quadro di una completa informazione sul paziente – a livello di anamnesi e di terapie – almeno fino a quando ciò le venne consentito.

Infatti – come si è visto – durante il ricovero al Birago di Vische fu proprio il REALE a chiedere che fosse fatto divieto alla dott.ssa ALPHA di compulsare le cartelle cliniche, salvo poi cercare di “aggiustare” ex post, dopo essere stato informato dal 113, la clamorosa gaffe, sostenendo che da parte sua non vi era divieto alcuno, e cercare di riprendersi una rivincita in seguito con ulteriori calunnie contro il medico di fiducia del suo assistito: una pioggia di nuove scorregge incendiarie saranno infatti lanciate contro la dottoressa ALPHA nelle relazioni al GT.

 Prosegue ancora il REALE nel sit (doc. n° 74, citato):

In uno di questi scritti il COSTA sembra riportare proprio quella che è stata sempre la tesi di BETA e cioè che il vero pregiudizio al signor Costa sia stato determinato dai figli tramite il ricorso per la nomina di amministratore di sostegno. (SIT del signor Giuseppe REALE (14/1/2012)

Il riferimento è alla lettera che il sig. COSTA aveva indirizzato al Tribunale, che si trova agli atti (doc. n° 41).

Al Tribunale di Torino

La informo che dal mese di dicembre 2010, quando i miei figli mi hanno citato presso il Tribunale di Torino, la mia salute ha subito gravi ripercussioni in termini di serenità, umore e riposo, non sono più stato bene. Recentemente ho subito un grave attacco cardiaco presso l’Ospedale Maria Vittoria di Torino. Ho ricevuto le visite dei miei figli: ho provato ad allontanarli, parchè le loro intenzioni sono di limitare la mia volontà e la mia libertà. I medici dell’ospedale Maria Vittoria mi hanno tutelato tenendomi lontano da loro. (Luigi Costa, scritto prodotto dal sig. REALE, datato Torino, 24 luglio 2011)

 Ancora prosegue il delirio del SIT(doc. n° 74, citato):

Il signor Costa ad un certo punto è stato isolato dai figli e da chiunque altro volesse verificare le sue condizioni. Non ho parlato con il Dott. Anglesio, ma so che anche lui ha avuto difficoltà per visitare il COSTA. Lo schema protettivo era il medesimo adottato per i due medici che avevo incaricato io. (SIT del signor Giuseppe REALE (14/1/2012)

Qui non occorrono molti commenti su quanto afferma il REALE, in stile marveliano, essendo sufficiente rifarsi a quanto espresso nell’esame delle imputazioni espresse in molti casi nei precisi termini usati dall’amministratore stesso, a dimostrazione che la regia delle indagini sembra davvero averla ispirata questo signore, cui si è accodato il PM.

****

 Terminato – con un digestivo Antonetto, uno spruzzatina di deodorante e l’utilizzo di un estintore – l’esame del SIT del sig. REALE, osserviamo altri due aspetti della vicenda che lo vedono protagonista.

 E’ un fatto molto curioso che il CTP incaricato dai figli dei sigg. COSTA nel corso del presente proc. penale, ma anche nella causa civile per ottenere la nomina di un amministratore di sostegno – il dr. GALLI della LOGGIA – utilizzi le relazioni che il sig. REALE aveva redatto per la dott.ssa GIANNONE, quasi che il “primario” dr. Giuseppe REALE venga trattato alla stregua di un medico egli pure, vista i reiterati giudizi clinici da lui emessi nei confronti del suo “assistito”

IL CTP GALLI della LOGGIA afferma infatti nella sua consulenza che gli è giunta nuova documentazione dallo studio legale DE SANCTIS che difende i figli del sig. COSTA, esprimendosi in questi precisi termini, con riferimento alla terza relazione del sig. REALE al GT, quella inviata dopo la morte del beneficiario:  

relazione 09-01-2012 dell’Amministratore di Sostegno nominato Dott. Giuseppe Reale, da cui si evincono continui ricoveri del beneficiano fino al decesso, in condizione definita di “grave quadro di decadimento senile generale”. Specificatamente, si sottolinea un decadimento non riferibile solo all’ultimo anno di vita, caratterizzato da trascuratezza dell’abitazione e scarsa attenzione all’igiene dell’ambiente, indizio dì perdita delle autonomie affettivo e di un’adeguata capacità critica e di valutazione”. (consulenza del CTP dei fratelli COSTA dr. GALLI della LOGGIA)

Si osserva qui solamente, senza entrare nel merito delle scorregge incendiarie di REALE, che, egli aveva conosciuto di fatto il sig. COSTA a settembre 2011, a poco più di tre mesi dalla morte, dopo averlo appena incontrato una sola volta in precedenza verso il mese di marzo 2011, quando, solo formalmente gli fu presentato presso la sua abitazione di via Palmieri dall’avv. BETA, in vista di un’eventuale proposta di sua nomina, che effettivamente poi venne effettuata all’udienza di luglio 2011, dopo il grave infarto che aveva colpito il paziente.

Il REALE, che, come il GT, poté constatare l’eleganza dell’appartamento del sig. Luigi COSTA, non certo ridotto a una stamberga come descritto dai figli, non era, nel modo più assoluto, in grado di sapere cosa fosse successo prima: praticamente conobbe il suo assistito solo nel mese di settembre 2011, quando costui versava ormai in condizioni di palese defedamento in quanto afflitto da MOF (multiinsufficienza organica) e non poteva certo discettare da finto primario – come invece fu sempre solito fare nei quattro mesi in cui esercitò il ruolo di amministratore – in merito alla risalenza di un peraltro stato decadimento del sig. COSTA, che, secondo il CTP dei fratelli COSTA, avrebbe descritto nelle relazioni al giudice tutelare “come non riferibile solo all’ultimo ano di vita”.

Ovviamente – tantomeno – il dr. GALLI della LOGGIA avrebbe dovuto rifarsi a simili boutade pronunciate da una persona incompetente in materia medica di cui discetta con stile ed effetti fantozziani.

 Vi è poi un SIT davvero eccezionale nell’ambito delle indagini: si tratta di quello della signora COSENTINO Carmela che dichiara:

 Mi viene spiegato il motivo per il quale oggi sono stata convocata e dichiaro che probabilmente c’è stato un errore perché io non faccio la badante di anziani, né l’ho mai fatto in vita mia.

Non conosco, ne ho mai conosciuto qualcuno che si chiami COSTA Luigi.

Il mio vecchio numero di telefono è 349/3339101. Ho usato questa utenza per anni ma poi, l’anno scorso di questi tempi, ho cambiato operatore.

Si, conosco la dottoressa ALPHA, ma non la vedo, né sento al telefono da circa sette anni. L’avevo conosciuta quando mio padre era stato ricoverato all’ospedale Maria Adelaide e lei lavorava in quella struttura. (SIT della signora Carmela COSENTINO del maggio 2012)

 Si osserva che la signora COSENTINO, conoscente di vecchia data della dott.ssa ALPHA, viene comunemente appellata CARMEN, che è lo stesso nome della badante romana CARMEN STANCIUC che assistette il sig. COSTA dal 10 ottobre 2011 fino alla morte insieme alla collega ZHORA, con cui si alternava.

Orbene questa CARMEN STANCIUC, di nazionalità romena, risiedeva nella stessa via ed allo stesso numero civico della signora COSENTINO, ossia via Lancia 124 a Torino.

Il sig. REALE ha comunicato per iscritto al PM che la signora STANCIUC non abita più in Italia, ma si è ritrasferita in Romania. Tuttavia sul citofono del condomino di via Lancia 124 a tutt’oggi – settembre 2013 – si trova il pulsante con la dicitura STANCIUC e la signora, da quanto risulta da una ricerca su Internet, nel 2012 risultava soggiornante anche a Sant’Ambrogio di Susa.

Che cosa si nasconde dietro il misterioso sit di una persona che non ha mai conosciuto il sig. COSTA e l’occultamento della signora STANCIUC, scelta personalmente dal sig. REALE e dalla di lui moglie – romena essa pure – per l’assistenza del sig. COSTA?

Gli 007 della Procura hanno stranamente rinunciato ad approfondire.

 Inoltre, nonostante non corresse alcun obbligo da parte del notaio AJMERITO di dare informazione all’amministratore di sostegno dell’avvenuto deposito del testamento del sig. COSTA, il sig. REALE venne informato dell’iniziativa.

Il notaio AJMERITO riferisce infatti:

Poiché l’amministrato in AS può fare liberamente testamento, nessuno era tenuto ad informarmi.

Anche se mi avessero informato della pendenza della procedura, ciò non avrebbe influito sulla ricezione del testamento. Il testamento dell’amministrato può diventare nullo se nel provvedimento di nomina dell’amministratore gli sia stata conferita una funzione rappresentativa e sostitutiva dell’amministrato stesso. Ciò deve essere indicato nel provvedimento del Giudice Tutelare in modo esplicito. In quel caso il grado di incapacità è particolarmente grave e quasi al confine con le condizioni psicofisiche che determinano la interdizione. (SIT del notaio AJMERITO del 17/5/2012)

Il sig. REALE ha però attribuito la paternità dell’informazione all’avv. BETA, mentre ad informarlo fu la segretaria dello stesso notaio, sig.ra ARGIOLAS.

Infatti leggiamo la comunicazione al “Rabbino Giairo”, in arte Giuseppe REALE:

giovedì 12 gennaio 2012 09.18.24 Italia

Subject: Pubblicazione testamento

Date: mercoledì 11 gennaio 2012 12.41.43 Italia

From: Giusy Successioni

To: giairo.rabbino@virgilio.it

Con la presente mi pregio comunicarvi che il giorno 6 febbraio 2012 alle ore 12 presso il suo studio in corso Vinzaglio 19 il notaio Diego Ajmerito procederà alla pubblicazione del testamento olografo del sig. COSTA Luigi Antonio. In attesa di un cenno di riscontro porgo distinti saluti.

Per notaio Ajmerito

Sigra Giusy Argiolas

 Si osservi come il 12 gennaio 2012 il sig. REALE riceva questa email ed il 14, due giorni dopo, si recava in Procura per essere ascoltato a sit, in contemporanea con il nipote della signora SERRALUNGA.

 Lo stesso figlio del sig. COSTA venne informato personalmente della cosa da un personaggio come REALE che avrebbe dovuto mantenere assolutamente un comportamento neutrale e di riservatezza tra congiunti in lite (vedasi doc. n° 51, agli atti).

Sì, sono al corrente che la mattina del 06.02.2012 presso lo studio del notaio AJMERITO, vi sarà la pubblicazione del testamento lasciato da mio padre.

Sono venuto a conoscenza di questo per via indiretta in quanto sono stato informato dall’amministratore di sostegno Dr. REALE. Nessuna comunicazione mi è pervenuta direttamente dal predetto notaio. Prima di questa indiretta comunicazione, non avevo sentito nulla in merito all’esistenza di un testamento redatto da mio padre. Neppure lui me ne aveva mai accennato. (SIT del sig. Andrea Gregorio COSTA del 27/1/2012)

****

 In ogni caso, prima di procedere ora con l’esame analitico delle tre relazioni indirizzate da REALE al GT, ripercorriamo gli atti che hanno portato alla nomina provvisoria del suddetto come amministratore di sostegno.

Occorre rilevare che per espresso consenso della parte convenuta, la difesa del sig. COSTA, aveva accettato, nelle more dei ricoveri in diversi ospedali a seguito dell’infarto miocardico acuto che l’aveva colpito il 24/6/2010 e poi dell’arresto cardiaco di pochi giorni susseguente, di consentire la nomina di un amministratore di sostegno, indicato nella figura del sig. Giuseppe REALE che all’avv. BETA era stato segnalato da un’avvocatessa sua amica.

Ovviamente il sig. REALE era assai accreditato presso la settima sezione civile del Tribunale e presso la Procura, del tutto ignari dei maneggi con cui opera di solito il predetto signore, tipo quello posto in atto nei fatti oggetto del proc. pen. n° 1016/12 e del n° 3712/14 che rappresenta la fotocopia fedele del primo.

Leggiamo infatti il decreto di apertura dell’amministrazione di sostegno:

TRIBUNALE ORDINARIO di TORINO – Settima Sezione Civile

– Ufficio del Giudice Tutelare

DECRETO DI APERTURA DI AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO

EX ARTICOLO 405 IV C.C.

A.SO. N. 7390/2010

IL GIUDICE TUTELARE

-visto il ricorso depositato da Costa Lucia e Costa Andrea Gregorio, figli, con il quale è stata richiesta l’apertura di una amministrazione di sostegno nei confronti del sig. Costa Luigi Antonio n. a Genova il 20.4.1931 res. in Torino via Palmieri n. 14,

-preso atto dell’esame del beneficiano effettuato in data 27.1.2011 al domicilio del medesimo;

-considerato che con provvedimento in data 25.3.2011 veniva disposta CTU con incarico al dott. Alberto Anglesio per valutare le condizioni di autonomia del sig. Costa nella gestione del proprio patrimonio;

– rilevato come l’esame del ctu sia stato rinviato per due volte a causa delle condizioni di salute del beneficiano;

– considerato che in data 24.6.2011 il sig. Costa è stato ricoverato presso l’Ospedale Maria Vittoria per infarto miocardico;

– preso atto che all’udienza del 20.7.2011 l’avv.to BETA difensore del sig. Costa Luigi ha evidenziato l’aggravamento delle condizioni di salute di quest’ultimo (allegava relazione clinica dott. Voci in data 13.7.2011) e confermato la disponibilità alla nomina di un amministratore di sostegno che il sig. Costa ha indicato nella persona del dott. Giuseppe Reale;

-rilevato che, per quanto sopra indicato, sussistono ragioni che consentono l’adozione del provvedimento, con differimento della nomina definitiva all’esito della CTU, ravvisando nel caso di specie la sussistenza dei presupposti di cui al IV° comma dell’art. 405 per l’apertura in via provvisoria di amministrazione di sostegno in favore del sig. Costa Luigi Antonio,

Visti gli artt. 404 e 405 1V0 comma c.c.

DISPONE

l’apertura di Amministrazione di Sostegno provvisoria in favore del sig. Costa Luigi Antonio n. a Genova il 20.4.1931 res. in Torino via Palmieri n. 14, riservando la nomina dell’Amministratore ai Sostegno Provvisorio (decreto di apertura dell’amministrazione di sostegno provvisoria del GT del luglio 2011)

In effetti il sig. REALE prestava giuramento in data 27/7/2011.

Tale amministrazione di sostegno prevedeva per il sig. REALE esclusivamente di poteri di controllo e non certo di autonoma iniziativa.

Infatti nel decreto di nomina dell’amministratore di sostegno erano previsti questi precisi incarichi (doc. n° 66):

TRIBUNALE ORDINARIO dl TORINO

Settima Sezione Civile – Ufficio dal Giudice Tutelare

DECRETO DI NOMINA DI AMMINISTRATORE Dl SOSTEGNO PROVVISORIO

A.SO N. 7390/2011

IL GIUDICE TUTELARE

– visto il decreto 21.7.2011 col quale è stata dichiarata aperta amministrazione di sostegno provvisoria in favore dei sig. Costa Luigi Antonio n. a Genova 11 20.4.1931 res. in Torino via Palmieri n. 14,

– ribadito che il sig. Costa mantiene la piena capacità per tutti gli atti che non richiedono la rappresentanza esclusiva o l’assistenza necessaria del suo Amministratore dl Sostegno

NOMINA

Il dott. Giuseppe Reale n. Torino 4.9.1961 dom. in Torino via Bertolotti n 7 amministratore di sostegno del Sig. Costa Luigi Antonio

INDICA

In mesi sei dall’adozione del presente provvedimento, la durata dell’amministrazione di sostegno provvisoria aperta in favore del sig. Costa Luigi Antonio;

PREMESSO

che l’Amministratore di Sostegno dovrà anzitutto provvedere, agendo In nome e per conto di quest’ultimo o senza necessità dl ulteriore autorizzazione da parte del G.T.:

  1. a) richiedere l’annotazione sui conti correnti, libretti dl deposito, conti titoli e depositi amministrati eventualmente intestati al Beneficiano, dell’amministrazione di sostegno;
  2. b) richiedere l’accredito sul conto corrente di amministrazione Intestato al Beneficiario, di tutte le entrate percepite dal Beneficiano, comunicandone le coordinate agli enti erogatori;
  3. c) prelevare per le necessità dl assistenza e mantenimento tino ad euro 3500,00 al mese;

 

E’ un fatto molto curioso che il CTP incaricato dai figli dei sigg. COSTA nel corso del presente proc. penale, ma anche nella causa civile per ottenere la nomina di un amministratore di sostegno – il dr. GALLI della LOGGIA – utilizzi le relazioni che il sig. REALE aveva redatto per la dott.ssa GIANNONE, quasi che il “primario” dr. Giuseppe REALE venga trattato alla stregua di un medico egli pure, vista i reiterati giudizi clinici da lui emessi nei confronti del suo “assistito”

IL CTP GALLI della LOGGIA afferma infatti nella sua consulenza che gli è giunta nuova documentazione dallo studio legale DE SANCTIS che difende i figli del sig. COSTA, esprimendosi in questi precisi termini, con riferimento alla terza relazione del sig. REALE al GT, quella inviata dopo la morte del beneficiario:  

“relazione 09-01-2012 dell’Amministratore di Sostegno nominato Dott. Giuseppe Reale, da cui si evincono continui ricoveri del beneficiano fino al decesso, in condizione definita di “grave quadro di decadimento senile generale”. Specificatamente, si sottolinea un decadimento non riferibile solo all’ultimo anno di vita, caratterizzato da trascuratezza dell’abitazione e scarsa attenzione all’igiene dell’ambiente, indizio dì perdita delle autonomie affettivo e di un’adeguata capacità critica e di valutazione”.

(consulenza del CTP dei fratelli COSTA dr. GALLI della LOGGIA)

Si osserva qui solamente, senza entrare nel merito delle scorregge incendiarie di REALE, che, egli aveva conosciuto di fatto il sig. COSTA a settembre 2011, a poco più di tre mesi dalla morte, dopo averlo appena incontrato una sola volta in precedenza verso il mese di marzo 2011, quando, solo formalmente gli fu presentato presso la sua abitazione di via Palmieri dall’avv. BETA, in vista di un’eventuale proposta di sua nomina, che effettivamente poi venne effettuata all’udienza di luglio 2011, dopo il grave infarto che aveva colpito il paziente.

Il REALE, che, come il GT, poté constatare l’eleganza dell’appartamento del sig. Luigi COSTA, non certo ridotto a una stamberga come descritto dai figli, non era, nel modo più assoluto, in grado di sapere cosa fosse successo prima: praticamente conobbe il suo assistito solo nel mese di settembre 2011, quando costui versava ormai in condizioni di palese defedamento in quanto afflitto da MOF (multiinsufficienza organica) e non poteva certo discettare da finto primario – come invece fu sempre solito fare nei quattro mesi in cui esercitò il ruolo di amministratore – in merito alla risalenza di un peraltro stato decadimento del sig. COSTA, che, secondo il CTP dei fratelli COSTA, avrebbe descritto nelle relazioni al giudice tutelare “come non riferibile solo all’ultimo ano di vita”.

Ovviamente – tantomeno – il dr. GALLI della LOGGIA avrebbe dovuto rifarsi a simili boutade pronunciate da una persona incompetente in materia medica di cui discetta con stile ed effetti fantozziani.

Vi è poi un SIT davvero eccezionale nell’ambito delle indagini: si tratta di quello della signora COSENTINO Carmela che dichiara:

 

Mi viene spiegato il motivo per il quale oggi sono stata convocata e dichiaro che probabilmente c’è stato un errore perché io non faccio la badante di anziani, né l’ho mai fatto in vita mia.

Non conosco, ne ho mai conosciuto qualcuno che si chiami COSTA Luigi.

Il mio vecchio numero di telefono è 349/3339101. Ho usato questa utenza per anni ma poi, l’anno scorso di questi tempi, ho cambiato operatore.

Si, conosco la dottoressa ALPHA, ma non la vedo, né sento al telefono da circa sette anni. L’avevo conosciuta quando mio padre era stato ricoverato all’ospedale Maria Adelaide e lei lavorava in quella struttura.

(SIT della signora Carmela COSENTINO del maggio 2012)

 

Si osserva che la signora COSENTINO, conoscente di vecchia data della dott.ssa ALPHA, viene comunemente appellata CARMEN, che è lo stesso nome della badante romana CARMEN STANCIUC che assistette il sig. COSTA dal 10 ottobre 2011 fino alla morte insieme alla collega ZHORA, con cui si alternava.

Orbene questa CARMEN STANCIUC, di nazionalità romena, risiedeva nella stessa via ed allo stesso numero civico della signora COSENTINO, ossia via Lancia 124 a Torino.

Il sig. REALE ha comunicato per iscritto al PM che la signora STANCIUC non abita più in Italia, ma si è ritrasferita in Romania. Tuttavia sul citofono del condomino di via Lancia 124 a tutt’oggi – settembre 2013 – si trova il pulsante con la dicitura STANCIUC e la signora, da quanto risulta da una ricerca su Internet, nel 2012 risultava soggiornante anche a Sant’Ambrogio di Susa.

Che cosa si nasconde dietro il misterioso sit di una persona che non ha mai conosciuto il sig. COSTA e l’occultamento della signora STANCIUC, scelta personalmente dal sig. REALE e dalla di lui moglie – romena essa pure – per l’assistenza del sig. COSTA?

Gli 007 della Procura hanno stranamente rinunciato ad approfondire.

 

Inoltre, nonostante non corresse alcun obbligo da parte del notaio AJMERITO di dare informazione all’amministratore di sostegno dell’avvenuto deposito del testamento del sig. COSTA, il sig. REALE venne informato dell’iniziativa.

Il notaio AJMERITO riferisce infatti:

Poiché l’amministrato in AS può fare liberamente testamento, nessuno era tenuto ad informarmi.

Anche se mi avessero informato della pendenza della procedura, ciò non avrebbe influito sulla ricezione del testamento. Il testamento dell’amministrato può diventare nullo se nel provvedimento di nomina dell’amministratore gli sia stata conferita una funzione rappresentativa e sostitutiva dell’amministrato stesso. Ciò deve essere indicato nel provvedimento del Giudice Tutelare in modo esplicito. In quel caso il grado di incapacità è particolarmente grave e quasi al confine con le condizioni psicofisiche che determinano la interdizione.

(SIT del notaio AJMERITO del 17/5/2012)

Il sig. REALE ha però attribuito la paternità dell’informazione all’avv. BETA, mentre ad informarlo fu la segretaria dello stesso notaio, sig.ra ARGIOLAS.

Infatti leggiamo la comunicazione al “Rabbino Giairo”, in arte Giuseppe REALE:

giovedì 12 gennaio 2012 09.18.24 Italia

Subject: Pubblicazione testamento

Date: mercoledì 11 gennaio 2012 12.41.43 Italia

From: Giusy Successioni

To: giairo.rabbino@virgilio.it

Con la presente mi pregio comunicarvi che il giorno 6 febbraio 2012 alle ore 12 presso il suo studio in corso Vinzaglio 19 il notaio Diego Ajmerito procederà alla pubblicazione del testamento olografo del sig. COSTA Luigi Antonio. In attesa di un cenno di riscontro porgo distinti saluti.

Per notaio Ajmerito

Sigra Giusy Argiolas

 

Si osservi come il 12 gennaio 2012 il sig. REALE riceva questa email ed il 14, due giorni dopo, si recava in Procura per essere ascoltato a sit, in contemporanea con il nipote della signora SERRALUNGA.

 

Lo stesso figlio del sig. COSTA venne informato personalmente della cosa da un personaggio come REALE che avrebbe dovuto mantenere assolutamente un comportamento neutrale e di riservatezza tra congiunti in lite (vedasi doc. n° 51, agli atti).

Sì, sono al corrente che la mattina del 06.02.2012 presso lo studio del notaio AJMERITO, vi sarà la pubblicazione del testamento lasciato da mio padre.

Sono venuto a conoscenza di questo per via indiretta in quanto sono stato informato dall’amministratore di sostegno Dr. REALE. Nessuna comunicazione mi è pervenuta direttamente dal predetto notaio. Prima di questa indiretta comunicazione, non avevo sentito nulla in merito all’esistenza di un testamento redatto da mio padre. Neppure lui me ne aveva mai accennato.

(SIT del sig. Andrea Gregorio COSTA del 27/1/2012)

****

 In ogni caso, prima di procedere ora con l’esame analitico delle tre relazioni indirizzate da REALE al GT, ripercorriamo gli atti che hanno portato alla nomina provvisoria del suddetto come amministratore di sostegno.

Occorre rilevare che per espresso consenso della parte convenuta, la difesa del sig. COSTA, aveva accettato, nelle more dei ricoveri in diversi ospedali a seguito dell’infarto miocardico acuto che l’aveva colpito il 24/6/2010 e poi dell’arresto cardiaco di pochi giorni susseguente, di consentire la nomina di un amministratore di sostegno, indicato nella figura del sig. Giuseppe REALE che all’avv. BETA era stato segnalato da un’avvocatessa sua amica.

Ovviamente il sig. REALE era assai accreditato presso la settima sezione civile del Tribunale e presso la Procura, del tutto ignari dei maneggi con cui opera di solito il predetto signore, tipo quello posto in atto nei fatti oggetto del proc. pen. n° 1016/12 e del n° 3712/14 che rappresenta la fotocopia fedele del primo.

Leggiamo infatti il decreto di apertura dell’amministrazione di sostegno:

TRIBUNALE ORDINARIO di TORINO – Settima Sezione Civile

– Ufficio del Giudice Tutelare

DECRETO DI APERTURA DI AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO

EX ARTICOLO 405 IV C.C.

A.SO. N. 7390/2010

IL GIUDICE TUTELARE

-visto il ricorso depositato da Costa Lucia e Costa Andrea Gregorio, figli, con il quale è stata richiesta l’apertura di una amministrazione di sostegno nei confronti del sig. Costa Luigi Antonio n. a Genova il 20.4.1931 res. in Torino via Palmieri n. 14,

-preso atto dell’esame del beneficiano effettuato in data 27.1.2011 al domicilio del medesimo;

-considerato che con provvedimento in data 25.3.2011 veniva disposta CTU con incarico al dott. Alberto Anglesio per valutare le condizioni di autonomia del sig. Costa nella gestione del proprio patrimonio;

– rilevato come l’esame del ctu sia stato rinviato per due volte a causa delle condizioni di salute del beneficiano;

– considerato che in data 24.6.2011 il sig. Costa è stato ricoverato presso l’Ospedale Maria Vittoria per infarto miocardico;

– preso atto che all’udienza del 20.7.2011 l’avv.to BETA difensore del sig. Costa Luigi ha evidenziato l’aggravamento delle condizioni di salute di quest’ultimo (allegava relazione clinica dott. Voci in data 13.7.2011) e confermato la disponibilità alla nomina di un amministratore di sostegno che il sig. Costa ha indicato nella persona del dott. Giuseppe Reale;

-rilevato che, per quanto sopra indicato, sussistono ragioni che consentono l’adozione del provvedimento, con differimento della nomina definitiva all’esito della CTU, ravvisando nel caso di specie la sussistenza dei presupposti di cui al IV° comma dell’art. 405 per l’apertura in via provvisoria di amministrazione di sostegno in favore del sig. Costa Luigi Antonio,

Visti gli artt. 404 e 405 1V0 comma c.c.

DISPONE

l’apertura di Amministrazione di Sostegno provvisoria in favore del sig. Costa Luigi Antonio n. a Genova il 20.4.1931 res. in Torino via Palmieri n. 14, riservando la nomina dell’Amministratore ai Sostegno Provvisorio

(decreto di apertura dell’amministrazione di sostegno provvisoria del GT del luglio 2011)

In effetti il sig. REALE prestava giuramento in data 27/7/2011.

Tale amministrazione di sostegno prevedeva per il sig. REALE esclusivamente di poteri di controllo e non certo di autonoma iniziativa.

Infatti nel decreto di nomina dell’amministratore di sostegno erano previsti questi precisi incarichi (doc. n° 66):

 

TRIBUNALE ORDINARIO dl TORINO

Settima Sezione Civile – Ufficio dal Giudice Tutelare

DECRETO DI NOMINA DI AMMINISTRATORE Dl SOSTEGNO PROVVISORIO

A.SO N. 7390/2011

IL GIUDICE TUTELARE

– visto il decreto 21.7.2011 col quale è stata dichiarata aperta amministrazione di sostegno provvisoria in favore dei sig. Costa Luigi Antonio n. a Genova 11 20.4.1931 res. in Torino via Palmieri n. 14,

– ribadito che il sig. Costa mantiene la piena capacità per tutti gli atti che non richiedono la rappresentanza esclusiva o l’assistenza necessaria del suo Amministratore dl Sostegno

NOMINA

Il dott. Giuseppe Reale n. Torino 4.9.1961 dom. in Torino via Bertolotti n 7 amministratore di sostegno del Sig. Costa Luigi Antonio

INDICA

In mesi sei dall’adozione del presente provvedimento, la durata dell’amministrazione di sostegno provvisoria aperta in favore del sig. Costa Luigi Antonio;

PREMESSO

che l’Amministratore di Sostegno dovrà anzitutto provvedere, agendo In nome e per conto di quest’ultimo o senza necessità dl ulteriore autorizzazione da parte del G.T.:

  1. a) richiedere l’annotazione sui conti correnti, libretti dl deposito, conti titoli e depositi amministrati eventualmente intestati al Beneficiano, dell’amministrazione di sostegno;
  2. b) richiedere l’accredito sul conto corrente di amministrazione Intestato al Beneficiario, di tutte le entrate percepite dal Beneficiano, comunicandone le coordinate agli enti erogatori;
  3. c) prelevare per le necessità dl assistenza e mantenimento tino ad euro 3500,00 al mese;

DISPONE

che l’amministrato possa solo con I’assistenza dell’amministratore dl sostegno provvedere, previa autorizzazione del G.T.:

  • all’investimento ovvero al disinvestimento dl capitali di sua pertinenza, del quali dovrà essere disposto Il contestuale accredito sul conto corrente di amministrazione indicato al punto c) delle disposizioni dl cui In premessa;
  • alla riscossione di capitali dl sua pertinenza:
  • all’accettazione con beneficio di inventario ovvero alla rinunzia dl eventuali eredità o legati;
  • ad effettuare donazioni di qualsiasi Importo o specie;
  • a costituire pegni o ipoteche, stipulare finanziamenti o prestiti;
  • a fare compromessi o transazioni o accettare concordati;
  • a procedere a divisioni e alla promozione di giudizi e all’alienazione ovvero all’acquisto dì beni immobili di sua proprietà:
  • a chiedere il rilascio di carnet d’assegni, carte dl credito, carte prepariate, carta bancomat;
  • all’emissione di assegni di qualsiasi Importo:
  • ad effettuare prelievi dal conto corrente di amministrazione di Importo superiore al tetto (3500,00 al mese o 42000,00 all’anno)

DISPONE

  • che il Beneficiario possa disporre In autonomia della somma dl euro 100 nelle more del deposito della CTUDISPONEche entro il termine dl 60 giorni dalla data del presente provvedimento, l’Amministratore di Sostegno depositi presso la Cancelleria dell’Ufficio Tutele una relazione scritta sull’attività indicata in premessa, nella quale dovranno essere altresì segnalate eventuali ulteriori esigenze del Beneficiano non contemplate nel presente provvedimento;che entro ogni anno dalla nomina l’Amministratore di Sostegno depositi presso la cancelleria dall’Ufficio Tutele una relazione scritta rendiconto sull’attività svolta nel corso dell’anno, sulle condizioni di vita personali e sociali dei Beneficiano, sulle sue condizioni di salute (allegando certificazione medica aggiornata rilasciata dal medico dl base o dal medico curante) nonché sui prelievi effettuati nel suo interesse, dei quali dovrà essere fornita adeguata giustificazione:DISPONEl’immediata efficacia del decreto ex art, 741 c.p.c.Torino, 21/7/2011Il Giudice TutelareDott. Daniela Giannone***** Procediamo ora all’esame della prima relazione che il sig. REALE indirizza al GT del 28/11/2011, che è diventata subito oro colato per il PM del proc. pen. n°1016/12 contro la dottoressa ALPHA e l’avv. BETA, che infatti su di essa ha fondato i decreti con cui ha disposto le intercettazioni e le relative richieste di proroga delle intercettazioni. Infatti scrive la dr.ssa RUFFINO (doc. n° 4):

    “In data 21.7.2011, il G.T. nomina quale amministratore di sostegno in via provvisoria il Dott. Reale; questi, in una relazione in data 28.11.2011 inviata al Giudice Tutelare, documenta le condizioni di evidente decadimento fisico e psichico del signor Costa e le difficoltà interposte dalla Dott.ssa ALPHA e dal Dott. Mollica in ordine alla intenzione dell’Amministratore di incaricare un geriatra e uno psichiatra per una valutazione sulla persona dell’Amministrato”

    Ma torniamo al capolavoro letterario del sig. REALE (doc. n° 52):

    Ill.mo Giudice Tutelare – Dott.ssa Daniela Giannone

    Amministrazione di sostegno n. 7390/2011

    Oggetto: amministrazione di sostegno del signor Costa Luigi, prima relazione.

    Con la presente, il sottoscritto, nominato con decreto della S.V. Ill.ma in data 21 luglio 2011 dal Giudice Tutelare di Torino, dott.ssa Daniela Giannone, ufficio assunto con successivo giuramento in data 27 luglio, in osservanza a quanto richiesto dalla S.V. IIl.ma espone quanto emerso nei mesi trascorsi che hanno caratterizzato la vita del Beneficiano.

    La presente relazione viene articolata in tre brevi capitoli:

    1) LA PERSONA, CONDIZIONI DI SALUTE E DI VITA.

    2) IL PATRIMONIO E LE RISORSE ECONOMICHE.

    3) PROBLEMATICITA’ E PROGRAMMA PER LA GESTIONE DEL RAPPORTO E DEL PATRIMONIO NELL’ANNO A VENIRE.

    L’incipit, come si vede è imperioso: il generale Giulio Cesare REALE ci descrive sin dall’inizio la sua strategia prima della lunga battaglia – tuttora in corso – che egli si appresta a combattere in nome della Legge.

    Di seguito al paragrafo n° 1 leggiamo:

    LA PERSONA, CONDIZIONI DI SALUTE E DI VITA.

    Il signor Costa Luigi ha subito nel corso dell’ultimo anno di vita un pesante deterioramento fisico che inevitabilmente ha prodotto effetti anche sotto il profilo del suo equilibrio psichico ed emotivo”. (1^ relazione del sig. REALE al GT del 28/11/2011)

    Il primo contatto tra il sig. REALE e il suo assistito avviene nel mese di settembre, essendo egli stato nominato dal GT dr.ssa GIANNONE soltanto a fine luglio 2011, e non essendosi mai presentato presso la sua abitazione durante l’intero mese feriale di agosto. Solo a fine marzo gli era stato presentato formalmente e fugacemente dall’avv. BETA il sig. COSTA in vista di una sua eventuale designazione come amministratore provvisorio, viste le tensioni emotive del paziente, colto da continui accessi di collera all’idea di farsi periziare, e per dimostrare al Giudice che non vi era assolutamente nulla da nascondere.

    Come possa il sig. COSTA sapere che nel suo ultimo anno di vita costui sia andato incontro da un “pesante deterioramento” psicofisico è davvero un mistero. Nella migliore delle ipotesi il sig. REALE può riferire esclusivamente in merito agli ultimi quattro mesi di vita dell’amministrato.

    Segue la conferma – questa volta veritiera – che il sig. COSTA detestava la nomina di un amministratore e l’iniziativa intrapresa dai figli.

    Poi si cade in un passaggio che ha davvero l’habitus della sceneggiata napoletana alla Mario Merola. Il sig. REALE si improvvisa detective ed asserisce di aver voluto saggiare la sua capacità di disporre testamento, in occasione del ricovero del “beneficiario” in condizioni gravi presso l’ospedale Birago di Vische, con funzionalità epatica gravemente compromessa, e la presenza di un’altrettanto grave cardiopatia.

    Lo stesso [Il sig. COSTA] invitato a formulare delle disposizioni testamentarie in tal senso non è stato materialmente in grado di esprimere tale volontà in modo lucido e chiaro e si è rifiutato di scrivere le sue volontà.

    Naturalmente l’obiettivo del sottoscritto non era quello di ottenere delle disposizioni testamentarie, ma di comprendere le reali condizioni e capacità del signor Costa che appare confabulatorio e non cosciente delle proprie effettive condizioni sia di salute che psichiche e volitive. E’ convinto di poter gestire tutto in piena autonomia, ma in realtà non è stato in grado nell’ultimo incontro di rappresentare con chiarezza la sua situazione patrimoniale: confonde periodi, rapporti e consistenza delle proprie risorse economiche. (1^ relazione del sig. REALE al GT del 28/11/2011)

    Si va a richiedere ad un paziente in una situazione di salute gravissima di fare testamento, con transaminasi che superano ll valore di 9000 U/dL, ossia 200 volte superiore al valore massimo di riferimento in condizioni normali.

    Inoltre si noti che, due mesi dopo tali affermazioni, il REALE, sentito a SIT dal PM nell’ambito di questo proc. pen. sbolognerà invece una nuova versione dei fatti: una nuova scorreggia incendiaria colpirà la dr.ssa ALPHA, indicata nell’interrogatorio come responsabile dell’iniziativa di far sottoscrivere un nuovo testamento in ospedale al sig. COSTA. In piena contraddizione con quanto asserito nella relazione de quo.

    Ed ecco poi l’assurdità maggiore: un amministratore di sostegno, al quale il Giudice tutelare, che pure aveva personalmente ascoltato, sei mesi prima della sua nomina, il sig. COSTA, e che non aveva evidentemente ritenuto necessario assumere alcun provvedimento d’urgenza, conferisce la nomina specificando che il REALE avrebbe dovuto limitarsi ad autorizzare le spese otre i 1000 euro mensili fino ai 3500, mentre per importi superiori occorreva il placet del giudice tutelare stesso, mira a diventare il manager del patrimonio – cospicuo – del sig. COSTA e si occupa addirittura di ricostruirne il valore complessivo, e di gestirlo in prima persona. Insomma si trasforma da controllore in gestore tout court, senza averne alcun mandato dal giudice che, con la presente missiva, pone di fronte allo statu quo da lui stesso creato.

    Infatti non dimentichiamoci che, dopo l’apertura dell’amministrazione di sostegno, il sig. COSTA era libero di fare donazioni, compravendite di immobili, richiedere carte di credito e carnet di assegni, con l’unica limitazione di eseguire tutte queste operazioni sotto l’assistenza pura e semplice del REALE.  

    Ed invece il sig. REALE, pur dovendosi limitare a far annotare alle banche ove COSTA deteneva c/c e/o conti depositi titoli, l’esistenza di un’amministrazione di sostegno, preferisce subito “allargarsi” ed ottenere una vera e propria delega sul c/c più cospicuo del sig. COSTA, che ammonta a quasi tre milioni di euro presso Intesa SanPaolo. Sorge il dubbio che egli abbia obbligato il COSTA, da lui giudicato interdicendo, a compiere tale atto, ingannandolo e facendogli credere che si trattasse di un ordine del GT.

     Prosegue infatti Giulio Cesare REALE indicando che le operazioni belliche sono tuttavia ancora complesse:

    La condizione è tale da imporre all’amministratore di dover intervenire in sostituzione dello stesso beneficiano nella gestione del patrimonio ancora in parte da ricostruire. (1^ relazione del sig. REALE al GT del 28/11/2011)

    Seguono una serie di iniziative che il signor REALE, improvvisatosi medico chirurgo, senza che ciò rientrasse minimamente nei suoi compiti, intende assumere a favore della salute del sig. COSTA, cercando in qualche modo di scavalcare – rectius di sostituirsi – alla dottoressa ALPHA, medico di fiducia del suo assistito – che l’amministratore non esisterà a diffamare: ella verrà colpita da autentiche scorregge incendiarie, come quando il sig. REALE impartirà l’inaudito ordine alle direzioni ed ai primari dei reparti ospedalieri in cui, in veloce successione, transiterà il suo assistito di non fornirle informazioni, nonostante l’espressa volontà del paziente – tradottasi in precise dichiarazioni scritte – fosse quella di non informare mai i figli, ma solo la dottoressa ALPHA.

    E’ lo stesso avv. BETA , in qualche modo a stoppare l’amministratore in tal senso. Persino il medico di base, dr. MOLLICA, cede alle richieste del sig. REALE, forse giulebbandolo, considerandolo un mitomane, pensando che un paio di visite in più, da un geriatra e da uno psichiatra, per quanto totalmente inutili, male non avrebbero fatto al paziente: insomma sarà il dottor MOLLICA a dar via libera alla descritta sottostante iniziativa del sig. REALE per l’evidente motivo di levarsi dai piedi uno scocciatore esaltato.

    Prosegue Il generale REALE con spropositato tono aulico (“approntassero visita..”):

    Date le condizioni cliniche complesse e di evidente decadimento fisico e psichico il sottoscritto ha ritenuto di dare incarico a due medici: il dott. Flavio Cerrato, geriatra del presidio ospedaliero del Cottolengo di Torino e la dott.ssa Nadia Delsedime psichiatra del dipartimento del Prof. Secondo Fassino delle Molinette di Torino, affinché approntassero visita specialistica a domicilio al fine di offrire anche al sottoscritto un inquadramento generale delle condizioni del signor Costa e dei suoi bisogni.

    Si consideri che il signor Costa è apparso molto agitato negli ultimi mesi: ha cacciato di casa diverse badanti ed il tentativo lo ha fatto anche ultimamente. Ha un vissuto di tipo persecutorio e manifesta forte diffidenza verso le proprie assistenti domiciliari, tiene con sè un cellulare che utilizza in modo improprio, telefonando anche nelle ore notturne a numeri che compone senza riferimento…, infatti è stata fatta segnalazione, da parte di terzi, ai carabinieri della stazione di Torino Borgo San Donato, che hanno invitato il signor Costa a recarsi in caserma. Naturalmente abbiamo spiegato ai carabinieri la situazione evitando così altri disagi per lo stesso.

    La visita dei medici incaricati non è stata immediata perché l’avv. BETA ha richiesto che l’amministratore di sostegno prima trattasse della questione con il medico di base e poi, solo dopo indicazione dello stesso, si procedesse o meno alla visita, se ritenuta opportuna. Tale resistenza e modalità mi è parsa eccessiva e fuori luogo, soprattutto in ragione della complessa situazione clinica e di vita del beneficiano.

    Ho provveduto dunque ad incontrare il medico di base nel suo studio in C.so Belgio alle ore 20,00 del 27 ottobre 2011, presente l’avv. San Felici, la dottoressa ALPHA che opera nello stesso studio del dott. Pasquale Mollica medico di base. La riunione è durata quasi un’ora e fin dalle prime battute il medico di base ha cercato di sostenere la non necessità di una visita congiunta del geriatra e dello psichiatra. Ho chiesto allo stesso di certificarmi che tali visite fossero superflue, se questo era il suo convincimento, ed il medico chiese chi lo avrebbe pagato per tali prestazioni, riferii che questo non era il problema. Proprio quasi sulla porta prima di uscire il dott. Mollica mi chiama nel suo studio e mi dichiara e prescrive la sua disponibilità alle visite che avevo suggerito. Infine dopo diversi giorni ed ulteriori puntualizzazioni dell’avv. San Felici, riusciamo a far sì che i medici in data 28 ottobre si rechino dal Costa. Alla visita ha presenziato anche l’avv. E al medico di base dott. Mollica.

    Delle due relazioni mediche si allega copia sotto le lettere A) e B), da entrambe si evince un evidente decadimento cognitivo con agitazione psicomotoria, con difetti mnesici soprattutto per la memoria recente. (relazione del sig. REALE 28.11.2011 al GT)

    Intanto il sig. REALE continua nella sua serie di balle: il 27 ottobre 2011 il dr. MOLLICA, come tutti i giovedì, teneva studio in mattinata, mentre tutti gli altri giorni della settimana visitava dalle 17 alle 19. La dott.ssa ALPHA, che era presente all’incontro, ricorda perfettamente non il giorno, ma di certo che esso si svolse dopo il termine delle visite dei mutuati, e quindi certamente non il 27 ottobre 2011.

    REALE scrive poi che, ottenuto il placet concesso il 27 ottobre da un dr. MOLLICA, stremato da un interlocutore evidentemente non compos sui, di cui la dr.ssa ALPHA ricorda la spropositata insistenza ed agitazione, “dopo diversi giorni ed ulteriori puntualizzazioni dell’avv. B(sic!), riusciamo a far sì che i medici in data 28 ottobre si rechino dal Costa”.

    Diversi giorni, intercorsi per l’appunto tra il 27 ed il 28 ottobre. Che dire? L’amministratore ha un serio problema di disorientamento temporale, come minimo.

    Delle refertazioni dei due medici che finalmente visiteranno il sig. COSTA – la psichiatra DELSEDIME (del team EGIDA) e il geriatra CERRATO – ovviamente nulla emergerà che già non fosse noto. In ogni caso il giudizio di costoro, a meno di due mesi dalla morte del sig. LUIGI COSTA, sarà assai meno drastico, ed anzi molto più lusinghiero, in termini di valutazione della lucidità mentale, di quanto non voglia far credere il sig. REALE, come si è scritto ed analizzato.

    Osservo inoltre che il medico REALE – fresco di laurea in medicina ottenuta per corrispondenza – associa impropriamente in un unico calderone decadimento cognitivo, agitazione psicomotoria, con “difetti mnesici”. Diciamo che ha studiato un po’ frettolosamente.

     Proseguendo nella lettura della relazione si arriva ad un passaggio da operetta. Infatti il signor COSTA seguiva un rigoroso piano terapeutico, concordato prima con i migliori specialisti cardiologi – tra tutti il prof. TREVI, di cui era paziente, ordinario di Clinica cardiologica all’Università di Torino, ed il dr. BROGNA, specialista diabetologo che lo curava con attenzione da anni; successivamente si seguivano anche le indicazioni dell’Unità Coronarica e della cardiologia dell’Ospedale Maria Vittoria, dove il paziente era stato seguito per l’infarto e le conseguenze dell’arresto cardiaco.

    E’ pertanto davvero paradossale il sig. REALE quando vaticinia, con riferimento all’esito delle due visite della dott.ssa DELSEDIME e del dott. CERRATO:

    “Necessario è il programma delle somministrazioni terapeutiche come evidenziato da entrambi i medici.” (relazione del sig. REALE al GT del 28/11/2011).

    Segue un racconto dell’inizio dell’ultimo mese di vita, in cui peraltro si dà atto dell’importanza della detestata dr.ssa ALPHA.

    Evidentemente il sig. REALE ha eseguito un frettoloso copia incolla di parte del materiale che aveva scritto in precedenza, perché è certo che dopo l’incontro con i figli del sig. COSTA, cui per sua ammissione ne seguiranno altri, la sua oALPHAone nei confronti della dottoressa ALPHA, di sicuro non per una sua obiettiva valutazione scientifica o con riferimento all’accertamento di particolari episodi, muta radicalmente:

    Prosegue infatti la relazione:

    Venerdì 25 novembre il signor Costa viene nuovamente portato in pronto soccorso, al Maria Vittoria, per ulteriore crisi epatica, i cui valori della transaminasi non sono ancora rientrati e pertanto permane il regime di ricovero prima del rientro a casa. Anche in questo caso la presenza della dottoressa ALPHA è stata di particolare ausilio per la tempestività del ricovero. (relazione del sig. REALE al GT del 28/11/2011)

    Il sig. REALE passa poi a divagare sul “contesto abitativo del sig. COSTA” in modo quasi ossimorico, proprio della personalità che benignamente vogliamo definire contorta: lo definisce decoroso, ma, forse per un problema di scotomi oculari suo personale e non certo per l’oggettività constatabile ad un sopralluogo, nota che però vi è “grigiore e trascuratezza”, e prospetta nuove spese, la voce preferita dagli amministratori di tutti i continenti. “La casa necessiterebbe.. “

    Il contesto abitativo del signor Costa risulta sufficientemente decoroso anche se evidente è il grado di grigiore e trascuratezza generale. La casa necessiterebbe di tinteggiatura e pulizia radicale ed almeno uno dei due bagni sarebbe da adeguare alle necessità del signor Costa che ha difficoltà a deambulare e si serve di carrozzina. (relazione del sig. REALE al GT del 28/11/2011)

    Soprattutto il sig. REALE nota l’importanza di supporti per una persona anziana nel passaggio da una camera all’altra, insomma nei corridoi, dov’era notorio che oramai il COSTA transitava solo più in carrozzina, essendo afflitto da necrosi alla testa del femore:

    L’abitazione, almeno nei passaggi da una stanza all’altra, necessiterebbe dell’installazione di supporti per dare sicurezza al signor Costa nel momento che lo stesso desideri di alzarsi in piedi. (relazione del sig. REALE al GT del 28/11/2011)

     E poi ecco la grande paura del sig. REALE: il sig. COSTA “stravede per la dottoressa ALPHA”.

    Sembra di risentire un refrain in questo proc. pen. n° 7312 copiaincollato sul n° 1016/12, la fraseologia è letteralmente identica a quella utilizzata dal nipote della SERRALUNGA (“Dico che mia zia è innamorata di questa dottoressa”), o dalla signora Teresa GALLO, nuora della signora Teresa VANDONE (“Posso proprio affermare che mia suocera è come innamorata della ALPHA”).

    E siamo a tre persone colpevoli tutte e tre del medesimo reato: essersi affezionate intensamente alla dottoressa ALPHA. Agli occhi della Procura, tristi e burocratici, la prova del reato di cui all’art. 643 cp. Compiuto in associazione con l’ing. SCASSA che sul rapporto pazienti – medico di fiducia avrebbe esercitato, perlomeno, un influsso astrale sinistro.

    Riconosce il sig. REALE, forse non accorgendosi di inserire un “pezzo” predisposto prima dell’alleanza stretta con fratelli COSTA:

    Sotto il profilo delle relazioni si sottolinea che il signor Costa stravede per la dott.ssa ALPHA. Del rapporto tra i due nulla conosco rispetto al passato, non credo vi sia mai stata una relazione sentimentale, forse però il Costa prova qualcosa di più che solo affetto. Nel periodo da quando il sottoscritto è intervenuto sicuramente la dott.ssa ALPHA si è rivelata utile in alcuni dei ricoveri avvenuti, soprattutto il ricovero di settembre è stato tempestivo grazie alla presenza della stessa.

    Si può osservare che nella situazione di debolezza del signor Costa la dott.ssa ALPHA sia diventata per lui un riferimento essenziale.  (relazione del sig. REALE al GT del 28/11/2011)

    Ed ecco infatti che il tono della relazione muta radicalmente. Il REALE individua la grave colpa della dott.ssa ALPHA, dopo essere stato a colloquio da poco con i figli (lo abbiamo visto prima):

    La presenza della dott.ssa ALPHA non ha di certo facilitato il rapporto con i figli che si sono preoccupati per il fatto che la medesima avrebbe potuto, forse, approfittarne.

    Rispetto alla gestione delle risorse, non pare ad oggi che la dott.ssa ALPHA, abbia compiuto atti dispositivi da rilevare, i prelievi fatti sono stati funzionali ai bisogni del signor Costa, soprattutto quelli assistenziali.

    Doveroso è stato incontrare entrambi i figli Andrea e Lucia, quest’ultima dalla Toscana è venuta a Torino per esprimere il suo sentire.

    Lo spaccato di vita rappresentato dai figli è molto diverso da quello che potrebbe apparire dal rifiuto del signor Luigi. I figli parlano del padre come uomo molto aggressivo e caratteriale. Dichiarano che le ricchezze del padre in realtà arrivano dalla madre deceduta, che lui non ha fatto altro che vivere delle ricchezze derivanti dalla famiglia della loro mamma, il nonno imprenditore accettò in azienda per un certo periodo il signor Costa, che venne però poi allontanato.

    Questo appare verosimile in considerazione del fatto che l’eredità della moglie del signor Costa venne fatta oggetto di una importante divisione, di cui è stata rinvenuta copia.

    I figli rappresentano che il rapporto con il padre è sempre stato difficile data la sua caratterialità, infatti dopo alcuni anni dalla morte della loro madre sono stati costretti ad allontanarsi dal padre.

    Dall’incontro con i figli, la sofferenza del vissuto è del tutto evidente, alla figlia non vengono meno le lacrime rappresentando la loro storia. Il padre, a detta degli stessi, risulta persona anafettiva, incapace di dare trasporto ed amore paterno. Non tralasciano di sottolineare che l’aggressività del padre caratterizzò anche il rapporto matrimoniale in modo pesante per tutta la famiglia. Gli stessi, vorrebbero potersi relazionare con il padre, ma sia il vissuto che la presenza di terzi non ha facilitato questo loro desiderio. (relazione del sig. REALE al GT del 28/11/2011)

    Come si è visto siamo davvero alla commedia degli inganni: il sig. REALE abbraccia in pieno la tesi dei figli che descrivono il padre quale sorta di orco (anaffettivo, aggressivo, caratteriale, nullafacente, addirittura licenziato dal suocero), senza domandarsi minimamente per quale motivo costoro all’improvviso, sentendo puzza di cadavere, si siamo improvvisamente presi a cuore la figura paterna. In ogni caso una prova della loro veridicità ci sarebbe: le calde lacrime della signora Lucia COSTA confusa forse dal REALE con la Lucia Mondella dei Promessi Sposi. Costei non veniva a Torino negli anni precedenti per assistere il padre nei numerosi ricoveri per l’applicazione di stent coronarici, ma ora è qui, dopo lungo e peregrinoso viaggiare, per “esprimere il suo sentire”.

     Forse reduce dall’ingestione di qualche fungo allucinogeno il sig. REALE, dà addirittura il meglio di sé, asserendo che la dottoressa ALPHA pare intenda riappacificarsi con degli sconosciuti, che nella citazione in giudizio del padre le hanno appena negato il possesso dei titoli accademici per la professione di medico chirurgo ed asserito che ha cercato di ottenere una delega su un conto corrente presso Intesa SanPaolo intestato al padre: anche da questi personaggi sono arrivate scorregge incendiarie e folate di aliti pestilenziali. Essi infatti non si sono vergognati di aver assistito con indifferenza alla malattia del padre, fregandosene di lui ampiamente anche quando era in punto di morte, lasciandolo solo negli ultimi giorni di agonia.

    IL PM, in quest’atmosfera olezzante di porcini allucinogeni, incaricherà addirittura la PG di verificare se la dott.ssa ALPHA fosse un medico abusivo o meno e darà invece addirittura per certa l’esistenza di una delega su un c/c del sig. COSTA intestata alla dottoressa ed in virtù anche di tale affermazione emetterà decreti di perquisizioni, intercettazioni, ecc , ottenendone la conferma da parte del GIP.

    Scrive infatti il giudice di pace REALE, con un’improvvisa contorsione alla Fregoli:

    La dott.ssa ALPHA, sollecitata dagli eventi indotti dall’amministrazione di sostegno ha chiesto di depositare relazione che rappresenta il tipo di relazione instaurata con il Costa, relazione che in copia si allega sotto la lettera “C”. La relazione rappresenta il quadro del rapporto con il Costa, ma anche il disagio creato dalle affermazioni dei figli, questo almeno nella lettura della dott.ssa ALPHA, che sembra voler proporre una sorta di ricomposizione pacifica con i figli del Costa, nell’esclusivo interesse della salute dello stesso, attività che potrebbe essere svolta con la mediazione dell’amministratore di sostegno. (relazione del sig. REALE al GT del 28/11/2011)

    Poi di colpo tuttavia la proteiforme personalità del sig. REALE rinsavisce, non si capisce se a pro dei figli o della dr.ssa ALPHA, facendo in linea di mera astrazione un’affermazione corretta:

    “Sicuramente la florida situazione patrimoniale del beneficiano ha consentito ogni sorta di allusione e di interesse verso la sua persona, pur se non si deve escludere la possibilità di rapporti anche sani”. (relazione del sig. REALE al GT del 28/11/2011)

    Segue un elenco dei beni del sig. COSTA, al paragrafo 2

    IL PATRIMONIO E LE RISORSE ECONOMICHE

    La situazione patrimoniale del Beneficiano, risulta particolarmente florida. I rapporti bancari che ad oggi sono stati rinvenuti sono quelli in essere presso la Banca Intesasanpaolo spa di Torino filiale 34 dove è titolare di conto corrente numero 00034/1024/505778 con saldo di euro 247.554,77 alla data del 30 settembre 2011, data in cui è stato possibile apporre il vincolo sul conto medesimo ritirando bancomat e libretto degli assegni ancora in possesso del signor Costa, e deposito amministrato n.00034/3100/2369123 con saldo alla data del 31 luglio 2011 di euro 2.896.889,93.

    Presso la Banca Intesasanpaolo è altresì titolare di cassetta di sicurezza n. 00034/3200/299689. Di cui sono state rinvenute le chiavi. Si procederà alla verifica del contenuto alla presenza dei figli e l’ausilio di un orefice al fine di verificarne l’esatto contenuto redigendo apposito verbale ed unendo materiale fotografico per miglior completezza.

    E’ altresì titolare presso la Banca Fineco di deposito in conto corrente n. 4089026 con saldo alla data del 30 giugno 2011 di euro 19.367,41 ed un dossier titoli n. 4089026/01 con saldo alla stessa data di euro 153.698,92. Tutte le posizioni bancarie sono state regolarizzate con l’apposizione del vincolo derivante dall’amministrazione di sostegno.

    Ad oggi non sono stati rinvenuti altri depositi bancari anche se è in corso la verifica di rapporti preesistenti all’apertura dell’amministrazione di sostegno presso la Banca UBS e la Unicreditbanca. La prima delle due banche ha dato risposta indicando l’esistenza di rapporti nell’ultimo decennio, nella prossima settimana saranno disponibili estratti e saldi che verranno esaminati e verificati nei contenuti, costituendo oggetto di ulteriore relazione alla S.V. Ill.ma.

    Il signor Costa è proprietario dell’alloggio in cui vive, alloggio di circa 200 metri quadrati che non presenta arredi di pregio, a cui sono annessi una cantina ed un box pertinenziale.

    E’ altresì proprietario di altre 14 autorimesse sempre in Torino, che dovrebbero essere tutte locate, dico dovrebbero, perché il signor Costa non ha alcun contratto, ma tutto è gestito da un amministratore da cui attendo riferimenti precisi, così per le proprietà in Liguria in Nervi (un alloggio importante) e due locali ad uso commerciale a Genova. Ho esperito visure ipotecarie e catastali, ma i dati non sono completi pertanto procederò con l’ausilio di un tecnico al fine di avere un quadro completo delle proprietà immobiliari soprattutto sotto il profilo urbanistico e della sicurezza e corretta manutenzione degli stessi e così per evitare responsabilità di tipo amministrativo, fiscale e verso terzi, anche questa verifica costituirà oggetto di apposita relazione. (relazione del sig. REALE al GT del 28/11/2011)

    Qui siamo davvero ad ulteriori comiche: il sig. REALE si preoccupa non solo di apporre la segnalazione dell’amministrazione sui c/c del sig. COSTA, ma gioisce come un mandrillo all’idea di aver fatto piazza pulita “ritirando bancomat e libretto degli assegni ancora in possesso del signor Costa”, quando espressamente il GT aveva riconosciuto al COSTA il pieno diritto a richiedere bancomat, carte di credito, e libretti degli assegni, con l’assistenza dell’amministratore e con il placet del giudice stesso.  

     Prosegue ancora Sherlock REALE, cercando per ovvi motivi di presentare il suo assistito alla stregua di un mentecatto:

    A tal riguardo il signor Costa non appare più in grado di gestire e di rappresentarsi la complessità del proprio patrimonio immobiliare. Il signor Costa è proprietario di roulotte e di auto parcheggiate in apposite rimesse di cui non sono stati ancora rinvenuti i documenti.

    Il signor Costa è altresì titolare di pensione minima di euro 500,00 circa mensili. (relazione del sig. REALE al GT del 28/11/2011)

    Poi un’esplosione di stupidità nella mente del sig. REALE, laddove afferma che:

    Il signor Costa costituì con l’ausilio del notaio De Lorenzo un Trust, i cui contenuti e le ragioni dello stesso risultano privi di alcuna utilità per il signor Costa, sulle sorti del Trust e sul suo utilizzo, essendo minimo il fondo di dotazione effettuato, relazionerò successivamente dopo averne analizzato i contenuti. (relazione del sig. REALE al GT del 28/11/2011)

    E’ davvero incredibile questo linguaggio utilizzato dal sig. REALE, che ricalca anche in questo caso per filo e per segno l’imputazione estesa alla dott.ssa ALPHA, all’avv. BETA ed ora, a buon mercato, anche all’ing. SCASSA: trattasi di denigrazione gratuita per i motivi illustrati nell’analisi di questa imputazione. Infatti il trust configurava la delega di ogni scelta in merito alla cura del sig. COSTA, in caso di suo onnubilamento mentale ad intero ed esclusivo carico della dott.ssa ALPHA, cui veniva fatto espresso obbligo di evitare, nei limiti del possibile, ricoveri ospedalieri e imponeva il proseguio di ogni cura nell’ambito dell’amato domicilio.

    Si osservi che anche il PM va a ruota dell’amministratore laddove nel richiedere proroga delle intercettazioni afferma, in fotocopia all’amministratore:

    [la dottssa ALPHA e l’avv. BETA] inducevano il COSTA alla sottoscrizione dell’atto costitutivo del TRUST, atto assolutamente inutile se si fosse tenuto in conto l’esclusivo interesse del COSTA (inutile anche rispetto alla ragione addotta dalla ALPHA stessa al Dott. REALE) (accusa formulata dal PM nell’avviso di garanzia)

    Anche qui siamo al fenomeno del trenino che non considera le precise volontà sig. COSTA: prima i due figli, poi si aggancia il sig. REALE, infine chiudono il convoglio gli inquirenti.

     Il sig. REALE si produce poi in una veramente strabiliante serie di iniziative megalomani che – a suo dire – dovrebbero essere assunte nell’interesse del “beneficiario”, candidandosi a manager del di lui patrimonio, senza che ciò rientrasse minimamente nei compiti che gli erano stati affidati dal giudice, in una sorta di mania di grandezza delirante, testimonianza indiscussa di un’incontenibile volontà di ingerenza su tutto quanto gli venga a portata di mano, che sembra essere la cifra tipica del suo comportamento.

    Scrive infatti l’amministratore (sempre del citato doc. n° 52) al paragrafo:

    PROBLEMATICITA’ E PROGRAMMA PER LA GESTIONE DEL RAPPORTO E DEL PATRIMONIO NELL’ANNO A VENIRE.

    “Le questioni da affrontare sono sia quelle di tipo personale e relazionale che patrimoniale.” (relazione del sig. REALE al GT del 28/11/2011)

    E’ davvero stupefacente leggere che le questioni da affrontare in un vecchio moribondo, (deciderà appena un mese dopo, in un quadro di multiinsufficienza organica (la temutissima MOF) sono addirittura di tipo relazionale e patrimoniale! Eppure si legge:

    Sotto il profilo personale il signor Costa necessita di una presenza assistenziale sulle 24 ore con turnazione almeno di due badanti oltre a presenza infermieristica per la probabile somministrazione di flebo idratanti. Sarà altresì necessario l’intervento di un fisioterapista con regolarità di presenza almeno bisettimanale e con accessi del medico di base almeno settimanali, pur se la dott.ssa ALPHA ha e continua a dare disponibilità di intervento. (relazione del sig. REALE al GT del 28/11/2011)

    Davvero degno di un’operetta buffa questo quadro in cui un incompetente assoluto in materia quale il sig. REALE prescrive sedute di idratazione del paziente in permanenza per il futuro, come fossero bevute d’aranciata, esercizi fisioterapici con frequenza (chissà perché?) bisettimanale, forse per riabilitare il femore necrotico.

    Evidentemente il sig. REALE ha una certa competenza di miracoli, non dimentichiamoci che il nome utente della sua email fa espressamente riferimento al Rabbino Giairo, che beneficia del miracolo della resurrezione della figlia nei Vangeli.

    Infine il primario REALE prescrive una visita di controllo settimanale da parte del medico di base, purché non sia la dottoressa ALPHA ovviamente, che visitava il Costa quotidianamente per il suo particolare rapporto di amicizia con il COSTA, nutrito di humana pietas che tanta ironia in alcuni soggetti – autentici mascalzoni al riguardo – avrebbe suscitato, oltre che nel predetto amministratore-primario, come si vedrà in seguito.

    Infine in una sorta di missione evangelica il dr. REALE giunge alla scena madre e si sottolinea questo particolare non certo per evidenziare il dubbio che certamente nella nostra coscienza è qualcosa di assai più simile ad una certezza, che egli sia stato – diciamo così – corroborato con propellente speciale, dopo l’incontro con i figli del COSTA dal quale esce di colpo come folgorato, novello San Paolo sulla strada di Damasco.

    “Problematico è il rapporto con i figli con i quali verrà tentato un riavvicinamento nel rispetto delle condizioni di salute del beneficiano cercando di evitare tensioni emotive che possano riverberarsi negativamente rispetto al già compromesso quadro clinico e di salute.” (relazione del sig. REALE al GT del 28/11/2011)

    Il paziente insomma sta crepando, ma tentiamo lo stesso per dovere religioso di farlo riconciliare con i figli, anche se quello al solo vedersi rischia una fibrillazione ventricolare letale ovvero un arresto cardiaco, anzi per usare un verbo che ricorre nella fraseologia realiana, è possibile che l’incontro “si riverberi” negativamente sul sig. COSTA.

     Poi un nuovo colpo di scena. Sappiamo che il sig. Luigi COSTA notoriamente ha sempre odiato l’amministratore di sostegno, riguardandolo come una sorte di intruso che si impicciava degli affari suoi

    Ora invece il sig. REALE si inventa un sorta di consenso del beneficiario al suo operato e propone però di bastonarlo tagliando ad un plurimilionario in euro la dotazione in libera disponibilità mensile – senza assistenza e controlli – stabilita dal giudice in 1.000 € a soli 300 €, ossia ad un ventimillesimo scarso del suo patrimonio, forse anche per la sua gioia personale e di quelli dei figli che all’epoca si ritenevano certi eredi dell’intero malloppo paterno. In ogni caso se il sig. COSTA farà il buono, spiega il sig. REALE non ne chiederò l’interdizione.

    Infatti leggiamo:

    “Il sistema di protezione attuato con l’amministrazione di sostegno ha riportato comunque un buon equilibrio e potrebbe non rivelarsi necessario procedere con l’interdizione in quanto il signor Costa comunque si rapporta positivamente con l’amministratore di sostegno, pur se il suo decadimento generale è evidente. A tal riguardo si può prevedere una riduzione delta somma a disposizione del signor Costa che non manifesta il bisogno di fare e sostenere spese direttamente, credo che la disponibilità di euro 300,00 mensili a sue mani potrebbe essere sufficiente”. (relazione del sig. REALE al GT del 28/11/2011)

    Insomma, il paziente sta per morire, ma non vien in mente all’amministratore che l’indebolimento del di lui vigore mentale, sebbene solo parziale, se non assai limitato, non sia un fatto in sé e di per sé autonomo, scollegato dalla situazione generale di salute, ma proprio la conseguenza di una condizione che vede il malato gravemente sofferente per scompenso cardiaco, insufficienza epatica, con tutte le conseguenze in termini di obnubilamento mentale, per usare un termine generico, che ne possono transitoriamente e del tutto verosimilmente reversibilmente derivare.

    Vi è anche un omaggio curioso al medico di fiducia del sig. COSTA:

    La relazione con la dott.ssa ALPHA, non è consigliabile che venga interrotta costituendo comunque per il Costa un riferimento. (relazione del sig. REALE al GT del 28/11/2011)

     Seguono indicazioni tattiche dell’allenatore, con profili di autentica ilarità come la sproporzione del costo preventivato per il rifacimento del bagno (di cui beneficeranno i figli del sig. COSTA, ma poco importa) per cui a prezzo veramente da sballo si preventivano 20.000 euro, con la puntualizzazione di una comicità irresistibile “come già verificato in altre situazioni note alla SV” e la preventivazione di un fondo cassa di 10.000 € per altre emergenze gestionali (tipo – si immagina – acquisto in emergenza di pannoloni supplementari a quelli concessi dal SSN per improvviso esaurimento delle scorte). Anche per le spese condominiali sono sempre 20.000 euro da accantonarsi all’anno, nonostante il condominio, con la recente ripulitura della facciata (nel 2010) goda di ottima manutenzione: alla faccia!

    In compenso va bastonato il sig. Luigi COSTA in persona, che si vuole presentare quale autentico ebete e per cui si ribadisce la richiesta di un defalcamento pesante della quota mensile di cui può liberamente disporre – nel senso che egli può disporre anche di tutto il patrimonio, ma con il placet del giudice e l’assistenza dell’amministratore – da 1000 ad appena 300 €. Anche qui siamo di nuovo alla farsa, ma l’amministratore Paperon de Paperoni è in vena di tirchieria assoluta.

    Elenca infatti il Commissario tecnico REALE:  

    Le badanti potrebbero essere dotate di una carta prepagata ricaricabile per via telematica mensilmente con un importo di euro 1.000,00.

    Sotto il profilo gestionale e patrimoniale si evidenziano diversi aspetti utili affinché la S.V. Ill.ma possa integrare il provvedimento che ha determinato la mia nomina:

    1) aumento della disponibilità mensile ad euro 5.000,00;

    2) riduzione della somma a disposizione del signor Costa ad euro 300,00 mensili;

    3) adeguamento di un bagno sulla base delle necessita del signor Costa, il cui preventivo di intervento potrebbe aggirarsi intorno ad euro 20.000,00 come già verificato in altre situazioni note alla SV.

    4) Disposizione di somma capitale per spese condominiali e gestione ordinaria immobiliare per l’importo annuale di euro 20.000,00, ivi comprese le spese per i tecnici incaricati;

    5) Fondo cassa di euro 10.000,00 per eventuali urgenze sia gestionali che personali.

    6) Unificazione in solo conto corrente, quello della Banca Intesasanpaolo di tutti i risparmi, con estinzione dei rapporti in essere presso la Fineco;

    7) Utilizzo di carte prepagate per le assistenti domiciliari, accesso telematico anche gestionale da parte dell’amministratore con l’utilizzo di libretto di assegni da utilizzarsi nei limiti indicati.”

    Torino, 28 novembre 2011.

    L’amministratore di sostegno – Giuseppe REALE (relazione del sig. REALE al GT del 28/11/2011)

    ****

     Poi, per cercare di meglio aiutare il “beneficiario” che ormai presenta un quadro di multiinsufficienza organica e che purtroppo viene giudicato da tutti gli specialisti che hanno modo di visitarlo in ospedale in condizioni gravissime, ecco che il sig. REALE, contro il parere dello stesso medico di base, che alla fine accondiscende solo per sfinimento, si autoincarica, scavalcando in modo clamoroso l’operato della dottoressa ALPHA, di far visitare il paziente non da un cardiologo o cardiochirurgo o da un epatologo, ma da una psichiatra e da un geriatra, di cui veramente non si avvertiva alcun bisogno: nel quadretto, manca solo un consulto con Luca RICOLFI, esperto di psicometria, ma avente il torto di non appartenere alla mitica Egida Company.

    In ogni caso, il 28/10/2011, nel cuore della sequela di ricoveri che si susseguono senza quasi soluzione di continuità, la dott.ssa Nadia DELSEDIME, psichiatra, con dottorato di ricerca In Psichiatria e Disturbi Invalidanti, membro del Gran Comitato Scientifico di EGIDA presieduto dal sig. REALE, dà atto notarilmente – per la gioia dell’amministratore – delle numerose patologie che affliggono il sig. COSTA, ricopiando le relazioni ospedaliere, e produce la seguente relazione clinica riguardante il Sig. Costa Luigi Antonio (doc. n° 37) in cui si legge:.

    “Il Sig. Luigi Antonio Costa, di anni 80, è stato da me visitato al domicilio unitamente al collega geriatra Dott. F. Cerrato e in presenza del suo Medico di Famiglia Dott. Mollica e dell’avvocato Beta, in data 28/10/2011. (relazione dr.ssa DELSEDIME del 28/10/2011)

    L’incipit sembra configurare la visita come una sorta di visita medico legale, tant’è vero che è presente il difensore del sig. COSTA, mentre curiosamente il sig. REALE ha preteso di allontanare dal summit la dottoressa ALPHA, ossia nientemeno che il medico di fiducia del paziente, ovvero il medico che più di tutti avrebbe potuto relazionare sulla storia clinica, sull’anamnesi remota e prossimale. Trattasi dell’ennesima porcata del sig. REALE.

    Prosegue la relazione della psichiatra (sempre il citato doc. n° 37)

    “Il Sig. Costa, che vive in compagnia di due badanti che si alternano durante il giorno e la notte, si presentava al colloquio sufficientemente collaborante e tranquillo.

    Il colloquio è risultato parzialmente inficiato dall’importante deficit uditivo sinistro. Il Sig. Costa appariva discretamente lucido ma disorientato nel tempo e verso la propria persona, mentre l’orientamento nello spazio appariva meno compromesso.

    L’eloquio era spontaneo solo parzialmente, per la maggior parte del tempo provocato dalle domande rivoltegli; da queste emergeva una importante compromissione della memoria recente, a cui a tratti il Sig. Costa sopperiva utilizzando confabulazioni (“trascorro la giornata a leggere e a seguire i miei affari”).

    Veniva riferito stato soggettivo di benessere fisico e psichico, eccetto per recenti difficoltà a dormire, mentre l’umore veniva definito “avvilito” a causa delle vicissitudini familiari.

    Dal punto di vista medico internistico il paziente presenta un quadro complesso di cardiopatia ischemica, diabete, ipertensione, dislipidemia e presenta difficoltà nella deambulazione, non più autonoma.

    Assume svariate terapie farmacologiche (Novonorm, Plavix, Pantoprazolo, Amiodarone, Allopurinolo, Canrenoato di K, etc.) e recentemente ha effettuato diversi ricoveri e passaggi in Pronto Soccorso per scompenso cardiaco. (relazione dr.ssa DELSEDIME del 28/10/2011)

    Insomma, la psichiatra dà atto che il sig. COSTA è tranquillo, collaborante, discretamente lucido, ma ha un disorientamento soprattutto spaziale e deficit mnesici, e che è avvilito contro i figli. Si osservi bene che stiamo parlando di un grave cardiopatico, appena dimesso per la seconda volta dall’ospedale a seguito di una grave insufficienza epatica.

    Prosegue ancora la dott.ssa DELSEDIME, osservando che il sig. COSTA non presenta dispercezioni e che il pensiero appare sostanzialmente corretto, alla faccia del sig. REALE, che si affretterà di lì a poco a chiedere una sorta di interdizione per il suo assistito moribondo, ultimo sgarro al suo “beneficiario”, sparando in aggiunta una micidiale scorreggia incendiaria delle sue: “forse il mio beneficiario ha la tubercolosi!”

     Nella seconda relazione di cui infra al GT, a questa stregua la speranza del REALE è così riassumibile: “Giudice, mi estenda questi ristrettissimi poteri conferitemi con urgenza, che smanio dalla fretta di diventare il tutore del sig. COSTA!”.

    L’istanza verrà ovviamente presentata del tutto verosimilmente dopo averla concordata con i fratelli COSTA ed all’oscuro del difensore del beneficiario, l’avv. BETA.

    Questo è infatti il senso della relazione dicembrina (la seconda del REALE al GT, di cui al doc. n° 97). Insomma, non avendo potuto sfondare dalla parte psichiatrica, tradito anche da quella che avrebbe dovuto essere una pedina di fiducia, facilmente manovrabile, il generale Giulio Cesare REALE giocherà la carta del “mal sottile”, e, per il resto, la butterà tutta sulla fragilità psichica. A funerale avvenuto del “beneficiario”, gli verrà notificato l’ottenuto ampliamento dei suoi poteri, ed egli, sebbene inutilmente, sbandiererà questo atto ai quattro venti.

     Ancora la psichiatra DELSEDIME refertava la visita del sig. COSTA ad un mese dalla sua morte in questi termini (doc. n° 37, citato):

    All’esame obiettivo psichico non emergevano dispercezioni; il pensiero appariva sostanzialmente corretto anche se a tratti emergevano velate idee di riferimento nei riguardi dei figli e delle badanti che si sono succedute nel tempo (11 in pochi mesi) e che lui stesso ha voluto allontanare.

    L’umore appariva lievemente flesso, l’ansia libera di grado moderato. In particolare vengono riferiti dalla badante (presente al colloquio con il consenso del Sig. Costa) episodi di agitazione ed eteroaggressività sia diurni che notturni (più frequentemente), negati invece dal paziente.

    Il sonno viene riferito disturbato, con frequenti risvegli notturni, mentre l’istinto alimentare appare conservato. (relazione dr.ssa DELSEDIME del 28/10/2011)

    Segue la descrizione della terapia di pertinenza psichiatrica, puntualmente   osservata dal paziente incentrata su una benzodiazepina, il Tavor c. 2,5 mg, (un classico tranquillante minore diffusissimo nella cura dell’insonnia dell’anziano) alternato, anche su indicazione dei medici ospedalieri, con un antidepressivo quale il Trittico, assunto per brevi periodi. Alla faccia di quanto aveva prima affermato il primario REALE, sostenitore del fatto che occorresse provvedere a somministrare dei tranquillanti al paziente, come se egli non li stesse già assumendo.

    Si segnala l’utilizzo per brevi periodi di Trittico 75 mg 1 co e Tavor 2,5 mg 2 co. con scarso beneficio. Il Medico di Famiglia riferisce di non aver mai prescritto al paziente altre terapie psicofarmacologiche.

    Viene segnalato un peggioramento globale della situazione nell’ultimo anno, e al momento il Sig. Costa non è più autosufficiente, per cui deve essere seguito in tutte le attività quotidiane e nell’assunzione delle terapie. (relazione dr.ssa DELSEDIME del 28/10/2011)

    Poi la psichiatra, forse per compiacere il mentore REALE, che le ha fatto avere una visita domiciliare durata ben 30 minuti e le ha commissionato una relazione di fatto da medico legale, come si nota anche dalla terminologia utilizzata, usando volutamente un linguaggio ascientifico, impreciso, ma certamente caro al committente, parla di un aspecifico decadimento cognitivo, che dalla descrizione precedente non può che dedursi lieve, ma che – lasciato così nella sua indeterminatezza – sempre musica per le orecchie del generale committente.

    Il declino cognitivo lieve in appena il 10% dei casi progredisce verso la demenza, spesso si stabilizza e vi sono anche casi – tutt’altro che infrequenti – di regressione quando insorge, come nel caso del COSTA, a seguito di gravi patologie organiche extrapsichiatriche. Nel suo caso, poi, sembra davvero di trovarsi dinnanzi a quella che una volta in ambito medico si usava definire “Dimenticanza Senile Benigna”, visto che, accertata la correttezza del pensiero, è anzitutto ai deficit mnesici che si fa soprattutto riferimento nella predetta relazione.

    Nel caso del sig. COSTA siamo in presenza addirittura di un’improvvisa ed incrudescente multiinsufficenza organica, né si può escludere un fatto vascolare subacuto subentrato nel precedente mese di giugno-luglio in concomitanza del severo infarto miocardico, con possibile correlato danno da ipossiemia, siappure beve e transitoria durante la successiva fibrillazione ventricolare (arresto cardiaco).

    Testi di importante letteratura psichiatrica confermano che un decadimento cognitivo può essere ingenerato da un forte stress, e si pensi a quanto abbiano inciso in tali termini le iniziative in sede civile e penale dei figli contro il padre.

    In ogni caso la dott.ssa DELSEDIME conclude:

    In conclusione, visto il quadro clinico complessivo del paziente caratterizzato prevalentemente da un decadimento cognitivo e da crisi di agitazione psicomotoria, oltre che da insonnia di tipo misto, si consiglia di inserire in terapia un farmaco antipsicotico molto utilizzato negli anziani e ben tollerato quale il Seroquel ad un dosaggio di 25 mg 1 cp la sera, terapia che può essere utile anche per un miglioramento del ritmo sonno-veglia. Tale dosaggio deve poi essere adattato alle esigenze del paziente in base all’efficacia e può essere gradualmente aumentato sotto il controllo del Medico di Base. In corso di terapia utile monitorizzare l’ECG e la lunghezza del tratto QTC. (relazione dr.ssa DELSEDIME del 28/10/2011)

    Oltretutto si osserva che il SEROQUEL, ha per principio attivo la quetiapina, che è ampiamente metabolizzata a livello epatico. Infatti si legge sul foglietto illustrativo del farmaco che Seroquel deve essere impiegato con cautela in pazienti con insufficienza epatica ndotta, particolarmente durante le fasi iniziali del trattamento.

    Si dà il caso che questo farmaco sia stato prescritto al signor COSTA – e da lui non assunto su consiglio della dott.ssa ALPHA – a distanza di meno di un mese dall’imponente rialzo delle transaminasi (valori a circa 9000 U/dL) registrato durate il ricovero all’ospedale Birago di Vische.

    Concludeva l’aggiustamento terapeutico di pertinenza psichiatrica la dott.ssa DELSEDIME:

    Utilizzare invece solo al bisogno il Tavor 2,5 mg 1/2 co, in caso di ansia o agitazione diurna.

    Appare altresì utile rivalutare a cura del Medico di Base tutte le terapie farmacologiche assunte dal Sig. Costa per il diabete e lo scompenso cardiaco e fornire alle badanti che ne gestiscono la somministrazione un chiaro e semplice schema terapeutico (con orari e dosaggi). (relazione dr.ssa DELSEDIME del 28/10/2011)

    L’ultima raccomandazione – quella classica della nonna – circa lo schema terapeutico, era peraltro da sempre stata attuata dalla dott.ssa ALPHA, che aveva stilato un semplice e preciso schema per la somministrazione dei farmaci ad uso dello stesso COSTA prima, e poi anche di chi lo accudiva.

    Dalla descrizione della dott.ssa DELSEDIME emerge comunque un quadro di un paziente complessivamente lucido, orientato temporalmente, con deficit di orientamento temporale e della memoria a breve termine, tipico di molti anziani. Egli era, come si è visto, reduce da una sequela di ricoveri e passaggi in Pronto Soccorso per scompenso cardiaco, insufficienza epatica, respiratoria e renale. Si ribadisce che secondo la relazione in questione: “All’esame obiettivo psichico non emergevano dispercezioni; il pensiero appariva sostanzialmente corretto”

    Un quadro che in nulla e per nulla può essere compatibile con quello previsto per l’interdizione, ma vi è di più: è anche la situazione di un paziente in condizioni generali gravissime, ipoacusico, frastornato da questa sorta di visita medico legale, in una condizione psichica che, con il migliorare delle sue condizioni di salute organiche, verosimilmente, sarebbe potuta migliorare.

    Detto fuor d’ambagi, la relazione della dr.ssa DELSEDIME non è mezzo per aiutare il sig. COSTA a star meglio, ma uno strumento per cercare notarilmente di surrogare la CTU posta in stand by, a causa del peggioramento complessivo del quadro di salute.

     Oltre alla dott.ssa DELSEDIME, un altro amico medico del sig. REALE visita il sig. COSTA.

    Il Dott. Flavio CERRATO, geriatra del Cottolengo, anche lui convocato a consulto dal REALE in pari data, che, non molto dissimilmente dalla collega DELSEDIME, refertava (doc. n° 38):

    Diversi ricoveri e passaggi in Pronto Soccorso per scompenso cardiaco.

    All’esame obiettivo psichico non emergevano dispercezioni; il pensiero appariva sostanzialmente corretto. (referto visita del 28/10/2011 del dott. CERRATO)

    Anche il geriatra confermava dunque l’assenza di dispercezioni e la correttezza del pensiero nel sig. Luigi COSTA.

    Continua il dr. CERRATO (doc. n° 38, citato):

    Su richiesta dell’Amministratore di Sostegno Dr. Reale ho effettuato in data 28/10/2011, congiuntamente alla collega psichiatra dott.ssa Nadia Delsedime, una visita medica domiciliare al Sig. Costa Luigi Antonio; alla visita erano presenti anche il Medico di Base del suddetto sig. Costa, dott. P. Mollica, l’avvocato San Felici, e una badante.

    Dai dati anamnestici raccolti con l’aiuto del dott. Mollica e, in parte, dalla documentazione esibita, si evidenziava:

    • Cardiopatia ischemica, con pregresso infarto miocardico, PTCA [angioplastica coronarica transluminale percutanea, ovvero applicazione di cateteri a palloncino per dilatare il lume occluso delle arterie, ndr] + stenting [applicazione di più stent, elementi cilindrici a maglie metalliche fatti espandere nel lume delle coronarie occluse, ndr] e impianto di lCD [defibrillatore, ndr] monocamerale
    • Disfunzione ventricolare sinistra
    • Ipertensione arteriosa
    • Diabete mellito tipo 2 in terapia con antidiabetici orali
    • Dislipidemia
    • Ernia inguino-scrotale sinistra
    • Varicocele
    • Ipoacusia prevalente a sinistra
    • Pregresso riscontro di necrosi della testa del femore sinistro
    • Segnalato nel settembre u.s. episodio di rabdomiolisi attribuito a terapia con rosuvastatina (poi sospesa)
    • Recenti ripetuti accessi in Pronto Soccorso per episodi di scompenso cardiaco
    • A settembre u.s. effettuata terapia antibiotica (amoxicillina-clavulanato e azitromicina) per una sindrome febbrile. Radiografia del torace negativa per lesioni a focolaio

    Al momento della visita il sig. Costa si presentava tranquillo e collaborante. (referto visita del 28/10/2011 del dott. CERRATO)

    Come si vede il geriatra evidenzia anche la tranquillità e la collaboratività del periziando. Prosegue il dr. CERRATO:

    Con il consenso del sig. Costa stesso, in presenza delle suddette persone si procedeva a intavolare un colloquio con il paziente medesimo e ad effettuare un esame obiettivo. (referto visita del 28/10/2011 del dott. CERRATO)

    Relaziona infatti il dott. CERRATO, anche lui in modo poco scientifico ed impreciso, non dissimilmente dalla dott.ssa DELSEDIME (doc. n° 38, citato): :

    Sig. Costa Luigi Antonio

    Il sig. Costa appariva abbastanza lucido, ma disorientato nel tempo. Dal dialogo emergevano lacune mnesiche, prevalentemente a carico della memoria recente, e traspariva probabilmente una deflessione del tono dell’umore, spesso relativo a timori e vicende di carattere familiare.

    Dall’incontro emergeva, inoltre, che egli ha manifestato recentemente episodi di agitazione psicomotoria, talora con aggressività, diurni ma prevalentemente notturni.

    Nell’ultimo anno le condizioni generali del paziente si sarebbero gradualmente deteriorate: in particolare, per quanto riguarda l’autonomia funzionale, si sottolinea che egli è dipendente per la maggior parte delle attività della vita quotidiana, si mobilizza in carrozzina, ed è portatore di pannolone per doppia incontinenza sfinterica.

    La badante presente ci informava che il sig. Costa si nutre regolarmente.

    Ha utilizzato per brevi periodi trazodone [Trittico, ndr] e Iorazepam [Tavor, ndr], con scarsa efficacia sul riposo notturno e sugli episodi di agitazione.

    In sintesi: episodi di agitazione psicomotoria in verosimile decadimento cognitivo, in paziente affetto da cardiopatia ischemica con disfunzione ventricolare sinistra (attualmente in discreto compenso emodinamico), diabete mellito tipo 2, compromissione delle autonomie funzionali, comorbilità.

    Torino, 31/10/2011

    Dott. Flavio CERRATO, geriatra (referto visita del 28/10/2011 del dott. CERRATO)

    In sintesi il dott. CERRATO dà atto di una quadro patologico assai sommariamente riassunto nei termini di una cardiopatia ischemica ed in una grave disfunzione ventricolare sinistra, sorvolando sui ripetuti episodi di insufficienza epatica e di edema polmonare.

    Mentre, per la pertinenza psichiatrica, dà atto anche lui – come la collega DELSEDIME – che il sig. Costa si presentava tranquillo, collaborante ed abbastanza lucido; nota invece un disorientamento nel tempo e deficit mnesici a carico della memoria permanente, ma soprattutto una deflessione del tono dell’umore, spesso relativo a timori e vicende di carattere familiare.

    ****

    Nel frattempo il sig. REALE deve essersi recato più volte a colloquio con il GT, dopo aver incontrato i figli del sig. COSTA e certamente lo ha messo a parte delle iniziative che intendeva prendere, tra cui i consulti con i dott. DELSEDIME e CERRATO.

    Sicuramente, in detti colloqui il REALE ha alitato pestilenzialmente contro la dott.ssa ALPHA, traslando al GT le tesi dei fratelli COSTA, che ha difeso a spada tratta, facendole assurgere a verità di fede assoluta. Probabilmente il GT che non si è mai accorto della vera quidditas dell’amministratore, ed ha bevuto per eccesso di superficialità, dovuto alla gran mole di lavoro da smaltire, che pesa sulle spalle dei giudici in genere, le ennesime balle propinategli dal sig. REALE.

    ***

     Giova a questo punto considerare come, a dar man forte all’amministratore nel costruire questa macchinazione indagatoria di cui le vere vittime sono state il sig. Luigi COSTA e la dott.ssa ALPHA, hanno concorso anche i servizi sociali, notoriamente i più temuti dagli anziani.

    E vale davvero la pena di aprire una parentesi sui servizi resi da costoro alle due pp.oo.

     Abbiamo visto infatti nell’esame delle imputazioni che tanto il sig. COSTA, quanto la signora SERRALUNGA, li consideravano un autentico pericolo.

     Infatti i figli del sig. COSTA si erano rivolti nel luglio 2010 ai servizi ed a seguito della loro segnalazione si era instaurato il proc. pen. 5208/10/K, poi archiviato dallo stesso PM titolare del presente procedimento.

    Leggiamo al riguardo:

    Si presentano i figli del signor COSTA Luigi Antonio. Sono molto preoccupati per il padre. Ha sempre avuto molte donne ed ultimamente ne ha una che non permette loro di avvicinarsi.

    Non hanno la firma sul conto, non hanno le chiavi di casa. Non sanno come sia la casa.

    La donna che lo frequenta è una dentista e non vive con lui.

    Si sono rivolti in commissariato, ma non hanno formalizzato un esposto. Sono andati al servizio sociale ed hanno parlato con A.S. Merlin.

    Telef. a Merlin: riferisce che entro la prossima settimana vedranno di andare al domicilio per incontrare l’anziano e poi ci sentiamo.

    Consegnato ai figli il modulo per presentare la domanda di Amministrazione di Sostegno, ma suggerito di aspettare l’esito della visita domiciliare. (Appunti dei servizi sociali del 29/7/2010)

    Sappiamo che il sig. Luigi COSTA, però, aveva disdegnato la profferta di aiuto avanzatagli dia servizi rispondendo seccamente, e con un tocco di perfida ironia (“gli adorati figli”) in questi termini, (doc. n° 101):

    Ai Servizi Sociali del Comune di Torino

    e p.c. Signora MERLIN

    Ringrazio il servizio Sociale del Comune di Torino per l’interessamento nei miei confronti, segnalato dai miei adorati figli ma, per il momento non necessito di alcuna assistenza essendo ancora autonomo e indipendente. In futuro, in caso di bisogno, sarà mia premura contattarvi ed eventualmente mettervi in contatto con il mio Legale.

    Nel ringraziarvi colgo l’occasione per porgervi distinti saluti. (Luigi Costa, scritto del 9/8/2010)

     Non diversamente la signora SERRALUNGA era stata oggetto di pressanti “attenzioni” dopo il suo ricovero del settembre-ottibre 2010 al Gradenigo in emergenza, per una grave insufficienza respiratoria.

    Sia il suo medico di base, il dr. MOLLICA, sia la dott.ssa ALPHA l’avevano difesa da quest’assalto indesiderato come si è visto, il primo usando termini più soft e diplomatici, la seconda, come nel suo stile, con una schiettezza di linguaggio piuttosto ruvida.

    Ricorda infatti il dott. MOLLICA (doc. n° 30):

    Ora parlando, mi viene in mente di essere stato contattato da un’assistente sociale perché secondo loro la Serralunga aveva bisogno di un supporto. In quella occasione parlai con la Serralunga e andai anche a trovarla casa. Forse un anno fa. Volevo accertarmi delle condizioni della Serralunga e verificare se l’AS [assistente sociale, ndr] avesse qualche ragione Trovai la Serralunga ancora meglio di quanto immaginavo. Parlai con la Serralunga delle richieste dell’A.S. La Serralunga mi disse che non aveva bisogno di nessuno e che stava bene (SIT del dottor MOLLICA, medico di base, del 9/2/2012)

    Anche la signora Serralunga era meravigliata delle richieste degli AASS.

    Devo dire che mi meravigliò la sollecitudine degli AASS rispetto alla Serralunga quando ci sono casi che meritano molta più attenzione di quello.

    Io avevo sentito la signora SERRALUNGA e le avevo chiesto esattamente se lei aveva bisogno degli AASS a casa. Mi sembrava proprio una forzatura questa intrusione degli AASS. (SIT del dottor MOLLICA, medico di base, del 9/2/2012).

    Del resto, a comprova dell’assoluta avversione all’offerta di aiuto della signora SERRALUNGA verso i servizi sociali vi sono due dichiarazioni dal terzetto di assistenti intervenute presso la di lei dimora MATRICARDI, FLABBI, BALDAZZI, di cui si è detto e che si richiamano solo per i passi essenziali (doc. n° 126):

    La prima è indirizzata alla Procura ed è firmata dalla “capa” tra le signore intervenute presso l’abitazione della SERRALUNGA:

    Alla Procura della Repubblica

    Settore Fasce Deboli

    c/o Tribunale Ordinario di Torino

    e pc. Ufficio Tutele, Via Giulio. 22, 10122 Torino

    Oggetto Segnalazione della Signora Anna Maria SERRALUNGA

    La signora in oggetto è conosciuta dal servizio sociale scrivente dal 1’ottobre 2010 in seguito a richiesta di raccolta di informazioni da parte della ASL TO 2 competente territorialmente.

    La signora Serralunga, di anni 78, vive sola. e ha come unico parente di riferimento un nipote in linea collaterale, il sig. Massimilano SERRALUNGA.

    Alla visita domiciliare effettuata in data 08.11.2010, inizialmente erano presenti l’anziana, l’educatrice alle tutele Flabbi e l’istruttora assistenziale incaricata di effettuare istruttoria sociale per percorso uvg [unità vigilanza geriatrica, ndr].

    …in quel momento sopraggiungeva la persona che l’aiuta abitualmente

    La Dottoressa ALPHA ha comunicato di non voler usufruire degli aiuti del servizio sociale, di rinunciare al proseguimento della procedura e di ritenere l’anziana persona autosufficiente e lucida. L’anziana, a questo punto, ha chiesto in modo sostenuto di lasciare il proprio appartamento. In merito alla valutazione di autosufficienza è stato chiesto di presentare una certificazione medica e la Dottoressa ALPHA si è incaricata di tale incombenza adducendo come motivo il fatto che conosce l’anziana da tempo.

    L’Assistente Sociale Monica MATRICARDI

    L’Educatrice Barbara FLABBI

    La responsabile area anziani Bruna BALDAZZI (relazione delle AA. SS dopo la visita alla signora SERRALUNGA dell’8/11/2010)

    Alla dottoressa ALPHA pure furono preannunciate rappresaglie da una delle assistenti stesse intervenute nel caso SERRALUNGA.

    Inoltre, dopo il fallito ricorso della Procura per interdire la signora SERRALUNGA, e appena dopo che lo stesso organo inquirente ricorse per l’apertura di un’amministrazione di sostegno per la SERRALUNGA, tentativo fallito esso pure, la signora respinse bruscamente nuovamente i servizi che si offrivano di accompagnarla dinnanzi al GT, tanto radicato era orami in lei il disprezzo per i servizi sociali.

    A ulteriore riprova vi è questa seconda lettera, già citata, dell’educatrice FLABBI del 26/4/2012, indirizzata al Giudice dott.ssa TAMAGNONE nell’ambito del ricorso per la nomina dell’amministrazione di sostegno presentato dalla Procura (doc. n° 128):  

    Oggetto: comunicazione relativa alla signora Serralunga Anna Maria (ASO 856/2012) nata il 13/02/1932 a Torino e residente a Torino in corso Tortona, 27.

    Con riferimento alla VS comunicazione del 12/03/202 relativamente alla nuova convocazione della signora in oggetto prevista per il 9/5/2012, si richiama in ogni sua parte la relazione di segnalazione e la comunicazione dei 24/05/2011 dove il Servizio segnalava l’ostilità dell’anziana ad accogliere qualsiasi proposta di aiuto, anche di accompagnamento al’Tribunale.

    Si è contattata la sig.ra Anna Maria per propone nuovamente il supporto degli operatori, ma la signora ha declinato con vigore la proposta affermando che per nessuna ragione si sarebbe recata in Tribunale.

    Il servizio scrivente pertanto non può che rinnovare la difficoltà ad impostare una relazione di aiuto con la signora stante la sua totale diffidenza ed acriticità in merito alla situazione. (Lettera dell’educatrice alle tutele Barbara FLABBI del 26/4/2012).

    ***

     Ritornando alle conseguenze spaventose della superficialità dei servizi sociali nelle loro immaginifiche relazioni all’A.G., infarcite di autentiche diffamazioni, si osservi come, in quasi contemporanea alle relazioni del sig. REALE, la dott.sa GIANNONE, GT che segue il ricorso dei figli del sig. COSTA, segnala la dott.ssa ALPHA come personaggio sospetto, che agisce non unicamente a livello professionale nei confronti del sig. COSTA al PM dell’attuale proc. pen, la dr.ssa RUFFINO, che si occupava anche dei proc. pen. n. 5208/10/K aperto dopo l’esposto di Andrea Gregorio e Lucia COSTA, nonché del proc. pen. n. 407/11/K aperto dopo la segnalazione ricevuta dai servizi sociali circa la situazione della salute della signora SERRALUNGA (anche se entrambi questi ultimi due procedimenti verranno poi archiviati, su istanza dello stesso PM).

    Leggiamo infatti:

    TRIBUNALE ORDINARIO di TORINO

       Settima Sezione Civile

    Ufficio del Giudice Tutelare

    – Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino

    c.a. dott.ssa Ruffino

     Amministrazione di sostegno n 7390\2010 Costa Luigi Antonio

    Dal ricorso depositato dai sigg. Costa Lucia e Costa Andrea Gregorio emergerebbe un ruolo non esclusivamente professionale della dott.ssa ALPHA che assiste l’amministrato in sostituzione del medico curante dott. Pasquale Mollica.

    A seguito di verifica presso la Sezione Fasce Deboli è emersa una segnalazione relativa ad analoghe attività svolte dalla dott.ssa ALPHA nei confronti della sig.ra Serralunga Anna Maria nata a Torino il 13.2.1932 trasmessa a Codesto Pubblico Ministero.

    Torino 21.10.2011

    Allego ricorso 16.11.2010 [presentato dai figli del sig. COSTA, ndr]

    IL GIUDICE TUTELARE

    Dott.ssa GIANNONE

     E’ davvero strano questo cambio di rotta a 180° da parte del GT, che, dopo aver ascoltato di persona il sig. Luigi COSTA, da lei interrogato, nell’udienza tenutasi presso la di lui abitazione nel gennaio 2011, che aveva risposto in modo puntuale e coerente alle domande postigli, e dopo aver ascoltato la stessa dottoressa ALPHA, non aveva assunto alcun provvedimento urgente, in quanto ovviamente non ne aveva ravvisato i presupposti, ed anzi, solo dopo ben due mesi, aveva sciolto la riserva disponendo CTU.

     Evidentemente, da un certo momento in avanti, databile con l’incontro di REALE con i figli del sig. COSTA (settembre 2011), egli strinse con loro una solida alleanza, al punto di essere divenuto, subito dopo la morte del padre, procuratore delegato della sig.ra Lucia COSTA.

    ***

    Inoltre sappiamo che, pochi giorni prima della predetta improvvisa segnalazione della dott.ssa GIANNONE alla dott.ssa RUFFINO del 21/10/2011, era accaduto un fatto nuovo. Infatti leggiamo negli atti che, sempre con riferimento all’Ufficio del PM dr.ssa RUFFINO, era pervenuta una segnalazione in Procura, da cui era scaturito un proc. pen. che peraltro esso pure poi verrà archiviato.

    Leggiamo infatti:

    Inoltre, in data 4.10.2011, giungeva in Procura altra segnalazione inerente il comportamento della ALPHA nei confronti del Costa in occasione di un ricovero di costui presso l’Ospedale Birago di Vische, nel settembre 2011: si iscriveva nuovo mod k n. 4867/11

    Il riferimento è infatti all’incredibile diniego che fu opposto alla dr.ssa ALPHA – dietro evidente disposizione del sig. REALE – da parte della direzione sanitaria e del reparto dell’Ospedale Birago di Vische, in cui il povero sig. COSTA, venne ricoverato per un paio di giorni, a compulsare le cartelle cliniche, fatto di gravità inaudita, a seguito del quale, su richiesta della dr.ssa ALPHA, l’ing. SCASSA telefonò per ottenere l’intervento di una volante del 113, e di cui si è diffusamente trattato.

     Assai probabile in ogni caso che dietro la lettera scritta dalla dott.ssa GIANNONE al PM RUFFINO vi fosse dunque l’ennesima scorreggia incendiaria lanciata contro di lei dal sig. REALE.

     Abbiamo del resto letto la prosa melliflua con cui l’amministratore con una sorta di buffa lirica dipinge l’incontro con i fratelli COSTA (doc. n° 52, citato):

    Doveroso è stato incontrare entrambi i figli Andrea e Lucia, quest’ultima dalla Toscana è venuta a Torino per esprimere il suo sentire.

    Lo spaccato di vita rappresentato dai figli è molto diverso da quello che potrebbe apparire dal rifiuto del signor Luigi…. (relazione del sig. REALE al GT del 28/11/2011)

     Evidentemente poi si sovrapposero le due segnalazioni dei servizi sociali, che erano stati entrambi respinti piuttosto seccamente dai diretti interessati, autoinvestitosi di un ruolo salvifico nei loro confronti, donde azioni di delazione, per così dire, e di rappresaglia al contempo dei servizi stessi, che, per il solo fatto di sentirsi respinti, vedono posta in gioco la ragione stessa della loro sopravvivenza.

    In data 25/11/2011 la dr.ssa GIANNONE invita poi il sig. REALE a trasmettere la relazione del dr. CERRATO e DELSEDIME, di cui era evidentemente a preconoscenza, segno di uno scambio informale di valutazioni tra i due. Il sig. REALE in effetti – come si è visto – le risponderà in un breve volgere di tempo, il 28/11/2011

     ****

    Vi è poi agli atti una seconda relazione del sig. REALE indirizzata al GT dott.ssa GIANNONE in data 20/12/2011 (doc. n° 97), ossia esattamente una settimana prima del decesso del suo assistito. Dopo il tradizionale epinicio della sua carta intestata, il sig. REALE scrive:

    Amministrazione di sostegno n. 7390/2011

    Beneficiario sig. Costa Luigi Antonio

    Oggetto amministrazione di sostegno del signor Costa Luigi, seconda relazione.

    Il signor Costa Luigi ha subito nel corso dell’ultimo mese di vita un pesante deterioramento fisico che inevitabilmente ha prodotto effetti anche sotto il profilo del suo equilibrio psichico ed emotivo.

    E’ stato ricoverato più volte, con aumento del disagio e della difficoltà in fase recupero. (relazione del sig. REALE al GT del 20/12/2011)

    Fin qui nulla di male, ma ecco scattare ex abrupto nella prosa accidentata del sig. Manzoni – REALE una sorta di conversione lampo da parte del suo beneficiario, che evidentemente molto cretino non avrebbe dovuto essere nemmeno in data successiva alla prima relazione dell’amministratore, ossia nel dicembre 2011, il suo ultimo mese di vita.

    Nelle parole del sig. REALE la conversione del sig. COSTA è moto più celere ancora di quella dell’Innominato, anche se in tal caso egli, anziché imbattersi nella candida spiritualità di Lucia Mondello, va a sbattere contro un amministratore su cui nulla preferiamo ulteriormente profferire affinché abist inuria verbis.

    Infatti prosegue REALE (doc. n° 97, citato):

    In precedenza [il sig. COSTA, ndr] era sempre apparso molto agitato ed oppositivo verso i propri figli, ai quali non aveva voluto che venisse riferito alcunché della propria salute e delle gravi patologie che lo affliggono, ma durante l’ultima visita effettuata presso il domicilio mi ha chiaramente manifestato interesse all’idea di incontrare i figli.

    Pochi giorni dopo è stato nuovamente ricoverato presso il Maria Vittoria di Torino. Ho ritenuto di avvisare i figli, i quali dopo pochi minuti si sono recati a fargli visita al pronto soccorso. (relazione del sig. REALE al GT del 20/12/2011)

    Si noti come il sig. REALE, dopo aver consultato il dott. ODDONE (altro membro di EGIDA) disponga il ricovero del paziente gravissimo al CTO, contro l’espresso parere della dott.ssa ALPHA, che, vista la gravità della situazione cardiaca e il quadro di multinsufficenza organica, propendeva invece per la clinica Fornaca o per una Terapia intensiva particolarmente attrezzata.

    In ogni caso appare surreale la conversione in stile Innominato in un paziente che si presenta all’ennesimo ricovero in sei mesi con questa diagnosi all’ingresso: Cardiopatia ischemica – infarto miocardico acuto verosimile, cardionefropatia ipertensiva con insufficienza cardiaca ed insufficienza renale acuta. Fibrillazione atriale. Congestione epatica cronica. Trombocitopenia.

    Insomma il quadro conclamato di una MOF, la temutissima sindrome da multinsufficienza organica.

    Dopo questo passaggio, torna in campo il commissario tecnico REALE che, con assoluta nonchalance, da buon manager dei soldi e dei beni altrui, totalmente disinteressato alla cura ed assistenza del suo assistito, va a ruota libera nell’indicare una serie di aggiornamenti impiantistici e decorativi, a suo avviso necessari per l’alloggio del sig. COSTA: non ha infatti ancora compreso che il beneficiario è moribondo e che non farai mai più ritorno nell’alloggio di una vita.

    Recita la relazione (doc. n° 97, citato):

    Presso l’abitazione ad inizio mese sono venuti due elettricisti per effettuare un sopralluogo al fine di sottopormi un preventivo di spesa per mettere in sicurezza l’impianto dell’appartamento. La situazione è stata definita urgente da entrambi, visto che l’impianto elettrico manca di “salvavita” e molte prese erano con i fili scoperti o danneggiati. (relazione del sig. REALE del 20/12/11 al GT)

    Chi aveva visto l’alloggio del sig. COSTA sa benissimo che i fili danneggiati e scoperti si potevano ritrovare solo nel cranio affabulatorio del sig. REALE.

    Continua il REALE con indigesto tono melasso, bicarbonato necessitante:

    Entrambi hanno consigliato il rifacimento totale dell’impianto ma questo avrebbe comportato molto rumore e disagio per il signor Luigi. Si è quindi optato per la messa in sicurezza dell’impianto con il rifacimento delle prese con fili danneggiati o scoperti e l’eliminazione delle luci e delle prese vicine al letto del signor Costa, non riparabili, e la relativa sostituzione con una luce a piantana. (relazione del sig. REALE del 20/12/11 al GT)

    Questo brano ultimo è davvero affabulatorio: ma che vuol dire che sono state tolte le luci e le prese danneggiate vicino al letto del sig. COSTA per sostituirle con una luce a piantana? Se non fosse per il dramma vissuto da Luigi COSTA si potrebbe tranquillamente affermare che siamo dinanzi ad un’opera buffa.

    Di nuovo l’introduzione di una cabina vetrata a perimetrazione della doccia di un bagno viene fatta passare per delicata opera di ingegneria idraulica da far impallidire le stesse ricerche del grande studioso del cosiddetto risalto idraulico: solo che qui anziché gli studi dell’ingegner Giorgio Bidone, più sommessamente, nonostante il promettente incipit, il sig. REALE si limita a procurarci un semplice bidone tout court.

     Prosegue il General Manager, quasi ironizzando sulla circostanza che, mentre il paziente decedeva, i lavori avanzavano (doc. n° 97, citato).

    L’architetto incaricato ha trovato una soluzione adeguata per il rifacimento della doccia al fine di poter permettere allo stesso di poter essere lavato dalle badanti. Poiché era necessario rompere parte delle piastrelle del bagno ho chiesto all’architetto di prenotare il box doccia e quant’altro necessario e di allertare i muratori affinché si tenessero pronti ad eseguire i lavori solo quando non avessero recato disturbo al sig. Costa. Il tutto è stato valutato con riferimento ad interventi minimi e comunque nel limite di spesa rispetto a quanto reso disponibile in sede di decreto dì nomina.

    Durante il periodo di ricovero al pronto soccorso si sono potuti agevolmente eseguire i lavori. (relazione del sig. REALE del 20/12/11 al GT)

    Poi il sig. REALE introduce l’interessante tema del letto lavabile: è davvero una mente feconda, non ne dubitavamo, ed è veramente un tocco noire quello sulle precisazioni circa la rete matrimoniale con materasso termoformabile. Il General Manager poi ci annuncia di aver fatto le cose in grande (ancora doc. n° 97, citato):

    Il letto del signor Costa si era completamente rotto ed ho provveduto a far fare due preventivi ed a sostituirlo con letto matrimoniale facilmente lavabile, con materassi in lattice, termoformabili, confortevoli per chi è a lungo allettato ed idonei in quanto antidecubito.

    Durante il ricovero ho inoltre dato incarico ad un imbianchino di rinfrescare la camera da letto. Accompagnato sul luogo ho ritenuto opportuno far ridipingere tutto l’alloggio che effettivamente necessitava di essere tinteggiato dato il grigiore e la trascuratezza generale. (relazione del sig. REALE del 20/12/11 al GT)

    Ed ecco la trionfale constatazione che, a meno di una settimana dal decesso annunciato del sig. COSTA, la sua abitazione era diventata come una sorta di Villa di Versailles, pronta per ospitarne non la residenza, ma a questo punto il mausoleo.

    Quindi ad oggi l’appartamento è pronto per il rientro a casa del beneficiano, infatti è stato rivisitato nell’impianto elettrico, rinfrescato, pulito, il letto è nuovo ed il bagno è stato dotato di doccia idonea ai bisogni del sig. Costa, il tutto senza arrecare disturbo allo stesso. (relazione del sig. REALE del 20/12/11 al GT)

    Poi, alla fine il sig. REALE non si dimentica che in fin dei conti il suo “beneficiario”, secondo l’immaginifico linguaggio giuridico, è anche un paziente, grave assai aggiungiamo noi (doc. n° 97, citato).

    Lunedì sera mi ha telefonato la dott.ssa ALPHA, comunicandomi il disagio del sig. Costa e la criticità della sua situazione generale. La dott.ssa ha ritenuto non fosse più idoneo trattenere presso il pronto soccorso il beneficiano, senza un ricovero vero e proprio. Mi ha chiesto di chiamare la clinica Fornaca di Torino per verificare la possibilità di un ricovero adeguato. Mi sono adoperato sia presso la Fornaca sia presso la Koliker [complimenti per il nuovo nome affibbiato alla nota clinica!, ndr] ma, entrambe non hanno dato la disponibilità per la serata. Mi sono quindi rivolto al dott. Oddone Virginio [membro del club EGIDA, ndr] per chiedere un possibile ricovero presso il CTO nel reparto medicina. Nella mattina seguente, preso contatto con il dott. De Benedetti, questo si è adoperato per il ricovero che è avvenuto con trasferimento da! Maria Vittoria al CTO nella stessa mattinata. (relazione del sig. REALE del 20/12/11 al GT)

    Anche qui non sembra fare una grinza la considerazione che un uomo affetto da reiterati infarti ed arresti cardiaci venga ricoverato in un primario centro ortopedico: la scelta viene operata in prima persona dal primario sig. Giuseppe REALE, che afferma di essersi rivolto al socio EGIDA dott. ODDONE per ricoverare il suo beneficiario al CTO. Complimenti!

    Non occorrono ulteriori commenti. Al CTO infatti verrà eseguito un esame tanatologico – come si legge in cartella clinica – a regola d’arte

    Poi Edmondo REALE comunica che i figli si sono degnati di recarsi in vista al padre ormai morente: una pagina da libro Cuore, anche se poteva meglio essere sviluppata la trattazione, che ha qualcosa da invidiare a quella del buon De Amicis. Subito dopo apprendiamo dal dr. DE BENEDETTI che la situazione di salute è in deterioramento e così le funzioni psichiche. Non l’avremmo detto in considerazione del fatto che il paziente è affetto da un’insufficienza multiorganica con cuore, fegato e polmoni completamente cimiti, per l’esattezza frazione di eiezione ventricolare al 20%, ossia cuore che non riesce più a pompare, edema polmonare per cui la TAC polmonare evidenzierà un veramente imponente versamento pleurico. Aggiungiamo il diabete, l’infarto e la pregressa fibrillazione ventricolare (arresto cardiaco) ed il quadro è davvero completo.

    Prosegue con un nuovo colpo di scena il primario REALE (doc. n° 97, citato):

    Ho informato i figli di tale spostamento. I figli hanno fatto visita al padre.

    In data odierna ho sentito il dott. De Benedetti il quale mi ha rappresentato la delicatezza della situazione dato il decadimento fisico e cognitivo del sig. Costa, il quale appare molto confuso e debilitato.

    Fatto grave segnalato è che lo stesso sig. Costa ha avuto conati di vomito con espulsione di sangue. Circostanza questa che ha fortemente preoccupato il personale medico che teme una infezione da tubercolosi, condizione mai rilevata fino ad oggi. Hanno deciso di porlo in condizioni di isolamento, per quanto possibile fino a quando non vi saranno i risultati di tutti gli accertamenti diagnostici intrapresi. (relazione del sig. REALE del 20/12/11 al GT)

    Ecco infatti il capolavoro, il coup de theatre, della sceneggiata messa in onda dal primario REALE, e purtroppo non solo da lui: compaiono striature ematiche nell’escreato di COSTA e non vengono attribuite come sarebbe di pacifica evidenza, alla degenerazione di un fegato che non è più in grado di produrre i fattori della coagulazione, ma entra in scena il mal sottile, la tubercolosi.

    Sì, il sig. COSTA è un tubercolotico!

    Ipso facto egli abbisogna urgentemente di un tutore, va interdetto, o in ogni caso occorre graduare l’amministrazione di sostegno verso i livelli di interferenza sul “beneficiario” i più alti possibili, come se egli fosse – a tutti gli effetti – un individuo divenuto in fieri interdetto.

     Insomma viene profondamente frainteso il significato dell’emoftoe del sig. COSTA (presenza di mucosità striate di sangue)

     Ed in questo gioco il primario REALE sembra spalleggiato dal dr. DE BENEDETTI che è il primario titolare del reparto in cui COSTA viene ricoverato al CTO (medicina generale), reparto dai cui medici, come si vedrà a breve, arriverà il colpo di grazia al sig. COSTA, proprio sulla base di questa errata ipotesi diagnostica.

    Il dott. DE BENEDETTI riferisce delta opportunità di una cura ex iuvantibus con farmaci che – oltre ad essere perfettamente inutili nel caso del paziente – presentano un ulteriore piccolo difetto, in quanto vengono metabolizzati prevalentemente dal fegato, e sono del pari epatotossici.

    Non solo, ma per rendere il quadro a tinte maggiormente noire, a titolo puramente precauzionale verrà addirittura disposto l’isolamento del sig. COSTA, che in realtà non risulterà poi affetto da forma alcuna di tubercolosi, come la sottoscritta, aveva, inascoltata, sin dall’inizio sostenuto, forte di una pluridecennale esperienza di sanatori e dispensari antitubercolari.

     Apprese queste notizie, il primario REALE si rivolge alla dr.ssa GIANNONE, inneggiando alla finalmente individuata malattia ad hoc del sig. COSTA, dalla giusta valenza scenica, ossia la tubercolosi: il beneficiario ha la tubercolosi!!!!

    A questo punto, dopo la felice notizia propinata al GT perché costei gli attribuisca tutti i pieni potere di cui abbisogna per dominare completamente il sig. COSTA (su cui da tempo regna in accordo con i suoi figli da lui odiati), le ricorda anche il caso di un fantomatico Falete El Mostafà, dimostrando una confidenza che ha dello stupefacente, ed un pari disprezzo per il difensore del sig. COSTA, avv. BETA, essendo pacifico che una relazione al giudice non è un’epistola privata e l’avvocato del “beneficiario” ha forse il diritto di sapere chi sia mai questo Mostafà.

    Nel contempo il sig. REALE auspica che venga definitivamente allontanata la dott.ssa ALPHA ritenendola egli incapace – anzi la fa reputare incapace professionalmente dagli stessi sanitari del CTO, senza giustificare in modo alcuno quest’ennesima scorreggia incendiaria – ed anzi con alito pestilenziale e raddoppiando la sua inconfondibile scorreggia micidiale, precisa che sull’operato della stessa dottoressa in seguito sarà lui stesso a fare i conti, riservandosi il verdetto finale, in piena acuzie del suo classico delirio, e delle sue forti pulsioni diffamatorie e calunniatrici.

    Meraviglia inoltre anche la conclusione, ossia l’osservazione che con l’allontanamento della dott.ssa ALPHA, disposto dal commissario tecnico REALE, si eliminerebbe ogni “indebita interferenza con i figli, ora comunque accettati dal padre”, la terza incendiaria ed infame scorreggia; posto che i figli – per fortuna del povero padre- nemmeno accompagneranno con l’assistenza il padre durante gli ultimi giorni di agonia, intervenendo solo ad esame tanatologico eseguito.

    Conclude infatti il REALE (doc. n° 97, citato):

    Nel contempo l’amministratore di sostegno venga facoltizzato, anche in via provvisoria e per il tempo necessario a prestare formale consenso ai trattamenti sanitari ed ai presidi da applicare, dato lo stato confusionale del sig. Costa.

    Si segnala alla S.V.Ill.ma il caso del sig. Falete EI Mostafà in cui l’amministratore di sostegno venne autorizzato per 90 giorni a prestare il consenso.

    Tale possibilità consentirebbe di evitare disagi anche in relazione alla presenza della dott.ssa ALPHA che pare non apprezzata dal personale medico, con riserva sull’operato della stessa.

    Si eviterebbe così ogni interferenza indebita anche in ragione delta presenza dei figli, ora comunque accettati dal padre.

    Torino, 20 dicembre 2011

    L’amministratore di sostegno REALE (relazione del sig. REALE del 20/12/11 al GT)

     Ed in effetti, due giorni dopo, in data 22/12/2011, la dr.ssa GIANNONE, GT, comunicava al sig. REALE che, con riferimento all’A.SO 7390/2010, ne mutavano radicalmente le condizioni, grazie alla presa d’atto delle due relazioni dell’amministratore.

    Insomma, ai sensi degli art. 405, 407 c.c., il GT disponeva che il sig. REALE godesse di poteri simili a quelli di un tutore, cosa che, di fatto, accadeva già regolarmente, il tutto a cinque giorni dalla morte del sig. COSTA:

    Il Giudice Tutelare, dott,ssa GIANNONE, con provvedimento 22/12/2011 ha provveduto alla modifica/integrazione urgente del decreto di nomina nei seguenti termini:

    Il GIUDICE TUTELARE

    vista la segnalazione trasmessa dall’amministratore dl sostegno dott. Giuseppe Reale relativamente al sig. COSTA Luigi Antonio, trasmessa in data 28/11/2011 – 21/12/2011;

    preso atto che il sig. COSTA è stata ricoverato nuovamente all’Ospedale Maria Vittoria e successivamente trasferito presso il CTO, in condizioni di isolamento per la gravità delle condizioni;

    – il dott. DE BENEDETTI del CTO ha riferito di un notevole aggravamento sia fisico che psichico del signor COSTA che appare molto confuso e debilitato (è stata prospettata una possibile infezione da tubercolosi)

    – considerato che nelle condizioni sopra indicate debba ritenersi, allo stato, che il sig. COSTA non sia in grado di manifestare il proprio consenso/dissenso e che il medesimo pur essendo sottoposto ad un provvedimento di amministrazione di sostegno, si trovi attualmente in una contingente situazione di totale scompenso, presumibilmente la conseguenza dell’aggravamento della patologia che lo affligge;

    – premesso che:

    – l’art. 407 4° comma c.c. disponga che il Giudice Tutelare possa in ogni tempo, modificare o integrare, anche d’ufficio, le decisioni assunte con il decreto di nomina dell’amministratore di sostegno;

    – l’art. 405 al quinto comma c.c. prevede che il Giudice Tutelare, qualora ne ravvisi la necessità, adotti anche d’ufficio i provvedimenti urgenti per la cura della persona interessata e per la conservazione e l’amministrazione del patrimonio, con la nomina di un amministratore di sostegno provvisorio, indicando gli atti che questi è autorizzato a compiere;

    – rilevato come la situazione sopra prospettata integri il disposto di cui all’art. 405, IV comma c.c., norma, c.d. di chiusura, con il quale il legislatore ha voluto prevedere in via eccezionale, un’ipotesi di intervento sostitutivo dell’amministratore; tale disposizione trova applicazione in presenza di situazioni d’urgenza e di totale compromissione sia pure temporanea, delle capacità del beneficiario;

    consegue: l’assunzione di tutti i provvedimenti necessari in luogo dell’amministrato, con attribuzione al’amministratore di poteri analoghi a quelli del tutore anche in termini di cura della persona; i provvedimenti così assunti sono legittimati dall’urgenza e devono avere durata corrispondente al perdurare della totale compromissione.

    Nella specie ricorrono i presupposti dell’’urgenza e della necessità di provvedere in nome e per conto dell’amministrato nell’assunzione di provvedimenti di cura. (Provvedimento del GT del 21/12/2011)

     In realtà sin da sempre il sig. REALE, scavalcando ed emarginando completamente a livello decisionale la dott.ssa ALPHA, giocando sulla di lei fragilità psicologica, si era comportato come l’autentico vero “padrone” del sig. COSTA, e prima del predetto decreto che gli conferiva sostanzialmente i poteri di tutore – tra i quali comunque non può trovar posto l’incredibile sostituzione del medico curante di fiducia del proprio assistito, se non per giustificata motivazione scientifica – già se li era arbitrariamente avocati, salvo poi ex post sollecitarne, con le due relazioni al GT del novembre e dicembre 2011, l’attribuzione formale.

     In tal senso si inquadra la continua ricerca di accertamenti specialistici, che vanno dal consulto con la dott.ssa DELSEDIIME ed il dott. CERRATO, all’evidentemente sollecitata TAC encefalica svolta al CTO otto giorni prima del decesso del sig. COSTA: accertamento quest’ultimo davvero fantascientifico, atto, come si legge nella richiesta, a verificare il decadimento cognitivo eventuale del paziente!

     La TAC peraltro deluderà poi in larga parte le attese, ma nel frattempo resta il fatto sensazionale che dei medici, evidentemente pressati dall’alito pestilenziale di qualcuno, dispongano un simile accertamento a carico di un paziente che soffre di una multinsufficienza organica, la temutissima MOF, che costringerebbe a limiti cognitivi limitati anche la persona più intelligente esistente al mondo.

    Questi accadimenti sono infatti ulteriore conseguenze del patto scellerato del REALE con i figli del sig. COSTA, di cui egli aveva sposato repentinamente tutte le tesi accusatorie nei confronti della dottoressa ALPHA. Un’adesione talmente integrale ed acritica da scatenare automaticamente le peggiori congetture.

     Tuttavia il sig. REALE venne a conoscenza di questo provvedimento del GT con alcuni giorni di ritardo per via della concomitanza delle festività natalizie, quando il COSTA era ormai deceduto. Non gli parve forse vero che la sua richiesta fosse stata accolta. E corse a sbandierare il prevedimento al primario del reparto del CTO in cui era deceduto il suo assistito, il dr. DE BENEDETTI.

    All’improvviso, dopo essersi da sempre comportato come padrone tutore del sig. Luigi COSTA egli scoprì, siappure tardivamente, che poteva sbandierare ora una copertura per il potere esercitato, sin dall’inizio del suo incarico, su un paziente assai malato in modo assolutamente abusivo e in dispregio di quello che era il suo incarico.

    Pirandello scriverebbe che egli si ritrovò con la “patente”.

    il REALE infatti il 3/1/2012 indirizza al dr. DE BENEDETTI, primario del reparto il cui il suo “beneficiario” era deceduto esattamente il 27/12/2011 una missiva preceduta dal solito epinicio, studio notarile, tre numeri di telefono, tre email, tra cui la mitica “rabbino.giairo@virgilio.it, la pomposa definizione di mediatore accreditato Ministero Grazia e Giustizia ADRAEQUITAS, per trasmettergli il decreto del Giudice tutelare dott.ssa Giannone.

    Comportamento non dissimile teneva il sig. REALE nei confronti della Procura della Repubblica. Infatti inviava alla PG della dr.ssa RUFFINO, comunicazione del decreto 22/12/2011 con cui il GT estendeva i suoi poteri a quelli di una sorta di vero e proprio tutore, accludendo la sua relazione finale, trasmessa in precedenza alla stessa dott.ssa GIANNONE. Dava inoltre comunicazione alla PG della notizia dell’imminente pubblicazione presso lo studio del notaio AJMERITO della pubblicazione del testamento olografo del sig. Luigi Antonio COSTA, di cui era stato informato dalla segretaria dello studio notarile.

    Il sig. REALE, alias giairo.rabbino©virgilio.it, Mediatore accreditato Ministero Grazia e Giustizia ADRAEQUITAS, scrive infatti il 12/1/2012, dando la stura al proc. pen. n°1016-12 (quello contro la dr.ssa ALPHA e l’avv. BETA) all’Ill.mo maresciallo Maurizio Tacchetto, facente parte della PG della Procura dedicata al OM dr.ssa RUFFINO, per inviargli nell’ambito dell’Amministrazione di sostegno n. 7390/2011 “relazioni e documenti inerenti”.

    Con la presente per inoltrare le ultime due relazioni depositate presso l’Ufficio del Giudice tutelare di Torino nell’interesse del beneficiano signor Costa Luigi, unitamente a decreto integrativo emesso dalla dott.ssa Giannone in data 22 dicembre 2011 e la comunicazione pervenutami via e-mail dallo studio del notaio Diego Ajmerito con studio in Torino c.so Vinzaglio 19.

    Disponibile per ogni ulteriore precisazione, con l’occasione porgo cordiali saluti rinnovando gli auguri per un felice 2012.

    Torino, 12 gennaio 2012. (missiva del sig. REALE all’Ill.mo Maresciallo TACCHETTO, della PG afferente al PM)

    Da tempo il sig. REALE era già in stretto contatto con la Procura, forse per via dei proc. pen. archiviati, ossia quello relativo all’esposto dei fratelli COSTA, il n° RG 5208/10; quello relativo all’esposto delle assistenti sociali per il caso della SERRALUNGA sfociato nel proc. pen. n° RG 407/11; ed ancora l’ultimo relativo al diverbio tra la dott.ssa ALPHA e la dott.ssa BIGO e la direzione sanitaria del Birago di Vische che le impedivano di compulsare le cartelle cliniche del suo paziente sig. COSTA, dietro subacqueo infinocchiamento da parte dell’ineffabile sig. REALE, e per cui era stato aperto il proc. pen. 4867/11.

    Infatti egli scrive alla PG e dopo appena due giorni viene ascoltato a sit nell’ambito del proc. pen. 1016/2012.

    E’ una specie di giorno speciale per il sig. REALE quel 12 gennaio 2012, albo signando lapillo.

    Ha infatti appena ricevuto dalla segretaria del notaio AJMERITO la comunicazione dell’avvenuta fissazione della data per la pubblicazione del testamento olografo del sig. Luigi COSTA, datato 10 dicembre 2010 e, stretto ormai uno scellerato patto con i figli del de cuius, si precipita a darne informazione al mar.llo TACCHETTO, per incominciare la gigantesca ed infamante montatura ai danni della dr.ssa ALPHA

    Per quale motivo poi si rivolga al predetto maresciallo, essendo non ancora aperto il proc. pen. n° 1016-12 è un mistero che, a differenza di quelli eleusini, un personaggio come il sig. REALE celebra evidentemente con quotidiana frequenza, mediante il pissi pissi bao bao dei corridoi del Palazzo di Giustizia, per via dell’abbindolamento che ha dimostrato di saper operare ai danni di molteplici magistrati e non solo dei poveri vecchi malcapitati sotto le sue sgrinfie cui riserva “un approccio “olistico”, all’interno del quale il valore cardine di riferimento è la “centralità della Persona”, che rifugge la tradizionale “unidimensionalità” della lettura delle esigenze del soggetto bisognoso di protezione” (cfr. la citata mission di EGIDA sul web di cui al doc. n° 96, citato).

    In ogni caso, perveniamo infine alla terza inebriante relazione, scritta dopo il decesso del sig. COSTA dallo stesso REALE al GT. Anche qui, dopo il solito buffo epinicio, segue un utilizzo malcerto della lingua di Dante, presa letteralmente a ceffoni, mediante inserti di un linguaggio alla Frassica (doc. n° 94):

    RELAZIONE E RENDICONTO FINALE PER AVVENUTO DECESSO DEL BENEFICIARIO.

    Con la presente, il sottoscritto Reale dott. Giuseppe, nato a Torino il 4 settembre 1961, domiciliato presso lo Studio Notarile Pelle in via Bertolotti n. 7 a Torino, non in proprio ma in qualità di Amministratore di Sostegno, del signor Costa Luigi Antonio nato a Genova il 20-04-1931 e residente a Torino in via Palmieri nr.14, nominato con decreto della S.V. IlI.ma in data 21 luglio 2011 dal Giudice Tutelare di Torino, dott.ssa Daniela Giannone, ufficio assunto con successivo giuramento in data 27 luglio, presenta ed espone relazione e rendiconto finale per avvenuto decesso del Beneficiano in data 27 dicembre 2011 presso il CTO Ospedale Maria Adelaide di Torino, reparto Medicina piano 8°. (3^ relazione del sig. REALE al GT del 9/1/2012)

    Pure in questa terza relazione il sig. REALE stucchevolmente ci dice che COSTA era sì un tipo caratterialmente complesso: tuttavia il relazionatore, laureato per corrispondenza in psichiatria e in disturbi del comportamento, da buon giudice dell’ordine di Torquermada, ascoltati il gatto e la volpe (i fratelli COSTA) con cui ha stretto un patto d’acciaio, sa che i buoni erano per l’appunto appunto costoro, che sono stati allontanati dal padre dalla funesta presenza della dott.ssa ALPHA, la quale, approfittò del suo decadimento mentale per plagiarlo e circonvenirlo. Siamo dinanzi all’ennesima sceneggiata meroliana. Non solo, ma IL REALE dimostra indubbie capacità di antiveggenza e bilocazione, bene conoscendo quanto accadde al sig. Luigi COSTA in tempi assai antecedenti ai suoi ultimi quattro mesi di vita, gli unici in cui ebbe modo di conoscerlo, ed infatti scrive (doc. n° 94, citato):

    Da quanto emerso nell’analisi del contesto di vita del signor Costa con riferimento almeno agli ultimi anni della sua esistenza è incontestato che il suo decadimento sia un fenomeno caratterizzante non solo l’ultimo anno di vita. La trascuratezza dell’abitazione e la scarsa attenzione all’igiene del suo ambiente di vita fanno pensare che il signor Costa Luigi, pur se persona dalla complessa caratterialità, avesse già da tempo perso autonomie effettive ed adeguata capacità critica e di valutazione. Persona molto facoltosa, abituata ad un buon livello e tenore di vita, si è sempre più lasciato invadere da soggetti terzi che hanno trovato facile possibilità nel far leva sui suoi bisogni relazionali, sulle sue propensioni caratteriali che hanno sempre in qualche modo rappresentato vissuti persecutori anche verso i figli. (3^ relazione del sig. REALE al GT del 9/1/2012)

    Qui veramente il sig. REALE ci fa sbellicare dalle risate. il linguaggio ricorda quello delle migliori performance di FRASSICA. L’amministratore è nel marasma assoluto: in rapida successione si succedono decadimento di COSTA, trascuratezza dell’abitazione, complessa caratterialità, perdita di autonomie affettive, propensione caratteriali: insomma, detto fuor d’ambagi, l’uomo lancia nuove scorregge in libertà.

    Prosegue l’amministratore (doc. n° 94, citato):

    Come già rappresentato nelle precedenti relazioni, il sottoscritto ha cercato di comprendere a fondo la situazione del beneficiano sia nella relazione con la dott.ssa ALPHA sia nella relazione con i figli.

    I figli hanno rappresentato il loro disagio in modo puntuale rispetto al vissuto familiare ed alle difficoltà che si sono ulteriormente verificate con la presenza della dott.ssa ALPHA, la quale dal canto suo ha sempre dichiarato di essersi occupata della salute del signor Costa e non altro. (3^ relazione del sig. REALE al GT del 9/1/2012)

    Dopo un’iniziale concessione alla potenziale buona fede della dottoressa Torquemada Reale prorompe in un’arringa durissima: come si è permessa la dott.ssa ALPHA di venire incontro all’esigenza del sig. COSTA che, sebbene in gravi condizioni, desiderava, in nome di una dignitas pacifica, recuperare la dentiera che gli avevano smarrito al pronto soccorso del Maria Vittoria solo qualche giorno prima? Il “beneficiario” infatti voleva tentare di alimentarsi e soprattutto era innervosito dalla difficoltà provata nel cercare di poter parlare, bisogno quest’ultimo che voleva soddisfare, presentendo l’approssimarsi della fine. Inoltre qualsivoglia cretino avrebbe capito che, a fronte di queste esigenze, non vi fosse alcun disagio per il sig. COSTA nel rilevamento delle impronte delle arcate dentarie.

    Di certo al CTO, come spesso accade nelle corsie ospedaliere, nessuno si preoccupa di dentiere smarrite e della possibilità di fonazione dei pazienti: costoro sono spesso privati di dignitas negli ospedali, sono semplicemente un posto letto caratterizzato da un numero, qualche volta più semplicemente sono una patologia..

    In ogni caso, la prosa del REALE che segue è delirante, con aspetti anche raccapriccianti: si veda ad esempio il tono sfottitorio con cui il nostro personaggio commenta con alito pestilenziale, lanciando una micidiale ennesima scorreggia incendiaria, il gesto della dottoressa ALPHA di ricostruire una protesi dentaria al suo amico paziente morente, seguendo il principio morale altissimo che l’ha sempre animata ed anima nell’esercizio della professione medica in generale, sia in quello dell’odontoiatria, durante il quale non hai mai negato cure odontostomatologiche a nessun paziente, compresi pure malati di tumore all’ultimo stadio, spesso facendosi rimborsare le pure spese materiali, senza null’altro pretendere, come nel caso del figlio della signora Teresa VANDONE, il sig. Giovanni FENOGLIO – gravissimo per il morbo di Cusghing che lo attanagliava con effetti devastanti – e che decise ugualmente di sottoporsi ad un intervento di implantologia, che a breve avrebbe dovuto essere coronato da protesizzazione fissa definitiva, quando purtroppo morì per le complicanze devastanti della malattia, non ancora settantenne.

    Ed eccola la prosa – spazzatura dell’amministratore cui ci siamo riferiti (doc. n° 94, citato):

    Se questo fatto e questa affermazione può essere apparsa vera negli ultimi mesi, forse anche in forme eccessive ed esasperate, ha presentato tratti anomali proprio nell’ultimo ricovero presso il CTO, dove seppur in un contesto attento alle condizioni di salute del Beneficiario, la dott.ssa ALPHA ha forse superato i limiti che la situazione grave del signor Costa imponeva. Proprio il giorno del decesso la stessa dott.ssa ALPHA chiedeva con insistenza di poter prendere le impronte dentarie al fine di poter rifare la protesi superiore persa nell’ultimo ricovero presso il pronto soccorso del Maria Vittoria. La stessa ha telefonato minacciando di rivolgersi ai carabinieri perché i medici del reparto avrebbero impedito tale operazione: la stessa riferiva della necessità che il signor Costa potesse mangiare qualche cosa (una banana riferiva nella telefonata fattami). Alla stessa ho chiesto di avere rispetto per te condizioni del signor Costa e che i medici si adoperavano in modo adeguato nell’interesse dello stesso paziente: non sembrava accettare tali indicazioni. Nella stessa giornata il signor Costa decedeva ed i medici anche nei giorni precedenti rappresentavano che lo stesso paziente non avrebbe potuto essere nutrito diversamente da come stava già avvenendo, con flebo integrate.

    Certo l’ultimo problema del signor Costa era quello dì vedersi applicare una nuova protesi dentaria. (3^ relazione del sig. REALE al GT del 9/1/2012)

     Seguono le ennesime diffamazioni a ruota libera (doc. n° 94, citato)

    A tal riguardo si segnala che proprio in tale circostanza, e non so per quale ragione, sono stato raggiungo telefonicamente dal signor Scassa, il quale mi chiedeva di sapere quali fossero le ragioni che non consentivano alla dott.ssa ALPHA di intervenire, ho chiesto allo stesso a quale titolo mi chiedesse tali informazioni, ma la risposta è stata vaga e ricondotta ad un rapporto fiduciario estremamente riservato di cui non poteva riferire nulla. Il riferimento era al trust – costituito alcuni mesi prima dell’apertura dell’amministrazione, dove Io stesso Scassa ricopriva la figura del controllore. Nel pomeriggio del 27 dicembre lo stesso Scassa mi richiama urlando in modo poco educato al telefono ed accusandomi di essere un Burocrate del Tribunale… interrompo immediatamente la conversazione.

    Successivamente vengo raggiunto telefonicamente dall’avv. BETA, il quale si giustifica per il signor Scassa osservando che si tratta di persona con problemi. Quello che mi chiedo è come mai una persona con problemi… non so di che tipo… venga nominato controllore in un trust dove il trustee è la dott.ssa ALPHA, medico? (3^ relazione del sig. REALE al GT del 9/1/2012)

    Oltre ai soliti sproloqui, tipo quello sulle “flebo integrate” del primario REALE, siamo dinnanzi alle solite micidiali scorregge incendiarie.

    In effetti l’ing. SCASSA, cui si era rivolto al dottoressa ALPHA, alla quale, si badi bene, era stato addirittura, come riportato agli atti, impedita la compulsazione delle cartelle cliniche del suo paziente, telefonò al sig. REALE il 27/12/2011, nella mattinata, qualificandosi con nome e cognome, per conto ovviamente della dottoressa ALPHA, esprimendogli l’assurdità di tutto quanto stava accadendo, posto che, evidentemente, come già era accaduto all’Ospedale Birago di Vische nel mese di settembre, ovunque il sig. REALE si recava dai primari di turno e dalle direzione sanitarie presentandosi come tutore e non già come amministratore con poteri esclusivamente di controllo del sig. COSTA, raccomandando di vietare l’accesso alla documentazione sanitaria alla dottoressa ALPHA.

    Il sig. REALE si limitò a rispondergli che avrebbe verificato quanto lamentato dalla dott.ssa ALPHA, cui l’ing. SCASSA aveva caldamente raccomandato di far intervenire il poliziotto di turno al CTO per verbalizzare l’accaduto, che, tuttavia non era rintracciabile. Poi aveva telefonato alla direzione sanitaria, spiegando la situazione allucinante in cui era venuta a trovarsi la dott.ssa ALPHA ed un’ispettrice gentilmente si era offerta di assumere informazioni e riferirgli in merito.

    La risposta era stata che il sig. REALE in persona aveva posto il divieto.

    Allucinante.

    Appresa la notizia delle morte di COSTA, avvenuta del pomeriggio di quello stesso giorno l’ing. SCASSA, che aveva constatato il totale abbandono assistenziale del signor COSTA la notte di Natale, per cui, tra mille difficoltà, la dott.ssa ALPHA si era industriata a reperire un’infermiera intervenuta in emergenza, e che aveva addirittura provveduto a ricercare lui personalmente una badante per la notte successiva, tal signora Claudia, espresse all’amministratore, il suo sconcerto per tutto quanto aveva constatato ed appreso negli esatti termini sopra esposti. In compenso, il sig. REALE con alito pestilenziale cerca qui di lordarne l’immagine, inventandosi di sana pianta insinuazioni viscide contro di lui.  

    Non vi è dubbio che l’alleanza REALE – figli di COSTA – sfociata a breve nella delega a procuratore conferitagli dalla sig.ra Lucia COSTA, figlia del de cuius – era stata siglata da un pezzo e le scorregge incendiarie dell’amministratore volavano alte: egli doveva difendere la sua fetta di torta.

    Impossibile pensare anche solo lontanamente di fronte a tanta merda, gratuitamente spruzzata, pure nei confronti del proprio “beneficiario” che quest’uomo possa ancora decidere il destino di tanti sventurati, essendo da una vita riuscito a carpire la fiducia dei giudici tutelari, come ipnotizzati dinanzi a quest’incantatore di serpenti.

    Segue un’ennesima pantomina del REALE, che si scioglie in un elogio aperto del figlio del sig. COSTA, che ha seppellito il padre nella nuda terra, ulteriore sgarro alla volontà dl un genitore che aveva addirittura ideato e realizzato la sua tomba di famiglia, il cui loculo giace ora vuoto.

    Per tacere dell’assenza della figlia Lucia ai funerali dell’odiato padre e che, peraltro, pretendeva dal padre il versamento annuale della quota di manutenzione della tomba di famiglia, da cui l’ha estromesso!

    Ecco il commento del sig. REALE (doc. n° 94, citato)

    Più adeguato è apparso il figlio che negli ultimi giorni ha fatto visita al padre relazionandosi, con il personale medico, in modo più responsabile ed adeguato alla situazione del padre, ed occupandosi in fine del funerale, sempre coordinandosi con il sottoscritto.   (3^ relazione del sig. REALE al GT del 9/1/2012)

    Segue una non richiesta, e palesemente falsa, giustificazione sul perché il sig. REALE avrebbe attuato alcuni lavori all’interno dell’abitazione del sig. COSTA, essendo evidente che le condizioni del paziente erano gravissime.

    Egli non si preoccupò invece, ad esempio, di convocare almeno un’infermiera ad assistere di notte al CTO il sig. Luigi COSTA, palesemente defedato, specie se si considera che il suo ricovero coincideva in pieno con il periodo delle festività natalizie, con riduzione anche del personale infermieristico ospedaliero.

    Dovette infatti provvedere la dott.ssa ALPHA in persona, passando sotto le forche caudine del sig. REALE, ad adoperarsi affinché fosse garantita un’assistenza al povero paziente nelle notti di Natale e Santo Stefano, un’omissione che grida vendetta alla luce dei salatissimi e pressoché inutili lavori di ristrutturazione dell’immobile del sig. COSTA, ideati da un amministratore affabulatorio.

     Il sig. REALE prosegue poi vantandosi di essere stato anche uno 007 alla caccia di una sorta di ricognizione dei segreti beni del sig. COSTA (doc. n° 94, citato):

    Sotto il profilo patrimoniale è stata mia cura iniziare la verifica e gli accertamenti necessari oltre a provvedere ad apporre il vincolo su tutte le giacenze bancarie. Purtroppo questo solo a partire da settembre, in quanto nei mesi di luglio ed agosto è stato impossibile incontrare il signor Costa, in considerazione del fatto che l’avv. BETA chiedeva la sua contestuale presenza evitando che gli incontri potessero avvenire in ospedale, inoltre affermava che un vincolo sulle disponibilità avrebbe potuto creare disagi al signor Costa che disponeva di libretto degli assegni. Dopo diverse insistenze è stato possibile incontrare il signor Costa, verificando le sue precarie condizioni generali di salute e la poca cura del suo contesto di vita. (3^ relazione del sig. REALE al GT del 9/1/2012)

    Anche qui REALE, che si presentò dal sig. COSTA solo a settembre inoltrato incolpò di questo ritardo l’avv. BETA che era invece – per gravissimi motivi strettamente familiari (di lì a poco verrà colpito da un lutto) – sempre in città durante l’estate, laddove l’amministratore magari era immerso nelle vacanze estive.

    Inoltre dalla nomina del sig. REALE, avvenuta il 21 luglio 2011, a tutta la fine del mese di agosto, mai il sig. COSTA venne ricoverato in ospedale, alla faccia del sig. REALE che afferma: “è stato impossibile incontrare il signor Costa, in considerazione del fatto che l’avv. BETA chiedeva la sua contestuale presenza evitando che gli incontri potessero avvenire in ospedale”.

     Il poliziotto della security REALE – che avrebbe dovuto per mandato del GT – espressamente sopra richiamato – limitarsi ad assistere il sig. COSTA – pare invece esserci andato giù pesantemente: trionfalmente elenca le sue benemerenze

    Ad esempio, laddove il GT aveva ordinato di apporre sui c/c l’annotazione della presenza di un’amministrazione di sostegno, egli ne fa apporre il vincolo, ed inoltre ad buon investigatore privato si mette a fare una ricognizione sui beni del sig. COSTA e compie una serie di azioni che sono espressamente contrarie ai poteri del sig. COSTA, quali riconosciuti dal giudice, tra i quali vi era anche la possibilità di emettere assegni, utilizzare carte di credito e bancomat (strumenti tutti sequestrati dal REALE), vendere immobili, fare donazioni, purché con l’assistenza dell’amministratore provvisorio per cifre inferiori ai 3500 euro /mese e con il placet del Giudice per gli importi di maggior valore.  

    Precisa infatti il capo security REALE (doc. n° 94, citato):

    Ritirato il suo blocchetto degli assegni e recatomi in banca presso la IntesaSanpaolo filiale di Via Santa Teresa, ho disposto il vincolo dell’amministrazione di sostegno, così per la Fineco. Ho effettuato ricerche presso la UBS di Torino e la Unicreditbanca per rapporti estinti e riferitimi dai figli.

    La ricerca a UBS ha evidenziato la presenza di un rapporto bancario a nome del beneficiano estinto poi nel 2008, dove curiosamente appare una delega a favore del signor Scassa: si osserva quindi come già nel 2008 il signor Costa veniva avvicinato da persone che forse non erano direttamente interessate alla sua persona, incomprensibile la delega a terzi in presenza dei figli, se non pensando all’esistenza di altri obiettivi. (3^ relazione del sig. REALE al GT del 9/1/2012)

     Siamo alla solita – ripetuta – considerazione sulla delega all’ing. SCASSA, a proposito della quale si è giù fornito ogni ampio possibile chiarimento.

    In ogni caso, quanto alla diretta insinuazione sull’esistenza di “altri obiettivi”, nell’azione dell’ing. SCASSA, il sig. REALE, ne risponderà, prima o poi, davanti ad un giudice.

    Curioso risulta poi come l’agitazione del REALE sulla considerazione che dove vi sono figli – anche se chiaramente non più facenti parte della famiglia ed anzi figli espressamente detestati – un genitore debba far riferimento a loro per le sue vicende economico – patrimoniali. Trattasi di pantomina ripresa di piè pari dalla Procura, precostituita e semplicemente destituita di ogni fondamento.

     Ancora, il REALE (doc. n° 94, citato):

    Non si capisce per quale ragione il signor Costa nel 2008 liquida tutti i propri investimenti e trasferisce tutto al San Paolo, questa volta senza lasciare deleghe ad alcuno. Ho analizzato tutta la documentazione inviatami dall’UBS, plico voluminoso che si allega sotto la lettera “A”, da cui però non emergono movimenti anomali, fatta sola eccezione per la delega indicata. (3^ relazione del sig. REALE al GT del 9/1/2012)

    il fatto che il signor REALE non abbia capito il perché della scelta, quando essa era susseguente ad importanti perdite nelle gestione finanziaria per il crollo di valore delle azioni, dopo la clamorosa infezione dei mutui subprime estesasi a tutti i continenti, la dice lunga sulle capacità di un amministratore che si improvvisa finanziere senza capire nulla in materia. Per la serie sutor ne ultra crepitas.

     Infine segue il rimpianto per il mancato godimento da parte del sig. REALE di carte di credito tanto sospirosamente richieste al GT: se costei avesse fatto in fretta ad interdire il COSTA, afferma candidamente l’amministratore… Insomma, peccato, siamo arrivati tardi! Il Giudice doveva concedermi libretti degli assegni e carte prepagate! E’ davvero una prosa – lo si ribadisce – assurda (doc. n° 94, citato):

    Le spese sostenute dal sottoscritto inerenti al mantenimento, al pagamento delle colf (due signore regolarmente assunte al fine di garantire assistenza per l’intero arco delle 24 ore) ed agli interventi manutentivi come sopra rappresentati, sono rimaste entro i limiti degli importi consentiti.

    I pagamenti sono avvenuti mediante emissione di assegni circolari e per cassa, come da provvedimento, non avendo la S.V. Ill.ma, per i chiari motivi procedurali, disposto l’utilizzo di libretto dì assegni, di accesso telematico ed emissione di carta prepagata per le colf, provvedimento che sarebbe stato emesso in sede di definizione del procedimento, anche eventualmente approdando al procedimento d’interdizione. (3^ relazione del sig. REALE al GT del 9/1/2012)

    Vi è poi un elenco della consistenza patrimoniale del sig. COSTA, così definita dal REALE:

    La consistenza patrimoniale è la seguente:

    • a) Presso la banca Intesasanpaolo filiale di Via Santa Teresa:

    1) cassetta di sicurezza n. 03/000, contratto numero 00299689, di cui non è noto il contenuto, non essendovi stata alcuna necessità di accedere alla medesima. Le chiavi sono comunque in possesso del sottoscritto e verranno rilasciate agli eredi

    2) il saldo complessivo delle somme capitale disponibili alla chiusura dell’amministrazione di sostegno ammontano pertanto a complessivi Euro 3.227.697,24

    Il signor Costa risultava inoltre proprietario di un importante alloggio sito in via Palmieri 4 (salone, doppio ingresso, quattro camere e cucina, tre bagni, con relativa autorimessa pertinenziale), 14 autorimesse in Torino, un alloggio in Nervi (Genova) e due locali commerciali in Genova, con valore approssimativo di circa 2.300.000, di euro.

    Il signor Costa era altresì proprietario di un’auto e di una roulotte, mezzi datati e non utilizzati da tempo.

    Presso l’abitazione in Torino non si rinvengono mobili di pregio, mentre non è stato possibile recarsi a Nervi per verificare gli arredi esistenti, noti però ai figli dello stesso beneficiario.

    Alla data del decesso risultavano ancora da pagare spese di cui viene prodotto l’elenco. (3^ relazione del sig. REALE al GT del 9/1/2012)

    Invero l’autovettura del sig. COSTA, una Lancia Y, era inutilizzata da appena un anno, o poco più, in quanto la patente di guida era stata regolarmente rinnovata la sig. COSTA nel 2009.

    Ci si domanda che fine abbiano mai fatto le chiavi delle cassetta di sicurezza che il sig. REALE si riprometteva di consegnare “agli eredi”: che mai avrà spazzolato la cassetta nel frattempo? A chi intendeva riferirsi il REALE?

     Segue infine la rivendicazione del grande impegno profuso nell’amministrazione di sostegno.

    Osserva il sig. REALE che nell’ultimo trimestre, giusto perché il giudice non pensasse a precedenti trimestri che non sono mai esistiti, l’impegno suo è stato assai gravoso.

    L’impegno nella gestione del signor Costa è stato almeno per l’ultimo trimestre, giornaliero: sessioni presso l’abitazione per i lavori, sessioni in banca per verifiche e pagamenti, incontri con le badanti per organizzazione turni presso l’ospedale e per coordinare gli interventi manutentivi, sessioni con avv. BETA e dott.ssa ALPHA, incontri con i figli ed il loro avvocato, relazioni alla S.V. Ill.ma, fax, telefonate da e verso strutture ospedaliere, con un picco negli ultimi dieci giorni di vita del beneficiano per reperire una collocazione ospedaliera. Il colloquio con i medici del Cto, in particolare con il dott. Debenedetti è avvenuto almeno con frequenza di due conversazioni al giorno. Così con i familiari e con la dott.ssa ALPHA.

    Torino, 09 gennaio 2012. (3^ relazione del sig. REALE al GT del 9/1/2012)

    Con sberleffo finale il sig. REALE esprime stima per il giudice che gli ha consentito di esercitare quella che lui, sentito a sit ha definito “la professione”: par di vederlo, nell’atto di sfregarsi le mani, pensando di aver fatto fesso un altro magistrato.

     Nel quadro delle manipolazioni operate dal sig. REALE che – ovunque – si spacciava sin dall’inizio come tutore del sig. COSTA, si spiega anche il fatto che la segretaria del notaio AJMERITO gli comunicasse la data stabilita per la pubblicazione del testamento.

    ****

    Si ritrova poi agli atti una lettera al GT della badante marocchina del sig. COSTA Zhora OUAZIDI (si alternava con la romena STANCIUC, scelta personalmente dal REALE), la quale lamenta, a distanza di tre mesi circa dalla morte del sig. COSTA, di non essere ancora stata retribuita dal sig. REALE e svolge alcune affermazioni meritevoli di approfondimento:

    Oggetto: richiesta di retribuzione per lavoro di assistenza, non corrispostomi dall’amministratore di sostegno nominato dal Tribunale

    Sono stata la badante del sig. Luigi COSTA, per cui la S. V. aveva nominato un amministratore di sostegno, il sig. Giuseppe Reale, nell’ambito del proc. n° R.G.7390/2010.GT

    Preciso che avevo un rapporto di lavoro domestico quale badante del sig. COSTA come da denuncia INPS (doc. 1) e da buste paga (doc. 2) che si allegano..

    Seppi dell’avvenuta nomina dell’amministratore a settembre 2011, e fino a tutto quel mese venni retribuita direttamente dal mio assistito. Successivamente ad ottobre fui pagata da un certo signor Carmelo, che si presentò come emissario del sig. Reale, e, nel mese di novembre fu quest’ultimo a retribuirmi personalmente. Nel frattempo, a partire dal 6 ottobre fui affiancata nell’assistenza da una certa signora Carmen, di nazionalità romena, con la quale mi alternavo nel lavoro, che è persona dell’entourage del predetto signor Reale e della di lui moglie, rumena anch’essa – cui sono invece io estranea – e che conobbi quando venne a portarmi dei soldi per le spese che dovevo sostenere per il vitto del signor Costa.

    Tuttavia, a distanza di oltre due mesi dal decesso del sig. Costa, il signor Reale non mi ha ancora retribuito lo stipendio di dicembre e la quota di tredicesima spettantemi, nonostante le mie sollecitazioni in tal senso, che ho rivolto anche al figlio del Signor Costa, Andrea, il quale mi ha rimandato all’amministratore. Ovviamente non ho percepito nemmeno il trattamento di fine rapporto..

    Preciso che – a quanto mi risulta – sono state invece corrisposte tutte le spettanze dovute alla mia collega Carmen, la quale, mi disse addirittura che non aveva alcun formale contratto lavorativo e che ho recentemente incontrato, e che ha nuovamente trovato occupazione, sempre per il tramite dell’amministratore.

    Torino, 2 marzo 2012

    OUAZIDI ZOHRA

 Della misteriosa sparizione della signora Carmen STANCIUC – di cui il REALE afferma essere ritornata in Romania dopo la morte del sig. COSTA – e di cui invece esiste ancora targhetta sulla pulsantiera citofonica del condominio di via Lancia 124, e che a noi risulta invece essere stata regolarmente presente in Italia in tutto il 2012, gli inquirenti non hanno indagato.

Stranamente la Procura ha ascoltato la signora Carmela COSENTINO, detta CARMEN, che, sentita a sit, ha confermato di non aver mai saputo chi fosse il sig. COSTA, pur conoscendo la dott.ssa ALPHA – che ricorda con gratitudine – affermando però di non averla più incontrata negli ultimi sette anni.

Fatto estremamente curioso, anche la COSENTINO risiede in via Lancia 124, ed è come se qualcuno avesse volutamente creato un depistaggio, in attesa di far sparire la “vera” CARMEN di interesse per le indagini.

  • ****Vi è infine un fantozziano colpo di scena nelle indagini. Il REALE viene nominato dalla figlia del sig. COSTA, Lucia, quale procuratore speciale con delega sottoscritta innanzi ad un notaio di Massa Carrara, a rappresentarla ed a richiedere immediatamente il dissequestro del testamento: Nella nuovo incarico di procuratore il sig. REALE scende subito in pista, chiedendo nei seguenti termini il dissequestro del testamento del sig. Luigi COSTA (doc. n° 135) Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di TorinoRIF: PROC. PEN. N° 1016/2012 R.G.N.R. P.M.: DOTT. RUFFINO – P.O.: COSTAIll.mo Signor Procuratore, dott.ssa Laura Raffino

    Il sottoscritto dott. Giuseppe Reale, nato a Torino il 4 settembre 1961, residente a Casalborgone in strada Foei n°6, in qualità di procuratore speciale della signora Lucia Costa, nata a Torino il 28 gennaio 1965, residente a Carrara in via Cavallotti n° 54/a (giusta procura redatta in forma di atto pubblico a rogito notaio Carezzi di Carrara in data 2 febbraio 2012, allegata in copia al presente atto), erede legittima del signor Luigi Antonio Costa, nato a Genova il 20 aprile 1931 e deceduto a Torino il 27 dicembre 2011, già persona offesa nel procedimento penale dì cui a riferimento;

    con il presente atto

    premesso che:

    –   nell’ambito delle indagini relative al procedimento penale di cui a riferimento è stato disposto II sequestro di tutti i beni appartenuti in vita al signor Luigi Antonio Costa;

    –   pure risulta essere sfato sottoposto a sequestro il testamento del predetto signor Luigi Antonio Costa, al momento non ancora pubblicato;

    –   la signora Lucia Costa, insieme con il fratello signor Andrea Costa, è erede legittima del defunto signor Luigi Antonio Costa ed in ogni caso, indipendentemente dalle volontà espresse da costui nel testamento, titolare di una quota riservata per legge in ragione del grado di parentela;

    –   la successione ai signor Luigi Antonio Costa richiede numerosi adempimenti di carattere amministrativo e tributario, nonché l’urgenza di compiere atti di conservazione del patrimonio ereditario e di amministrazione ordinaria di esso, fra i quali il pagamento di debiti, spese ed imposte;

    –   per tale ragione, gli eredi legittimi hanno necessità di entrare nella disponibilità dei beni costituenti il compendio ereditario, sia con riferimento ai beni immobili (per i quali appare assai opportuno se non addirittura indispensabile procedere ad ispezioni e verifiche), sia con riferimento ai conti correnti ed ai titoli;

    Tutto ciò premesso, II sottoscritto dott. Giuseppe Reale, nella qualità indicata in epigrafie, formula rispettosa

    ISTANZA

    affinché l’lll.mo signor Pubblico Ministero voglia disporre il dissequestro di tutti i beni, mobili e immobili appartenuti in vita al defunto signor Luigi Antonio Costa ed attualmente sottoposti a vincolo giudiziale di indisponibilità, autorizzandone la restituzione agli aventi diritto ed in particolare agli eredi legittimi del defunto, signora Lucia Costa e signor Andrea Costa, così consentendo ad essi di compiere tutti gli atti necessari alla conservazione e all’amministrazione dell’eredità oltre che di procedere agli adempimenti tributari di legge.

    Contestualmente, il sottoscritto dott. Giuseppe Reale, sempre nella qualità indicata in epigrafe:

    CHIEDE

    che l’Ill.mo Signor Pubblico Ministero voglia autorizzare l’estrazione di copia, dai documenti del fascicolo delle indagini preliminari, delle schede testamentarie formate in vita dal signor Luigi Antonio Costa, le quali, per quanto a conoscenza dello scrivente, sono state parimenti sottoposte a sequestro dalla S.V.

    Il sottoscritto procuratore della signora Lucia Costa nomina infine difensore di fiducia nell’interesse di quest’ultima, l’avv. Roberto Atzei del foro di Torino, che delega, anche per il tramite della dott.ssa Giulia Bertolone, collaboratrice del suo studio, al deposito della presente istanza e presso lo studio del quale, a Torino in via G. Collegno n° 44, intende il proprio domicilio per le comunicazioni relative al presente procedimento penale (n° di fax 011.433.23.39).

    Confidando nell’accoglimento e segnalando l’urgenza di provvedere, con osservanza

    dott. Giuseppe Reale

    Torino, 22 febbraio 2012

    (è firma autentica Roberto Atzei)

     Si noti come l’avvocato ATZEI da cui in modo veramente abbastanza insolito, il sig. REALE si fa autenticare la firma, ha studio a Torino in via Collegno 44, condominio ove risiedeva fino a poco tempo fa il sig. Andrea Gregorio COSTA, figlio del de cuius. Inoltre l’avv. ATZEI è uno dei quindici membri del “comitato scientifico” dell’associazione Egida presieduta dal REALE.

    Si osservi oltretutto la gaffe del sig. REALE che chiede anche il dissequestro dei beni immobili, in realtà mai sequestrati incredibilmente dal PM.

     L’inquirente questa volta tuttavia non abbraccia le tesi e le richieste dei fratelli COSTA. Infatti, a breve distanza temporale la risposta è scontata:  

    Il PM, letta l’istanza, rilevato che le indagini sono in corso e che, allo stato appare del tutto prematura la restituzione dei beni del sequestro (solo beni mobili); osservato che le disposizioni testamentarie del sig. COSTA Luigi sono corpo del reato per cui si procede ed oggetto di accertamento respinge entrambe le istanze, di restituzione e di estrazione di copia.

    Torino, 27/2/2012

    Risposta con la quale peraltro il PM conferma l’inverosimile circostanza – su cui torneremo – che non ha sequestrato i beni immobili, di cui continuano a godere i fratelli COSTA, alla faccia delle volontà del padre che ha espressamente lasciato in eredità alla dottoressa ALPHA l’alloggio di Genova Nervi.

    Né mai tale sequestro è stato disposto in seguito, nonostante espressa richiesta della dottoressa ALPHA nella prima memoria indirizzata all’inquirente nel febbraio 2012.

    ****

    Infine, per meglio chiarire ancora il comportamento del REALE nelle vesti di amministratore di sostegno pro tempore e con poteri assai limitati del sig. COSTA, si ripercorrono succintamente le vicende che ne portarono alla nomina, nell’ambito del ricorso presentato dai figli al giudice tutelare n° RG 7390/2010 GT ed i rapporti in trascorsi tra costui e la dr.ssa ALPHA.

    Nel gennaio 2011 il giudice tutelare dott.ssa GIANNONE si recò, nell’ambito del ricorso RG n° 7390/2010 GT, presso l’abitazione del sig. COSTA per ascoltarlo. Era presente anche la dott.ssa ALPHA che ebbe modo di esprimere tutte le sue doglianze per le diffamazioni e calunnie subite dai figli del sig. COSTA – di cui si è scritto (l’avevano accusata di non essere nemmeno medico, di curare malamente il padre senza consultarsi con specialisti, di aver richiesto una fantomatica delega sul c/c del padre presso Intesasanpaolo), autentiche calunnie a cui del tutto pacificamente avevano tenuto bordone gli avv. SCALISI padre e figlio.

    La dott.ssa ALPHA era rimasta esterrefatta per quanto era stato scritto contro di lei nell’atto di citazione del ricorso per l’apertura dell’amministrazione di sostegno, e in più di un’occasione fu tentata dal dimettersi dall’incarico di trustee del trust “Luigi Antonio Costa”, concepito dal disponente come strumento difensivo a tutto tondo dalle bramosie pecuniarie dei figli, come mezzo punitivo nei loro confronti, ed anche come mezzo per garantirsi nella persona del trustee di un amministratore incaricato di gestirlo dal punto di vista sanitario ed assistenziale, nel caso in cui, con l’incedere degli anni, le sue facoltà mentali si fossero onnubilate, posto che egli conduceva un’esistenza in cui non poteva certo contare sull’assistenza di alcun congiunto, stante l’odio puro che intercorreva tra lui e di figli sin dall’ormai lontano 1984, ovvero dalla data della morte della madre, quando costoro si erano precipitati a richiedere la spartizione del bottino materno.

     Oltretutto il notaio DE LORENZO, che aveva redatto il rogito, era stato “intimidito” dall’avv. SCALISI, che difendeva i figli del sig. COSTA, con un’email in cui lo avvisava che era in atto un ricorso per l’apertura di un’amministrazione di sostegno nei confronti del disponente del trust.

    Infatti, come da precise disposizioni del sig. Luigi COSTA, il notaio stava per farvi confluire tutti i suoi beni immobili e ne aveva richiesti tutti gli identificativi catastali al commercialista BOSSI, il quale curava contemporaneamente gli interessi del disponente del trust e dei suoi figli, ed a loro aveva spifferato la richiesta pervenutagli.

    Alla luce di quest’’avviso” il dott. DE LORENZO fece sapere che riteneva più opportuno soprassedere all’iniziativa appena intrapresa: senza peraltro che esistesse alcun ostacolo nel modo più assoluto a livello giuridico, di fatto sterilizzò il trust appena costituito.

     Il trust era pertanto sostanzialmente rimasto una sorta di contenitore vuoto. In ogni caso, la dott.ssa ALPHA aveva insistito con l’avvocato BETA, che difendeva il sig. COSTA, circa la sua espressa volontà di volersi astenere da qualsivoglia compito di assistenza nei confronti del suo paziente che esulasse da quella medica e da quella che avrebbe potuto svolgere, a livello al limite anche infermieristico – per così dire – , che gli avrebbe in ogni caso corrisposto a puro ed esclusivo titolo di amicizia.

    Di tale decisione la dott.ssa ALPHA si è poi amaramente pentita, perché di lì principiò la ricerca di un suo eventuale sostituito come amministratore di sostegno del sig. COSTA, se mai fosse stato necessario, posto che, essendo lei la trustee del Trust, tale in carico avrebbe dovuto naturaliter spettale di diritto.

     Venne allora individuato, in vista di una potenziale scelta in tal senso, il signor REALE, che – come si è scritto – era stato indicato all’avv. BETA da un’avvocatessa, ingannata dalla fama di questo personaggio che, come si è visto, ha tenuto in tutto il periodo relativo al suo incarico un comportamento letteralmente allucinante nei confronti del suo “beneficiario”. Il legale ed il medico lo incontrarono brevemente, a scopo conoscitivo, nel marzo 2011.

    In seguito, verso la fine di aprile, sempre del 2011, si sarebbe dovuta tenere la CTU medico legale disposta dal giudice, con CTU il dott. ANGLESIO.  

    Tale CTU dovette essere rinviata per una serie di problemi di salute che sopravvennero in quel periodo, e quando finalmente sembrava la volta buona perché si tenesse l’incontro del perito nominato, il sig. COSTA, il 24/6/2011, venne colpito da un grave infarto miocardico, successivamente anche da un arresto cardiaco (fibrillazione ventricolare), che compromisero seriamente la funzione cardiaca, come si è scritto, riducendo severamente la gittata della pompa cardiaca (frazione di eiezione ventricolare con valori del 23%)

    Il sig. COSTA, in ogni caso, visse l’idea di doversi sottoporre ad una perizia circa le sue condizione psichiche come un autentico dramma, pur essendo egli in piene condizioni di intendere e di volere.

    Egli ebbe un autentico shock, con gravi ripercussioni a livello psicosomatico, non solo all’idea di poter correre – siappure in ipotesi di mera astrazione – il rischio di veder lesi i suoi diritti costituzionali – ma addirittura anche semplicemente temendo di doversi trovare tra i piedi, una persona incaricata in qualche modo di svolgere un’attività di controllo sulle sue decisioni economico – finanziarie.

    Era così geloso della sua autonomia che per lungo tempo, pur avendone ampie facoltà economiche, aveva rifiutato di avvalersi di una badante a tempo pieno, preferendo custodire la sua privacy senza presenza di intrusi in casa.

    Nel frattempo, all’udienza del luglio 2011, con il sig. COSTA appena dimesso in mediocri condizioni dall’Unità coronarica del Maria Vittoria, il suo avvocato per fugare – se mai fosse concepibile – ogni residuo dubbio – invitò il giudice tutelare a nominare un amministratore di sostegno pro tempore con limitati poteri, indicando il nominativo del sig. Giuseppe REALE che si presentò nel ruolo di presidente da lui ricoperto nell’associazione privata di amministratori di sostegno Egida e vantando – ed in parte millantando – alte frequentazioni tra cui la principessa Gabriella di Savoia e le maggiori gerarchie locali della chiesa cattolica, compresa la direzione del Cottolengo, oltre che l’amicizia di molti giudici della settima sezione tutelare e di sostituti procuratori.

    Errore davvero – lo si può dire a posteriori – imperdonabile, ancorché commesso nella migliore buona fede, come si suol dire. Tra l’altro l’avv. BETA si era in precedenza incontrato con questo signore per conoscerlo ed appurare se avrebbe accettato (figurarsi!) la proposta di trustee o di amministratore di sostegno pro-tempore. Costui ci era apparso molto mellifluo, ed aveva un eloquio adorno di mille salamelecchi: con scaltrezza di pari ampiezza, sottopose subito all’attenzione del legale uno schema – modello per la richiesta della sua nomina ad amministratore di sostegno, garantendo che il giudice avrebbe accettato, cosa che infatti puntualmente si verificò.

    La nomina dell’amministratore di sostegno temporaneo venne notificata al sig. COSTA nell’agosto 2011 ed egli la accolse con i soliti scatti d’ira, nonostante il suo difensore gli avesse sottolineato l’assoluta provvisorietà dell’incarico che in realtà fu proposto al sig. COSTA per un semplice e elementare motivo. Le sue condizioni di salute stavano andato degradando sotto il profilo fisico, per via delle gravi codizioni cardiache, della debilitante ed invalidante necrosi della testa del femore che ne aveva seriamente compromesso l’autonomia di deambulazione; successivamente era comparsa anche la perdita di controllo degli sfinteri, che invano si cercò a livello ospedaliero di superare con somministrazioni endovena di potassio (di cui era basso il valore ematochimico).

    A ciò si aggiungeva il fatto che il sig. COSTA – da grande combattente qual’era – dopo l’infarto e l’arresto cardiaco aveva perso vigoria fisica in modo marcato, era sempre comprensibilmente più irascibile per il circolo vizioso che si era instaurato tra il suo ingravescente odio per i figli e la concomitante, certamente correlata, sequela delle predette nuove patologie che lo avevano colpito. In ultimo la sua capacità di volizione, intesa come capacità pratica di mirare a precisi risultati, tendeva ad indebolirsi.

    Inquietava sia la dott.ssa ALPHA, come medico curante di fiducia, sia l’avv. BETA, il fatto che egli rifiutasse di assumere una badante anche per l’intera notte, posto che di giorno era presente una governante che gli cucinava e puliva la casa, oltre a provvedere indirettamente al disbrigo delle vicende domestiche.

    Egli si sentiva ancora pienamente autosufficiente, non accettava l’idea della presenza di un altra persona full time in casa, anche solo a livello di semplice permanenza per un intervento in caso di necessità: circostanza che rappresentava assai più di una semplice possibilità, perché, stante i ridotti valori della gittata cardiaca, era elevata la possibilità che potesse nuovamente ripetersi un episodio grave, ed occorreva una persona vicino a lui in grado di lanciare l’allarme e di allertare il 118, per un intervento in cui la celerità è il primo parametro per la sopravvivenza: il tutto sebbene gli fosse stato installato un defibrillatore monocamerale che, tuttavia, dopo l’impianto, non poté essere nemmeno collaudato per la gravità delle condizioni del paziente. .

    E’ un classico del resto che gli anziani non vogliano adeguarsi alla presenza di estranei in casa, specie quando da molti anni vivono nella più assoluta indipendenza.

    Tutto sommato si era ritenuto che la presenza di una persona non in familiarità con il COSTA avrebbe potuto indurlo a più miti consigli in tema di accettazione di una presenza notturna, considerato anche che l’esborso economico che avrebbe dovuto sostenere era ampiamente nelle sue disponibilità finanziarie.

    In ogni caso, l’accentazione pro-tempore di un amministratore, tanto osteggiata dal diretto interessato, assumeva anche il significato di conferire una limpidezza assoluta all’intera vicenda, nell’attesa – purtroppo vana- che le condizioni di salute del paziente migliorassero. .

     La dott.ssa ALPHA ebbe modo di incontrare per la seconda volta il sig. REALE all’inizio del mese di settembre 2011, quando egli si recò presso la residenza del signor COSTA a presentarsi nelle sue vesti di amministratore di sostegno pro tempore.

    Il giudice aveva conferito, come si è visto, poteri assai limitati al sig. REALE, essenzialmente non decisionali, ma di semplice controllo dell’operato del suo assistito.

    Nel frattempo, nelle more di questa amministrazione pro-tempore (era limitata a sei mesi) si sarebbe provveduto alle incombenze peritali e a quant’altro necessario per definire la questione di cui al ricorso..

    In occasione di quell’incontro a casa del sig. COSTA erano presenti sia la dott.ssa ALPHA sia l’avv. BETA, ed il sig. REALE si congratulò con la dottoressa per l’alto livello di assistenza medica che era stata in grado di garantirgli, ebbe modo si osservare le valide condizioni dell’alloggio, completamente ritinteggiato l’anno precedente, e soprattutto di prendere atto della marea di consulti con specialisti e la meticolosa predisposizione e somministrazione dei farmaci garantita con la collaborazione di una governante, la signora marocchina Zhora OUAZIDI, che prestava servizio per alcune ore il giorno e provvedeva personalmente a controllare l’avvenuta assunzione dei farmaci.

    Il REALE ebbe modo di dialogare con il sig. COSTA, di cui raccolse gli ennesimi sfoghi contro i figli che egli era fermamente intenzionato a perseguire legalmente, ed alla fine, con felicità del suo medico ed avvocato, riuscì a convincerlo ad accettare la presenza di una badante fissa, in aggiunta alla signora ZHORA; in tal senso egli individuò una signora romena, tal CARMEN STANCIUC, persona appartenente all’entourage di badanti gestito dalla moglie del REALE di nazionalità romena ella pure, tal Deborah.

    La dott.ssa ALPHA ebbe modo di conoscere la STANCIUC e di frequentarla nei tre mesi che intercorsero fino alla morte del sig. COSTA e riguardo a costei non fu certo in grado di muovere alcun appunto, essendole sembrata una degna figura sotto l’aspetto professionale. Fece anzi tutto il possibile per agevolarla accompagnandola al capezzale del sig. COSTA, quando egli era ricoverato al CTO e le due badanti si alternavano ad assisterlo colà.

    La dott.ssa ALPHA incontrò ancora una terza volta il sig. REALE quando la situazione pochi giorni dopo precipitò.

    Le condizioni di salute del signor COSTA, infatti, verso metà settembre 2011, come si è visto, si aggravarono ulteriormente: egli fu colpito dalla temutissima MOF (multiinsufficienza organica)

    Venne ricoverato al Pronto Soccorso dell’’Ospedale Maria Vittoria, e di lì, per mancanza di posti letto trasferito al Birago di Vische, in un reparto che nei fatti era una sorta di cronicario.

    Lo stesso giorno del trasferimento al Birago di Vische, su sollecitazione della dott.ssa ALPHA, si recò a fargli visita il sig. REALE che fu prodigo di complimenti nei suoi confronti e addirittura disse alla badante ZHORA, anche lei presente in reparto, di recarsi in cartoleria per acquistare un quinterno di carta protocollo per consentire al suo assistito, vista la gravità delle condizioni, di scrivere un testamento.

    Alla luce del suo curriculum è agevole pensare che a spingerlo a tale iniziativa sia stata l’idea di curare poi in seguito tutta la procedura relativa alla pubblicazione del testamento che cercava di ottenere, con relativo impinguamento per il suo portafogli, sempre che non celasse già allora altri più ambiziosi disegni: in effetti il REALE aveva accennato anche ad opere di beneficienza, e, guarda caso, proprio a favore di alcune delle specie di fondazioni da lui dirette. Di certo, è da escludersi tassativamente che fosse animato da semplice buona fede di raccogliere le volontà del suo assistito.

    La dottoressa nulla gli disse del testamento già vergato dal sig. COSTA – in deposito presso il notaio AJMERITO – perché non le era sembrato certo di il caso di doverlo informare in tal senso, anzitutto perché si trattava di un’insindacabile decisione presa circa un anno prima dal signor COSTA e poi perché semmai avrebbe dovuto essere il suo stesso assistito ad informarlo in merito.

    Ma il sig. COSTA stava davvero molto male. I parametri di funzionalità epatica indicavano una grave sofferenza dell’organo, le transaminasi (sottoclasse di enzimi della transferasi, il cui rialzo, specie se imponente come ne caso in questione è indice di fatti epatici acuti e gravi) erano ad oltre 9000 U/dL e sembrava compromessa in modo irreversibile anche la capacità di epatosintesi: inoltre il paziente era febbricitante, ancorché lucido, ed appariva fortemente defedato.

    Il sig. REALE si rese conto che avrebbe dovuto soprassedere all’iniziativa assunta di far testare il paziente.

    L’indomani la dott.ssa ALPHA venne a sapere che l’amministratore si era incontrato con i figli del sig. COSTA.

    Da quel preciso momento è palese, dalle stesse relazioni inviate dall’amministratore al GT, ci furono più incontri in breve sequenza tra il REALE ed i figli del sig. COSTA ed ex abrupto il suo atteggiamento nei confronti della dr.ssa ALPHA cambiò in modo repentino: egli prese apertamente a screditarla nelle sue relazioni con il GT, con diffamandomi senza ritegno, ed è assai probabile che anche in colloqui informali con il giudice non abbia esitato ad infangarla.

     Nocciolo centrale delle indagini, alla luce di quanto verrà specificato infra, avrebbe dovrebbe proprio essere costituito da questo punto cruciale. Invece gli inquirenti si sono completamente disinteressati all’esame del comportamento del signor REALE.

     Detto fuor d’ambagi, alla luce di quanto esposto, fu del tutto verosimilmente stretto un patto in quel preciso momento tra figli del sig. COSTA ed il sig. REALE, volto a screditare la dott.ssa ALPHA agli occhi del giudice in caso di eventuale comparsa – come effettivamente accadde – di disposizioni testamentarie del sig. COSTA a favore di lei, per pervenire poi ad un controllo totale dell’intero patrimonio COSTA, di cui l’anziano invece continuava – sulla carta – a poter liberamente disporre secondo quanto previsto dal provvedimento di nomina dell’amministratore di sostegno, rimanendo a quest’ultimo solo il compito di assisterlo nelle operazioni sotto i 3500 €/mensili, mentre per quelle di importo maggiore occorreva il placet del GT.

     Il sig. Luigi COSTA, che continuava a sottolineare i suoi sentimenti “feroci” nei confronti dei figli, era un soggetto ipoteticamente pericoloso e per i figli si imponeva la necessità di stringere un’alleanza con l’amministratore, che smaniava di potersi allargare nel suo ruolo e che, sin da subito, pensò di ritagliarsi, come minimo, un ruolo di esecutore testamentario, con tanto di relative parcelle, altro settore in cui nel suo fantozziano curriculum dovrebbe essere stato particolarmente esperto.  

     Inoltre proprio in quel periodo il sig. REALE era venuto a sapere dell’esistenza di un testamento del sig. COSTA, circostanza da lui stesso confermata quando venne sentito a sit il 12/1/2012 (doc. n° 74), ed il semplice fatto che questo testamento esistesse, non poteva che risultare allarmante per i sigg. Andrea Gregorio e Lucia COSTA, posto che quando un padre vuole lasciare eredi a pieno titolo i figli, non deve provvedere ad alcuna specificazione testamentaria, perché in automatico i suoi beni, deceduto il coniuge, vengono ereditati da costoro.

    Pertanto è agevole ipotizzare una convergenza di interessi tra i figli del sig. COSTA ed il sig. REALE, da questi ultimi probabilmente lautamente prezzolato perché si inventasse di sana pianta una sua testimonianza che ritraesse la dott.ssa ALPHA nei panni di circonventrice del genitore, in modo da opporre la deposizione di un testimone, considerato autorevole consulente del Tribunale, al pubblicando testamento, per giungere quanto meno, come poi effettivamente accaduto, al sequestro cautelare del medesimo.

    In realtà l’obiettivo del disegno criminoso fu di far passare il teorema, tramite la testimonianza del pubblico ufficiale sig. REALE, che la dott.ssa ALPHA in correità con l’avv. BETA, stava circuendo il sig. COSTA.

     Poi il PM, a distanza di oltre due anni dall’inizio delle indagine, dopo la chiusura delle stesse (ivi compreso di quelle integrative) penserà bene, per pacifica ritorsione contro l’ing. SCASSA, estensore della clamorosa memoria difensiva della dr.ssa ALPHA di 549 pagine del novembre 2013, che faceva a pezzi il castello accusatorio di cartapesta, di associare l’ingegnere alla “ditta” criminale

     Infatti ne è nato il procedimento pensale n° 1016/12 che, come si legge nel decreto di convalida e di sequestro preventivo del GIP dr.ssa RECCHIONE, è basato sulle dichiarazioni del sig. REALE, oltre che su quelli dei figli.

    Insomma tutto lascia pensare che si sia verificato un autentico accordo: ciò spiegherebbe sia l’improvviso voltafaccia del sig. REALE che da cantore dell’abnegazione della dr.ssa ALPHA come medico a favore del paziente si trasforma in suo spietato detrattore, rectius in suo diffamatore e calunniatore.

     Il sig. REALE diventò di fatto il padrone della vita del suo assistito, comportandosi da onnipotente tutore, assumendo un indebito ruolo, che invero né l’avv. BETA, né la dr.ssa ALPHA furono capaci di contrastare con precise denunce.

    L’amministratore prese a comandare su tutto, a prendere in prima persona qualsivoglia decisione, sia in campo medico sia in campo assistenziale. In tal senso, per aver lasciato spazio a scelte dissennate da parte del predetto signore, si può purtroppo osservare che la dott.ssa ALPHA ha una precisa colpa nei confronti del signor COSTA, quella di essere venuta meno ad un preciso dovere professionale per una sua debolezza imperdonabile nell’inchinarsi verso un incompetente e delirante personaggio – per usare un eufemismo -, che ha di fatto certamente concretamente privato il malato di un’assistenza migliore che centri medici più qualificati in assoluto e dedicati alle patologie di cui soffriva avrebbero potuto garantirgli.

    Dove si è mai visto un cardiopatico grave ricoverato in un centro ortopedico?

    Una persona facoltosa come il COSTA avrebbe potuto permettersi i migliori ospedali europei ed internazionali. Forse che, nel 1989, l’allora ministro torinese della Sanità Donat Cattin per gravi problemi cardiaci andò a farsi ricoverare al CTO o nel famoso centro cardochirurgico di Montecarlo, diretto dal prof. Vincent Dor? Forse che il prof. Gianfranco LENTI, indimenticato titolare della prima clinica medica dell’Università di Torino, per identici motivi non operò la medesima scelta?

    Il sig. REALE, quindi, di colpo, pensò bene di ampliare i suoi poteri rispetto a quelli concessigli: travalicando i compiti affidategli dal giudice, assurse de facto al ruolo di tutore tout court nei confronti del sig. COSTA, privandolo anche della disponibilità dei mille euro mensili, insomma trattandolo come un autentico interdetto, secondo la precisa censura mossagli dallo stesso paziente all’epoca.

    Si osserva che la dott.ssa ALPHA ha denunciato il sig. REALE per il reato di abuso d’ufficio, oltre che ovviamente per calunnia e diffamazione..

    Infatti dal settembre 2011 fino al decesso del paziente la sua attività di medico curante di fiducia è stata improvvisamente ostacolata, in modo anche assai subacqueo, dal sig. REALE.

    Intanto egli tradì completamente il mandato affidatogli dal giudice in primo luogo, senza nemmeno bisogno di ricordare il grave danno che, per motivi facilmente intuibili, arrecò al “beneficiario” della sua amministrazione, che si vide privato dei diritti costituzionali della persona.

    Per quanto attiene specificatamente ai ricoveri ospedalieri, il paziente infatti desiderava restare ricoverato il meno possibile, come aveva espressamente indicato nell’atto costitutivo del trust da lui creato nel dicembre 2010, in cui esplicitamente chiedeva di essere seguito nei limiti del fattibile, nel suo iter di paziente cronico, all’interno delle fidate mura domestiche. Pertanto era premura della dr.ssa ALPHA, tra l’altro, compulsare le cartelle cliniche per valutare anche la possibilità di cure domiciliari, organizzando consulenze con specialisti – come sempre aveva fatto in passato – ovvero decidendo ricoveri in cliniche, private e non, per evitargli soggiorni nelle corsie dei pronto soccorso o in ospedali, come il Birago di Vische, più simili, spiace il doverlo dire, a dei lazzaretti. .

    La dott.ssa ALPHA ebbe poi modo di constatare, nel recarsi in visita in tre diversi ospedali in cui nel periodo settembre – dicembre 2011, cioè dall’insediamento del sig. REALE quale amministratore di sostegno fino al decesso del sig. COSTA, per le varie emergenze legate alla formazione di edemi declivi, correlati allo scompenso cardiaco, all’edema polmonare, all’insufficienza epatica e renale, come i responsabili dei vari reparti, le vietassero inizialmente l’accesso alle cartelle cliniche, impedendole di fatto di esercitare quell’attività di consulente – in quanto medico di fiducia – del sig. COSTA, che il paziente, in virtù del loro rapporto professionale e di amicizia, continuava a richiederle.

    Accadde così, che in occasione del ricovero del pz. al Birago di Vische nel settembre 2011 presso il reparto di medicina della dott.ssa BIGO, poi ad ottobre durante il ricovero in cardiologia al Maria Vittoria, ed infine nel dicembre 2011, nel corso dell’ultimo ricovero al CTO nel reparto di medicina, il sig. REALE andasse in giro presso questo reparti ospedalieri, comunicando ai dirigenti medici responsabili ed alle direzioni sanitarie che la dr.ssa ALPHA non aveva il diritto di compulsare le cartelle cliniche del suo paziente, né di ricevere informazioni sulle sue condizioni di salute, perché ero “stata allontanata dal giudice dalla cura del signor COSTA”..

    Questi sono i precisi termini che furono riferiti da un’ispettrice della direzione sanitaria del CTO all’ing. SCASSA, interessatosi per acclarare l’incredibile circostanza che medici ospedalieri negavano informazioni ed accessi alle cartelle alla collega dr.ssa ALPHA, situazione sconcertante che la lasciava in uno stato di profonda prostrazione psicologica, tanto irreale le pareva quanto stava accadendo.

     Allucinante anche il rapporto della volante del 113 – agli atti – intervenuta in analoghe condizioni al Birago di Vische, dove si legge che i poliziotti, preso contatto con la direzione sanitaria, a sua volta attenzionata dal sig. REALE, cercarono di spiegare alla dr.ssa ALPHA come lei non avesse nessun diritto di compulsare le cartelle cliniche o di ricevere informazioni sulla salute del sig. COSTA.  

     

    Il dottor REALE ha dunque ripetutamente ostacolato la dr.ssa ALPHA in ogni suo tentativo di collaborare con i medici ospedalieri che avevano in cura il signor COSTA, umiliandolai oltre ogni dire, nonostante il paziente espressamente richiedesse loro di fornirle ogni indicazione sul suo stato di salute, cosa che, poi, in barba ai proclami del signor REALE, diversi medici effettivamente fecero, accertata la volontà di un paziente, definito lucido e collaborativo nelle cartelle cliniche, dopo iniziali divieti, protrattisi per una – due giornate.

     Non si dimentichi il citato episodio del 27 dicembre 2011, quando in occasione dell’ultimo giorno di vita al CTO del paziente, lucido e molto sofferente, la dr.ssa ALPHA comprese che, pur nel grave quadro di salute complessivo, egli denunciava anche una sofferenza per la formazione di piaghe nel cavo orale, perché gli era stata persa la protesi dentaria superiore al P.S. del Maria Vittoria, per cui quella inferiore non rinveniva l’antagonista per la masticazione e l’articolazione della fonazione: pertanto, ella decise, essendo anche odontoiatra oltre che medico, di rilevargli delle impronte con alginato per potergli ricostruire l’apparecchio. Venne però allontanata brutalmente da un medico del reparto, come se fossei una delinquente, con costui che sosteneva che esisteva in tal senso un preciso divieto da parte del suo primario, che era stato attenzionato in tal senso dal sig. REALE.

    Un’offesa gravissima alla dignità professionale della dottoressa, che la visse con sofferenza psicologica acuta.

     Non solo, ma il sig. REALE oltre ad aver ostacolato in tutti i modi la sua attività professionale medica, era invece ben contento che la dr.ssa ALPHA si recasse quotidianamente a far visita a Luigi COSTA perché, sia detto con rispetto ma con pari franchezza, in questo mondo giuridico materiato di chiacchiere virtuali, in tal modo poteva ripulirlo dagli escrementi che lo lordavano, pratica di pulizia cui il medico di fiducia adempieva, abbassandosi umilmente al ruolo anche di infermiera per la pietas che provava per l’amico paziente sofferente; infatti il sig. COSTA, da qualche mese aveva perso il controllo degli sfinteri, per un probabile evento vascolare subacuto, sfuggito alla rilevazione dei clinici che lo ebbero in cura durante uno dei ricoveri in ospedale in emergenza, verosimilmente in occasione dell’infarto miocardico e del successivo arresto cardiaco del giugno – luglio 2011. .

     

    Incredibili furono poi le ricordate decisioni assunte dal signor REALE nelle ultime tre settimane di vita del sig. COSTA.

    Egli infatti venne ricoverato in un primo tempo per un nuovo fatto acuto presso il P.S. dell’Ospedale Maria Vittoria dove rimase per alcuni giorni, adagiato su una barella, in condizioni di palese disagio, non essendovi un posto disponibile in reparto.

    La dr.ssa ALPHA decise allora di farlo ricoverare alla Clinica Fornaca, dove certamente il paziente avrebbe potuto ricevere un miglior servizio sia in termini di specializzazione clinica (era un cardiopatico grave), sia di sistemazione ambientale: ne aveva egli del resto ampia disponibilità economica. Orbene tale opportunità venne negata dal REALE che, incredibilmente, dispose il ricovero di un cardiopatico grave in un reparto del CTO che, notoriamente, non è certo un ospedale a vocazione cardiologia, bensì ortopedica e traumatologica.

     Insomma le scelte di ricovero del signor COSTA furono imposte dal signor REALE, palesemente privo delle competenze per decidere in materia, e dimostratosi anche perverso nelle decisioni operate e che, espressamente, non solo continuava a diffamare professionalmente la dr.ssa ALPHA nelle relazioni al GT, ma addirittura si riservava provvedimenti nei suoi confronti in pieno stato di delirio.  

     Il colmo fu toccato il 25 dicembre 2011, a solo due giorni dal decesso del sig. COSTA. La badante del signor COSTA, tale CARMEN STANCIUC, informò la dr.ssa ALPHA che le condizioni del paziente erano gravissime. La dottoressa allora interruppe il soggiorno a Sondalo in Valtellina da suo fratello – malato egli pure- per correre al capezzale del signor COSTA, oramai morente (sarebbe spirato il 27 successivo). Quivi la signora CARMEN, sopraggiunte le ore 20, le disse che si sarebbe assentata, finito il suo orario lavorativo, e che nessun’altra persona si sarebbe presentata ad avvicendarla all’assistenza al paziente, oramai versante in condizioni fisiche visibilmente scadute.

    Davvero scandaloso.

    L’assistenza era infatti completamente gestita dall’amministratore di sostegno.

    La dr.ssa ALPHA cercò immediatamente il REALE al telefono, che, dopo essersi negato, richiamò: egli le disse perentoriamente che era impossibile la notte di Natale trovare un’assistenza infermieristica, con ciò lasciandole evidentemente capire quanto egli si disinteressasse completamente dell’assistenza del paziente. Fece finta di non comprendere le condizioni di gravità in cui versava Luigi COSTA.

    La dottoressa Insistette e comunicò al poco egregio interlocutore che avrebbe provveduto lei stessa, ed infatti nel breve giro di meno di cinque minuti reperiva la persona disponibile ad assistere il paziente quella notte; altrettanto fece per la notte successiva, che fu l’ultima della vita di Luigi COSTA.

    Egli era stato abbandonato definitivamente dai suoi figli che si erano recati in visita al morente genitore nel giorno di Natale, salvo poi allontanarsi nel primo pomeriggio, dichiarando alla badante che assisteva il padre che avrebbero desiderato essere informati in caso di aggravamento delle condizioni del congiunto, ovvero dell’unico possibile aggravamento alle preesistenti condizioni: la morte.

    In entrambe le circostanze, il 25 ed il 26 dicembre, la dottoressa ALPHA si umiliò a recitare il ruolo del medico di fiducia che però deve essere autorizzato dall’amministratore per dotare di assistenza infermieristica il suo paziente.

    Il giorno dopo la dottoressa riceverà lo schiaffo morale di cui si è scritto, nel momento in cui le verrà negata addirittura la possibilità di rilevare le impronte delle arcate dentarie del signor COSTA.

     Proprio durante la fase terminale del ricovero del paziente al CTO, il REALE aveva provveduto ad adempiere ad un’esigenza di valore primario per il suo assistito: la ritinteggiatura dell’ampio lussuoso alloggio di via Palmieri 14 (di circa 200 mq) che era stato affrescato appena due anni prima.

    Adesso comprendiamo in cosa consiste l’approccio “olistico” del paziente di cui si vanta l’associazione di amministratori di sostegno promossa dal REALE con l’etichetta di “Egida”.

    Absit inuria verbis.

     

    In merito ai rapporti tra il figli del sig. COSTA ed il sig. Giuseppe REALE

    Pacificamente sorge spontanea l’ipotesi di un’alleanza criminale tra i figli del sig. Luigi COSTA e il sig. REALE, suffragata ed avvalorata dai comportamenti del terzetto.

    E si impone con forza il convincimento che vi fu una convergenza di interessi tra i figli del sig. COSTA ed il sig. REALE, da questi ultimi probabilmente lautamente prezzolato perché si inventasse di sana pianta una sua testimonianza che ritraesse la dr.ssa ALPHA nei panni di circonventrice del genitore.

    Infatti ne è nato il procedimento pensale n° 1016/12 dove per l’appunto la dr.ssa ALPHA e l’avv. BETA sono stati entrambi indagati per circonvenzione. Al riguardo le loro abitazioni ed i loro studi professionali sono stati sottoposti a perquisizione il 31/1/2011. Inutile aggiungere con il rinvenimento di nulla di rilevante al fine delle indagini. Ma nel decreto di convalida e di sequestro preventivo del Gip, notificato agli indagati in data 8/2/2012, è scritto che le indagini sono radicate sulla base delle dichiarazioni del sig. Giuseppe REALE (un signore che ha reso grandi servigi al paziente amministrato) e di quelle – scontate – dei figli del signor COSTA (figurasi il padre li ha diseredati della quota extralegittima …)

    Credo sia francamente difficile pervenire ad una tesi diversa, a meno che non si voglia considerare l’ipotesi che un personaggio, con istinti manifestamente mitomani, come si evince dalla stesura della mission e dal curriculum vitae pubblicati sul sito web dell’associazione Egida, non si sia inventato di sana pianta una ricostruzione dei fatti allucinante, in preda a qualche forma di delirio della personalità, il che spiegherebbe le disposizioni da lui impartite sotto le mentite spoglie di un’inesistente autorità giudiziaria alle direzioni sanitarie ed ai primari ospedalieri: insomma si tratterebbe un comportamento perverso di una persona che vuol essere protagonista a qualsivoglia costo, nonostante siano stati posti dal giudice tutelare precisi limiti al suo incarico.

    Ma tale ultima ipotesi è improbabile. Il REALE appare profondamente consapevole degli obiettivi che vuole raggiungere.

    Dall’iniziale forte pressione per assurgere al ruolo di tutore – nei fatti comunque esercitato – alle tre calunniose e diffamanti relazioni al GT, intrise di menzogne contro la dott.ssa ALPHA, all’ostruzionismo esercitato nei confronti di costei per impedirle di curare il sig. COSTA, al continuo abuso di potere esercitato, alle sperticati lodi dei fratelli COSTA messe per iscritto, alla conferma – non senza contraddizioni – di tutte le sue dichiarazioni nel sit del 12/1/2012, fino all’ultimo eclatante atto di diventare addirittura, appena dopo il decesso del suo assistito, il procuratore della di lui figlia Lucia: tutti i suoi atti sono decimante monodirezionali, collimati come un fascio laser su un unico preciso obiettivo: il bottino del sig. Luigi COSTA, “goal” condiviso con i figli del de cuius.

    Probabile che entrambi i fattori abbiano concorso a creare la situazione descritta, e ad alimentare il clamore con cui sono state svolte le indagini. Del resto, per motivi legati per l’appunto all’opera di marketing che da oltre un decennio il sig. REALE va conducendo, peraltro non senza venature di ridicolo, come si evince scorrendo il suo strabiliante e caleidoscopico curriculum e il sito web di Egida, è probabile che egli sia filtrato tra le maglie della burocrazia giudiziaria ed abbia via via acquisito, con l’accrescersi degli incarichi conferitigli dal Tribunale, fama di persona attendibile e degna della massima a considerazione, per un semplice fenomeno di autoreferenzialità.

    Un testimone in grado di far decollare con forza qualsivoglia indagine, specie in presenza di un PM in vena di pruriti di protagonismo.

    Si è pure scritto del fatto che, dopo l’incontro con i sigg. Andrea e Lucia COSTA, il sig. REALE, assurse a dispotico ruolo, non già di amministratore con semplici poteri di controllo sulle spese del proprio assistito e con obbligo di richiedere l’autorizzazione al giudice per quelle maggiori, ma di onnipotente tutore, come se il suo assistito fosse un paziente dichiarato interdetto. .

     Si è saputo poi che il REALE ebbe ad ironizzare sulla frequente presenza della dottoressa ALPHA in casa COSTA.

    Constatata la gravità inarrestabile della condizione del paziente, ed anche per esaudire uno suo specifico desiderio in tal senso, la dottoressa aveva deciso di passare a fargli visita tutti i giorni a decorrere dal mese di giugno 2011, intensificando in tal modo i loro già frequenti incontri precedenti. Ovviamente il sig. REALE ebbe modo di venire a conoscenza di questa scelta, solo a partire dal mese di settembre, quando iniziò a diventare – si fa per dire – operativo.

    E’ verosimile che molte informazioni sulla dr.ssa ALPHA, ovvero sulla sua assidua frequentazione del suo assistito, egli le avesse ricevute dalla badante CARMEN STANCIUC, che era stata da lui scelta in appoggio alla signora ZHORA, che frequentava già da prima come governante casa COSTA, ma solo per alcune ore il giorno; più precisamente, come si è scritto, la badante romena veniva “gestita” dalla moglie, romena ella pure, dello stesso REALE. Come si è scritto, pare inoltre che il sig. REALE non abbia retribuito per un’intera mensilità – sulle quattro spettantile – la badante signora ZHORA che si alternava con tal signora Carmen nell’assistenza al sig. COSTA. Inoltre la signora ZHORA ha riferito che la collega CARMEN non aveva alcun regolare contratto di lavoro e peraltro sarebbe stata regolarmente retribuita.

    La dott.ssa ALPHA infatti ha avuto modo di incontrare solo tre volte il sig. REALE con il sig. COSTA in vita, anche se tra loro due intercorsero numerose telefonate, spesso risultate stucchevoli alla dottoressa. Il quarto incontro avvenne di straforo, dopo i funerali, al cimitero, quando l’amministratore comparve all’improvviso, dopo la sepoltura, e, dopo una lunga confabulazione con il signor Andrea COSTA (la figlia era assente, come si è detto) si recò a salutare la dottoressa velocemente con il suo solito comportamento mellifluo.

    L’ing. SCASSA non ha avuto invece il dispiacere di conoscere personalmente il patron di Egida tanto amato da alcuni magistrati.

    Torino, ottobre 2014

    Ing. Angelo SCASSA