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ULTERIORI CENSURE ALLE INDAGINI DEL PROC. PEN. n° RG 1016/12, SULLE QUALI SI BASA IN TOTO IL PRESENTE PROC. PEN. n° RG 3712/14, PER CUI E’ IMPUTATO L’ING. ANGELO SCASSA

Non è chi non veda un clamorosa omissione ab origine di atti dovuti. Segnatamente:

  1. Mancate indagini verso i sigg. Andrea Gregorio e Lucia COSTA ed il sig. Giuseppe REALE, mancata perquisizione dell’immobile del sig. Luigi COSTA in via Palmieri 14, e mancato sequestro dei beni immobili del compendio ereditario.

Come si è detto il procedimento penale n° RG 1016/12 è nato sulla scorta delle dichiarazioni e dalla testimonianze a sit del signor Giuseppe REALE, amministratore di sostegno pro-tempore del sig. COSTA, e dei figli del sig. Luigi COSTA, Andrea Gregorio e Lucia.

Gli studi e le abitazioni della dott.ssa ALPHA e dell’avv. BETA sono stati sottoposti a perquisizione il 31/1/2012

Anche nel decreto di 1convalida e di sequestro preventivo del GIP, notificato all’imputata in data 8/2/2012, è scritto che le indagini sono radicate sulla base delle dichiarazioni del sig. Giuseppe REALE e dei figli del signor COSTA, individui con interessi pecuniari pacifici in questa vicenda giudiziaria.

Molto stranamente, alla luce anche di due memorie della dr.ssa ALPHA, assai dettagliate, depositate presso la cancelleria del PM nel febbraio e nel luglio 2012, in cui erano indirizzate pesanti accuse all’operato di questi signori, non sono state disposte indagini nei loro confronti, né è stata disposta la perquisizione della lussuosa ed ampia abitazione del signor COSTA in via Palmieri 14, Torino, da cui i figli sono stati liberi di asportare tutto il materiale che ritenevano opportuno perché compromettente per loro, e in cui hanno ritrovato delle agende – diario del padre, da loro consegnate al PM nel mese di aprile 2012, ma con parecchie pagine stracciate, e, guarda caso, datate solo ad epoca successiva al 2003.

 

Il PM si è poi riferito, come mezzo di prova, ai diari del sig. Luigi COSTA, alle agende che gli sono state consegnate tre mesi dopo l’incipit delle indagini dal figlio stesso del de cuius e nella requisitoria ha asserito che in essi vi sarebbe la prova della circonvenzione operata, per via dei numerosi litigi intercorsi tra la dottoressa ed il suo amico paziente, che quest’ultimo annotava sui predetti diari, dove invece è quasi del tutto assente il benché minimo riferimento ai figli.

Tutto ciò è stupefacente.

Infatti il 4/4/2012 il figlio Andrea Gregorio COSTA, ha depositato presso la cancelleria del PM una serie di agende, utilizzate dal sig. Luigi COSTA come diari, oltre ad alcuni manoscritti di suo padre. Si tratta, come si è già scritto, di documenti monchi, nel senso che mancano molte pagine, visibilmente strappate.

Quanto materiale, tra quello rinvenuto presso l’abitazione del sig. Luigi COSTA, è stato effettivamente consegnato?

Ma soprattutto, posto che i diari consegnati in Procura riguardano il periodo temporale compreso tra il 2003 ed il 2010, e considerato che, come diligentemente riportato dal sig. Luigi COSTA, proprio nel febbraio 2003 la dott.ssa ALPHA conobbe il suo paziente per il tramite del comune amico Angelo PIAZZO, ci si domanda che fine abbiano mai fatto i diari del sig. COSTA relativi agli anni precedenti il 2003 e quello del 2011, ben sapendosi che da sempre il sig. COSTA teneva dei diari, da lui tenuti in modo anche piuttosto meticoloso, spesso quale pure e semplice “sfogatoio”.

E’ del tutto probabile che molto materiale sia stato fatto sparire ad arte dai figli del sig. COSTA, perché compromettente nei loro confronti, considerato che tutti – dicasi tutti – i testi interrogati a sit hanno confermato la forte volontà del padre di diseredarli in toto.

 Si badi bene che l’imputata dott.ssa ALPHA aveva anche richiesto il sequestro dei beni tutti caduti in successione, mentre è stato disposto solo quello dei capitali, laddove tutti gli immobili appartenuti al sig. COSTA, sono stati sin da subito nella piena disponibilità dei figli, compreso quello di Genova Nervi, che era espressamente indicato nel testamento olografo sequestrato come destinato alla dr.ssa ALPHA

Il tutto, evidentemente, sembrerebbe, in dispregio alla volontà del testatore.

I fratelli Andrea Gregorio e Lucia COSTA hanno comunicato agli inquirenti di aver provveduto immediatamente, il giorno dopo il decesso del padre, a prendere possesso e a cambiare le chiavi degli immobili appartenuti al de cuius.

 

Si fa presente che, ovviamente, la perquisizione rappresenta un atto che, se non eseguito tempestivamente, diventa inutile, e qui oramai dalla morte del signor COSTA, avvenuta il 27/12/2011, sono trascorsi circa tre anni.

 Inoltre si osserva che il comportamento esecutivo di un PM dovrebbe essere di garanzia di tutte le parti coinvolte e le indagini non dovrebbero svolgersi a senso unico, sulla base di teoremi precostituiti: la Legge prevede che il PM agisce nell’interesse della Collettività e non di una parte.

 strabismo

strabismo giudiziario

A conferma di quanto detto si riporta la seguente documentazione agli atti:

Nella prima memoria depositata in cancelleria del PM del febbraio 2012 la dr.ssa ALPHA aveva avanzato la più logica delle richieste, ossia il sequestro del patrimonio tutto, anche di quello immobiliare, appartenuto al defunto signor COSTA.

Scriveva infatti:

RICHIESTA di SEQUESTRO PREVENTIVO dell’INTERO PATRIMONIO IMMOBILIARE DEL DEFUNTO SIG. LUIGI A. COSTA

Chiedo che vengo posto sotto sequestro giudiziario preventivo l’intero patrimonio immobiliare del sig. Luigi COSTA, posto che sono erede dell’intera quota extralegittima del patrimonio del signor Luigi COSTA, considerato che il defunto ha specificato che nel terzo del patrimonio di cui poteva liberamente disporre deve essere ricompreso l’alloggio di Genova Nervi che nel frattempo i signori figli potrebbero alienare. (1* memoria del febbraio 2012 indirizzata dalla dr.ssa ALPHA al PM)

Non solo, ma in tale memoria la dott.ssa ALPHA invitava gli inquirenti a rivolgere le loro indagini anche nei confronti del sig. REALE, oltre che dei fratelli COSTA.

Inviti tutti pervicacemente disattesi, laddove invece venivano accolti tutti i suggerimenti dei figli sulle persone da ascoltare come testi, anche se poi le loro indicazioni si dimostreranno essere un autentico boomerang, su cui veniva fatto calare un silenzio assordante da parte degli Inquirenti.

 

Del resto la logica vorrebbe, rectius il muratoriano buon senso, esigerebbe, che in presenza di un testamento conteso, semmai tutte le parti fossero soggette ad indagini, fermo stando che se l’intero patrimonio nella disponibilità del sig. Luigi COSTA fosse stato traslato nelle mani dei figli, lì sì, davvero, si potrebbe sospettare una circonvenzione ictu oculi, alla luce dei pregressi intercorsi pessimi rapporti interpersonali, anche se il tentativo di mettere le mani sulla gestione dei beni paterni da anni – sulla base degli atti – era stato posto in atto dai figli, e la circonvenzione, come si sa, è reato di pericolo e non di solo danno.

Ovviamente l’inquirente si è guardato bene dall’accogliere l’istanza, a tutti gli effetti riguardante atti dovuti.

 

Agli atti infatti leggiamo questa email inviata dal sig. Andrea Gregorio COSTA, che si sente ormai, come suol dirsi, anche lui “padrone del vapore” al sottufficiale della PG che ha collaborato assiduamente con il PM in questo proc. pen., il luogotenente TACCHETTO, datata 30/1/2012 (si ricordi che il proc. pen. n° RG 1016/12 è stato iscritto il 16/1/2012)

In essa, a conferma di quanto esposto e del menefreghismo del PM a tutelare le volontà testamentarie del sig. COSTA, si legge (doc. n° 130):

Le chiavi della casa di via Palmieri 14 – Torino – sono state sostituite il 28 dicembre 2011 (giorno successivo al decesso) e ne sono in possesso io e mia sorella.

Le chiavi della casa di Nervi – Genova – sono state sostituite il 19 gennaio 2012 e sono in possesso di mia sorella.

Cordiali saluti

Andrea Costa

 

Si consideri inoltre (davvero incredibilia!) che il sig. REALE – proposto a suo tempo al GT come amministratore pro – tempore dal difensore del sig. Luigi COSTA, che detestava in modo parossistico i figli, e che avrebbe dovuto tutelare le volontà dell’assistito – sia anche divenuto procuratore legale della signora Lucia COSTA, figlia del de cuius, nel febbraio 2012, e abbia indicato quale difensore della sua cliente l’avv. Roberto ATZEI, del gruppo EGIDA, con studio in via Giacinto Collegno a Torino, dove, fino a qualche mese fa, risiedeva il sig. Andrea Gregorio COSTA: particolari tutti questi altamente suggestivi, per esprimerci in termini eufemici.

***

B – L’incredibile impunito comportamento del signor Giuseppe REALE, nella sua veste di amministratore di sostegno provvisorio del sig. Luigi COSTA.

 

 Il PM ha avviato le indagini sulla base delle dichiarazioni del sig. Giuseppe REALE, amministratore di sostegno pro tempore del sig. COSTA, rifiutandosi sistematicamente di svolgere la minima indagine contro questo sconvolgente individuo, nonostante fosse stato ripetutamente sollecitato dalla dr.ssa ALPHA a muoversi in tal senso, nelle due memoria da lei presentate all’Inquirente nel 2012, durante le indagini del proc. pen. n° 1016/12, la prima a febbraio e la seconda a luglio.

Del sig. Giuseppe REALE, si è già scritto, ma altri aspetti devono essere sottolineati. Per una trattazione completa della sua attività nella vicenda dell’amministrazione del sig. COSTA si rimanda in ogni caso all’allegato “A” di questa memoria.

Come si è scritto, il sig. Giuseppe REALE, è stato nominato nel luglio 2011 amministratore di sostegno provvisorio del sig. Luigi COSTA, su istanza dello stesso difensore dell’anziano, l’avv. BETA, che era stato certamente malconsigliato, siappure in assoluta buona fede, da una collega avvocato nell’individuazione del suo nominativo. Il sig. COSTA era infatti stato colpito il 24 giugno 2011 da un grave infarto miocardico per cui si era reso necessario l’impianto di nuovi stent arteriosi, e, durante la stessa degenza presso l’unità coronarica del Maria Vittoria, il 2 luglio si era verificato un gravissimo arresto cardiaco da cui il paziente si era salvato solo grazie all’immeditata manovra di cardioversione attuata dai cardiologi del reparto, ma a seguito del quale si era reso necessario addirittura l’impianto di un defibrillatore monocamerale nella sua cavità toracica. La funzione cardiaca risultava gravemente compromessa, ridotta n particolare al minimo la frazione di eiezione del ventricolo sinistro (23%).

La scelta di spontanea adesione alla richiesta di apertura di un’amministrazione di sostegno – sia pure solo a livello provvisorio – da parte della difesa del sig. Luigi COSTA non voleva certo essere un atto di accondiscendenza nei confronti dei suoi figli, preoccupati di mettere le mani sul patrimonio dell’odiato padre, ma un modo per far comprendere appieno al giudice che, dovendo essere ancora rinviata la CTU medico legale per la gravità ovvia delle condizioni del suo cliente, si voleva in tal modo – in ogni caso – dimostrare che non vi era nulla da nascondere.

Giuseppe REALE riceveva infatti ogni anno numerosi incarichi per tutele ed amministrazioni di sostegno da parte del Tribunale di Torino, dove era assai in familiarità con alcuni giudici della settima sezione civile – che si occupa per l’appunto di diritto della famiglia – ed addirittura alcuni magistrati, tra cui la stessa dott.ssa GIANNONE, che scrivevano brevi monografie a quattro mani con lui, che confluivano poi nei cosiddetti “quaderni di Egida”, un’associazione privata di amministratori di sostegno e tutori, costituita dallo stesso sig. REALE, che ne presiedeva il pomposamente definito “comitato scientifico”.

 

Si precisa che tale associazione pare che sia stata definitivamente sciolta, dopo che al sig. REALE, pluriindagato anche in ordine all’ipotesi di circonvenzione d’incapace da vari PM, tra cui il dott. RINAUDO e la dott.ssa GABETTA, sarebbero state completamente revocate tutte gli incarichi di tutela affidatigli dalla settima sezione civile del Tribunale ai sensi dell’art. 384 c.c.

Per consentire una miglior comprensione dei motivi per cui la dott.ssa ALPHA, tra l’altro, richiedeva lo svolgimento di indagini a suo carico da parte della dr.ssa RUFFINO, si precisa che il dr. REALE si presenta da solo, sia con le sue dichiarazioni in merito alla “mission” della sua attività, sia con il suo immaginifico curriculum sbandierato nel sito web dell’associazione EGIDA, l’associazione di “specialisti tutori ed amministratori di sostegno” che ha creato, il cui url è http://www.egidatutoriprofessionisti.org/, dove si trova, per l’appunto, il link al file pdf che illustra il curriculum del sig. REALE Giuseppe, che di detta associazione risulta essere presidente del comitato scientifico (i grandi fisici italiani impegnati nello studio dei bosoni al CERN vorranno perdonare questo abuso ridicolo del termine “scientifico”, laddove in questo caso si tratta davvero di infima rancida cucina).

Leggiamo in merito alla mission dell’associazione (doc. n° 96):

“Egida è un’associazione composta di persone che per “professione” e “vocazione” si occupano ed intendono occuparsi della fragilità dell’essere umano in genere, in quegli aspetti che maggiormente si riverberano, quale riflesso negativo, sull’esplicazione della vita sociale e di relazione.

Si tratta di un approccio “olistico” all’Uomo, all’interno del quale il valore cardine di riferimento è la “centralità della Persona”, che rifugge la tradizionale “unidimensionalità” della lettura delle esigenze del soggetto bisognoso di protezione e promuove, invece, un avvicinamento all’individuo attraverso una prospettiva di interventi multiprofessionali e coordinati tra loro al fine di tradurre in realtà le molteplici e variegate esigenze della personalità, per far sì che l’Uomo costituisca il fine e non l’oggetto degli strumenti di tutela previsti dall’ordinamento giuridico”

Dal punto di vista dell’analisi logica e sintattica del periodo, è palese che siamo in presenza di autentiche castronerie, dove manca la più semplice ed elementare logica.

Si possono enumerare tautologie “si occupano ed intendono occuparsi”, sostantivi astratti “la fragilità”, utilizzati alla stregua di metonimie, vengono collegati al sostantivo plurale “aspetti”, che a sua volta regge la relativa subordinata “che si riverberano”, che resta però a mezza strada senza che sia specificato il logico necessario complemento di luogo: dove si riverberano, nell’infinito leopardiano forse?

Dopo l’aggettivizzazione dell’approccio all’essere umano che non può non essere, secondo il più trito degli schemi, “olistico”, ecco una frase relativa che ha per soggetto un’altra metonimia “la centralità della persona”, la quale rifugge un’altra metonimia, ossia l”unidimensionalità” della lettura delle esigenze del soggetto bisognoso, promuovendo invece un aiuto attraverso un’altra metonimia, ossia “la prospettiva”, di interventi, cui fa seguito una relativa implicita “multiprofessionali e coordinati” , che regge una subordinata finale “per tradurre in realtà le molteplici e variegate esigenze della personalità”, dove fa capolino l’ennesima metonimia che regge un’altra subordinata finalistica, “per far sì che l’uomo sia il fine e non l’oggetto degli strumenti di tutela” , dove francamente il delirio raggiunge il culmine: che mai significano  “il fine” e “non l’oggetto” di uno strumento? Trattasi dell’ennesimo sproloquio.

 Del resto sempre dal sito web indicato possiamo scaricare il curriculum del Presidente dell’associazione EGIDA, il sig. Giuseppe REALE. Il suo palmares di incarichi passati è impressionante, ma può suscitare una sorta di sindrome di Stendhal anche l’ammontare degli incarichi che fino a poco tempo fa erano attivi e gravanti sulle spalle di questo individuo, diligentemente enumerati in dettagli e che sinteticamente si riassumono, senza far cenno invece all’altrettanto enorme mole di incarichi oramai relegati al passato e pur regolarmente citati nel curriculum.

Fino a poco tempo fa il sig. REALE, che indicava nel curriculum sia tre numeri di telefono sia tre email – una delle quali è giairo.rabbino@virgilio.it, ove il nome utente fa riferimento addirittura al rabbino di cui nei vangeli Gesù Cristo fa risorgere la figlia morta, particolare leggermente inquietante in sé, ma in linea con lo stupefacente signore in questione -, enumerava le seguenti sue attività in essere:

  •  Consulente della “Fondazione Umberto II e Maria Josè di Savoia” per incarico ricevuto da S.A.R. Maria Gabriella di Savoia. Procuratore generale della Fondazione per la gestione di patrimoni ereditari devoluti alla Fondazione in Italia.
  • Consulente della Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino, per la devoluzione di patrimonio ereditario e per la gestione dei rapporti tra Ente ed utenti incapaci, con particolare riferimento all’amministrazione di sostegno, alla tutela ed alla curatela. Delegato dall’Ente alla verifica ed alla gestione delle problematiche patrimoniali relative alle tutele, curatele ed amministrazioni di sostegno affidate alla Piccola Casa della Divina Provvidenza – Cottolengo – di Torino e succursali. La consulenza si estende a tutti gli aspetti connessi agli interventi sanitari da parte dell’Ospedale del Cottolengo a favore dei soggetti ospiti delle Case di Assistenza dell’Ente medesimo con riferimento anche alla tutela della privacy ai sensi del vigente codice sulla protezione dei dati personali. La consulenza è prestata nell’interesse di tutte le Case di Assistenza dislocate sull’intero territorio nazionale.
  • Consulente del Consorzio Intercomunale Servizi Socio Assistenziali di Cirié in materia di tutele, curatele, amministrazioni di sostegno, minori in potestà, minori in affidamento, minori stranieri.
  • Consulente dell’AslTo3 ex 5 in materia di Tutele, Curatele ed amministrazioni di sostegno, con procura ad operare per casi specifici ai sensi e per gli effetti degli artt. 408 et 424 cod.civ.
  • Primo consulente presso la Provincia di Biella per l’Ufficio di Pubblica Tutela costituito ai sensi e per gli effetti della Legge Regionale 1/2004.
  • Consulente presso il comune di Vercelli in materia di tutele, curatele ed amministrazioni di sostegno.
  • Curatore di eredità giacenti presso il Tribunale di Torino.
  • Curatore, tutore e amministratore di sostegno presso il Tribunale di Torino, Alba, Ciriè e Biella.
  • Docente accreditato per la formazione, presso l’ordine dei ragionieri commercialisti, Consiglio Nazionale.
  • Docente accreditato per la formazione, presso l’ASLTO3 ex 5.
  • Coordinatore, per conto dell’associazione Egida, dell’elaborazione, studio e predisposizione del progetto per l’istituzione di pubblica tutela presso la provincia di Biella.
  • Coordinatore, per conto dell’associazione Egida, dell’attività di formazione ad enti pubblici in materia di tutela di soggetti fragili.
  • Responsabile, per conto dell’associazione Egida, per la strutturazione ed elaborazione di convenzioni con enti pubblici ed istituti bancari.
  • Presidente del comitato scientifico di Egida, Associazione tutori professionisti.
  • Presidente dell’associazione Mater Onlus, associazione nata da un gruppo di famiglie residenti nelle valli di Lanzo la cui finalità è di promuovere iniziative a sostegno della genitorialità ed una serie di servizi a favore delle famiglie.

 

 

 

  • Consigliere dell’associazione La casa degli Angeli Onlus e presidente del comitato scientifico, nonché referente e responsabile per la strutturazione di un progetto integrato con il territorio e la Piccola Casa della Divina Provvidenza – Cottolengo di Torino per la creazione di tre comunità di accoglienza di minori in difficoltà e donne maltrattate, oltre alla realizzazione di un centro permanente per la famiglia. Di tale associazione ho assunto la direzione generale.
  • Consulente del Comune di Torino settore Ufficio Tutele.
  • Consulente del Consorzio dei Servizi Sociali di Orbassano.
  • Consulente del Consorzio dei Servizi Sociali di Gassino.
  • Responsabile per lo studio e l’elaborazione, di una fondazione presso il Cottolengo di Torino, che si propone lo studio su temi attinenti alla bioetica ed alle direttive anticipate. Progetto approvato dal collegio direttivo della Piccola Casa della Divina Provvidenza San Giuseppe Cottolengo di Torino.
  • Socio e docente presso la Bottega del Possibile associazione di promozione sociale, con sede in Torre Pellice, promotrice della cultura della domiciliarità.

 

 Non vi è dubbio che all’apparenza si tratta davvero di una personalità geniale, una sorta di mostro di intelligenza, un policefalo.

Ma per l’appunto, all’apparenza.

 L’uomo aveva addirittura svolto in passato le funzioni di magistrato: incredibile ma vero il sig. Giuseppe REALE aveva contribuito all’amministrazione non solo degli anziani che truffava, ma anche della giustizia italiana, nelle vesti di giudice onorario dei Tribunali di Torino e Ciriè!

 

C’è al riguardo letteralmente da rabbrividire pensando che il sig. REALE ha fatto parte anche per circa 10 anni della magistratura, siappure non quella di carriera, ma quale giudice onorario nel campo – inutile a dirsi – delle tutele e delle successioni. Ulteriore conferma che esiste nella magistratura una componente marcia, tesi che ha fatto propria anche il procuratore aggiunto di Roma Nello Rossi, il quale apertis verbis  arriva persino ad affermare che esiste un affarismo giudiziario da lui qualificato in questi precisi termini: “La criminalità del giudiziario è un segmento particolare della criminalità dei colletti bianchi. Una realtà tanto più odiosa perché giudici, cancellieri, funzionari e agenti di polizia giudiziaria mercificano il potere che gli dà la legge”.

 

Leggiamo infatti ancora dal c.v. del sig. REALE presente sul sito internet dell’associazione EGIDA:

  • Giudice onorario con funzioni di giudice tutelare e giudice della successione presso il Tribunale di Torino sezione distaccata di Cirié dal 1994 al 31 dicembre 2003. Presso il Tribunale di Cirié ho gestito tutta la Volontaria Giurisdizione (tutele, curatele, potestà, esposti ex art. 337 C.C., amministrazioni temporanee, eredità giacenti…).
  • Giudice onorario con funzioni di Giudice Tutelare presso il Tribunale di Torino dal 1997 al 31 dicembre 2003.

 

 E’ stato, oltretutto, riferito che il sig. REALE ha cercato nell’ultimo decennio ripetutamente di superare l’esame da notaio, pur essendo stato regolarmente bocciato. E’ noto anche che egli usava spesso spacciarsi come notaio, circostanza riferita da molti avvocati di Torino che seguivano per l’appunto corsi da lui organizzati sull’istituto dell’amministrazione di sostegno.

Del resto la carta intestata su cui relaziona al GT incute già di per sé un rispetto fantozziano: tre numeri di telefono, tre email, un fax, l’ambiguità di chi, senza essere riuscito a diventare notaio, si vanta però di lavorare in uno studio notarile, e ci fa sapere che egli è iscritto ad un organismo di mediazione ADRAEQUITAS, per l’appunto, per associarsi al quale – come si apprende dal sito internet – occorre aver seguito un corso di 50 ore ed essere in possesso di almeno una laurea triennale, oltre che appartenere ad un ordine o collegio professionale (ma a che ordine o collegio afferirebbe il signore in questione? A quello dei mancati notai, per caso?). Insomma, per dirla con Shakespeare, much adoo for nothing (tanto rumore per nulla!) Potere della mitomania.

 

Recita infatti l’eALPHAcio della carta intestata del sig. REALE (vedasi, ad es, le tre relazioni al GT dr.ssa GIANNONE, di cui ai doc. n^ 52-94-97)

Dott. Giuseppe Reale
Studio Notarile Pelle
Via Maffei 10. 10070 Leinì (TO)
Via Bertolotti 7, 10121 Torino
Tel. 011.515.33.11 fax 011.515.33.33
Cell. 335.53.30.198 342.14.11.912
e.mail: giairo.rabbino@virgilio.it grealenotaiopelie.it
e.mail certificata: greale@pec.notaiopelte.it
Mediatore accreditato Ministero Grazia e Giustizia ADRAEQUITAS

 Che una persona alla quale son stati affidati centinaia di incarichi di tutore e di amministratore di sostegno si spacci infatti anche per notaio – si osservi come da sempre egli sul sito dell’associazione Egida, da lui creata, ne collochi la sede per l’appunto presso studi notarili, segnatamente presso il notaio LOBETTI BODONI, poi presso i notai Maria Teresa PELLE e Gennaro VISCUSI – non costituisce infatti solo millantato credito, ma sarebbe fatto indicativo di una pericolosa tendenza alla mitomania.

Infatti, non a caso, talora, nelle locandine di alcuni convegni, incredibili dictu, il sig. REALE viene qualificato tout court come notaio. E’ il caso ad esempio del pieghevole – reperibile anche su internet – del convegno organizzato dal CISSP (Consorzio intercomunale per i servi sociali alla persona) dove tra i tre i relatori di venerdì’ 7 novembre 2008 figura per l’appunto “Giuseppe REALE, NOTAIO” .

E’ fuori di discussione che, a seguito dell’eccezionale opera di marketing che si è costruita il sig. REALE, egli abbia goduto di grande credito preso la Procura ed i giudici della sezione tutele del Tribunale di Torino, i quali però farebbero assai bene ad ascoltare urgentemente persone informate della sua attività, come il notaio Federico LOBETTI BODONI di Torino e la di lui moglie, di professione avvocato: presso lo studio del notaio, da qualche anno ritiratosi dalla professione, è infatti stata ospitata fino a poco tempo fa l’associazione Egida e sarebbe interessante per l’autorità inquirente ascoltare dalla viva voce del notaio se trovano conferma o meno le gravi accuse che egli avrebbe mosso in conversazioni con terzi al sig. REALE e che mi sono state riferite.

Ad oggi anche le segretarie dei notai PELLE e VISCUSI, rispondono seccatamente a chi si rivolge loro per ottener informazioni in merito al sig. REALE, di cui affermano non sussistere più alcun legame o riferimento presso gli studi notarili in questione, aggiungendo che ne ignorano del tutto la sorte.

 

In ogni caso, lo si ripete, al sig. Giuseppe REALE il Tribunale di Torino ha revocato gli incarichi affidatigli ex art. 384 c.c. ed egli stato indagato dai PM dr. RINAUDO e dr.ssa GABETTA per fatti esulanti comunque dalle vicende connesse all’odierno proc. pen.

Invano però – guarda caso – la dott.ssa ALPHA aveva evidenziato il comportamento scandaloso – per usare un pio eufemismo – del sig. REALE, che è stato il motore d’avviamento del proc. pen. n° 1016/12: la sua denuncia contro l’amministratore è stata archiviata dal GIP dr.ssa BIANCO.

 

In tutta risposta il PM dr.ssa RUFFINO ha letteralmente fatto scomparire nell’arringa che ha svolto per chiedere la condanna della dr.ssa ALPHA il predetto amministratore, le sue relazioni al GT, le sue dichiarazioni, così come la stessa figlia del signor COSTA, la signora Lucia, ha letteralmente surgelato la delega di procuratore che aveva conferito a costui con atto notarile nel febbraio 2012, ad un mese appena dalla morte del padre, quando il REALE si poteva ancora vantare di essere un personaggio potente all’interno del Tribunale. 

 

Insomma il sig. Giuseppe REALE è stato sottoposto al noto trattamento “Findus” ibernato sotto una spessa coltrice di gelido silenzio, tamquam non esset.

Notoriamente infatti gli inquirenti si sono sin dall’inizio schierati sulle posizioni del binomio fratelli COSTA. Altrettanto ha fatto il GUP dr.ssa LA ROSA.

Dopo queste premesse, utili ad inquadrare il personaggio in questione, nel rimandare ai doc. n° 52 – 94 -97 che costituiscono le tre fantozziane relazioni inviate dall’amministratore di sostegno al GT che l’aveva incaricato, e di cui non necessita alcun commento, ci soffermiamo su un passaggio del suo sit per evidenziare il suo grado di menzogna elevato quanto quello della sua insana creatività.

 Leggiamo quindi il SIT del sig. Giuseppe REALE, del 14/1/2012, proprio ad indagini appena iniziate :

 “Sono un libero professionista

Non ne ho parlato [del trust, ndr], con il signor Costa perché già quando lo vidi la prima volta nel marzo 2011, il Sig. Costa era in grande disagio e confusione. Molto condizionato e confabulante”

La ALPHA mi disse che l’obiettivo del Costa era proteggere i suoi beni dai figli, che erano interessati solo al suo patrimonio.

In realtà, i figli, per quanto ho potuto accertare, non erano tanto proiettati sul patrimonio, quanto preoccupati del fatto che il padre fosse circondato da persone poco raccomandabili.

Il padre era un uomo forte caratterialmente e i figli erano stati costretti ad andarsene da casa. Era un padre – padrone, maltrattante anche nei confronti della moglie.

Alla fine, penso indotto dalla ALPHA, anche Costa pensava che i figli fossero interessati solo al patrimonio ma non era assolutamente così”.

(SIT del signor Giuseppe REALE del 14/1/2012)

 E’ proprio a cominciare dal ricovero del sig. COSTA presso il Birago di Vische (27-29/9/11) – di cui si è detto .- che alla dottoressa ALPHA viene impedito – per la subacquea opera del sig. REALE – di svolgere il suo ruolo di medico di fiducia del sig. COSTA: in questo caso vi fu il doppio rifiuto di fornirle informazioni da parte della Direzione Sanitaria e della dott.ssa BIGO, primario del reparto, sebbene, accortisi di averla fatta grossa, i “capi” (primario e direttore sanitario), ai vari livelli dell’ospedale, abbiano poi eliminato – come si è visto – gli ostacoli che avevano frapposto.

 Prosegue comunque il sit del sig. REALE (doc. n° 74, citato):

In quella stessa occasione [del ricovero al Birago di Vische, ndr], la ALPHA mi disse che il COSTA voleva fare testamento. IO dissi BENE, VENGO A SENTIRE IL SIG COSTA. Era ottobre 2011. Chiesi alla ALPHA di rimanere da solo con COSTA. Provocatoriamente dissi al Sig. COSTA, “allora che cosa vuol fare della sua eredità? Vuole nominare erede universale la dott.ssa ALPHA e costituire anche una fondazione?”. Costa era agitatissimo, non era in grado di scrivere era confuso, non era in grado di decidere nulla, era in stato di prostrazione fisica e credevo che non sarebbe sopravvissuto al ricovero. Capii che non era assolutamente in grado di fare testamento.

Il giorno dopo venni raggiunto da una telefonata dell’Avv. Beta che mi disse di avere saputo che io volevo portare in Ospedale un notaio. Io gli spiegai come era andata la vicenda e lui mi disse “Non faccia nulla, poi le spiego”

(SIT del sig. REALE del 14/1/2011)

Anche qui siamo alla solita follia, che caratterizza tutte le asserzioni del sig. REALE. Insomma l’amministrazione di sostegno è in ospedale, si accorge che Il suo “beneficiario” – come il lessico burocratico appella la vittima – è in condizioni molto gravi e lui che fa: lo provoca a far testamento!

Il motivo che “Sherlock” REALE si inventa è incredibile. La dott.ssa ALPHA gli avrebbe riferito, inventandosi la cosa di sana pianta, ovviamente, che il sig. COSTA – febbricitante e con il fegato letteralmente a pezzi (transaminasi a 9000 U/L), per usare un linguaggio fuor d’ambagi – voleva fare testamento a suo favore: come se la dottoressa non fosse stata già stata a conoscenza del fatto che, circa sei mesi prima, il suo amico paziente aveva depositato un testamento olografo presso il notaio AJMERITO, lasciandola erede dell’intera quota extralegittima, ossia di tutto quanto era nelle sue disponibilità disporre.

Ed allora il REALE che cosa fa? Semplice: va a “provocare” il “suo “beneficiario”, si accorge che non è in grado di comprendere e si vanta di aver smascherato la macchinazione che la dottoressa ALPHA avrebbe messo in piedi chiaramente a fini masochistici.

 La domanda sorge dunque imperiosa: quest’uomo quando mai la finirà di prendere per i fondelli il mondo intero – e soprattutto i Signori Giudici – con le sue balle micidiali? Occorrono forse dei commenti sulle deliranti affermazioni del personaggio in questione?

Insomma la dott.ssa ALPHA sarebbe un caso unico al modo di circonventrice che, messe oramai le mani sul bottino, va a cercarsi ulteriori rogne: cui prodest? Insomma il signor REALE cerca di accreditare l’immagine della dottoressa come quella di una persona truffaldina epperò al contempo, all’evidenza, idiota.

A tutti sarà personalmente occorso di incontrare dei truffatori, ma in loro, a parte il caso del tutto atipico presentato del signor REALE, alberga sempre una certa furbizia, un calcolo piuttosto approfondito dei propri margini d’azione, un’accortezza di comportamenti: sono le caratteristiche tipiche di chi delinque per circonvenire.

E del resto incredibile la lettura delle tre relazioni che il sig. REALE invierà nei mesi di novembre e dicembre 2011 e all’inizio di gennaio 2012 al GT, per riferire l’esito dell’incarico di amministratore provvisorio ricevuto.

*****

Vi è infine un fantozziano colpo di scena nelle indagini. Il REALE viene nominato dalla figlia del sig. COSTA, Lucia, quale procuratore speciale con delega sottoscritta innanzi ad un notaio di Massa Carrara, a rappresentarla ed a richiedere immediatamente il dissequestro del testamento, nel febbraio 2012, un mese appena dopo la morte del padre.

 Nella nuovo incarico di procuratore il sig. REALE scende subito in pista, chiedendo nei seguenti termini il dissequestro del testamento del sig. Luigi COSTA (doc. n° 135):

“Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino

RIF: PROC. PEN. N° 1016/2012 R.G.N.R.

P.M.: DOTT. RUFFINO – P.O.: COSTA

Ill.mo Signor Procuratore, dott.ssa Laura Raffino

Il sottoscritto dott. Giuseppe Reale, nato a Torino il 4 settembre 1961, residente a Casalborgone in strada Foei n°6, in qualità di procuratore speciale della signora Lucia Costa, nata a Torino il 28 gennaio 1965, residente a Carrara in via Cavallotti n° 54/a (giusta procura redatta in forma di atto pubblico a rogito notaio Carezzi di Carrara in data 2 febbraio 2012, allegata in copia al presente atto), erede legittima del signor Luigi Antonio Costa, nato a Genova il 20 aprile 1931 e deceduto a Torino il 27 dicembre 2011, già persona offesa nel procedimento penale dì cui a riferimento;

con il presente atto

premesso che:

nell’ambito delle indagini relative al procedimento penale di cui a riferimento è stato disposto II sequestro di tutti i beni appartenuti in vita al signor Luigi Antonio Costa;

–   pure risulta essere sfato sottoposto a sequestro il testamento del predetto signor Luigi Antonio Costa, al momento non ancora pubblicato;

–   la signora Lucia Costa, insieme con il fratello signor Andrea Costa, è erede legittima del defunto signor Luigi Antonio Costa ed in ogni caso, indipendentemente dalle volontà espresse da costui nel testamento, titolare di una quota riservata per legge in ragione del grado di parentela;

– la successione ai signor Luigi Antonio Costa richiede numerosi adempimenti di carattere amministrativo e tributario, nonché l’urgenza di compiere atti di conservazione del patrimonio ereditario e di amministrazione ordinaria di esso, fra i quali il pagamento di debiti, spese ed imposte;

–   per tale ragione, gli eredi legittimi hanno necessità di entrare nella disponibilità dei beni costituenti il compendio ereditario, sia con riferimento ai beni immobili (per i quali appare assai opportuno se non addirittura indispensabile procedere ad ispezioni e verifiche), sia con riferimento ai conti correnti ed ai titoli;

Tutto ciò premesso, II sottoscritto dott. Giuseppe Reale, nella qualità indicata in epigrafie, formula rispettosa

ISTANZA

affinché l’lll.mo signor Pubblico Ministero voglia disporre il dissequestro di tutti i beni, mobili e immobili appartenuti in vita al defunto signor Luigi Antonio Costa ed attualmente sottoposti a vincolo giudiziale di indisponibilità, autorizzandone la restituzione agli aventi diritto ed in particolare agli eredi legittimi del defunto, signora Lucia Costa e signor Andrea Costa, così consentendo ad essi di compiere tutti gli atti necessari alla conservazione e all’amministrazione dell’eredità oltre che di procedere agli adempimenti tributari di legge.

Contestualmente, il sottoscritto dott. Giuseppe Reale, sempre nella qualità indicata in epigrafe:

CHIEDE

che l’Ill.mo Signor Pubblico Ministero voglia autorizzare l’estrazione di copia, dai documenti del fascicolo delle indagini preliminari, delle schede testamentarie formate in vita dal signor Luigi Antonio Costa, le quali, per quanto a conoscenza dello scrivente, sono state parimenti sottoposte a sequestro dalla S.V.

Il sottoscritto procuratore della signora Lucia Costa nomina infine difensore di fiducia nell’interesse di quest’ultima, l’avv. Roberto Atzei del foro di Torino, che delega, anche per il tramite della dott.ssa Giulia Bertolone, collaboratrice del suo studio, al deposito della presente istanza e presso lo studio del quale, a Torino in via G. Collegno n° 44, intende il proprio domicilio per le comunicazioni relative al presente procedimento penale (n° di fax 011.433.23.39).

Confidando nell’accoglimento e segnalando l’urgenza di provvedere, con osservanza

dott. Giuseppe Reale

Torino, 22 febbraio 2012

(è firma autentica Roberto Atzei)

 

Si noti come l’avvocato ATZEI da cui in modo veramente abbastanza insolito, il sig. REALE si fa autenticare la firma, ha studio a Torino in via Collegno 44, condominio ove risiedeva fino a poco tempo fa il sig. Andrea Gregorio COSTA, figlio del de cuius. Inoltre l’avv. ATZEI è uno dei quindici membri del “comitato scientifico” dell’associazione Egida presieduta dal REALE.

Si osservi oltretutto la gaffe del sig. REALE che chiede anche il dissequestro dei beni immobili, in realtà mai sequestrati incredibilmente dal PM.

 

L’inquirente questa volta tuttavia non abbraccia le tesi e le richieste dei fratelli COSTA. Infatti, a breve distanza temporale la risposta è scontata:  

“Il PM, letta l’istanza, rilevato che le indagini sono in corso e che, allo stato appare del tutto prematura la restituzione dei beni del sequestro (solo beni mobili); osservato che le disposizioni testamentarie del sig. COSTA Luigi sono corpo del reato per cui si procede ed oggetto di accertamento respinge entrambe le istanze, di restituzione e di estrazione di copia.

Torino, 27/2/2012″

 

Risposta con la quale peraltro il PM conferma l’inverosimile circostanza che non sequestrò i beni immobili, di cui da subito godettero i fratelli COSTA, alla faccia delle volontà del padre che ha espressamente lasciato in eredità alla dottoressa ALPHA l’alloggio di Genova Nervi.

Né mai tale sequestro è stato disposto in seguito, nonostante espressa richiesta della dottoressa ALPHA nella prima memoria indirizzata all’inquirente nel febbraio 2012.

 *****

C – ruolo giocato dai servizi sociali in questo procedimento

Giova a questo punto considerare come, a dar man forte all’amministratore nel costruire questa macchinazione indagatoria di cui le vere vittime sono state il sig. Luigi COSTA e la dott.ssa ALPHA, hanno concorso anche i servizi sociali, notoriamente i più temuti dagli anziani.

E vale davvero la pena di aprire una parentesi sui servizi resi da costoro alle due pp.oo.

 Abbiamo visto infatti nell’esame delle imputazioni che tanto il sig. COSTA, quanto la signora SERRALUNGA, li consideravano un autentico pericolo.

 Infatti i figli del sig. COSTA si erano rivolti nel luglio 2010 ai servizi ed a seguito della loro segnalazione si era instaurato il proc. pen. 5208/10/K, poi archiviato dallo stesso PM titolare del presente procedimento.

Leggiamo al riguardo:

Si presentano i figli del signor COSTA Luigi Antonio. Sono molto preoccupati per il padre. Ha sempre avuto molte donne ed ultimamente ne ha una che non permette loro di avvicinarsi.

Non hanno la firma sul conto, non hanno le chiavi di casa. Non sanno come sia la casa.

La donna che lo frequenta è una dentista e non vive con lui.

Si sono rivolti in commissariato, ma non hanno formalizzato un esposto. Sono andati al servizio sociale ed hanno parlato con A.S. Merlin.

“Telef. a Merlin: riferisce che entro la prossima settimana vedranno di andare al domicilio per incontrare l’anziano e poi ci sentiamo”. 

Consegnato ai figli il modulo per presentare la domanda di Amministrazione di Sostegno, ma suggerito di aspettare l’esito della visita domiciliare.

(Appunti dei servizi sociali del 29/7/2010)

 

Sappiamo che il sig. Luigi COSTA, però, aveva disdegnato la profferta di aiuto avanzatagli dia servizi rispondendo seccamente, e con un tocco di perfida ironia (“gli adorati figli”) in questi termini:

Ai Servizi Sociali del Comune di Torino

e p.c. Signora MERLIN

Ringrazio il servizio Sociale del Comune di Torino per l’interessamento nei miei confronti, segnalato dai miei adorati figli ma, per il momento non necessito di alcuna assistenza essendo ancora autonomo e indipendente. In futuro, in caso di bisogno, sarà mia premura contattarvi ed eventualmente mettervi in contatto con il mio Legale.

Nel ringraziarvi colgo l’occasione per porgervi distinti saluti.

(Luigi Costa, scritto del 9/8/2010)

 

Non diversamente, la signora SERRALUNGA era stata oggetto di pressanti “attenzioni” dopo il suo ricovero del settembre-ottobre 2010 al Gradenigo in emergenza, per una grave insufficienza respiratoria.

Sia il suo medico di base, il dr. MOLLICA, sia la dott.ssa ALPHA l’avevano difesa da quest’assalto indesiderato come si è visto, il primo usando termini più soft e diplomatici, la seconda, come nel suo stile, con una schiettezza di linguaggio piuttosto ruvida.

Ricorda infatti il dott. MOLLICA:

Ora parlando, mi viene in mente di essere stato contattato da un’assistente sociale perché secondo loro la Serralunga aveva bisogno di un supporto. In quella occasione parlai con la Serralunga e andai anche a trovarla casa. Forse un anno fa. Volevo accertarmi delle condizioni della Serralunga e verificare se l’AS [assistente sociale, ndr] avesse qualche ragione. Trovai la Serralunga ancora meglio di quanto immaginavo. Parlai con la Serralunga delle richieste dell’A.S. La Serralunga mi disse che non aveva bisogno di nessuno e che stava bene

(SIT del dottor MOLLICA, medico di base, del 9/2/2012)

Anche la signora Serralunga era meravigliata delle richieste degli AASS.

Devo dire che mi meravigliò la sollecitudine degli AASS rispetto alla Serralunga quando ci sono casi che meritano molta più attenzione di quello.

Io avevo sentito la signora SERRALUNGA e le avevo chiesto esattamente se lei aveva bisogno degli AASS a casa. Mi sembrava proprio una forzatura questa intrusione degli AASS.

 (SIT del dottor MOLLICA, medico di base, del 9/2/2012).

 Del resto, a comprova dell’assoluta avversione all’offerta di aiuto della signora SERRALUNGA verso i servizi sociali vi sono due dichiarazioni dal terzetto di assistenti intervenute presso la di lei dimora MATRICARDI, FLABBI, BALDAZZI, di cui si è detto e che si richiamano solo per i passi essenziali :

La prima è indirizzata alla Procura ed è sottoscritta dalle signore intervenute presso l’abitazione della SERRALUNGA:

 

Alla Procura della Repubblica

Settore Fasce Deboli

c/o Tribunale Ordinario di Torino

e p.c. Ufficio Tutele

Via Giulio. 22, 10122 Torino

 

Oggetto Segnalazione della Signora Anna Maria SERRALUNGA

La signora in oggetto è conosciuta dal servizio sociale scrivente dal 1’ottobre 2010 in seguito a richiesta di raccolta di informazioni da parte della ASL TO 2 competente territorialmente.

La signora Serralunga, di anni 78, vive sola. e ha come unico parente di riferimento un nipote in linea collaterale, il sig. Massimiliano SERRALUNGA.

Alla visita domiciliare effettuata in data 08.11.2010, inizialmente erano presenti l’anziana, l’educatrice alle tutele Flabbi e l’istruttora assistenziale incaricata di effettuare istruttoria sociale per percorso uvg [unità vigilanza geriatrica, ndr].

…in quel momento sopraggiungeva la persona che l’aiuta abitualmente

La Dottoressa ALPHA ha comunicato di non voler usufruire degli aiuti del servizio sociale, di rinunciare al proseguimento della procedura e di ritenere l’anziana persona autosufficiente e lucida. L’anziana, a questo punto, ha chiesto in modo sostenuto di lasciare il proprio appartamento. In merito alla valutazione di autosufficienza è stato chiesto di presentare una certificazione medica e la Dottoressa ALPHA si è incaricata di tale incombenza adducendo come motivo il fatto che conosce l’anziana da tempo.

L’Assistente Sociale Monica MATRICARDI

L’Educatrice Barbara FLABBI

La responsabile area anziani Bruna BALDAZZI

(relazione delle AA. SS dopo la visita alla signora SERRALUNGA dell’8/11/2010)

Alla dottoressa ALPHA pure furono preannunciate rappresaglie da una delle assistenti stesse intervenute nel caso SERRALUNGA.

Inoltre, dopo il fallito ricorso della Procura per interdire la signora SERRALUNGA, e appena dopo che lo stesso organo inquirente ricorse per l’apertura di un’amministrazione di sostegno per la SERRALUNGA, tentativo fallito esso pure, la signora respinse bruscamente nuovamente i servizi che si offrivano di accompagnarla dinnanzi al GT, tanto radicato era oramai in lei il disprezzo per i servizi sociali.

A ulteriore riprova vi è questa seconda lettera, già citata, dell’educatrice FLABBI del 26/4/2012, indirizzata al Giudice dott.ssa TAMAGNONE nell’ambito del ricorso per la nomina dell’amministrazione di sostegno presentato dalla Procura:  

Oggetto: comunicazione relativa alla signora Serralunga Anna Maria (ASO 856/2012) nata il 13/02/1932 a Torino e residente a Torino in corso Tortona, 27.

Con riferimento alla VS comunicazione del 12/03/202 relativamente alla nuova convocazione della signora in oggetto prevista per il 9/5/2012, si richiama in ogni sua parte la relazione di segnalazione e la comunicazione dei 24/05/2011 dove il Servizio segnalava l’ostilità dell’anziana ad accogliere qualsiasi proposta di aiuto, anche di accompagnamento al’Tribunale.

Si è contattata la sig.ra Anna Maria per proporre nuovamente il supporto degli operatori, ma la signora ha declinato con vigore la proposta affermando che per nessuna ragione si sarebbe recata in Tribunale.

Il servizio scrivente pertanto non può che rinnovare la difficoltà ad impostare una relazione di aiuto con la signora stante la sua totale diffidenza ed acriticità in merito alla situazione.

(Lettera dell’educatrice alle tutele Barbara FLABBI del 26/4/2012).

***

 Ritornando alle conseguenze spaventose della superficialità dei servizi sociali nelle loro immaginifiche relazioni all’A.G., infarcite di autentiche diffamazioni, si osservi come, in quasi contemporanea alle tre relazioni del sig. REALE (datate nel periodo compreso tra novembre – dicembre 2011), la dott.sa GIANNONE, GT che segue il ricorso dei figli del sig. COSTA, segnala la dott.ssa ALPHA come personaggio sospetto, che agisce non unicamente a livello professionale nei confronti del sig. COSTA, al PM dell’attuale proc. pen, la dr.ssa RUFFINO, che si occupava anche dei proc. pen. n. 5208/10/K aperto dopo l’esposto di Andrea Gregorio e Lucia COSTA, nonché del proc. pen. n. 407/11/K aperto dopo la segnalazione ricevuta dai servizi sociali circa la situazione della salute della signora SERRALUNGA (anche se entrambi questi ultimi due procedimenti verranno poi archiviati, su istanza dello stesso PM).

 

Leggiamo infatti:

TRIBUNALE ORDINARIO di TORINO

 Settima Sezione Civile – Ufficio del Giudice Tutelare

– Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino

c.a. dott.ssa Ruffino

 Amministrazione di sostegno n 7390\2010 Costa Luigi Antonio

Dal ricorso depositato dai sigg. Costa Lucia e Costa Andrea Gregorio emergerebbe un ruolo non esclusivamente professionale della dott.ssa Annamaria ALPHA che assiste l’amministrato in sostituzione del medico curante dott. Pasquale Mollica.

A seguito di verifica presso la Sezione Fasce Deboli è emersa una segnalazione relativa ad analoghe attività svolte dalla dott.ssa ALPHA nei confronti della sig.ra Serralunga Anna Maria nata a Torino il 13.2.1932 trasmessa a Codesto Pubblico Ministero.

Torino 21.10.2011

Allego ricorso 16.11.2010 [presentato dai figli del sig. COSTA, ndr]

IL GIUDICE TUTELARE

Dott.ssa GIANNONE

 E’ davvero strano questo cambio di rotta a 180° da parte del GT, che, dopo aver ascoltato di persona il sig. Luigi COSTA, da lei interrogato, nell’udienza tenutasi presso la di lui abitazione nel gennaio 2011, che aveva risposto in modo puntuale e coerente alle domande postigli, e dopo aver ascoltato la stessa dottoressa ALPHA, non aveva assunto alcun provvedimento urgente, in quanto ovviamente non ne aveva ravvisato i presupposti, ed anzi, solo dopo ben due mesi, aveva sciolto la riserva disponendo CTU.

 

Evidentemente, da un certo momento in avanti, databile con l’incontro di REALE con i figli del sig. COSTA (settembre 2011), egli strinse con loro una solida alleanza, al punto di essere divenuto, subito dopo la morte del padre, procuratore delegato della sig.ra Lucia COSTA, figlia del de cuius.

***

Inoltre sappiamo che, pochi giorni prima della predetta improvvisa segnalazione della dott.ssa GIANNONE alla dott.ssa RUFFINO del 21/10/2011, era accaduto un fatto nuovo. Infatti leggiamo negli atti che, sempre con riferimento all’Ufficio del PM dr.ssa RUFFINO, era pervenuta una segnalazione in Procura, da cui era scaturito un proc. pen. che peraltro esso pure poi verrà archiviato.

Leggiamo infatti:

Inoltre, in data 4.10.2011, giungeva in Procura altra segnalazione inerente il comportamento della ALPHA nei confronti del Costa in occasione di un ricovero di costui presso l’Ospedale Birago di Vische, nel settembre 2011: si iscriveva nuovo mod k n. 4867/11

Il riferimento è infatti all’incredibile diniego che fu opposto alla dr.ssa ALPHA – dietro evidente disposizione del sig. REALE – da parte della direzione sanitaria e del reparto dell’Ospedale Birago di Vische, in cui il povero sig. COSTA, venne ricoverato per un paio di giorni, a compulsare le cartelle cliniche, fatto di gravità inaudita, a seguito del quale, su richiesta della dr.ssa ALPHA, l’ing. SCASSA telefonò per ottenere l’intervento di una volante del 113, e di cui si è diffusamente trattato.

Assai probabile in ogni caso che dietro la lettera scritta dalla dott.ssa GIANNONE al PM RUFFINO vi fosse dunque l’ennesima manipolazione del sig. REALE.

D– Non sarebbero mancati momenti di autentica intimidazione verso testi in queste indagini, con possibile violazione dell’art. 64 comma 3 del cpp.

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Emblematico il reiterato rifiuto ad essere ascoltato a sit da parte del prof. Mario BO, professore geriatra dell’Università di Torino, indicato al PM quale teste dal sig. Andrea Gregorio COSTA, che affermava “con atteggiamento adirato” che non intendeva deflettere da questa precisa sua volontà, sebbene ammonito dal sottufficiale che si trattava di obbligo e non di invito, perché la sorella “è stata maltrattata”.

Leggiamo infatti agli atti :

Il giorno 14/03/2012, alle ore 09,00, in Torino, presso l’ufficio Notifiche – Nucleo Informativo – del Comando Provinciale Carabinieri di Torino, il sottoscritto Agente di P.G. Appuntato Fabio Nibbi, appartenente al suddetto Reparto, riferisce alla competente A.G. quanto segue:

Dovendo notificare la citazione a comparire della Sezione di Polizia Giudiziaria -Aliquota Carabinieri della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, che si allega in copia, nei confronti del nominato in oggetto, alle ore 14,20 del 16/02/2012, tramite l’utenza cellulare 3472535070 intestata al suddetto lo si è contattato.

Durante tale conversazione lo scrivente ha rappresentato al Sig. Bo Mario la necessità di reperirlo al fine di notificare la citazione di cui sopra, questi ha dichiarato di non voler presentarsi in Tribunale in quanto, a suo dire, la di lui sorella gli ha riferito che in sede di verbalizzazione da parte del personale della P.G. della predetta A.G. è stata maltrattata.

Pertanto, a seguito di ciò, il medesimo ha espresso la netta volontà di non voler presenziare alla stesura dell’atto. Quanto sopra è strato espresso allo scrivente in maniera e atteggiamento adirato. A questo punto lo scrivente rappresentava che la sua presenza era obbligatoria e necessaria.

Ma senza alcun esito in quanto il medesimo riconfermava quanto prima riferito e sottolineava di riferire all’A.G. la sua esplicita volontà a non volersi presentare. (Relazione dell’Agente di P.G. Appuntato Fabio Nibbi del febbraio 2013)

 Alla luce di quanto esposto, ci si domanda se per caso gli inquirenti abbiano violato l’art. 64 comma 3 del cpp., per le modalità con cui risulta siano stati condotti gli interrogatori, se si pensa, appunto, alle affermazioni del prof. Mario BO.

Si osservi come nei verbali relativi ai sit, compaiono due volte espresse ammonizioni a due testi – la signora VANDONE e la signora OUAZIDI – formulate in modo all’apparenza assai brusco, e che in ogni caso non sortiscono l’effetto di far deflettere nemmeno di un millimetro le due persone, che stanno rendendo deposizioni favorevoli all’innocenza della dr.ssa ALPHA. (vedasi doc. n° 16-86, citati)

***

 E – Nell’integrazione delle indagini depositata dal PM nel settembre 2013 relative al rapporto tra la dottoressa ALPHA e la signora Teresa VANDONE, un’anziana paziente ed ex collaboratrice di studio – fatto del tutto estraneo alle imputazioni, ma che sarebbe funzionale a dimostrare una propensione dell’imputata per la circonvenzione degli anziani – vengono attribuite alla dottoressa svariate centinaia di telefonate alla signora Teresa che non sono mai state eseguite, come dimostrabile alla stregua degli stessi tabulati telefonici prodotti.

 Poco tempo prima dell’udienza preliminare del settembre 2013, il PM ha infatti depositato un’integrazione delle indagini davvero curiosa, in quanto relativa a materia che non rientra nei capi d’imputazione, che riguardano tutti la grave accusa rivolta ad un medico di aver circonvenuto due suoi pazienti, ossia il signor COSTA e la signora SERRALUNGA, avendo entrambi commesso atti asseritamente autolesionistici, per il non avere destinato nelle volontà testamentarie la parte nella loro disponibilità, il primo agli odiati due figli, e la seconda ad un quasi sconosciuto nipote.

Insomma questi due pazienti hanno indicato la dott.ssa ALPHA – cosa che agli occhi del PM deve essere suonata davvero scandalosa -, il primo come erede della quota extralegittima, e la seconda dell’intero suo piccolo patrimonio: non trattandosi di faraoni egiziani o comunque di adepti della religione eliopolitana, entrambi non hanno ritenuto utile conservare in qualche tomba il proprio patrimonio per la vita ultraterrena, né hanno deciso, per quanto nella loro disponibilità, di beneficiare congiunti che nei loro confronti avevano adottato il motto di un personaggio di Antonio Baldini, il doppio Melafumo e Menefrego, e che, in fin dei conti, erano per loro degli autentici oggetti volanti non identificati.

Orbene, poiché dalle testimonianze raccolte dagli inquirenti era emersa con preclara evidenza la totale estraneità alle accuse rivolte alla dr.ssa ALPHA, il PM ha cercato con le indagini integrative depositate di allargare il campo, tra il dire e il non dire, delle incolpazioni, anche estendendolo alla ricerca di un’eventuale circonvenzione che la dott.ssa ALPHA avrebbe svolto ai danni di altri suoi assistiti.

Non solo, ma ha pensato bene di indagare sulla signora Teresa VANDONE che per anni ha collaborato volontariamente, presso il suo studio, svolgendo piccoli lavori di segreteria o di riordino, nell’intento di sfuggire – su consiglio della dott.ssa ALPHA – ad una forma depressiva che l’aveva attanagliata intorno agli 80 anni (ora ne ha compiuti 90).

Purtroppo per la Procura di Torino, però, la testimonianza della signora VANDONE, che la dottoressa ha pazientemente curato per lunghi anni, ammettendola anche alla frequentazione del suo studio per lo svolgimento di piccole mansioni di segreteria, ha ulteriormente comprovato l’integerrimità della dott.ssa ALPHA, in merito alla quale l’anziana teste formula i seguenti giudizi e le seguenti perentorie osservazioni (doc. n° 16):

“Io per la ALPHA metterei la mano sul fuoco sicura di non bruciarla.

Lei è una persona altruista e aiuta tanti anziani per spirito di carità..

Oltre ad aiutarla nello studio io a volte vado con lei nel suo giro di visite. A volte la ALPHA mi chiede di accompagnarla in auto nel suo giro di visite, in modo che io le guardi l’auto quando non trova parcheggio. Io sono contenta di accompagnarla, così esco e mi distraggo un po’.

La ALPHA non mi ha mai detto nulla a riguardo del mio patrimonio, io e lei non abbiamo mai parlato delle mie proprietà.

Io ho già fatto il testamento ma non ho lasciato nulla alla ALPHA, ho lasciato tutto a mia nuora come voleva mio figlio.

Io le ho regalato solo una pelliccia e null’altro. Non ho fatto altri testamenti né ho fatto scritti a favore della ALPHA.

Si, io avevo nascosto a casa il mio testamento ma mia nuora, qualche giorno fa mi ha chiesto di mostrarglielo e poi di depositarlo da un notaio. Io ho fatto come lei mi ha detto.

Il testamento che avevo in casa lo avevo scritto copiando quello che mi aveva scritto la ALPHA. E’ stata la ALPHA a dirmi che dovevo lasciare tutto a mia nuora”. (SIT della signora VANDONE dell’11/6/2012)

 

Da collegarsi alla deposizione della signora VANDONE, è tuttavia anche l’immaginifica, calunniosa e diffamatoria deposizione della nuora sig.ra Maria Teresa GALLO , rimasta vedova nell’agosto 2011, dopo la morte del marito in circostanze drammatiche per le conseguenze del morbo di Cushing.

Costei ha evidentemente sempre temuto che il legame strettissimo di amicizia e la grande riconoscenza provata dalla suocera verso la dottoressa ALPHA potessero sortire l’esito che – morto il figlio e considerati i pessimi rapporti intercorrenti tra suocera e nuora – la signora VANDONE che, come si apprende dal SIT gode di un patrimonio che, tra beni mobili ed immobili, supera abbondantemente il milione di euro, potesse lasciare parte o l’intero ammontare di esso in eredità alla dottoressa ALPHA.

La signora Teresa VANDONE ha invece disposto diversamente, pur sapendo che a tutt’oggi la nuora la trascura completamente, limitandosi ad una vista giornaliera di cinque minuti la sera (abita al piano inferiore) e la lascia completamente sola in quasi tutti i weekend per recarsi a trovare la propria madre a Cortemilia.

In ogni caso si riportano alcuni brani del SIT della signora Maria Teresa GALLO vedova Fenoglio che la dott.ssa ALPHA ha denunciato e querelato (doc. n° 125, citato):

“I rapporti con mia suocera non sono mai stati idilliaci, tanto che mio marito stesso aveva problemi a relazionarsi con lei.

Credo che ciò sia dovuto al fatto che mia suocera aveva un carattere forte che non accettava pareri diversi dal suo, né consigli su quello che sarebbe meglio fare. Dopo la morte del figlio si è indebolita molto ed è più fragile, anche se ha conservato il suo carattere spigoloso.

Mia suocera ha sempre lavorato con energia ed ha continuato sino a circa 77 anni. Quando è andata in pensione lei, che non era abituata all’inattività, è caduta in depressione.

In quel periodo è entrata in scena la dott.ssa ALPHA che sostituiva il dott. Mollica che era il medico di famiglia di mia suocera.

Mia suocera mi aveva raccontato di aver parlato di questo suo problema alla ALPHA e che questa le aveva subito offerto di andarla ad aiutare nello studio medico dove lei lavorava come dentista.

Con il tempo mia suocera si è attaccata morbosamente alla ALPHA”.  (SIT della signora GALLO del 4/5/2012)

 

Come si è letto nella deposizione della signora VANDONE, questa era così influenzata dalla dottoressa da aver lasciato il suo patrimonio, ammontante ad oltre 600.000 euro e alcuni immobili di sua proprietà, tra cui una villa e due alloggi, in eredità alla nuora, in conformità al desiderio del figlio, la cui memoria la signora GALLO non si fa invece scrupoli di infangare, secondo il più trito degli schemi – quello di “far,parlare il morto” – da lei utilizzato a buon mercato, ammantata dal livore che ella nutre nei confronti della dott.ssa ALPHA per una questione di bassa cucina di cui stiamo per dar conto

Insomma, la signora GALLO utilizza il congiunto defunto per calunniare e diffamare la dott.ssa ALPHA: “Mio marito aveva visto lungo e capito che la ALPHA si approfittava di sua madre sapendola benestante economicamente”

Infatti la signora GALLO così si esprime:

“Quando era in vita, mio marito non sopportava la ALPHA e metteva in guardia la madre dall’influenza negativa che questa aveva su di lei.

Probabilmente mio marito aveva visto lungo e capito che la ALPHA si approfittava di sua madre sapendola benestante economicamente”

Proprio per questo mio marito era andato in banca a parlare con il direttore per avvisarlo che se la madre avesse fatto delle operazioni strane, specialmente a favore di una certa dottoressa ALPHA, avrebbe dovuto avvisarlo subito.

A quei tempi mio marito era cointestatario dei conti bancari della madre, uno di questi è acceso presso la Banca Regionale Europea di Monesiglio in provincia di Cuneo (oggi UBI), il cui direttore era NASO Elio. Era proprio con lui che aveva parlato.

Quando mio marito è morto io sono diventata contestataria di quel conto bancario di mia suocera; esso ha un attivo di circa 600.000 euro”.  (SIT della signora GALLO del 4/5/2012)

Peccato che il signor Giovanni FENOGLIO, figlio della signora VANDONE, a più riprese sia venuto a farsi curare i denti nello studio della dr.ssa ALPHA; eseguendo anche lavori di implantologia, che sono stati a lui regolarmente fatturati, e saldati dalla nuora stessa, dietro richiesta della dr.ssa ALPHA, essendo stati terminati poco prima della sua morte. L’ultima seduta avvenne addirittura ad appena tre settimane prima del decesso, con un paziente sofferente visibilmente per l’ipercortisolemia legata al morbo di Cushing di cui egli soffriva. La dr.ssa ALPHA riferisce infatti che Il 12/7/2011 il sig. FENOGLIO si era recato nel suo studio (sarebbe deceduto il 4 agosto successivo) per completare le tappe finali delle ricostruzione protesica dopo un complesso lavoro, già eseguito, di cinque impianti endossei e nove elementi dentali in biolega

Si osservi al riguardo come nel breve raggio di 200 metri dal condominio in cui abitava, e dove tuttora risiedono la signora VANDONE e la nuora, si trovino ben quattro studi dentistici, fatto che comprova la natura diffamatoria e calunniosa delle dichiarazioni della signora GALLO: per qual motivo il marito, dinanzi ad una simile cornucopia di studi dentistici, avrebbe proprio dovuto rivolgersi dalla dr.ssa ALPHA?

E fu proprio l’invito a saldare quanto dovuto ancora dal marito, formulatole dalla dottoressa, a scatenare le ire della signora Maria Teresa GALLO: infatti costei a tale richiesta, pur avanzata alcuni mesi dopo il grave lutto, con tutta la delicatezza possibile e limitata, per giunta, in nome dell’amicizia che legava la dottoressa alla signora Teresa VANDONE, alla semplice refusione delle mere spese materiali sostenute, rispose seccamente che si scandalizzava in considerazione del fatto che la suocera, a suo dire, lavorava gratuitamente nello studio medico, con il che – riferisce la dott.ssa ALPHA – l’interlocutrice si sentì autorizzata a concludere, in tono vagamente minatorio, che, all’occorrenza, avrebbe reso una buon pubblicità allo studio dentistico ed alla titolare segnatamente.

Donde il contenuto velenoso del suo interrogatorio.

Inutile specificare che la dottoressa ha fatto intervenire la signora VANDONE presso il suo studio per aiutarla, creandole un motivo di interesse che la distraesse dalla depressione da cui non riusciva ad emergere, nonostante gli antidepressivi con cui era curata, continuando a sentirsi attanagliata dalla solitudine, e vivendo sostanzialmente isolata da figlio e nuora, che non la degnavano di attenzioni, nonostante la sua avanzata età, per incomprensioni caratteriali, come candidamente ammesso a sit dalla stessa signora Maria Teresa GALLO.

Inoltre il sig. FENOGLIO durante la grave malattia che l’aveva colpito negli ultimi due anni di vita – il morbo di Cushing – si affidò alla cure del prof. Orlandi, che gli era stato consigliato dalla stessa dott.ssa ALPHA, che si era fatta carico non solo di incontrare e relazionare al primario in questione il suo stato di salute, ma anche di consultarlo nelle varie stadiazioni della malattia, sempre su incarico espresso del paziente.

La signora VANDONE ha poi confermato anche nel suo interrogatorio (doc. n° 16, citato) la grande stima provata nei confronti della dr.ssa ALPHA, fatto che ha infastidito non poco la nuora che infatti ha ancora precisato:

La ALPHA e mia suocera hanno un rapporto quasi morboso; la ALPHA porta con sè mia suocera ogni volta che va a fare delle visite domiciliari, oppure la chiama per prendere un caffè al bar, andavano anche a cena fuori in una bocciofila.

Mia suocera ha una vera venerazione nei confronti della ALPHA e ho capito che sicuramente questa ha una grande influenza su di lei.

Dopo la morte di mio marito mia suocera mi ha mostrato un testamento olografo dove nominava me come erede universale. Non ho copia di questo documento anzi, quando gliene ho chiesto una copia, lei non ha voluto darmela”. (SIT del 4/5/2012 di Tersa GALLO)

In realtà, poco dopo la data del sit, nel giugno 2012 la signora VANDONE ha consegnato alla nuora, per il semplice ed esclusivo motivo di onorare la memoria del figlio, copia del testamento redatto.

La signora GALLO però, come si è scritto, da sempre si disinteressa completamente delle condizioni della madre del suo defunto marito, di cui, evidentemente, anela solo all’eredità, avendo addirittura preteso la consegna del testamento. Una replicante dei figli del sig. COSTA, per dirla in breve.

 La testimonianza della sig.ra GALLO, ascoltata a sit nel maggio 2012, terminava comunque con un’inquietante affermazione che non può non lasciare immaginare un’incitazione in tal senso da parte dell’inquirente che la interroga:

“Alla luce di quanto appreso oggi, capisco che la ALPHA possa avere delle mire sul patrimonio di mia suocera e non escludo che possa averla indotta a fare lasciti in suo favore e di cui io non sono a conoscenza” (SIT del 4/5/2012 della signora GALLO)

Infatti quest’affermazione lascia facilmente supporre che alla signora GALLO, escussa come teste, siano stati riferite accuse o giudizi denigratori contro la dottoressa ALPHA in occasione per l’appunto dell’interrogatorio.

In ogni caso, dopo aver ricordato i sit del 2012 della signora Teresa VANDONE e della nuora Maria Teresa GALLO, che avevano avuto il pacifico scopo di dimostrare un ulteriore tentativo di circonvenzione operato dalla dr.ssa ALPHA ai danni dell’anziana signora Teresa, sua collaboratrice presso lo studio dentistico – tentativo miseramente fallito come si è visto –occorre dare atto che il PM dr.ssa RUFFINO, priva od a corto di indizi probatori contro l’imputata, ha pensato bene di svolgere le indagini integrative dell’autunno 2013, a quasi due anni dall’apertura del proc. pen. n° RG 1016/12, inventandosi una sorta di tentativo di subornazione della teste VANDONE che sarebbe stato operato dalla dottoressa insistendo con l’anziana signora perché inducesse la nuora a ritrattare quanto aveva affermato nel sit del maggio 2012.

Il tutto sarebbe partito da una telefonata del 21/6/2013 della signora GALLO.

Leggiamo infatti il seguente annotazione della PG, firmata dalla poliziotta che già l’aveva ascoltata a sit nel maggio 2012:

OGGETTO: P.P. nr. 1016/12 R.G.N.R.- Annotazione.

Il sottoscritto Ufficiale di P.G. Laura SIRACUSA, Ispettore Capo della Polizia di Stato, riferisce che in data odierna veniva contattata telefonicamente dalla signora GALLO Maria Teresa, nuora di Teresa VANDONE.

Si precisa che la scrivente aveva raccolto le dichiarazioni della GALLO nell’ambito del procedimento penale indicato in oggetto a carico di ALPHA.

Nella telefonata odierna, la signora GALLO, con tono molto agitato ed esasperato, riferiva alla scrivente che da qualche mese la dottoressa ALPHA aveva cominciato a tormentare la suocera (VANDONE Teresa) chiedendole di costringere la nuora a recarsi in Procura per ritrattare le dichiarazioni rese nell’ambito del procedimento penale che la riguardava.

Per la precisione la GALLO riferiva: “non ne posso più, tutti i santi giorni mia suocera mi dice che la ALPHA vuole che io venga da voi e ritratti quello che vi ho detto, dice che io dovrei venire in Tribunale a raccontarvi che le cose che vi ho detto l’altra volta non sono vere e anche che non è vero che mio marito pensava quelle brutte cose della ALPHA”.

La Gallo aggiungeva che questa storia doveva finire perché anche quel giorno aveva trovato la suocera in lacrime e tremante durante una conversazione telefonica con la ALPHA…

Appreso quanto sopra la scrivente convocava la signora GALLO Maria Teresa in questi uffici per il giorno 26.6.2013, al fine di verbalizzare le sue dichiarazioni. (annotazione della PG del 21/6/2013)

La signora GALLO viene nuovamente ascoltata a sit nel giugno 2013 (lo era già stata esattamente un anno prima ed aveva vomitato veleni assortiti, di cui si è scritto, contro la dott.ssa ALPHA, calunnie e diffamazioni per le quali è stata denunciata).

Leggiamo al riguardo:

Sono la nuora di Teresa VANDONE, in quanto avevo sposato suo figlio Fenoglio Giovanni che purtroppo è deceduto nel 2011.

Ho richiesto quest’incontro perché, di recente, la dottoressa ALPHA sta nuovamente pressando mia suocera.

Intendo dire che, dopo che la ALPHA è venuta a conoscenza della documentazione contenuta nel fascicolo penale che la riguarda, ha cominciato a dire a mia suocera che io dovrei venire da voi, in Procura, a ritrattare quello che vi ho dichiarato tempo fa.  (SIT del 26/6/2013 della signora Maria Teresa GALLO)

Trattasi di affermazioni false in toto, ma non è questo il focus della censura al PM , ovviamente.

 

Il fatto curioso, è che, poi, in modo veramente eclatante, la signora Maria Teresa GALLO riferisce l’ennesima balla, raccontando con dovizia di particolari una scena di un maltrattamento telefonico della dott.ssa ALPHA ai danni della povera suocera che sarebbe letteralmente scoppiata in lacrime.

E lo fa con dovizia di falsi particolari.

Nulla obietta l’Inquirente che pure, avendo acquisito i tabulati telefonici di tutto il traffico in ingresso ed uscita dalle utenze della signora VANDONE, avrebbe ben potuto verificare che il 15 giugno 2013 – giorno espressamente ricordato dalla falsa teste con addirittura la precisazione, corretta, che si trattava di un sabato – la dott.ssa ALPHA non ha mai telefonato alla signora Teresa VANDONE.

Prosegue ancora la signora Maria Teresa GALLO:

Quello che però mi ha fatto decidere di chiedere il vostro aiuto è stato un episodio a cui ho assistito sabato 15.6.2013.

Quel giorno io sono andata a casa di mia suocera. Ho suonato al campanello ma, vedendo che non veniva ad aprirmi la porta, l’ho aperta io con la mia copia delle chiavi di casa sua.

Entrando in tinello ho visto che mia suocera era al telefono. Mi sono fermata ad ascoltare perché ho visto che mia suocera era molto agitata e stava tremando.

Ascoltando quello che mia suocera diceva ho capito che stava parlando con la ALPHA.

Mia suocera diceva: “… va bene….. sarò bugiarda …… va bene,..”

Ho capito che mia suocera parlava con la ALPHA anche dall’atteggiamento che aveva assunto. Devo spiegarvi che quando mia suocera parla con la ALPHA è come se si trasformasse da donna sicura di se in una specie di agnellino timoroso, come se pendesse dalle labbra di quella donna.

Quando ha finito di telefonare, mia suocera mi ha confermato che stava parlando con la ALPHA. Io le ho detto di non chiamarla più, ma lei mi ha risposto che era stata la ALPHA a telefonarle. (sit della signora Maria Teresa GALLO del 26/6/2013)

 

Sembra davvero che da parte del PM vi sia la tendenza reiterata a prendere per oro colato qualsivoglia accusa venga mossa contro la dott.ssa ALPHA. E’ stato così nel caso dei sigg. Andrea Gregorio e Lucia COSTA, del sig. Giuseppe REALE, dei testi calunniatori e diffamatori Massimiliano SERRALUNGA e Rosa PILLOLLI.

 

A pag. 19-20-21 il Giudice in modo prolisso si sofferma, attraverso le predette intercettazioni telefoniche, riportate per esteso, sul rapporto tra la dott. ALPHA e la signora VANDONE, sostenendo che: “La signora Teresa VANDONE: quest’ultima ha espresso tutta la sua riconoscenza alla ALPHA, per la quale “metterei la mano sul fuoco sicura di non bruciarla”. Ha specificato di avere già fatto testamento – copiando quello che le aveva scritto la stessa ALPHA – e di avere lasciato tutti i suoi beni alla nuora, come voleva suo figlio, già deceduto, aggiungendo di avere regalato alla ALPHA solo una pelliccia. A proposito della nuora, la VANDONE ha riconosciuto che la ALPHA l’aveva spesso definita “la sua padrona”.

Non potendo imputare quindi alcun tentativo di circonvenzione ai danni della signora Teresa, il giudice trova però il modo di stigmatizzare il comportamento, fatto anche di rimproveri, della dott.ssa ALPHA verso la sua collaboratrice che sempre prendeva iniziative improprie allo studio dentistico, dove sbrigava piccole incombenze.

Che senso ha tutto questo nell’economia del proc. pen? Serve in realtà a sottolineare l’odio della nuora della VANDONE, Maria Teresa GALLO, falsa teste in due ripetuti sit, nei confronti della stessa dott.ssa ALPHA che l’ha querelata. Annota assurdamente ed insinuantemente in modo gratuito il giudice a pag. 21: “GALLO Maria Teresa, escussa il 4 maggio 2012, ha confermato che sua suocera particolarmente attaccata alla ALPHA, della quale (come la SERRALUNGA) era come innamorata, nonostante la forte opposizione del suo defunto marito”

 

Ben diversamente, in merito al rapporto tra la dott.ssa ALPHA e la signora VANDONE che ne frequentava lo studio intrattenendo i pazienti in sala d’aspetto e facendosi carico di piccole mansioni, la signora Marina GALLO, solo omonima per cognome con la nuora dell’anziana signora, ha illustrato le ragioni generali per cui l’anziana signora Teresa frequentava la dottoressa (doc. n° 68 , citato):

La sig.ra Vandone andava in settimana nello studio della dott.ssa ALPHA. Il fine settimana andava a pranzo e a cena dalla dott.ssa  ALPHA. La sig.ra Vandone si lamentava di essere sempre lasciata sola dal figlio e dalla nuora. Non le tenevano compagnia, non la portavano mai da nessuna parte. Era quindi molto contenta di poter stare con la dott.ssa ALPHA. Diceva di volerle bene come a una figlia.

(testimonianza ex art. 391 c.p.p della signora Marina GALLO del 14/10/2013)

Di particolare rilievo anche quanto affermato dalla medesima signora Marina GALLO in merito a ciò che le riferiva il figlio della signora Teresa, Giovanni FENOGLIO, deceduto due anni or sono, dopo grave malattia, che rivela i sentimenti di stima e gratitudine che egli provava nei confronti della dott.ssa ALPHA:

Il figlio della sig.ra Vandone mi disse che era ben contento che la madre frequentasse la dott.ssa ALPHA e andasse nel suo studio. Mi disse che la madre avrebbe anche potuto trasferirsi dalla dott.ssa ALPHA, per come stava bene sua madre con lei. Mi disse anche di essere andato anche lui a casa della dott.ssa ALPHA per fare lavoretti di manutenzione. Per quanto mi disse lui, il suo rapporto con la dott.ssa ALPHA era buono. È’ anche andato con la moglie e la sig.ra Vandone alle cene organizzate dalla dott.ssa ALPHA. In alcune di queste, due o tre, ero presente anch’io, come in occasione di alcuni compleanni della sig.ra Vandone.  (testimonianza ex art. 391 c.p.p della signora Marina GALLO del 14/10/2013)

Al termine della testimonianza si legge pure quanto segue:

La sig.ra Gallo ha infine spontaneamente voluto dichiarare che la signora Maria Teresa GALLO, dopo il decesso del marito Giovanni, disse, in presenza anche di altre persone, riferendosi alla suocera signora VANDONE, che “il marito avrebbe potuto anche portarsi dietro questa zavorra”.  (interrogatorio ex art. 391 c.p.p della signora Marina GALLO del 14/10/2013)

E’ stata poi risentita a sit anche la signora VANDONE il 13/9/2013 e anche il suo interrogatorio disvela un atteggiamento prevenuto ed inconcepibile degli inquirenti.

La signora Teresa ha infatti riferito alla dr.ssa ALPHA l’incredibile circostanza di essere stata interrogata addirittura alla presenza della nuora, che, a suo dire, avrebbe buona familiarità con una delle due poliziotte presenti.

 Infine il PM ha ordinato, a completamento di queste sconcertanti indagini integrative, l’acquisizione dei tabulati relativi al traffico telefonico in entrata ed uscita dalle due utenze della signora VANDONE, ossia quella fissa presso la sua abitazione di via Ricasoli 26 e quella mobile del suo cellulare.

 Le indagini sono state così gravate da oltre 250 pagine di tabulati e materiale correlato. Si è fatto – come si dice – spessore, ma gli Inquirenti che hanno letteralmente dato i numeri, sia detto con rispetto pari alla franchezza.

 Infatti va evidenziato, come esempio della scorrettezza dell’Inquirente, l’esame dei tabulati che è stato eseguito (doc. n° 134).

Viene infatti preso come riferimento il periodo compreso tra il 1°/3/2013 ed 26/7/2013.

L’ispettore Capo della PS SIRACUSA evidenzia che la dottoressa ALPHA avrebbe effettuato n° 419 telefonate verso il cellulare della signora VANDONE nel predetto intervallo temporale e per sottolineare lo scandalo di un valore in assoluto elevato, ma che è comunque pur sempre spalmato su circa cinque mesi, evidenzia il numero in neretto.

Ma ad un controllo banale dei tabulati il numero di telefonate uscite dal cellulare della dottoressa ALPHA verso quello della signora VANDONE è di appena 36 unità, ivi comprese le chiamate che devono essere accidentalmente partite, visto che in alcuni casi siamo addirittura a durate di 2 secondi, o comunque sotto i 10 secondi.

Davvero una gaffe clamorosa: oltre il 91,4% delle telefonate conteggiate non esistono: gli inquirenti si sono inventati di sana pianta esattamente 383 telefonate.

 telefonata

una telefonata allunga la vita

Ma non finisce qui: in piena confusione, gli inquirenti depositano una serie di sinossi riassuntive del traffico telefonico della dott.ssa ALPHA, scorrendo le quali si rinvengono numeri probabilmente buoni per il lotto.

 

Infatti si sprecano nei fogli MS- excel riassuntivi – redatti dalla PG – le decine di telefonate postere che, alla data del 26 settembre 2013, il PM già sapeva che la dott.ssa ALPHA avrebbe effettuato verso le utenze della VANDONE nei successivi mesi di ottobre, novembre e dicembre 2013: la Procura conteggia un’ottantina di telefonate postere a suo carico e le attribuisce, a buon peso, nei panni di nuovo operatore telefonico in cerca di pubblicità con offerte, anche un nuovo numero telefonico, oltre a quello posseduto e correttamente attribuitole.

 Che dire? Un comportamento pienamente censurabile

Gli inquirenti, il PM per primo, non si sono nemmeno degnati di rilevare, cosa che il più umile e obiettivo dei poliziotti avrebbe in un ambiente neutro rilevato, ossia che sabato 15 giugno 2013, contrariamente a quanto asserisce la teste Maria Teresa GALLO, descrivendo una scena madre della suocera in lacrime che fa tanto sceneggiata napoletan – meroliana, la dottoressa ALPHA non ha mai telefonato a quest’ultima.

 Si potrebbe pertanto affermare, alla luce dei numeri forniti in esse, che gli inquirenti sono attendibili all’8,6%, percentuale identica a quella del numero di telefonate reali eseguite dalla dott.ssa ALPHA nel periodo considerato verso l’utenza della signora VANDONE, come da tabulati, rispetto a quelle ascrittele.

***

IN MERITO ALL’ORDINANZA DEL GUP DR.SSA LA ROSA DEL 26/2/2014

Occorre osservare che il 21/2/2014 la dr.ssa ALPHA presentava istanza alla dr.ssa LA ROSA, il GUP che poco tempo prima, il 30/1/2014, aveva emesso contro di lei una gravemente ingiusta sentenza di condanna n° 213/14 (doc. n° 1, citato) affinché venisse sequestrato il piccolo alloggio della signora SERRALUNGA ed il c/c della signora, improvvisamente deceduta a processo iniziato, nella notte tra il 13 ed il 14 novembre 2013, preannunciando che sarebbe tempestivamente ricorsa in appello, non appena note le motivazioni della predetta sentenza, ed osservando che era preclara la volontà – reiteratamente espressa – della sua paziente di lasciarla erede universale, non solo per via del testamento che era stato a suo tempo sequestrato dal PM dr.ssa RUFFINO nell’ambito del proc. pen. n° RG 1016/12, ma anche alla luce delle affermazioni rese a sit dalla signora SERRALUNGA nel luglio 2012 (doc. n° 15, citato), della lettera fatta pervenire dalla medesima al GUP per motivare la sua mancata costituzione a parte civile, ed ancora da quanto emerge dall’intercettazione ambientale trascritta agli atti (doc. n° 2, citato) in cui rivolgendosi alla dr.ssa ALPHA ella afferma:

“guardi che io l’alloggio, piuttosto gli do fuoco e, io voglio che lo prenda lei, poi lo venda a chi vuole”  (intercettazione ambientale auto nr.75 del 06.2.2012)

 Orbene in modo assolutamente stupefacente il GUP dr.ssa LA ROSA emetteva al riguardo ordinanza il 26/2/2014 nei seguenti precisi termini (doc. n° 135):

“Visto, si rigetta essendo stata emessa sentenza di condanna in relazione a condotte aventi ad oggetto i beni di cui l’imputata chiede il dissequestro“.

Torino, 26/2/2014

 Non occorrono commenti, ma, sia detto con rispetto massimo e pari franchezza, qui è davvero il caso di sospettare anche l’esistenza di problemi psichiatrici. Come si può confondere una richiesta di sequestro con una di dissequestro?

 *****

 Tutti gli atti cui si fa riferimento sono quelli prodotti dagli inquirenti nel proc. pen. n° 1016/12 RGNR sfociato nella sentenza n° 213/14, che sono confluiti nel proc. pen. odierno n° 3712/14 RGNR.

Ad essi vanno aggiunti gli atti che sono stati presentati dalla difesa della dott.ssa ALPHA nel predetto proc. pen. n° 1016/12 come indagini integrativi ex art. 391 cpp.

Il proc. pen. n° RG 3712/14, che vede imputato l’ing. Angelo SCASSA, non contiene nessun nuovo elemento di indagine, salvo il fatto che egli, dopo aver ricevuto la comunicazione di chiusura delle indagini, ha presentato una memoria difensiva e chiesto ed ottenuto di essere interrogato. Interrogatorio svoltosi nel giugno 2014, che è stato delegato ad un sottufficiale della PG, essendo parso il PM disinteressato a questa incombenza.

 

                                                                  Ing. Angelo SCASSA