Si procede ora all’esame delle condotte addebitate all’ing. SCASSA a sostegno dell’allucinante ipotesi di reato di circonvenzione ai danni della signora SERRALUNGA posta a suo carico, che si enumerano di seguito a quelle relative alla presunta attività criminosa svolta ai danni del sig. COSTA

ss

14^ condotta imputata

“L’ing. SCASSA è accusato del reato di cui agli artt. 81 cpv . e art. 643 c.p. perché, in concorso con la dott.ssa ALPHA, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, la inducevano a compiere un atto che importava un effetto giuridico dannoso per lei o altri, abusando dello stato di infermità o di deficienza psichica di SERRALUNGA ANNAMARIA nata a Torino il 13.2.1932, anziana sola e affetta da iniziale deterioramento cognitivo tale da renderla parzialmente incapace”.

 

Inutile dire anche qui – perché la circostanza è ampiamente provata documentalmente – che l’ing. SCASSA non ha mai indotto la signora Anna Maria SERRALUNGA a compiere qualsivoglia atto dannoso a sé o ad altri, e del pari, alcun atto a lui profittevole.

Di questa simpatica signora che egli ha conosciuto nel 2006 per il tramite della dr.ssa ALPHA – prima che iniziasse la sua relazione sentimentale con costei – in occasione di una perizia su una scadente fornitura di elettrodomestici, ricorda un’intelligenza vivace e molto critica, il peso di una solitudine che la provocava talora l’insorgere delle lacrime agli occhi, specie quando riandava al ricordo dei tempi passati, in cui con i genitori costituiva una famiglia unita, o ricordava esperienze nella sua vita che avevano assunto per lei una valenza particolarmente positiva. Attimi di fugace sconforto da cui prontamente si riprendeva, gelosa della sua autonomia, al punto che non disdegnava la compagnia dl alcune amiche della zona, incontrate nel bar sottostante casa sua, oltre a quella del signor Maurizio MENCHENILLA, mentre era più “caustica” con un muratore in cassa integrazione, particolarmente gentile, a un po’ “esuberante”, nel senso di piuttosto chiacchierone, con cui era entrato in confidenza, tal Francesco IACULANO, anche lui abitante nelle vicinanze.

L’ing. SCASSA ebbe modo di sapere anche che la signora era la cugina prima del suo ormai assai anziano docente di storia e filosofia al liceo classico Alfieri, persona ben conosciuta nell’ambiente di Torino, quale uomo di profonda cultura e specchiata limpidezza morale, il prof. Giovanni Guastavigna. Nel 2012 erano stati festeggiati, alla presenza di centinaia di ex-allievi, i 90 anni del professore con cui la signora SERRALUNGA non era rimasta in particolare confidenza, mentre manteneva stretti rapporti telefonici con la di lui sorella: l’ingegnere le aveva mostrato le fotografie dei festeggiamenti e lei era rimasta particolarmente felice nel poterle osservare, ricordando con vivida acutezza molti particolari della vita di entrambi loro due cugini.

Ogni tanto la signora SERRALUNGA telefonava all’ing. SCASSA per un breve scambio di saluti, in cui volentieri inseriva qualche riflessione mai banale. All’ingegnere spiace il fatto di non aver dedicato un po’ più di tempo a questa simpatica signora anziana, spentasi improvvisamente nella notte tra il 13 ed il 14 novembre 2014, di cui ha rinvenuto il cadavere in casa dopo l’intervento dei vigili del fuoco, accompagnando la dottoressa ALPHA, accorsa preoccupata dal fatto che la sua amica e paziente non rispondesse al telefono.

 

Anche qui gli inquirenti hanno insistito sull’incapacità della signora SERRALUNGA cercando di sollecitare al Tribunale un provvedimento di interdizione e, successivamente, dopo il fallimento del loro tentativo, ricorrendo per l’apertura di un’amministrazione di sostegno “a favore” della signora SERRALUNGA.

Si pensi ad esempio alla seguente sollecitazione del PM (doc. n° 108):

All’Ispettore Angela Fiore

OGGETTO: Delega di indagini ex art. 370 c.p.p.

Con riferimento al proc. pen. sopraindicato, prego acquisire in copia il fascicolo relativo alla procedura per nomina di amministratore di sostegno contenuto nel procedimento n 856/12 Dott.ssa Tamagnone.

Torino, 22.5.2012

Il PM dr.ssa RUFFINO”

 

Peccato però che il Tribunale di Torino l’abbia pensata diversamente, respingendo con due diverse sentenze, sia il ricorso della Procura per l’interdizione della signora SERRALUNGA, sia quello per la nomina di un’amministrazione di sostegno. Ricorsi che sono stati peraltro sconfessati dalla stessa Procura, dopo le risultanze istruttorie.

E’ poi davvero triste che la Procura abbia addirittura ipotizzato uno stato di infermità psichica a carico della signora SERRAUNGA, non preoccupandosi di arrecarle una forte sofferenza morale, tipica in una persona mentalmente lucida che si trova aggredita all’improvviso da un’istituzione che sembra agire in nome di una giustizia a buon mercato: ci si arroga il diritto addirittura di sottoporre un’anziana a tutela o a qualche altra forma di amministrazione, per privare una persona del bene più importante per la propria dignità, ossia della libertà di decidere liberamente in merito alle propria amministrazione ordinaria e straordinaria, sulla base esclusiva di una dichiarazione di tre educatrici dei servizi sociali, con le quali la dott.ssa ALPHA aveva avuto da dire in difesa della signora SERRALUNGA, e che le avevano preannunciato – a quattr’occhi – ritorsioni. Né la Procura si era fatta carico di ascoltare il medico di base, persona certamente assai più qualificata per argomentare nel merito, o la stessa dott.ssa ALPHA, che della paziente era pur sempre il medico di fiducia.

Si osservi che, amareggiata ed inviperita per il ricorso per l’interdizione che dovette subire, la signora SERRALUNGA, sicura delle sua integrità mentale, sebbene spaventata dalle iniziative, decise di evitare di avvalersi di un avvocato difensore. Invece, quando dovette affrontare il ricorso per l’apertura di un’amministrazione di sostegno, solo all’ultimo momento, a giudizio già avanzato, scelse un difensore e si costituì in fase oramai quasi terminale.

Brevemente ricostruiamo i fatti.

In un primo tempo la Procura richiede l’interdizione della signora SERRALUNGA, rivolgendosi alla VII sezione civile del Tribunale di Torino, in questi precisi termini (doc. n° 109):

Il Pubblico Ministero,

rilevato che dalla segnalazione agli atti [la relazione delle assistenti sociali, ndr] relativa a SERRALUNGA Anna Maria, nata a Torino il 13.2.1932 risulta che la stessa versa in condizioni psichiche tali da renderla incapace di provvedere ai propri interessi, o quanto meno di attendere con sufficiente discernimento e consapevolezza all’amministrazione delle proprie sostanze, in quanto affetta da fragilità senile (cfr. relazione agli atti);

P.Q.M.

– Chiede che il Tribunale di Torino pronunci l’interdizione – o, in subordine, l’inabilitazione – della predetta con ogni consequenziale provvedimento a norma di legge;

– Chiede che sia nominato un tutore o curatore provvisorio nel corso dell’istruttoria;

Risultano persone legate all’interdicenda/inabilitanda da uno dei vincoli previsti dall’art. 712 c.p.c. – secondo quanto attualmente risulti a questo Ufficio:

SERRALUNGA Massimiliano, res. in Tonno, C.so Moncalieri (nipote)

Dispone che copia del presente ricorso venga comunicata ai Servizi Sociali di Torino, Lungo Dora Savona 30.

Torino, 19 gennaio 2011.

Il SOST. dott. Valerio LONGI (causa civile iscritta al n. 2562/11 R.G./F)

La Procura conferisce l’incarico di CTU al dr. ANGLESIO – per la serie vichiana dei corsi e ricorsi storici (si tratta del medesimo psichiatra prescelto d’Ufficio per la CTU relativa al ricorso dei figli del sig. COSTA e che si sarebbe addirittura rifiutato di incontrare la dott.ssa ALPHA, mentre, per “giusta” terzietà rispetto alle parti aveva incontrato la signora Lucia COSTA, essendo pregiudizialmente ostile contro la dott.ssa ALPHA, il cui nominativo aveva ritrovato nei due distinti procedimenti COSTA e SERRALUNNGA.

Il CTU è chiamato a rispondere al seguente quesito di rito (doc. n° 110):

“Dica il CTU, letti gli atti, esaminata la parte convenuta, assunte eventuali informazioni anche presso i servizi [sigh!, ndr], con possibilità anche di avvalersi di specialisti, ove necessario:

  1. a) se la parte convenuta sia affetta da un’infermità (in tal caso ne indichi la natura) e/o da una menomazione fisica o psichica;
  2. b) in caso di infermità mentale se questa sia abituale o temporanea;
  3. c) in caso di infermità mentale abituale se la parte convenuta sia in tutto o solo in parte incapace di provvedere ai propri interessi;
  4. d) quali atti, di natura ordinaria e/o straordinaria, la parte convenuta sia in grado di compiere senza l’assistenza di una terza persona; in particolare se il convenuto sia in grado di esprimere compiutamente un consenso informato a trattamenti sanitari, di assumere autonomamente terapia farmacologia, di determinarsi in merito al luogo in cui vivere e alle modalità di gestione del quotidiano

Il CTU dr. ANGLESIO, si presenta presso l’abitazione della signora SERRALUNGA accompagnato da due assistenti sociali, una della quale è la signora FLABBI, firmatrice della relazione sulla signora SERRALUNGA, in cui l’anziana è descritta quasi alla stregua di un’interdetta, e che ha messo in moto il ricorso della Procura. Egli scrive:

Esame psichico: soggetto vestito in modo corretto [sigh!, ndr], curato nella persona, di età apparente corrispondente a quella anagrafica, appare disponibile al colloquio e collaborativo anche se disturbato dall’ansia dovuta ai timori per la valutazione che mi comunica ripetutamente sin dall’inizio del colloquio e che ribadisce prima della mia uscita.

Le risposte alle domande sono sempre coerenti con i contenuti delle medesime, ma talora lacunari stanti i deficit cognitivi osservati.

È presente marcata labilità emotiva con facilità al pianto che giustifica ascrivendola al contesto dell’esame ma che si manifesta anche quando ella rievoca fatti del passato in cui è stata coinvolta emotivamente.

Per la valutazione delle funzioni cognitive si rimanda all’esito dello MMSE.

L’esame non mette in evidenza la presenza di alterazioni della forma e del contenuto del pensiero o di distorsioni della percezione.

Non sono presenti idee di influenzamento o fenomeni di furto del pensiero.

Il tono dell’umore appare orientato verso la polarità depressiva ed è presente marcata ansia.

VALUTAZIONE DELLA FUNZIONE COGNITIVA

Ho somministrato alla SerraIunga lo MMSE. Ottiene un punteggio totale di 25. Applicando il fattore di correzione calcolato in base all’età ed agli anni di scuola (-1,0) si ottiene un punteggio corretto di 24, valore che corrisponde ad un deterioramento lieve. (CTU del dr. ANGLESIO relativa al ricorso della Procura per la sua interdizione, n. 2562/11 R.G./F)

 Si osservi come alla signora SERRALUNGA sia stato somministrato il MMSE, Mini Mental Test Examination, che in corrispondenza dell’età anagrafica della SERRALUNGA prevede – ad avviso della dott.ssa ALPHA e come oggettivamente rilevabile da chiunque leggendo la scala di valutazione del test – tenendo conto che la signora SERRALUNGA era in possesso di studi a livello di scuola media inferiore, una correzione di -0,3 punti e non di -1 come erroneamente scrive il dr. ANGLESIO, che del resto deve essere incorso in un involontario errore, proprio perché, commentando il Test somministrato alla signora SERRALUNGA, cita la signora SCARINGELLA (sic, testualiter!), evidentemente altra signora periziata, ed al cui test verosimilmente si riferiva.

Orbene il punteggio di 25/30 va ritradotto in effettivi 24,7 e non 24 punti come scrive il consulente, sulla base della scolarità dell’esaminata: peraltro tale punteggio rientra nel range dell’assoluta normalità delle capacità psichiche e non nel “sospetto di decadimento lieve”, che il CTU sincopatamente racchiude nell’espressione “deterioramento lieve”, in contrasto con la dizione delle istruzioni del MMSE che individua in ogni caso, anche nel punteggio di 24 punti, un punteggio border line (vedasi MMSE – Folstein e collaboratori) tra la normalità assoluta ed il “sospetto di deterioramento cognitivo lieve”.

 

E’ possibile parlare di decadimento cognitivo – e non di sospetto – come si legge nella normativa Folstein che stabilisce le regole interpretative del test, solo al di sotto dei 20 punti.

 

Si precisa inoltre che, a distanza di 10 mesi, la signora SERRALUNGA ripeterà in una struttura pubblica dell’ASL TO2 il test MMSE ottenendo nell’estate 2012 il punteggio di 27,4/30, indicativo di un’ottima performance, oltre la metà del range della normalità assoluta (doc. n° 111).

 Successivamente il CTU passa ad indicare la documentazione esaminata (doc. n° 110, citato):

DOCUMENTAZIONE ESAMINATA

Relazione del Dott. Mollica, dei 18/11/2010:

“Certifico di aver visitato in data odierna la Sig.ra Serralunga Anna Maria. Si presenta in condizioni generali buone, autosufficiente, in grado di svolgere gli atti quotidiani della vita. Al colloquio è ben orientata nel tempo e nello spazio, eloquio fluido, coerente, Il pensiero è formulato in modo corretto; al momento non presenta segni o sintomi riconducibili a fasi iniziali di declino cognitivo”.

Non esistono, a mio giudizio, le condizioni per l’interdizione, mentre, proprio per quanto sopra evidenziato, ritengo che sarebbe opportuno che la perizianda venisse affiancata, soprattutto per quanto riguarda la gestione dell’amministrazione straordinaria, da una persona con cui ella riesca ad entrare in un rapporto di fiducia, che le garantisca un appoggio, una presenza affettiva, ed una supervisione, vicariando alcune sue carenze che la rendono, come sopra indicato, fragile emotivamente e bisognosa di affetto. (CTU del dr. ANGLESIO relativa al ricorso della Procura per la sua interdizione, n. 2562/11 R.G./F)

Conclude pertanto il CTU (doc. n° 110, citato), sulla base delle sue libere interpretazioni di un test che è invece caratterizzato da una rigida normativa, quella di FOLSTEIN:

CONCLUSIONI E RISPOSTE Al QUESITI

Elenco di seguito i quesiti che mi sono stati proposti seguiti dalle relative risposte:

a) se la parte convenuta sia affetta da un’infermità (in tal caso ne indichi la natura) da una menomazione fisica o psichica; la perizianda SERRALUNGA ANNA MARIA è affetta da un iniziale deterioramento cognitivo non tale, allo stato, da configurare una condizione di Demenza, ma tale da determinare una condizione di deficienza psichica o di menomazione;

b) in caso di infermità mentale se questa sia abituale o temporanea; trattasi di un quadro ingravescente con possibile evoluzione verso una demenza conclamata;

c) in caso di infermità mentale abituale se la parte convenuta sia in tutto o solo in parte incapace di provvedere ai propri interessi; la condizione di deterioramento descritta e la labilità emotiva rende la perizianda parzialmente incapace provvedere ai propri interessi;

d) quali atti, di natura ordinaria e/o straordinaria, la parte convenuta sia in grado di compiere senza l’assistenza di una terza persona; in particolare se il convenuto sia in grado di esprimere compiutamente un consenso informato a trattamenti sanitari, di assumere autonomamente terapia farmacologia, di determinarsi in merito al luogo in cui vivere e alle modalità di gestione del quotidiano;

la Serralunga necessita di assistenza per gli atti di natura straordinaria; mantiene la capacità di esprimere compiutamente un consenso informato a trattamenti sanitari;

necessita di modesta supervisione nell’assunzione della terapia farmacologica;

la perizianda è in grado di determinarsi in merito al luogo in cui vivere e conserva la capacità di compiere da sola gli atti necessari a soddisfare le esigenze della propria vita quotidiana.

(CTU Dott Alberto ANGLESIO, 6 dicembre 2011)

Corre poi l’obbligo di evidenziare che la signora Anna Maria SERRALINGA, amica e paziente della dott.ssa ALPHA, ebbe a riferirle che il CTU dott. ANGLESIO con l’educatrice FLABBI proruppe, durante la seduta peritale, in pesanti ironie al di lei indirizzo, trovandosi egli nella duplice e contemporanea veste di CTU sia nella vicenda del povero sig. COSTA (nella quale sarà certamente stato insufflato dai miasmi nauseabondi spruzzati dal sig. REALE contro la dott.ssa ALPHA), sia per l’appunto in quella di quest’altra paziente.

E l’educatrice FLABBI è l’autrice con altre due colleghe della relazione del dicembre 2010 alla Procura con cui dipinge la dott.ssa ALPHA nel ruolo di plagiatrice e condizionatrice del signora SERRALUNGA, a sua volta tratteggiata come un’autentica interdetta: donde, come si è visto, il perché del ricorso per l’interdizione della Procura.

Le assistenti sociali si scatenarono contro la dott.ssa ALPHA perché aveva preso le parti, come del resto il medico di base dr. MOLLICA, della signora SERRALUNGA che non voleva proseguire nell’iter propostole dell’UVG (unità di valutazione geriatrica), essendo pacifico il suo assoluto non bisogno di un’assistenza, per l’indomito spirito di autonomia che la caratterizzava, e perché perfettamente in grado, di provvedere a tutte le sue esigenze, laddove soltanto la sua gracile corporatura le poneva qualche piccolo limite fisico, essendo la signora ancora ben lucida, e potendo ella comunque contare sull’appoggio di amici, come il sig. MENCHINELLA. .

Infatti tutta la CTU è percorsa da una pregiudiziale ostilità nei confronti della signora SERRALUNGA, anche se il dr. ANGLESIO non può ovviamente assecondare la richiesta assurda della Procura di sostenerne la tesi favorevole all’interdizione (si pensi al brillante colloquio della convenuta con il GI di cui infra).

Inoltre a detta della signora SERRALUNGA, il comportamento del CTU era stato molto baldanzoso: ella riferì alla dott.ssa ALPHA che il medico legale l’aveva letteralmente frastornata per la precipitazione con cui la incalzava con domande sparate a raffica: del resto la signora SERRALUNGA aveva affrontato il ricorso mosso dalla Procura contro di lei per la sua interdizione senza avvocato né consulente medico.

E, cosa altrettanto sconcertante, quando lei stessa aveva riferito del suo rapporto particolare con la dottoressa, sia sotto il lato professionale sia sotto quello dell’amicizia, raccontando anche dell’assistenza generale che le prestava e della delega aggiunta al suo conto corrente, il dott. ANGLESIO, memore evidentemente dell’aver incontrato il nominativo della dott.ssa ALPHA nella CTU relativa al sig. COSTA, sarebbe venuto fuori con commenti ironici, spalleggiato da risatine dell’educatrice che la accompagnava, la signora FLABBI, che di suo si era già scontrata con il medico di fiducia della signora SERRALUNGA nell’ottobre 2010, di cui relazionò alla Procura.

 

Si osservi come in modo veramente assurdo la sentenza a pag. 55 interpreti lo sconcerto della signora SERRALUNGA per l’essere stata sottoposta a visita medico legale psichiatrica potenzialmente prodromica ad una sua interazione, di cui si vergognava e da cui era stata assai spaventata, come una sua sudditanza nei confronti della dr.ssa ALPHA. Così infatti viene interpretata la testimonianza di SOCOLVEAC Ludmila: ‘‘…un giorno ho trovato la SERRALAUNGA tremante e spaventata. Quando le ho chiesto cosa era successo lei, reticente e facendomi giurare di non dire niente alla dott.ssa ALPHA, mi ha confidato che due persone del Tribunale si erano presentate a casa sua a fare delle domande e a guardare la casa (…) non so spiegare perché l’anziana avesse tanta paura che la ALPHA sapesse questo fatto… ” (sit 3 maggio 2012).

Chiosa infatti il GUP: Ebbene, da tutti gli elementi sopra esposti, non può che rilevarsi la profonda debolezza e solitudine della signora SERRALUNGA, pronta a fare qualsiasi cosa pur di catturare le attenzioni della sua dott.ssa ALPHA, tanto amata, proprio come aveva affermato suo nipote, soggetto che, pur non conoscendola molto bene, aveva immediatamente colto la forte vicinanza dell’anziana zia al medico a cui aveva affidato tutta se stessa”.

Anche qui è davvero sconcertante colpevolizzare la dott.ssa ALPHA per aver instaurato un rapporto che andava molto al di là di quello che di solito si instaura tra medici e pazienti e di fatto era divenuto un rapporto di autentica amicizia, oltre che professionale.

****

 Quindi arriva la sentenza del Tribunale – giudice estensore la dott.ssa MELILLI – (doc. n° 112).

La VII sezione civile pronuncia la seguente sentenza N° 2679/12, nella causa civile iscritta al n. 2562/11 R.G./F, avente per oggetto la richiesta di interdizione promossa dal Pubblico Ministero presso il Tribunale di Torino, parte attrice contro SERRALUNGA ANNA MARIA, parte convenuta contumace:

“Lo stesso PM avevo richiesto il rigetto della richiesta di interdizione con trasmissione degli atti al Giudice Tutelare per la procedura di Amministrazione di Sostegno

La documentazione prodotta in atti con il ricorso evidenziava che la parte convenuta è affetta da “Fragilità Senile”.

Nel corso dell’esame, svoltosi innanzi al G.I. in data 16.6.2011, la parte convenuta ha risposto, tuttavia, in modo abbastanza corretto alle domande sulla propria persona (nome, data e luogo di nascita, luogo di propria abitazione, data corrente), mostrandosi orientata nel tempo e discretamente lucida ed informata anche in ordine alle questioni attinenti il proprio patrimonio (dichiarava di vivere in alloggio di proprietà e di percepire una pensione accreditata in banca), e con sufficiente consapevolezza circa il valore del denaro.

A fronte di tali considerazioni, condividendo le conclusioni del Pubblico Ministero, espresse in esito all’esame della convenuta ed alla luce delle risultanze della CTU e riportate in epigrafe, si ritiene che l’istituto della “Amministrazione di Sostegno”, istituito con L. 6/2004, sia nel caso di specie idoneo e sufficiente a tutelare, con la minore limitazione possibile della capacità d’agire, la convenuta a fronte della sua parziale incapacità di provvedere autonomamente ai propri interessi.

Ritiene pertanto il Tribunale che debba essere rigettata la domanda di interdizione inizialmente promossa dal P.M.

Si provvede con separata ordinanza alla trasmissione del procedimento al Giudice Tutelare, ai sensi dell’art. 418 c.c. – così come modificato , dall’art. 6 L. 6/2004.

P.Q.M.

Il Tribunale di Torino, respinta ogni diversa istanza, in contumacia della parte convenuta, rigetta la richiesta di interdizione promossa dal P.M. nei confronti di SERRALUNGA ANNA MARIA, nata a Torino il 13.2.1932, residente in Torino, Corso Tortona 27.

Così deciso nella Camera di Consiglio della settima sezione civile del Tribunale di Torino in data 27.1.2012.

IL GIUDICE ESTENSORE – Dr. Anna MELILLI

 

In fase istruttoria, oltretutto, come si legge nella predetta sentenza, la sig.ra SERRALUNGA rispose con molta lucidità alle domande postele quando venne sentita dinnanzi al giudice. Leggiamo infatti che (doc. n° 113):

“Il 16/6/2012 innanzi al G.I. MELILLI compare la signora SERRALUNGA che – [come risulta da un modulo in cui viene definita “interdicenda”,ndr] – risponde correttamente all’esame del GI, affermando, tra l’altro che con 10 € si acquistano mezzo chilo di carne tritata, 2 etti di prosciutto. La Stampa di cui indica correttamente il prezzo in 1,20 €.”  (verbale udienza del 16/6/2012, ricorso n° RG. 2562/11)

 

Si noti in particolare l’articolazione della risposta fornita è altamente indicativa di una formulazione non solo corretta, ma anche di un’ideazione vivace.

 In detta occasione la signora SERRALUNGA esibì finalmente il certificato medico del dr. MOLLICA, datato 18/11/2010.

***

Venne quindi successivamente intrapreso da parte della Procura il ricorso per la nomina di un amministratore di sostegno “a favore” della signora.

 Ne derivava la Causa n. RG 856/12 assegnata dal giudice Tutelare al GOT dr. CARRARO il 20/9/12

Il 15/10/2012 davanti al GT dott. Carraro Maurizio comparve il PM, ma era assente la signora SERRALUNGA Anna Maria e pertanto il giudice per verificare lo stato di salute della stessa nominava CTU il dott. DESANA Maurizio, e venne fissata udienza per il 13/11/12 per conferimento dell’incarico e giuramento.

 

Il CTU, dott. Maurizio DESANA, depositava nel marzo 2011 la consulenza tecnica.

Al riguardo si vuole in primo luogo sottolineare come quest’ultimo abbia confermato l’insussistenza di ragioni valide per la concessione dell’Amministrazione di Sostegno.

Il CTU ha ritenuto che la sig.ra SERRALUNGA sia perfettamente (doc. n° 114):

in grado di provvedere in modo autonomo a tutti gli atti di natura ordinaria e straordinaria senza l’assistenza di terzi, è in grado (..) di determinarsi in merito al luogo in cui vive ed alle modalità di gestione del proprio quotidiano”

Il CTU dott. DESANA ha inoltre dato atto del fatto che, oltre a non essere assolutamente necessaria, l’eventuale sottoposizione della sig.ra SERRALUNGA all’Amministrazione di Sostegno non farebbe che cagionare a quest’ultima sofferenze del tutto ingiustificate (pag. 8 CTU dott. DESANA), anche a fronte della strenua e cosciente opposizione che quest’ultima ha più volte espresso.  

In tal senso, occorre altresì rammentare che è stato più volte affermato che la volontà contraria alla misura di protezione, “è da tenersi nella massima considerazione e il suo dissenso acquista particolare rilevanza ai fini della decisione” (si veda Corte Appello Bologna 7.4.2008, in Fam. Pers. Succ., 2011, 7, 554).

 

Dal punto di vista clinico, anche il CTU ha confermato l’assenza di qualunque patologia psichica della signora SERRALUNGA, dando conto di un semplice deficit cognitivo del tutto compatibile con l’età della medesima.

Peraltro la più autorevole dottrina giuridica, pur riscontrando, com’è ovvio, che l’anzianità comporta sempre una riduzione delle proprie capacità fisiche e psichiche, ha altresì affermato che “l’anzianità non può giustificare da sola l’attivazione dell’amministrazione di sostegno” (in tal senso, Salvatore Patti in Fam. Pers. Succ., 2009, 3, 259).

 

Inoltre, occorre ancora osservare come il CTU, nel riscontrare il lieve deficit cognitivo compatibile con l’età anagrafica, non abbia tuttavia preso in considerazione – perché non presente nel fascicolo del giudice, essendosi la convenuta rivolta ad un legale solamente a inizio 2013 – il fatto che nell’agosto 2012 la signora SERRALUNGA si sottoponeva a test MMSE, somministratole dal dott. Walter SCHON presso il Dipartimento di Salute Mentale della ASL TO 2, che ne valutava il risultato, attribuendogli il punteggio di 27,4/30, ossia di perfetta normalità (doc. n° 115)

 

Si consideri poi che il 18/9/2012 il dr. Valter DECLAME, medico chirurgo, specialista in medicina legale, Dirigente Responsabile area Ospedaliera Medicina Legale – Perito presso il Tribunale Ordinario di Torino – dell’ASLTO2 aveva periziato la signora SERRALUNGA (doc. n° 116), esprimendosi nei seguenti termini:

Al momento della visita la perizianda appare lucida, orientata, informata sulla finalità del presente accertamento, e rilascia spontaneamente consenso alla diffusione di dati sensibili per le finalità proposte dall’accertamento in atto. Si segala “ipoacusia”.

Non presenta in atto vizio parziale o totale di mente.

Tale condizione non è quindi compatibile con quanto previsto dall’art. 414 cc e seguenti in merito al titolo XII del cc dell’infermità di mente, dell’interdizione, e dell’inabilitazione. (Referto del medico legale dott. Valter DECLAME dell’ASL TO2 del 18/9/2012)

L’esito del test MMSE (Mini Mental Standard Examination) con un punteggio, corretto per età e scolarità pari a 27,4/30 e, pertanto, molto vicino al punteggio massimo realizzabile), condotto da soggetto più che attendibile, anche in relazione alla funzione ricoperta, il dr. SCHON del dipartimento di Salute mentale dell’ASL TO2, ha infatti testimoniato l’assoluta assenza di qualunque deficit cognitivo della sig.ra SERRALUNGA, il che, certamente, escludeva in radice qualunque possibilità di sottoporre la medesima a strumenti di tutela.

In ogni caso, preso atto delle determinazioni del CTU, il 4.4.2013 la Procura della Repubblica ha formulato le proprie conclusioni chiedendo la reiezione del ricorso per l’Amministrazione di Sostegno a carico della sig.ra Serralunga, da lei stessa promosso.

 E, come si è anticipato, il Giudice dott. CARRARO si è così definitivamente pronunciato (doc. n° 117):

Tribunale Ordinario di Torino

Settima Sezione Civile

Ufficio del Giudice tutelare

A.S. 856/12

Il Giudice tutelare,

all’esito del procedimento per Amministrazione di sostegno, promosso con ordinanza del 27/1/2012 dal Tribunale Ordinario di Torino nei confronti della signora SERRALUNGA Annamaria, nata a Torino il 13/2/1932 ed ivi residente in corso Tortona 27, …

Vista altresì la Consulenza Tecnica depositata l’11 marzo 2013,

Visto che dalla CTU è emerso che la signora SERRALUNGA ha un deterioramento cognitivo di grado lieve, compatibile con la sua età, ma che non la pregiudica di provvedere autonomamente ai suoi interessi, sia per quanto riguarda l’ordinaria che la straordinaria amministrazione senza l’assistenza di terzi,

Ritenuto pertanto che nel caso di specie non sussistono i presupposti per l’apertura di un procedimento di amministrazione di sostegno a favore della signora SERRALUNGA.

Viste anche le conclusioni rassegnate il 2 marzo 2013 dal Pubblico Ministero, che chiede respingersi la domanda,

– visti gli articoli 404 e seguenti del Codice Civile,

RIGETTA

il ricorso e manda in cancelleria per gli adempimenti di competenza.

Torino, 9 aprile 2013

Il GIUDICE TUTELARE – Dr. Maurizio CARRARO

***

 

Del resto, la signora SERRALUNGA sentita a sit si affanna precisare sin dall’inizio (doc. n° 15, citato):

Voglio dire che io non ho fatto nulla di male e nemmeno la Dott.ssa ALPHA, che mi ha salvato la vita due anni fa. (SIT della signora SERRALUNGA del 7/7/2012)

 La stessa signora Ludmila SOCOLVEAC, che aiutò in tempi recenti per un certo periodo di tempo la SERRALUNGA nel disbrigo di alcune incombenze domestiche, e nelle pulizie dell’alloggio segnatamente, afferma, sentita a SIT (doc. n° 118):

“A mio parere la SERRALUNGA era lucida, nel senso che io l’ho vista sempre ragionare bene(Ludmila SOCOLVEAC, SIT del 3/5/2012)

E’ interessante leggere quanto afferma il medico di base della signora SERRALUNGA ascoltato a sit (doc. n° 30, citato):

Non credo che ci siano altri pazienti per i quali la ALPHA si interessi come per il signor Costa, tranne la signora SERRALUNGA. La signora Serralunga è un’altra mia paziente che per l’aspetto burocratico si avvale della Dott.ssa ALPHA che fa da tramite tra me e la Serralunga per il recapito della documentazione. Inoltre, la ALPHA, a volte, approfitta della sostituzione per fare le ricette per qualche medicina. Forse anche la Serralunga avrà con la Dott.ssa ALPHA un rapporto particolare.

Io ricordo che la ALPHA anche quando lavorava all’Asl riceveva diversi vecchietti per i quali si prodigava per aiutarli a risolvere vari problemi burocratici.

La signora Serralunga, io l’ho vista poche volte perché è stata male poche volte. Solo in un’occasione ha avuto un focolaio bronco – pneumonico. E’ stata chiamata la ALPHA e notando che non respirava bene la ALPHA la portò direttamente al PS del Gradenigo. Lì fu ricoverata e dimessa in condizioni discrete.

Dopo le dimissioni andai io a trovarla a casa.

La signora attualmente non ha problemi seri e non ha esigenze particolari. Rinnoviamo la terapia bronchiale.

Ricordo che, due anni fa, la vidi a casa sua e la trovai sveglia e in ottime condizioni”. (SIT del dottor MOLLICA, medico di base del 27/1/2012)

Esiste poi una certificazione post-ricovero all’Ospedale Gradenigo della paziente (settembre – ottobre 2010), sempre del dott. MOLLICA (doc. n° 119):

Certifico di aver visitato in data odierna la signora SERRALUNGA:

Si presenta in condizioni generali buone, autosufficiente, in grado di   svolgere atti quotidiani della vita.

Al colloquio è ben orientata nel tempo e nello spazio, l’eloquio fluido, coerente, il pensiero è formulato in modo corretto; al momento non presenta segni o sintomi riconducibili a fasi iniziali di declino cognitivo. E’ pertanto in condizioni di intendere e volere. (certificato del dott. Pasquale MOLLICA del 18/11/2010)

 

Interessanti sono le dichiarazioni della stessa signora SERRALUNGA (doc. n° 15, citato):

Io non voglio che facciate del male alla Dottoressa. Io ho 80 anni e devo venire qui per delle stupidate.

Non ricordo quando ho conosciuto la Dott.ssa ALPHA; sarà 6/7 anni fa. Me l’ha fatta conoscere la signora TERESA, di cui non so il cognome. So che avete fatto venire qui anche lei, che ha 90 anni.

La teste si rivolge alla Dott.ssa Garoia [persona presente all’interrogatorio, ndr] dicendole: io ho tanti mali ma la testa ce l’ho a posto e nessuno mi ha preso nulla. Non voglio che facciano del male alla Dottoressa. Io avevo la febbre alta e non volevo chiamare la Dott.ssa per non disturbarla, poi quando proprio non ce la facevo più, l’ho chiamata e lei è venuta subito e mi ha portata all’ospedale con la sua auto. (SIT della signora SERRALUNGA del 7/7/2012).

La signora si lamenta poi della sofferenza che le ha arrecato questa vicenda che l’ha coinvolta e si esprime in termini piuttosto decisi, com’è nelle sue caratteristiche:

Io ho lavorato una vita, il mio lavoro mi piaceva tanto. Questa cosa mi disturba.

Da quando è successo questo casino non vivo più tranquilla.

(SIT della signora SERRALUNGA del 7/7/2012).

A conferma delle condizioni di integrità mentale della signora SERRALUNGA, vi sono poi le dichiarazioni dello stesso nipote, persona che non era certo in buoni rapporti con lei e che più tardi, nel medesimo interrogatorio, schizzerà veleno contro la dottoressa ALPHA, trincerandosi dietro il “mi è stato riferito”, e criticandone l’aspetto fisico, tipico – a suo dire – di una persona che ha subito ritocchi di chirurgia estetica, particolare che il verbalizzatore si è sentito in dovere di riferire per la miglior riuscita delle indagini, che spesso sono scese a livelli davvero incivili, con attacchi alla dott.ssa ALPHA per fatti del tutto estranei ai reati ascrittile, ma che gli inquirenti paiono riferire con malcelata soddisfazione.

Il sig. Massimiliano SERRALUNGA afferma infatti (doc. n° 120):

Mia zia mi è sempre sembrata lucida. (SIT del signor Massimiliano SERRALUNGA, nipote della signora Anna Maria SERRALUNGA del 14/1/2012)

Interessante anche il SIT dell’ex medico di base della signora SERRALUNGA, dr. CURCIO Renato, che è stato sollecitato con molta insistenza a fornire chiarimenti dalla Procura, la quale sostiene in modo assurdo che la dottoressa ALPHA ha adottato due identici schemi nel “ritrattamento” delle due “vittime” (sigh, ma si tratta davvero del linguaggio utilizzato dagli inquirenti nei documenti che sono agli atti), volendo dimostrare che anche in questo caso, come si asserisce per il COSTA, il cambio del medico di base sarebbe stato sollecitato dalla dottoressa stessa, per poter meglio circonvenire, mediante la collaborazione del collega dr. MOLLICA, che era inizialmente sospettato pure lui di collusione nel disegno criminoso.

Qui infatti il PM si imbatte in un’affermazione del dr. CURCIO che chiarisce in modo inequivoco la reale causa del passaggio della paziente alle cure del dott. MOLLICA, che vanno al di là della breve distanza tra l’ambulatorio di quest’ultimo e l’abitazione della signora che distavano appena cento metri, fatto astutamente sottaciuto dagli inquirenti, che invece evidenziano la lontananza tra l’abitazione del sig. Luigi COSTA e lo studio del medesimo medico di base.

Infatti il dr. CURCIO afferma (doc. n° 121):

Da quanto in mio possesso posso dire che la Serralunga era in buone condizioni generali e non soffriva di patologie importanti; l’unico aspetto rilevante era la depressione da cui era affetta. Per questa sua depressione le prescrivevo dei farmaci antidepressivi che usasse con regolarità ma lei comunque spesso si lamentava anche dei farmaci che a suo parere non andavano bene. Era il tipico atteggiamento della persona depressa a cui non andava bene nulla.

Non so per quale motivo lei abbia cambiato medico; penso che volesse una persona più disponibile che accorresse ad ogni sua richiesta anche senza un reale fondamento clinico. Lei più che un medico cercava una figura di conforto ma io facevo il mio lavoro anche se molte volte ho ascoltato i suoi lamenti (SIT del dr. Renato CURCIO del 14/6/2012)

 Ed aggiunge in merito all’habitus psicastenico della signora, con sfondo depressivo:

Io la ricordo anche come persona perché mi telefonava chiedendomi di andare a visitarla e quando arrivavo lei aveva sempre un tono lamentoso e piangeva facilmente. Lei si lamentava della sua solitudine e del fatto che nessuno faceva mai abbastanza per lei.

Io non ricordo se avesse dei parenti, mi pare di non avere mai ricevuto nessuno allo studio che mi chiedesse medicinali o altro per lei (SIT del dr. Renato CURCIO del 14/6/2012)

 

Il deterioramento cognitivo iniziale che la Procura vuole intravedere nella signora SERRALUNGA non è provato, laddove semmai, come ha scritto il CTU DESANA, si è semplicemente in presenza del normale degrado dell’efficienza delle facoltà mentali, legato all’età anagrafica (81 anni) della signora SERRALUNGA, che restano tuttavia su livelli di piena sufficienza, perdendo semmai in caratteristiche minori, quali la celerità della memoria.

Stante queste condizioni nel 2013, ne consegue che ella era nel pieno possesso della facoltà cognitive quando fece testamento a favore della dottoressa ALPHA nel 2006 (infatti era all’epoca 74enne, di sette anni più giovane). A parte il fatto che la lieve riduzione della propria integrità psichica, del tutto verosimilmente solo apparente e legata alla forte emotività provata della paziente che aveva una sorta di autentico rigetto psicologico per le visite fiscali psichiatriche – che come tanti altri anziani ha vissuto come autentico smacco alla propria dignità – non aveva alcuna ripercussione sulla sua capacità di provvedere alla propria ordinaria e straordinaria amministrazione, come sottolineato dallo stesso CTU, che ha valutato in termini addirittura di espressa nocività la nomina di un’amministrazione di sostegno per la signora.

Inoltre anche le cartelle cliniche – agli atti – relative al ricovero della signora SERRALUNGA all’ospedale Gradenigo nel periodo settembre – ottobre 2010 testimoniano in modo inequivoco che la signora SERRALUNGA, sebbene ricoverata per un fatto respiratorio improvviso ed acuto, si mantenne sempre vigile e pienamente cosciente, nonostante fosse stata inizialmente sottoposta a coma farmacologico per poterla porre in condizione di sopportare l’intubamento eseguito per collegarla al respiratore meccanico, considerati i bassissimi valori della saturazione dell’ossigeno nel sangue arterioso, e il quadro conclamato di atelettasia polmonare. Durante detto ricovero non venne mai rilevato a carico suo alcun problema cognitivo. Tantomeno alcun problema in tal senso venne segnalato nell’altra cartella clinica agli atti, ossia quella relativa al ricovero della paziente nel medesimo ospedale nel 2006 per l’operazione di cataratta.

Sembra quasi che qui si introduca un nuovo postulato, quello cioè secondo cui tutti gli ultrasettantenni hanno l’obbligo di subire un’amministrazione di sostegno.

Occorre in merito rilevare che la sentenza, da pag. 73 a pag. 75, pretende di svolgere delle “Considerazioni psichiatriche sulla signora SERRALUNGA”, ma di fatto si limita ad un collage di passaggi delle CTU dei dott. ANGLESIO e DESANA, della calunniosa e diffamatoria relazione dei servizi sociali giunta in Procura nel dicembre 2010, a firma MATRICARDI, FLABBI, ecc,- il cui contenuto è stato smentito dalle due predette CTU – e del sit del dr. CURCIO, medico di base della signora fino al 2006, mentre sono completamente dimenticate la relazioni dell’ultimo medico di base (dal 2006 al 2013) della signora SERRALUNGA, il Dott. MOLLICA: ma non possiamo pretendere nulla, sappiamo che si tratta di una sentenza viziata da motivazioni assurde e stupefacenti, per dirla volendo essere rispettosi il giusto, ma del pari franchi.

Nel predetto collage non può non mancare un pensiero ossessivo compulsivo anancastico, ossia il riferimento reiterato in più punti della sentenza alla presenza, richiesta dalla stessa signora SERRALUNGA, dell’ing. SCASSA alla seduta peritale del febbraio 2013.

E’ riprodotto al riguardo infatti il verbale dell’esame peritale condotto dal dr. DESANA: “A fronte di tali conclusioni, il consulente tecnico d’ufficio dava atto della presenza, nel colloquio con la perizianda del 23 febbraio 2013, del dott. Angelo SCASSA, ingegnere e insegnante, che la SERRALUNGA aveva definito un amico presentatole dalla ALPHA, la cui presenza era stata insistentemente richiesta dalla stessa SERRALUNGA” .

Si rimanda inoltre alla lettura delle cartelle cliniche della signora SERRALUNGA con particolare riferimento all’assenza di qualsivoglia elemento segnalato di pertinenza psichiatrica

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15^ condotta addebitata

“Angelo SCASSA, in concorso con la dottoressa ALPHA, che utilizzava al riguardo atteggiamenti prepotenti e ricattatori tali da condizionare ed intimorire la anziana donna, ha indotto la sig.ra SERRALUNGA a compiere un atto che importava un effetto giuridico dannoso per lei o per altri, segnatamente a rilasciare alla ALPHA delega ad operare sul c/c n. 973653 acceso presso UNICREDIT ag. N. 08003 di Torino Corso San Maurizio e su conto deposito titoli n. 2319375 (in data 20.11.2006) e su conto deposito titoli n. 40170473 (in data 6.8.2010).

 

Trattasi di contestazione di condotta che non è mai esistita, rectius dell’ennesima farneticazione. L’ing. SCASSA non ha mai saputo all’epoca di questa delega rilasciata dalla signora SERRALUNGA alla dr.ssa ALPHA, nell’anno 2006, in cui, oltretutto, egli non aveva ancora intrapreso alcuna relazione sentimentale con la dott.ssa ALPHA, che era per lui una semplice conoscente. Si tratta dell’ennesimo brutale copia incolla che qualifica in pieno – assai meglio di molte parole – l’elevata “qualità” dell’operato degli inquirenti, animati da pacifici intenti ritorsivi.

 

In ogni caso, l’esame nel merito della documentazione agli atti, consente di giungere alle seguenti considerazioni.

La dott.ssa ALPHA ha avuto effettivamente delega sul c/c n 973653 intestato alla signora SERRALUNGA presso l’Agenzia Unicredit 08003 di Torino corso San Maurizio – rinumerato in 110045617 dal 20/11/2006 – e sul conto deposito titoli n° 40170473, aperto il 09/07/2010, su cui la titolare le ha concesso delega il 06/08/2010.

Non è vero invece che la dott.ssa ALPHA fosse ancora delegata sull’altro conto deposito titoli, il n” 2319375, perché esso, per motivi puramente tecnici – di risparmio – è stato estinto il 2/10/2009.

 

Al riguardo si osserva subito come sia davvero fantascientifica e apolide in uno stato di diritto la libertà di giudizio di cui si autoinveste per l’ennesima volta la Procura che addirittura, non solo vede un reato dietro la semplice concessione di una delega, ma si arroga il diritto di dire che tale delega è stata concessa dalla titolare del conto a seguito di un atteggiamento “prepotente e ricattatorio” della dott.ssa ALPHA: attendiamo ancora il filmino con cui si prova la coercizione esercitata dalla dott.ssa ALPHA ai danni della paziente, forzatamente costretta a firmare le deleghe sui conti corrente e deposito titoli, da cui non manca assolutamente un centesimo.

Il coinvolgimento poi in tale azione dell’ignaro ing. SCASSA è soltanto l’ennesima barzelletta che ci propinano gli Inquirenti.

 

In modo gravemente illogico la sentenza osserva a pag. 54 che: “Durante la visita del CTU, dott. ANGLESIO (visita avvenuta nell’autunno 2011), la SERRALUNGA, pur avendo già conferito ben tre deleghe ad operare suoi conti correnti alla ALPHA e pur avendo testato in favore della stessa, aveva riferito al consulente che, in occasione del suo ricovero all’ospedale Gradenigo del 2010 era stata accompagnata da una dentista, medico sostituto del MOLLICA, dentista che vedeva solo occasionalmente (pag. 4 della consulenza), proprio al fine di proteggere la ALPHA e di tenerla al di fuori di ogni problema. Solo successivamente, la SERRALUNGA aveva detto al dott. ANGLESIO della delega bancaria in favore del medico, concessa squisitamente dietro richiesta dell’anziana. Non a caso, la donna aveva infine manifestato la preoccupazione di coinvolgere in qualche modo la ALPHA;” E’ davvero ridicola la storia delle tre deleghe, quando si tratta semplicemente di delega sul c/c e sul correlato conto deposito titoli della signora SERRALUNGA, da cui mai la dottoressa ha prelevato un solo centesimo. La terza delega fu dovuta ad un motivo meramente tecnico di rinumerazione del conto corrente. Semplicemente allucinante poi la ricostruzione dell’esame della signora SERRALUNGA, che attribuisce un’assurda valenza alla successione delle affermazioni della signora, censurando il fatto che non avrebbe subito detto al CTU della sua scelta di concedere la delega alla dr.ssa ALPHA.

 

Osserviamo Infatti che il conto corrente della signora SERRALUNGA, ed il collegato conto deposito titoli presso l’agenzia Unicredit di corso San Maurizio, sono sempre stati amministrati egregiamente.

Un semplice sguardo alla tabella di cui infra – ricavato in base alla disponibilità di estratti conto correnti e situazioni deposito titoli dal 2006 al 31/12/2012 fornito dalla stessa signora SERRALUNGA alla dott.ssa ALPHA – evidenzia come il suo patrimonio sia rimasto sostanzialmente stabile con piccole oscillazioni intorno ai 25.000 euro nel periodo 2006-2010.

Per una sua corretta valutazione occorre ricordare che nel settembre – ottobre 2010 la signora SERRALUNGA venne ricoverata in emergenza in gravissime condizioni di insufficienza respiratoria all’ospedale Gradenigo, dove fu indotta in coma farmacologico, intubata e sottoposta a ventilazione meccanica per i primi due giorni.

La grave patologia fu creata anche dalla concomitanza del fatto che la signora era un’accanita fumatrice, sollecitata in tal senso anche dalla frequentazione di alcuni condomini che condividevano con lei la passione per il fumo (i coniugi RONDOLETTI, di cui infra).

Dopo questo fatto acuto la signora SERRALUNGA smise di fumare e questo è il motivo principale per cui il suo patrimonio in banca è lievitato nel biennio 2011-12 di circa 3900 euro: si ricorda che l’importo della pensione mensile – unica fonte di reddito per lei – era di circa 940 euro.

Ecco dunque la sinossi riassuntiva del c/c n 973653, rinumerato in 110045617 su cui la dott.ssa ALPHA ha ricevuto delega dal 20/11/2006 – e sul conto deposito titoli n°40170473 su cui la delega è risalente dal 10/8/2010, entrambi intestati a SERRALUNGA Annamaria

data Conto deposito tit. conto corr. totale
31/03/2006 1070
30/06/2006 25880 383 26263
30/09/2006 390
31/12/2006
31/03/2007
30/06/2007 24837 137 24974
30/09/2007 314
31/12/2007 24852 563 25415
31/03/2008 362
30/06/2008
30/09/2008 25000 580 25580
31/12/2008 24937 497 25434
31/03/2009 24920 516 25436
30/06/2009 25000 366 25366
30/09/2009 0 25265 25265
31/12/2009 1141
31/03/2010 367
30/06/2010 171
30/09/2010 543
31/12/2010 24777 1844 26621
31/03/2011 1209
30/06/2011 1666
30/09/2011 2437
31/12/2011 24794 3251 28045
31/03/2012 4649
30/06/2012 24985 3119 28104
30/09/2012 4142
31/12/2012 24869 5589 30458

Considerando che la Signora SERRALUNGA godeva al momento del decesso come si è scritto, di un’entrata mensile costituita da pensione di vecchiaia di circa 940 euro, e che doveva pagarsi le varie spese per le forniture domestiche di servizi, oltre a quelle condominiali (ordinarie e straordinarie) e di riscaldamento, pare oggettivamente che la sua sia un’ineccepibile amministrazione del proprio denaro, premesso che ella comunque sarebbe stata libera di spendere come meglio le aggradava il suo piccolo patrimonio.

Imputare alla dott.ssa ALPHA la condotta secondo la quale avrebbe “indotto la sig.ra SERRALUNGA anche con atteggiamenti prepotenti e ricattatori tali da condizionare ed intimorire la anziana donna a compiere un atto che importava un effetto giuridico dannoso per lei o per altri, segnatamente a rilasciare alla ALPHA delega ad operare sul suo c/c e conto deposito titoli” è un’incolpazione assurda, del tutto infondata, posto che nessun danno è derivato alla signora SERRALUNGA, la quale spontaneamente invitò la dott.ssa ALPHA ad accettare la delega.

Si tratta di accuse improntate al “paro liberismo” secondo lo stile del Marinetti, rectius con le caratteristiche della logorrea patologica, e che diamine!

Il fatto curioso è poi quello costituito dalla circostanza che la signora SERRALUNGA si è ritrovata ad essere – suo malgrado – persona offesa per un reato compiuto ai suoi danni da colei che ha sempre ritenuto la sua migliore amica.

Persona offesa – dunque – suo malgrado!

Interrogata a sit la signora infatti afferma (doc. n° 15, citato):

ADR per quanto riguarda la banca io le [alla dr.ssa ALPHA, ndr] ha fatto fare la firma sul mio conto Però non ha mai toccato nulla. Quando ho bisogno, ogni tre o quattro mesi, perché non vado più spesso, lei [la dott.ssa ALPHA, ndr] mi accompagna. Io prelevo due o tre pensioni insieme e mi porto casa i soldi e per un po’ ne ho.

Ho deciso io di darle la delega.

Loro mi aiutano, perché devo trattarli male? Ieri Maurizio [MENCHINELLA, [amico comune della signora e della dottoressa, ndr] ha pagato il Mav per le spese di condominio.

Io non ho nessuno

Comunque, a me la dott.ssa non ha mai chiesto niente. Sono stata io a darle la firma sul conto ma lei non è mai andata in banca. Ci vado io, ogni due o tre mesi (SIT della signora SERRALUNGA, del 7/6/2012).

Si nota per inciso che la signora SERRALUNGA riferì di aver affrontato un interrogatorio durato circa 2 ore e mezzo, durante il quale avrebbe subito, secondo quando ebbe modo di riferire all’ing. SCASSA “un autentico lavaggio del cervello” conclusosi da parte del PM dr.ssa RUFFINO, con la battuta “lei è davvero una brava ragazza”, frase essa stessa sconcertante. Ma tant’è.

Si precisa comunque che il sig. Maurizio MENCHINELLA, nominato nel passo del sit precedente, è un signore settantenne, in pensione come commerciante, che, a puro titolo di volontariato ha assistito la signora SERRALUNGA, per quanto concerneva piccole incombenze (come il portarle la spesa, specie quella più pesante, ed il tenerle periodicamente un po’ di compagnia), offrendole comunque un aiuto indiscutibilmente valido e prezioso, in termini materiali e psicologici.

Conoscendo questa propensione per svolgere del volontariato a favore di persone bisognose, è stata proprio la dott.ssa ALPHA a richiedere all’amico signor MENCHINELLA di prestare un po’ di assistenza per la signora SERRALUNGA, il quale peraltro già di suo si era offerto in tal senso..

Circa il comportamento della dott.ssa ALPHA con la SERRALUNGA, il sig. MENCHINELLA chiarisce che la presunta prepotenza usata dalla dottoressa nei confronti della sua paziente era di natura completamente diversa rispetto a quella attribuitale dagli Inquirenti (doc. n° 59, citato):

La signora SERRALUNGA è una vecchietta che ha le sue fisime come tutti noi. A volte mi tratta male poi mi chiede scusa e mi telefona cento volte mentre torno a casa e mi dice NON MI ABBANDONI, NON MI ABBANDONI . Mi tratta male perché io cerco di scuoterla e voglio portarla fuori. Lei non se la sente . Non so che problemi ha, è molto lucida ma ha paura di uscire di casa.

La signora Serralunga di carattere è molto chiusa. In casa, quando ci sono io è tranquilla, magari si lamenta di qualche dolore alla schiena o ad un fianco.

In effetti l’ho vista piangere. Piange perché dice che le viene un groppo in gola e dice che se non fa due lacrime non sta tranquilla.

Non ho mai sentito la ALPHA parlare male della SERRALUNGA; ho sentito la ALPHA arrabbiarsi con la SERRALUNGA perché mangiasse di più e dirle DEVE MANGIARE , HA CAPITO CHE DEVE MANGÌARE (SIT del sig. MENCHINELLA del 20/6/2012)

In modo veramente allucinante la sentenza afferma a pag. 53-54 che costituisce “elemento importante ai fini della decisione” il fatto che: “Durante rincontro con il dott. DESANA, la SERRALUNGA ha affermato che la ALPHA era solita accompagnarla a prelevare la pensione e che tale Maurizio [MENICHELLA] andava a trovarla tutti i giorni e una volta a settimana le faceva la spesa grossa”.

In effetti, dal punto di vista economico, la sig.ra SERRALUNGA è stata sempre in grado di gestire autonomamente le proprie risorse, avendo separato gli introiti della pensione che deteneva sul conto corrente in modo da averne sempre l’immediata disponibilità dai propri risparmi che regolarmente reinvestiva nei titoli di stato italiani a breve scadenza (BOT).

 

A comprova del comportamento preconcetto degli inquirenti agli atti si ritrova poi un’annotazione relativa al proc. pen. nr . 1016/2012 R. G.

E’ una nota della sig.ra FIORE Angela, poliziotta della PG, indirizzata al PM, la quale rileva (doc. n° 122):

In ottemperanza alla delega emessa dalla S. V. in data 2.04.2012, la scrivente acquisiva la documentazione bancaria intestata alla signora Serralunga Anna Maria.

Dall’esame della predetta documentazione è emerso che l’anziana (o la sua delegata) mensilmente, in prossimità della data di accredito della pensione, preleva l’intera cifra allo sportello.

Si è riscontrato tuttavia che nel periodo compreso tra gennaio —febbraio 2010 risultano essere stati fatti prelievi, di cui due effettuati in data 5.01.2010 dell’importo rispettivamente di Euro 1.000, il primo, Euro 450.00 il secondo; uno in data 2.02.2010 dell’importo di euro 1.100 e altro in data 9.02.2010 dell’importo di euro 3.850.

Va inoltre sottolineato che si è notata una discrepanza tra i prelievi mensili effettuati nel periodo antecedente agli inizi del 2011 e quelli successivi al marzo 2011. Infatti mentre nel primo periodo veniva prelevata l’intera pensione ammontante a circa 850.00 Euro mensili, nel secondo i prelievi risultano superiori alla pensione percepita e si aggirano tra i 1.000 e 1.300 Euro mensili.

Bisogna ancora precisare che la Serralunga risulta titolare di un conto deposito titoli dell’importo di Euro 25.000.

Dalla documentazione risulta che tale cifra viene rimborsata periodicamente alla scadenza e poi reinvestita. (Nota della dr.ssa FIORE della PG del 20/6/2012)

In merito alla contestazione della dott.ssa FIORE – ampiamente superficiale – si osserva quanto segue:

Sul c/c della SERRALUNGA si hanno i seguenti movimenti:

5/2/2010: due distinti versamenti di 500 e 3350 euro

9/2/2010 prelievo di 3850 euro

E’ del tutto pacifico che la dott.ssa ALPHA effettuò i due versamenti pari a complessivamente 3850 euro, versando assegni di suoi clienti ai quali aveva praticato un prezzo particolarmente scontato che – se fatturato – non le avrebbe consentito alcun margine di utile ed, anzi, avrebbe comportato una perdita: si tratta certamente di irregolarità amministrativa, ma dettata solo ed esclusivamente dalla volontà di garantire cure odontoiatriche a pazienti che ne avevano assoluto bisogno, pena una grave ulteriore compromissione di un quadro masticatorio già compromesso. in ogni caso nulla esso a che a fare nel modo più assoluto con un tentativo di predazione ai danni della sig.ra SERRALUNGA.

Altrettanto dicasi per quanto riguarda il fatto che il 5/1/2010 vengono contemporaneamente versati un assegno di 450 euro e prelevato un pari importo.

Con il che si chiarisce definitivamente l’equivoco e si dimostra la totale mancanza di ogni volontà di approfondimento del pool PM – PG che, incapaci di svolgere serenamente le indagini, sono sembrati ergersi al ruolo di giudici, preferibilmente di Cassazione, dell’intera vicenda.

Quello che i signori inquirenti non hanno avuto il coraggio di dire è che da quel conto corrente su cui la dott.ssa ALPHA era delegata e dal correlato conto deposito titoli non manca un solo centesimo.

 

Anzi, in passato, nel 2006, a seguito di lavori malamente eseguiti di idraulica e di sostituzione di elettrodomestici da parte di un cugino lestofante della signora, la dott.ssa ALPHA si era attivata, considerate le infiltrazioni d’acqua che si erano create e l’infima qualità degli elettrodomestici che erano stati sostituiti, per riparare le perdite e ripristinare l’intera piastrellatura del cucinino, e dare a questa signora, costretta a lavarsi i piatti in bagno con l’acqua fredda, la possibilità di disporre di un degno frigorifero e di un’altrettanta degna cucina a gas, posto che le era stato consegnato un minifrigo di eccessivamente ridotta capacità ed una cucina funzionante addirittura solo a bambola; inoltre la signora SERRALUNGA era stata posta in condizione di poter usufruire di un comodo lavello in cucina, visto che quello installato era piccolo e, nel collocarlo, era stato perforato un tubo dell’impianto idrico, con le predette infiltrazioni d’acqua conseguenti. La dottoressa aveva pagato personalmente con un suo assegno i nuovi lavori, e poi, con suo comodo, la signora le aveva restituito i soldi a rate.

Ipso facto cosa si cerca di insinuare? E’ davvero un atto autolesionistico delegare su un conto corrente il proprio medico di fiducia, che non solo non ti hai mai toccato un centesimo, ma che ti visita e segue gratuitamente, ivi comprese anche altrettanto gratuite cure odontoiatriche, oltre ad averti in passato pure anticipato i soldi per spese indifferibili?

E’ spaventosa l’assenza di logica e di obiettiva serenità in tutta questa vicenda.

 

Quanto poi all’accusa rivolta a buon mercato alla dott.ssa ALPHA di aver indotto la signora SERRALUNGA a compiere gli atti di cui infra “anche con atteggiamenti prepotenti e ricattatori tali da condizionare ed intimorire la anziana (sigh!) donna“ è davvero incredibile: quali sorta di farneticanti ricatti avrebbe commesso la dottoressa nei confronti della signora SERRALUNGA? Siamo veramente al pessimo uso di una libertà espressiva senza senso.

La dott.ssa ALPHA riferisce poi che la signora SERRALUNGA quattro anni fa è andata incontro a un processo di ipoacusia. Infatti il 19/10/2012 si sottoponeva infatti presso struttura pubblica a test audiometrici che rilevavano “un deficit recettivo bilaterale – utile protesizzazione”. tale fatto è rilevante perché è possibile che in passato la signora SERRALUNGA sia stata ascoltata, ma non comprendesse le domande rivoltele per problemi esclusivamente uditivi.

 

Ed infatti ecco un esempio dell’oggetto della “prepotenza”, che istituzioni, che non si occupano dell’assistenza agli anziani, vogliono attribuire alla dott.ssa ALPHA nei confronti della paziente, ricavabile da questo passo del SIT della signora SOCOLVEAC (doc. n° 118, citato):

Si, la Serralunga mi diceva che la dottoressa ALPHA la sgridava e che non le credeva che lei avesse male alla pancia. La ALPHA mi diceva che la sgridava perché lei non voleva prendere le medicine o mangiare abbastanza come le diceva di fare. (SIT della signora SOCOLVEAC Ludmila del 3/5/2012)

Si è trasceso veramente nel ridicolo, insistendo sul fatto che la signora SERRALUNGA, con la quale ovviamente la dott.ssa ALPHA ha intrattenuto fino al decesso un rapporto di grande familiarità, che ha sempre seguito, curato ed assistito, curandone infine, in prima persona e a proprie spese, le esequie secondo le sue precise volontà (cremazione, funerale con molti fiori e trasporto delle ceneri a Tonco nell’astigiano, con urna deposta nel loculo della mamma) sarebbe persona offesa da reato commesso dal suo medico di fiducia.

Insomma si vuole essere più realisti del re.

E’ possibile poi che i toni alti della voce della dottoressa, oltre ad atteggiamenti impulsivi per spingere i suoi malati a reagire, senza crogiolarsi in melense ed improduttive malinconie, siano legati ad un innocente desiderio della dottoressa di far comprendere bene il suo pensiero alla signora SERRALUNGA che, per l’appunto, soffriva di ipoacusia. Inoltre in certi periodi la dottoressa si è “arrabbiata” con la sua amica e paziente che tendeva talora a non seguire le prescrizioni farmacologiche o insisteva nel riferire sintomi di cui, si era già escluso, anche con consulti di specialisti, alcun significato di valenza patologica.

In tal senso i toni alti della voce della dottoressa erano dovuti sia alla sua familiarità con la signora SERRALUNGA, sia soprattutto al forte stress emotivo che ha vissuto, correlato al grave danno biologico, che questa kafkiana vicenda giudiziaria le ha provocato; oltre al fatto che, in tal modo, la dottoressa cercava anche di sferzare la predetta tendenza ipocondriaca, che accomunava la SERRALUNGA a molti altri pazienti.

Quanto a ricatti esercitati dalla dottoressa ALPHA non vi è assolutamente nulla di nulla agli atti, oltre che nella realtà fattuale.

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16^ condotta addebitata

“Angelo SCASSA, in concorso con la dottoressa ALPHA, induceva la signora SERRALUNGA a nominare erede la stessa dottoressa mediante testamento olografo – in data 27.12.2006, dicendole direttamente che cosa doveva scrivere nel testamento”

 

Trattasi di contestazione di condotta che non è mai esistita, non solo infondata, ma decisamente “costruita” contro la realtà documentale, insomma siamo all’ennesima farneticazione. L’ing. SCASSA – che nel 2006 non aveva alcuna relazione sentimentale in atto con la dott.ssa ALPHA – conobbe la signora SERRALUNGA in occasione di una consulenza richiestagli per la valutazione di una scadente fornitura di elettrodomestici, che ella aveva ricevuto da parte di un cugino truffaldino, di cui si è scritto. In uno dei due incontri che la signora ebbe con lui gli chiese se esistesse una formula precisa per scrivere un testamento, aggiungendo che voleva testare a favore della dottoressa ALPHA, cui, all’evidenza, voleva un gran bene. L’ingegnere le dettò la solita formuletta di rito, senza minimamente preoccuparsi poi del destino di tale volontà manifestatale dalla signora SERRALUNGA. Solo in tempi molto successivi venne a sapere dalla dottoressa ALPHA, e poi dalla stessa signora SERRALUNGA, dell’avvenuta scrittura del testamento olografo, che le era stato consigliato dalla testimone Teresa VANDONE, la cui deposizione a sit è ovviamente agli atti e dal tenore inequivocabile.

Quale sarebbe il reato? Aver indicato, a richiesta, una generica formula per scrivere un testamento valido? Ma cerchiamo di essere persone serie…

 

In ogni caso, un esame degli atti impone alcune considerazioni.

Anzitutto è davvero autolesionistico lasciare alla propria dottoressa di fiducia erede di un monolocale, quando, una volta in pulverem reverta, di quell’alloggetto – trattasi di un monolocale con cucinino e bagno – in nulla e per nulla non se ne potrebbe più beneficiare?

La signora non aveva alcun parente che si occupasse di lei ed ha dichiarato al dr. ANGLESIO, come si legge nella CTU, che se fosse per suo nipote Massimiliano, totalmente menefreghista di lei, che non è mai andato a trovarla, se non quando ha avvertito puzza di cadavere, avvisato da una condomina, la PILOLLI – di cui infra -, durante il drammatico ricovero al Gradenigo del settembre 2010, a quell’epoca sarebbe già finita da un pezzo ai Poveri Vecchi.

Oltretutto un domani che la SERRALUNGA avesse avuto bisogno di assistenza infermieristica a lungo termine, la dott.ssa ALPHA si sarebbe impegnata, oltre che in prima persona, attraverso la ricerca sollecita di personale paramedico pronto ad assisterla, dando fondo al piccolo gruzzolo di denaro giacente in banca, oltre che, se del caso, anche tramite la vendita del cespite immobiliare.

 

Quanto alla genesi del testamento, in realtà i testimoni hanno spiegato come le cose siano andate in modo completamente diverso (doc. n° 16, citato):

“Riguardo alla SERRALUNGA posso dire che io la conosco da tanti anni, 15 o 20. Sono stata io a farle conoscere la ALPHA perché lei si lamentava del suo medico”.

“Si, io ho detto alla SERRALUNGA di fare testamento a favore della ALPHA. Gliel’ho detto perché mi diceva di essere sola e di non sapere cosa fare. Io non so se poi il testamento gliel’ha fatto veramente”. (SIT della signora Teresa VANDONE, residente in un palazzo vicino a quello in cui abita la signora SERRALUNGA, dell’11/6/2012)

Al riguardo si osserva come la sentenza a pag. 29 nel ricostruire le diposizioni patrimoniali della signora SERRALUNGA omette di considerare in toto che l’input alla stesura del testamento olografo venne dato dalla signora Teresa VANDONE all’amica (“Si, io ho detto alla SERRALUNGA di fare testamento a favore della ALPHA), la quale ha peraltro confermato a sit che decise di sottoscriverlo in piena autonomia e libertà.

 

Vi è poi questa testimonianza di una condomina della signora SERRALUNGA, tal ROSA PILOLLI, di professione addetta alle pulizie, moglie del sig. RONDOLETTI, che l’aiutava in alcuni lavori di pulizia, regolarmente retribuiti, per l’alloggio ed il lavaggio della biancheria.

La dott.ssa ALPHA spiega che la signora SERRALUNGA, tornata a casa dopo un mese di ricovero all’Ospedale Gradenigo nell’ottobre 2010, aveva cacciato la signora PILOLLI dalla frequentazione della propria abitazione, per due ordini di motivi: si era convinta che costei, unica a possedere le chiavi di casa, oltre alla dottoressa ALPHA, fosse stata l’autrice del furto di 900 euro che lei aveva nascosto in una busta posizionata in mezzo alla biancheria. In secondo luogo, perché aveva rischiato di morire per una grave insufficienza respiratoria che aveva reso necessario il ricovero, protrattosi per un mese, tra il settembre e l’ottobre 2010, al Gradenigo, certamente correlato al fatto che era un’accanita fumatrice, in questo stimolata dai coniugi PILOLLI – RONDOLETTI, che discendevano dal loro alloggio al settimo piano per venire a fumare nel suo immobile sito al quarto piano, con frequenza quasi quotidiana, in una sorta di smoke parties seriali.

In ogni caso la PILOLLI, con chiaro intento ritorsivo, contro la dott.ssa ALPHA, che ritenne colpevole dell’allontanamento impostole dalla SERRALUNGA, circa l’origine del testamento, depone quanto segue (doc. n° 123):

Anna Maria [SERRALUNGA, ndr] continuò il suo racconto confidandomi che, dopo qualche tempo dalla sua conoscenza, Teresa [la signora VANDINE, ndr] si era recata a casa sua per farle un strana richiesta; disse che Teresa le aveva proprio detto: “ma quand’è che ti decidi a fare uno scritto per lasciare le cose alla ALPHA? “.

Anna Maria [SERRALINGA, ndr] mi disse che lei aveva risposto che non era capace a scrivere quel lascito, quindi Teresa le aveva detto che avrebbe portato un tale GIGI che le avrebbe dettato cosa scrivere.

Mi disse che in seguito TERESA e un certo GIGI erano andati a casa sua e GIGI le aveva scritto un foglio che lei poi aveva copiato, dove appunto lasciava tutti i suoi beni alla ALPHA.

Disse che con questo foglio la ALPHA le aveva detto che si sarebbe occupata di lei pensando a tutto quello che le poteva occorrere per i suoi problemi di salute e per la sua vecchiaia; aggiunse che le aveva anche regalato un anello d’oro e della biancheria nuova. (SIT della signora Rosa POLILLI, del 2/5/2012, condomina della SERRALUNGA)

E’ una ricostruzione falsa e fantasiosa delle circostanze in cui venne scritto il testamento della signora SERRALUNGA; in cui di vero c’è soltanto l’input che la signora VANDONE vi diede.

La dott.ssa ALPHA specifica di non aver mai ricevuto alcun anello d’oro ma semplicemente un anello antico, che la signora SERRALUNGA volle regalarle e la biancheria consisterebbe in un pigiama che l’amica – paziente le diede, in quanto le era stato regalato, ma preferiva non usarlo, perché abituata solo a camicie da notte. Con il che rieccoci scesi al livello infimo che caratterizza molto materiale raccolto nelle indagini.

La diretta interessata infatti ricorda (doc. n° 15, citato):

Ho deciso di lasciare la mia casetta alla Dott.ssa ALPHA, credo 5 anni fa. Lei non me lo ha chiesto.

Ho deciso io perché almeno sapevo a chi finiva la mia casa.

Ho scritto la lettera e poi sono andata da un avvocato in via Catania, che era un amico loro; mi ha accompagnato là l’ingegnere. La Dott,ssa non c’era. Era di sera. Io non so chi era l’avvocato.

L’avvocato ha fatto quello che doveva fare e poi ho dato la mia lettera alla dott.ssa. So che ce l’avete voialtri perché gliel’avete presa insieme alle chiavi di casa mia.

E’ stata mia l’idea di fare testamento.

Ho scritto io la lettera a mano.

Sapevo cosa scrivere perché ero nelle mie piene facoltà mentali.

La Dott.ssa me lo dice ancora adesso, mi dice IO GLIELO RESTITUISCO SUBITO L’ALLOGGIO; L’ALLOGGIO E’ SUO. La Dott.ssa mentre mi accompagnava oggi all’ingresso del Tribunale, per essere ascoltata dal PM che l’aveva convocata, ndr] mi ha detto: “E’ SOLO LEI CHE MI PUO’ SALVARE PERCHE’ SONO CONVINTI CHE IO LA SFRUTTI, DICA LA VERITA”; e io sto dicendo la verità

Non voglio che facciano del male alla Dott.ssa. Lei ha paura. Dice che in casa le hanno buttato per aria tutto. Stamattina, mentre mi accompagnava, piangeva.

Comunque, la Dott.ssa non ha mai approfittato di nessuno e nemmeno di me. Una volta mi ha prestato dei soldi per cambiare il cucinino. Poi gliel’ho ridati. (SIT di Anna Maria SERRALUNGA del 7/7/2012).

Ma è ancora una volta la signora SERRALUNGA intercettata mentre conversa con la dott.ssa ALPHA a esprimere in modo assolutamente chiarissimo quella che era la sua reale volontà relativamente alle proprie diposizioni testamentarie, che sono state invece clamorosamente disattese dalla sentenza n° 213/14, sonoro schiaffone inferto dal GUP alla memoria della povera signora da poco tempo deceduta, dopo aver trascorso gli ultimi tre anni della sua sofferta esistenza a difendersi dagli attacchi della Procura della Repubblica, che ha cercato prima di interdirla e poi affibbiarle un’amministrazione di sostegno, noncurante dell’assurdità delle richieste avanzate e delle sofferenza che ha inflitto ad una donna, traumatizzata dalla semplice possibilità di perdere la propria indipendenza, che è stata la cifra caratterizzante e precipua del suo carattere e del suo stile di vita.

 

Sono infatti agli atti due conversazioni, intercettate nei giorni successivi alle molteplici perquisizioni ordinate dal PM, tra la dott.ssa ALPHA e la signora SERRALUNGA, la quale è adiratissima per la perquisizione che ha subito la sua interlocutrice e le infamanti accuse di circonvenzione rivolte contro la sua dottoressa. La SERRALUNGA minaccia, nella rabbia, di incendiare l’alloggio e la dott.ssa ALPHA si lamenta, sofferente della malafede di chi la accusa, garantendo al contempo tutta la sua assistenza all’amica paziente. Sono considerazioni che forse lasciano indifferenti gli inquirenti ed il Giudicante, che si prefiggono di tutelare gli anziani, senza rendersi conto di infliggere loro sofferenze gratuite e che danno credito a persone del rango del sig. REALE.

Leggiamo infatti la trascrizione di questa intercettazione “Ambientale auto nr.75 del 06.2.2012” (doc. n° 2. citato)

Serralunga con ALPHA in auto

Serralunga: Dottoressa io stanotte non ho dormito pensando a lei, ai problemi che le do

ALPHA: Mi hanno perquisita come una delinquente, come si fa coi delinquenti

Serralunga: guardi che io l’alloggio, piuttosto gli do fuoco e, io voglio che lo prenda lei, poi lo venda a chi vuole

ALPHA: L’alloggio non sappiamo Anna… Perché io con lei mi sono impegnata, perché io sono una persona seria, se lei ha bisogno, la sua roba va usata per lei e se non basta, perché …..

Serralunga: Il funerale, chi me lo paga? (lamentosa) il funerale chi me lo fa?

ALPHA: lasci stare e se sta male? Lei ha diritto di essere assistita! E dove prende i soldi dei suoi soldi, non che io, a me non mi interessano i soldi…

Serralunga: (singhiozza) Non ne posso più dottoressa

ALPHA: Sapesse a me cosa mi hanno fatto? Lo sa? Mi hanno perquisito tutta la persona, pure le tasche, mi hanno portato via le sue chiavi, mi hanno portato via il testamento, mi hanno portato via tutto sa?

Serralunga: Anche le chiavi?

ALPHA: Tutto! Tutto perquisito mi hanno portato via tutto

Serralunga: Adesso io non sono nemmeno più tranquilla in casa?

ALPHA: No, ce la ha il Tribunale.., io sono una delinquente, perché io a lei l’avrei circuita, l’avrei manipolata per farmi scrivere quello

ALPHA: Ma senta ma mi vede a me? Come una delinquente aoooooo, io ho fatto mai niente a nessuno eeee… io sono una persona seria

Serralunga: Io pure

ALPHA: Ma lei non è rinviata a giudizio, io si!

Serralunga: O mamma mia!

ALPHA: ma è grave quello che mi è successo lo sa?

Serralunga: oooo lo credo, lo credo

ALPHA: Ma grave parecchio anche

Serralunga: Io vorrei sapere chi è stato? a farci una cosa del genere

ALPHA: che io sono venuta da lei a manipolarla… ma quando? Io sono venuta da lei a manipolarla? se son venuta una volta son venuta per aiutarla in lungo Dora Savona per farle avere la pensione, per farle avere l’invalidità.., e cosa le ho fatto io? sono venuta a dirle MI INTESTI? Se si ricorda l’aveva scritto l’ingegnere (intende SCASSA) perché lei non sapeva neanche come metterlo giù

ALPHA: Mi raccomando Anna, stia con la testa bella lucida

Serralunga: Si, ma sono lucida e solo che respiro male perché… vivo male, vivo molto male… sono sola…

ALPHA: Ma non dica…. eeee Anna se non esce è sola si… Se non esce Anna… anch’io sono sola, non viene mica nessuno a trovarmi, a parte che non ho voglia quindi..

Serralunga: Nooo, per carità. Maurizio…. Maurizio ieri è venuto mezz’ora perchè… non so, ad ogni modo passa, sa che lei mi aveva detto: “non le ha detto niente Maurizio?” e io gli ho detto ieri….

ALPHA: Nella merda ci sono io fino agli occhi, rinviata a giudizio, circonvenzione d’incapace c’è la galera dai due ai sei anni lo sa????? Se trovo dei magistrati balordi… ma lo sa questo???

Serralunga: ma io sono a posto, non è che son fuori testa

ALPHA: loro hanno deciso che io l’ho manipolata

Serralunga: no, non è vero.., è quà la banca. [sic, questa è l’ortografia del trascrittore, ndr]

Vanno in banca (intercettazione Ambientale auto nr.75 del 06.2.2012 della dott.ssa ALPHA a colloquio con la signora SERRALUNGA)

 

Segue una conversazione che gli inquirenti intercettano dal telefono dello studio professionale della dott.ssa ALPHA, mentre conversa con la signora SERRALUNGA. Durante detto colloquio la dottoressa si lamenta con l’interlocutrice per il trattamento che il PM le ha riservato spedendo sei poliziotti a perquisirle casa e studio, oltre che la sua stessa persona, trattandola come se fosse una vera delinquente: in essa la paziente ribadisce con la massima risolutezza la propria volontà di lasciare erede la dott.ssa ALPHA.

La dott.ssa ALPHA fa presente alla sua amica paziente che tutto questo è accaduto solo per il suo desiderio di aiutare una persona anziana in difficoltà, priva di familiari al suo fianco, che, liberamente, ha scelto di lasciarle in eredità i suoi umili beni che, dopo il trapasso, ovviamente non sarebbero stati più di alcuna utilità per lei. Come già ampiamente esaminato, la signora SERALLUNGA ribadisce che al momento del ricovero al Gradenigo, nel settembre 2010, erano oltre 6 anni che non incontrava più il nipote Massimiliano.

Leggiamo l’intercettazione Nr.128 tel. studio ALPHA 011….795 dell’1.02.2012 h.13.23 (doc. n° 124)

La ALPHA telefona alla SERRALUNGA:

L’anziana è contenta di sentirla e comincia a parlare di una visita medica prescrittale dalla ALPHA a cui non si è presentata.

La ALPHA la interrompe e le dice di ascoltarla (comincia ad alzare il tono di voce), poi le dice: ” ascolti me perché voi parlate di voi… ci siete soli voi.., ieri ho avuto qui la Polizia che mi ha spazzolato tutti i documenti a casa eccetera, io sono inquisita anche per lei, che Io l’ho manipolata…. va bene!?! Io sono denunciata penalmente in tribunale.., va bene!?!

Ecco allora parlate sempre di voi, parlate e c’è anche un mondo attorno di gente che subisce violenze a non finire.

SERRALUNGA: Ma dottoressa ma cosa.

ALPHA: Dottoressa?.. Sei poliziotti, come una delinquente sono stata trattata, lo sa? Ecco!

SERRALUNGA: e lo credo, comunque io non cambio idea, io le voglio bene e voglio che quel poco che ho sia suo!

ALPHA: Io non voglio niente, (il tono è più calmo), perché io non ho bisogno, io l’ho fatto per aiutarla.

SERRALUINGA: Ma lo SOOOOO..

ALPHA: Io non voglio niente, io non ho bisogno, io lavoro, io l’ho fatto per aiutarla perché dico questa donna è sola, se ha bisogno di qualcosa io ci sono perché mi conosco, io ho sempre aiutato tanta gente, quindi… Però intanto mi trovo sta bella grana qua alla mia età dopo aver lavorato una vita.., ed essere stata onesta perché lo sa che io non tocco.. anzi sono lì che corro per tutti

SERRALUNGA: Io non so cosa dire, sono senza parole guardi questo non ci voleva: brutti delinquenti (piange)

ALPHA: Lei deve andare da nessuna parte, se l’hanno già interpellata io non so cos’ha detto, comunque se hanno scritto quello è perché hanno raccolto dati che sono a sfavore mio; evidentemente, non lo so io… per aver deciso così, adesso vedrò. Io so che io non ho toccato un penny a nessuno, quindi loro devono dimostrare, che io ho non ho obbligato nessuno a fare testamento

SERRALUNGA: ma lo so che ho fatto tutto io, lo so

ALPHA: Allora? L’ho fatto per aiutarla perché se lei è sola, il nipote ti butta il bigliettino del fratello nella buca delle lettere perché non ha tempo…. e chi la segue lei? Chi l’ha portata in ospedale ch’era in fin di vita?

SERRALUNGA: Ma so tutto! Ma io la ringrazio, non so cosa dire

Mi accusano di circonvenzione d’incapace, ma la famiglia dov’è? Dove sono ‘ste famiglie? I figli di Costa dov’erano? Suo nipote dov’era?

Serralunga: Eeee… erano 6 anni che non lo vedevo

ALPHA: E scusa, ma dove sono ‘ste famiglie? Se non ci sono gli altri ad aiutare la gente!

Serralunga: Non c’era proprio nessuno dottoressa

ALPHA: Dov’è sto nipote, dove sono ‘sti figli di Costa? (intercettazione telefonica della dott.ssa ALPHA a colloquio con la signora SERRALUNGA – Nr.128 dell’1.02.2012)

 

Si osserva in merito come la sentenza n° 213/14, da pag. 61 a pag. 64, riporta l’intero sit della signora SERRALUNGA, che anche in questa sede verrà successivamente analizzato per la parte restante in modo completo, traendone la seguente gravemente illogica motivazione a suffragio della tesi dell’induzione della circonvenzione nella signora SERRALUNGA da parte della dott.ssa ALPHA. Scrive infatti il giudice: “Ebbene, alla luce degli elementi appena esposti, appare chiaro come la signora SERRALUNGA avesse completamente affidato la sua vita alla dott.ssa ALPHA, della quale il MENCHINELLA, nel rapporto con l’anziana, costituiva la sua longa manus operativa. La SERRALUNGA era certamente una persona fragile, insicura e bisognosa di affetto che aveva cercato di soddisfare le sue “esigenze emotive” comprando l’attenzione degli altri, in particolare del medico, dal carattere forte e determinato, che, evidentemente proprio in quanto medico, la faceva sentire protetta. La SERRALUNGA aveva affidato in modo cieco la sua vita nelle mani e nelle cure della dott.ssa ALPHA, persona che amava e al contempo temeva per le sue irruenze caratteriali. Le conversazioni telefoniche sopra riportate sono molto eloquenti sul punto: la SERRALUNGA permetteva alla ALPHA ogni sorta di offesa e di trattamento rude e spigoloso, pur di sentire la sua voce anche solo al telefono.

Del resto, la breve distanza temporale (solo qualche mese) tra la loro conoscenza e gli atti dispositivi compiuti in favore dell’imputata (la prima delega bancaria è del novembre 2006 ed il testamento è del dicembre 2006, laddove l’anziana, escussa nel giugno 2012, ha riferito di avere conosciuto la ALPHA solo sei-sette anni prima) sono elementi che lasciano intendere come l’induzione della donna a dare tutto ciò che aveva alla dott.ssa ALPHA debba essersi realizzata con estrema facilità”.

Si osserva in merito che il riconosciuto carattere rude della dr.ssa ALPHA da un lato è compensato da una sua eccezionale abnegazione verso il prossimo, di cui la stessa sentenza ed il PM hanno dovuto dare atto, affermando che ella ha fatto moltissimo per il signor COSTA, dall’altro certamente questo carattere, che il Le Senne definirebbe emotivo attivo primario presenta un tipologia esattamente opposta a quella che si riscontra nei circonventori di tutti i tempi, sempre melliflui e capziosi nei confronti delle loro vittime.

Poi è di lampante evidenza, fuorché agli occhi del GUP, che non si è nemmeno degnato di leggere la copiosa memoria difensiva depositata dalla dott.sa ALPHA presso la sua cancelleria nel novembre 2013, mentre era in corso l’udienza preliminare, che la signora SERRALUNGA dispose il testamento – atto peraltro sempre revocabile in qualsivoglia momento – certamente colpita dall’interessamento attivo svolto dalla dr.ssa ALPHA per risolverle la grana che si cera creata nell’autunno del 2006 con la scadente fornitura di piccoli elettrodomestici, e dell’ancor peggiore loro installazione con perforatura di un tubo dell’acqua potabile, operata da un suo lontano parente truffaldino, cui la dottoressa ALPHA pose rapido rimedio, inviandole un suo paziente artigiano edile a ripiastrellarle la cucina e ad installarle un comodo lavello, anticipandole le spese che, ella, avendo quasi tutti i suoi soldi investiti in titoli di stato, non poteva in quel momento sostenere.

Non si dimentichi inoltre che la dott.ssa ALPHA ha lottato strenuamente per strappare a morte sia il sig. COSTA, sia la signora SERRALUNGA, che trasportò in emergenza all’Ospedale Gradenigo per una gravissima crisi respiratoria nel settembre 2010, e, quando potè immediatamente accertare il pericolo di vita incombente per la sua paziente, discutendo la situazione clinica con i medici del pronto soccorso che l’avevano subito inviata alla terapia intensiva perché fosse intubata e portata in coma farmacologico, si precipitò a contattare uno dei migliori specialisti pneumologi, il dr. Alfredo VISCA, per un consulto immediato.

E si ricordi l’intensità emotiva con cui la dott.ssa ALPHA ne ha curato a proprie spese, secondo l’espressa volontà della povera paziente, il funerale nello novembre 2013..

Quanto poi al tempo che occorre ad una persona per potersi affidare con fiducia da un’altra, non esistono certo leggi cronologiche che in questo caso non sarebbero state rispettate. Nel carattere “rude” della dr.ssa ALPHA, per alcuni versi, la signora SERRALUNGA, rispecchiava anche lei stessa, che era una persona profondamente buona, ma anche molto critica verso il prossimo e non esente da giudizi molto tranchant nei confronti del medesimo.

Infine: si è mai visto un circonventore che, sapendo di essere stato nominato erede in un testamento, si batte con tanta passione per salvare la vita del disponente? La sentenza è davvero intrisa di pseudo ragionamenti, grondanti di una malvagità palese, in cui si mira deliberatamente a demolire la figura morale della dott.ssa ALPHA, “a prescindere”, per dirla alla Totò.

Semplicemente utilizzando un minimo di logica il sig. MENCHINELLA ha affermato (doc. n° 59, citato):

Non mi sembra affatto strano che sia COSTA che SERRALUNGA abbiano fatto entrambi testamento a favore della ALPHA.

A me non interessa il testamento della Serralunga. (SIT del sig. MENCHINELLA del 20/6/2012)

E l’ing. SCASSA ha ulteriormente confermato (doc. n° 46, citato):

So, da tanti anni, che la Serralunga ha fatto testamento a favore della ALPHA; credo, che sia la Serralunga che la ALPHA, in momenti diversi me lo abbiano detto. Non ricordo quando. Preciso che ne hanno parlato in mia presenza.

In particolare, una volta la ALPHA era arrabbiata con la Serralunga perché non usciva di casa e continuava a fumare e disse alla donna FACCIA QUELLO CHE VUOLE; IO NON LA SEGUO. POI SI TENGA IL SUO TESTAMENTO.

Non è quella la prima volta in cui ho sentito parlare del testamento, anzi preciso che quella è stata la prima volta in cui ho appreso che il testamento effettivamente era stato fatto, perché in passato la Serralunga e la ALPHA mi chiesero come poteva la Serralunga fare un testamento e io dissi: PRENDA UN PEZZO DI CARTA E SCRIVA LA SOLITA FRASE: LA SOTTOSCRITTA LASCIA EREDE UNICO DEI SUOI BENI..

Non ricordo se lo dissi alla ALPHA o alla SERRALUNGA; poi non seppi più se fosse stato fatto o meno.

La Serralunga all’epoca era perfettamente lucida. (SIT ing. SCASSA del 2/8/2012)

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17^ condotta addebitata

Angelo SCASSA, in concorso con la dottoressa ALPHA, ha isolato la signora SERRALUNGA da parenti e da amici, raccontandole che l’unico nipote non si interessava a lei, sostituendo tale figura con quella di MENCHINELLA Maurizio, persona di loro fiducia, con incarico di occuparsi delle cose materiali.

 

Trattasi di contestazione di condotta che non è mai esistita, ovvero dell’ennesima farneticazione. L’ing. SCASSA non ha mai isolato la signora SERRALUNGA da chicchessia. E’ l’ennesima provocazione copia – incollata dalle imputazioni formulate contro la dottoressa ALPHA, da parte di Inquirenti che si sentono evidentemente “padroni del vapore” e del tutto verosimilmente non si considerano soggetti essi pure alla Legge.

Quanto poi al nipote, il sig. Massimiliano SERRALUNGA, l’ing. SCASSA non ha mai avuto modo di conoscerlo; ha tuttavia appreso le sue dolosamente false dichiarazioni rese a sit, nel tentativo di far credere agli inquirenti dell’esistenza di una “banda ALPHA” , per cercare di accaparrarsi l’eredità della zia.

 

Da pallista professionista (tra l’altro si spaccia anche per professore universitario) il sig. SERRALUNGA ha affermato (doc. n° 120, citato):

Ho conosciuto la ALPHA e l’INGEGNERE in ospedale. Lui è un anziano, cammina col bastone, fatica a muoversi, ma guida la macchina

(SIT del signor Massimiliano SERRALUNGA, nipote della signora Anna Maria SERRALUNGA del 14/1/2012)

 

All’epoca del ricovero della signora SERRALUNGA al Gradenigo per un fatto respiratorio acuto, nel settembre 2010, l’ing. SCASSA aveva però 47 anni, è alto 177 e pesa 63 kg. Corre i 100 metri in quindici secondi; non fa, ovviamente uso di alcun bastone, che saprebbe però dove infilare al predetto signore, teste tanto caro al PM ed al GUP, il quale ultimo, vista la falsità dolosa delle dichiarazione del mitico signor Massimiliano SERRALUNGA , ha pensato bene di correggerla en passant nella sentenza n° 213/14: trattasi di inqualificabile manipolazione..

 

Trattasi di toppa, quella messa dal giudice alle parole del sig. Massimilano SERRALUNGA, teste pacificamente mendace, che in realtà risulterà ancora peggiore dell’originale versione sottoscritta dal teste. Infatti il GUP sostiene che quando quest’ultimo si riferisce all’ing. SCASSA in realtà intendeva raffigurare il Sig. Luigi COSTA: peccato però che costui nel settembre -.ottobre 2011 non guidasse assolutamente l’autovettura (come fa invece il tl personaggio appellato “ingegnere” che cammina con un bastone, ricordato dal sig. SERRALUNGA) perché in preda alla necrosi della testa del femore, di cui ampiamente si è argomentato, e che quindi la testimonianza corretta dalla dr.ssa ROSA risuoni ancora di più, a maggior ragione, con il rumore fesso di una campana rotta.

 

Circa poi il criminoso turn over che il direttore della banda ALPHA, alias l’ing. SCASSA, avrebbe attuato tra il sig. – rectius professor – Massimiliano SERRALUNGA e il signor MENCHINELLA si tratta dell’ennesima farneticazione, smentita documentalmente dallo stesso sit del sig. MENCHINELLA, oltre che da quello della povera signora SERRALUNGA che ha ribadito di non avere mai intrattenuto rapporti con il nipote “professore”, che su questo punto ha convenuto con la zia.  

Trattasi dell’ennesima barzelletta che l’Inquirente si inventa di sana pianta.

In ogni caso, dall’esame della documentazione agli atti si evince quanto segue.

La dott.sa ALPHA è accusata (condotta copia-incollata, a buon peso, anche per l’ing. SCASSA) di aver isolato la signora SERRALUNGA da amici e parenti (qui la Procura si è corretta, non più familiari): però anche qui gli Inquirenti scadono nel ridicolo perché dimenticano che quando la signora Teresa VANDONE presentò la SERRALUNGA alla dr.ssa ALPHA, che già ella conosceva come paziente del collega dott. MOLLICA, da lei periodicamente sostituito, essa versava per l’appunto in uno stato depressivo, dovuto alla solitudine che punge ed erode psicologicamente molti anziani. Era insomma una persona ben lucida, ma soggetta a una forma depressiva che anche l’impiego di SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) non è mai riuscito a controllare in modo del tutto soddisfacente.

Della sofferenza per la solitudine in cui viveva ha del resto dato ampi testimonianza il precedente medico di base della signora SERRALUNGA, il dr. CURCIO.

 

Per il resto, si osserva che il comportamento della dottoressa ALPHA verso gli amici, i pazienti che segue è tendenzialmente sempre un rapporto molto istintivo, molto prodigo, ma all’occasione anche severo, dove in nessun calcolo viene posta l’opportunità di trattare l’interlocutore in modo particolarmente mellifluo ed accattivante allo scopo di ottenerne benefici a proprio favore, esercitando una tenace captatio benevolentiae come sogliono fare i professionisti della circonvenzione.

Lo stesso ing. SCASSA nelle conversazioni intercettate in questa sorte di indagini in stile Novella 2000 dalla Procura litiga spesso con la dottoressa ALPHA. Effettivamente di questo medico si può’ senz’ombra alcuna di dubbio sostenere che interpreta la professione in uno spirito di totale abnegazione verso il prossimo sofferente, con il quale instaura un rapporto di autentica empatia, che è caratterizzato dalla massima franchezza, sebbene questo sentire venga talora espresso con forme irritanti, che possono incidere momentaneamente sull’umore di persone facilmente suscettibili, che si fermano – ma solo temporaneamente – dinnanzi ai modi bruschi con cui vengono trattati, dimentichi dei grandi benefici che ricavano dalla frequentazione di questa particolarissima figura di medico assai amata dai suoi assistiti, come ampiamente confermato dalle plurime testimonianze agli atti di cui si è scritto (DI FURIA, Oliva CALLEGARO, Marina GALLO, dr. Pasquale MOLLICA, ecc.).

A comprova di tutto ciò la condomina Rosa PILOLLI riferisce (doc. n° 123, citato):

Io non ho mai assistito o sentito la ALPHA urlare contro Anna Maria ma lei mi ha raccontato molte volte che la ALPHA le aveva urlato contro.

Mi diceva che la ALPHA urlava contro di lei sgridandola per averla chiamata invano visto che non credeva che lei stesse veramente male.

Mi diceva che la ALPHA le faceva delle scenate dicendole: “non fare finta di essere malata!” .

Un giorno mi raccontò che le aveva fatto una scenata del genere in un negozio di ortopedia dove l’aveva accompagnata per comprare un busto per il mal di schiena. Disse che si era sentita così umiliata che era uscita dal negozio in lacrime. (sit della signora Rosa POLILLI del 2/5/2012)

Si noti bene oltretutto che la PILOLLI – RONDOLETTI sparge veleno a piene mani contro la dottoressa ALPHA perché, come si è scritto, venne bruscamente allontanata, assieme a suo marito, dalla signora SERRALUNGA con cui si frequentavano quotidianamente in lunghi conviviali incontri in cui tutti e tre fumavano senza quasi soluzione di continuità: veri e propri smoke parties tra appassionati fumatori. Non a caso la grave crisi respiratoria che portò la signora SERRALUNGA ad un ricovero in extremis nel settembre 2010 presso il vicino Ospedale Gradenigo, venne proprio attribuita dal medico, che la accolse presso il DEA e la sottopose a terapia intensiva, con collegamento al respiratore meccanico, e relativo intubamento dopo induzione di coma farmacologico, al vizio del fumo coltivato per troppo lungo tempo, in considerazione del quadro di BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva) di cui soffriva, con zone di atelettasia, ossia di disventilazione, a livello polmonare.

Tornata a casa dopo un ricovero durato un mese circa, e dopo aver rischiato il trapasso a miglior vita, la signora SERRALUNGA decise di allontanare dalle sue frequentazioni la PILOLLI ed il marito perché costoro avevano le chiavi del suo appartamento e durante il suo ricovero sparirono da casa sua 900 euro circa, come si è scritto, nascoste in una busta posta in mezzo alla biancheria in un mobile, oltre che per l’appunto alcune lenzuola: le venne pertanto il sospetto, che è all’origine della condotta, gratuita quanto assurda, addebitata al punto successivo, che fossero stati proprio il sig. RONDOLETTI e sua moglie Rosa PILOLLI ad aver trafugato soldi e biancheria.

Donde le seguenti aberranti affermazioni della signora PILOLLI (doc. n° 123, citato):

Da allora Anna Maria si allontanò da me, anzi mi tolse addirittura il saluto. Quando incontrava me o mio marito sulle scale di casa non ci guardava neanche.

Io ho lascito perdere e non le ho mai chiesto spiegazioni perché ho capito che il suo comportamento era conseguenza delle cose che le aveva raccontato la ALPHA (SIT del 2/5/2012 della signora PILOLLI)

In sentenza il Giudice conferisce credibilità alla teste PILOLLI ed anzi sostiene che sue dichiarazioni corroborano quelle del sig. Massimiliano SEERRALUNGA. Trattasi di motivazione gravemente illogica, perché è pacifico che il sig. SERRALUNGA e la signora PILOLLI recitano un copione concordato, posto che quasi tutte le affermazioni del SERRALUGA sono de relato. Invece in sentenza a pag. 18-19 si legge: “PILOLLI Rosa, vicina di casa della SERRALUNGA, ha riferito di avere intrapreso, non appena trasferitasi a vivere nello stabile di Corso Tortona unitamente alla sua famiglia (nel 2009), una relazione di amicizia con la SERRALUNGA, donna ansiosa e depressa, per la quale aveva poi iniziato a lavorare come domestica il sabato mattina…

SERRALUNGA aveva poi aggiunto che la ALPHA, contrariamente a quanto promesso come conseguenza della scrittura di tale lascito, non si era occupata di lei se non in modo sporadico..

Successivamente, durante il ricovero in ospedale, la SERRALUNGA aveva cambiato atteggiamento nei confronti della PILOLLI, che aveva accusato ingiustamente – a seguito di quanto riportatele dalla ALPHA – di essere entrata in casa sua e di essersì appropriata dei suoi oggetti. A quel punto, la SERRALUNGA aveva preteso dalla vicina di casa la restituzione delle chiavi del suo alloggio”.

Il giudice poi si dimentica che la signora Anna Maria SERRALUNGA, escussa a sit, aveva confermato di essere stata lei personalmente ad aver allontanato la signora PILOLLI per il sospetto di aver subito un furto da costei e che addirittura la stessa vicina afferma di sospettare che il comportamento della SERRALUNGA le fosse stato suggerito dalla dr.ssa ALPHA , senza però esserne certa. Addirittura la dr.ssa ALPHA non ha mai conosciuto la signora PILOLLI, che spera invece di incontrare in tribunale, posto che l’ha querelata per le sue affermazioni a sit.

E’ davvero sconcertante che addirittura il sospetto di una teste, pacificamente falsa, venga trasformato in certezza da un GUP che falsifica a buon mercato una testimonianza in tal modo, inducendo chi legge la sentenza a non scartare l’ipotesi di falsità dolosa.

 

Per quale motivo mai un giudice dovrebbe “correggere” delle testimonianze?

 

Poi appare davvero incredibile la qualificazione del sospetto nutrito dalla signora SERRALUNGA circa i condomini RONDOLETTI – PILOLLI, quali probabile autori del furto di denaro subito, con l’avverbio “ingiustamente”.

Ma è davvero possibile che ad esercitare la Giustizia si trovino, per utilizzare un linguaggio caro al GUP stesso, simili personaggi?

Ancora la sentenza a pag. 19 prosegue: “Le dichiarazioni della PILOLLI (e, quindi, di SERRALUNGA Massimiliano) sono state confermate da SOCOLVEAC Ludmila, che, escussa il 3 maggio 2012, ha riferito di lavorare per la SERRALUNGA – che le era stata presentata dalla ALPHA – dall’ottobre/novembre 2011. La teste ha confermato che la SERRALUNGA soffriva dì solitudine e che piangeva sovente. Quindi, ha fornito puntuale riscontro a quanto dichiarato dalla PILOLLI: “dopo il suo ricovero (quello del 2010) in ospedale, la SERRALUNGA non ha più voluto vedere questa vicina perché la dott.ssa ALPHA l’aveva avvisata che la vicina era una ladra e che, mentre era in ospedale, le aveva rubato in casa della biancheria e denaro dal portafogli. La SERRALUNGA mi ha proprio detto che la ALPHA le aveva proibito di farla entrare in casa e anche di parlarle, mi aveva inoltre mostrato la biancheria mancante dall’’armadio “. Posto che la signora SERRALUNGA, ascoltata a sit, ha confermato che durante il suo ricovero in ospedale quando il sig. MENCHINELLA e la dott.ssa ALPHA si recarono a casa sua e trovarono nel posto indicato loro da lei solo 50 €, anziché i 900 € che ella vi aveva nascosto, ella si convinse da subito della colpevolezza dei coniugi PILOLLI – RONDOLETTI: è pacifico oltretutto che la signora SERRALUNGA smise la frequentazione con i due coniugi, anche per motivi medici, in quanto i medesimi la inducevano a fumare, vizio da cui la signora voleva assolutamente liberarsi per non aggravare la sua bronco-pneumopatia cronica ostruttiva. Ed è del tutto normale che a fronte di queste doglianze della signora SERRALUNGA – da lei stessa confermate a sit – la dottoressa ALPHA le abbia consigliato, se davvero era così ferma nel suo convincimento, di recedere ogni legame relazionale con i due coniugi condomini. Ed allora?

 

Ritornano poi affermazioni sconcertanti da parte del Giudice che confonde, per l’ennesima volta un assiduo frequentatore della casa della signora SERRALUNGA, quale il sig. Francesco IACULANO, operaio in cassa integrazione, con l’ing. SCASSA, bersaglio fisso di Inquirente e Giudicante perché ha preso a sonore picconate i loro infondati pseudo – teoremi aiutando la dott.ssa ALPHA a stendere la memoria difensiva, volutamente ignorata in sentenza e bollata come prolissa perché smonta in modo dettagliato la macchinazione ordita ai danni della dottoressa. Leggiamo infatti a pag. 19 che: “Infine, la PILOLLI ha riferito che la casa della SERRALUNGA era frequentata, oltre che dalla ALPHA, da Teresa [VANDONE], da tale Maurizio [MENCHINELLA], da Gigi [COSTA] e da un altro uomo [verosimilmente SCASSA]. In realtà l’ing. SCASSA, allievo al liceo del cugino primo della signora SERRALUNGA prof. Giovanni Guastavigna frequentava poco la casa della signora, che semmai incontrava talora allo studio della dr.ssa ALPHA, o qualche volta al bar di corso Tortona, sottostante la sua abitazione. Resta il fatto che Il giudice in pieno apodittico pregiudizio confonde il sig. IACULANO con l’ing. SCASSA.

Trattasi dell’ennesima “confusione”.

Trattasi giustizia a buon mercato, insomma di quella giustizia che a Torino i vecchi piemontesi sono solito appellare, del “Balun”, il mercato dei robivecchi di Porta Palazzo.

In ogni caso le affermazioni della signora RONDOLETTI vengono fatte proprie papali papali dal PM e dal GUP, senza un minimo di capacità critica, sebbene si tratti di un de relato smentito dalla stessa signora SERRALUNGA che attribuisce, com’è nei fatti, a se stessa l’iniziativa di allontanamento dalla sua frequentazione dei coniugi RONDOLETTI –PILOLLI. Non solo, ma vi è di più; in realtà la signora PILOLLI nemmeno afferma di aver saputo di accuse della dott.ssa ALPHA contro di lei per il furto subito dalla SERRALUNGA, ma si limita a presupporle: “ho capito che il suo comportamento era conseguenza delle cose che le aveva raccontato la ALPHA”. Insomma un PM più realista del re. Sconcertante.

Del resto non si può qui subito non ribadire la segnalazione del fatto – inaudito – che il PM ricostruisca il ricovero in emergenza della signora SERRALUNGA per BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva) al Gradenigo del 22/9/2010 in questi precisi raccapriccianti termini in vari atti, tra cui il decreto che dispone le intercettazioni e quello con cui ne chiede la proroga al GIP (doc. n° 4, citato):

La Serralunga da circa 4/5 anni è “accudita” dalla Dott.ssa ALPHA , la quale, tuttavia, è tanto preoccupata della salute della donna che non ha saputo evitare un ricovero in urgenza per forte debilitazione della anziana

(decreto del PM dr.ssa RUFFINO con cui si ordinano le intercettazioni telefoniche degli indagati e di altre persone del gennaio 2012)

Un caso – diciamo classico – di inquirenti non protesi alla ricerca della verità, ma letteralmente dei pasdaran dei loro propri teoremi.

Un giudizio che squalifica professionalmente la dott.ssa ALPHA di gravità inaudita.

La PILOLLI, poi, addirittura si inventa di sana pianta la circostanza di aver accompagnato lei con il marito la signora SERRALUNGA in ospedale in occasione del ricovero del settembre 2010 in emergenza al Gradenigo (doc. n° 123, citato), quando fu la dott.ssa ALPHA personalmente ad accorrere in aiuto alla sua paziente e a trasportarla al Pronto soccorso, valutata la serietà dell’insufficienza respiratoria instauratasi, non curabile efficacemente al domicilio.

Un giorno del 2010 io, andando a casa di Anna Maria mi accorsi che stava male. In casa con lei c’era la ALPHA, Anna mi disse che la dottoressa le stava preparando il foglio di ricovero in ospedale. Le chiesi se aveva bisogno di essere accompagnata e lei mi rispose di sì.

Quel giorno, assieme a mio marito, accompagnai Anna Maria in Ospedale, mentre la ALPHA andò via con la sua auto.

No, la ALPHA non venne in ospedale, noi rimanemmo con Anna Maria al Pronto Soccorso sino a quando non fu ricoverata. (SIT del 2/5/2012 della signora PILOLLI)

Ben diversamente ricorda invece la diretta interessata (doc. n° 15, citato):

Io avevo la febbre alta e non volevo chiamare la Dott.ssa per non disturbarla, poi quando proprio non ce la facevo più, l’ho chiamata e lei è venuta subito e mi ha portata all’ospedale con la sua auto. (SIT della signora SERRALUNGA del 7/7/2012)

La PILOLLI, querelata dalla dott.ssa ALPHA, si produce oltretutto in una deposizione calunniosa, falsa e grottesca, nel momento in cui riferisce che la dottoressa ALPHA avrebbe in passato privato di cure necessarie la SERRALUNGA e quando afferma che ella l’avrebbe allontanata dal rapporto idilliaco e assai frequente con il nipote Massimiliano SERRALUNGA, che, invece, sentito egli stesso a SIT ha confermato che, alla luce dei pessimi rapporti interpersonali intercorrenti tra suo padre e la zia (due fratelli), egli stesso non aveva quasi mai avuto modo di frequentarla. Afferma infatti (doc. n° 123, citato):

Sono certa delle mie affermazioni perché ho avuto molte prove, ad esempio un’altra volta l’ho accompagnata, assieme a mia figlia, al P.S. dell’ospedale Gradenigo, perché non riusciva a respirare bene; in quell’occasione i medici le avevano prescritto una cura con antibiotici e altri medicinali specifici. Quando Anna Maria [SERRALUNGA, ndr] fece vedere la cura alla ALPHA, questa la sgridò dicendole che a suo parere non doveva andare affatto in ospedale, le disse di non prendere quei medicinali e le prescrisse un’Aspirina.

Anna Maria, per non urtare la ALPHA, fece quello che lei le aveva detto di fare e non si curò come le avevano detto di fare i medici dell’ospedale.

Per ciò che riguarda il nipote della Serralunga, posso dire che essi erano in buoni rapporti. Anna Maria mi raccontava che il nipote aveva un lavoro che lo portava spesso fuori Torino ma che lui la chiamava al telefono spesso. Una volta mi ha mostrato un cesto di prodotti natalizi che lui le aveva regalato.

Dopo essere stata allontanata, io mi sono sentita in dovere di avvisare il nipote, sia del ricovero della zia, sia dell’influenza che aveva su di lei la dottoressa ALPHA.

Attualmente non ho più alcun contatto con la Serralunga e di questo sono addolorata (SIT del 2/5/2012 della signora PILOLLI)

Considerato il livello di questa documentazione delle indagini – infimo senza dubbio e gossipparo, nonché calunnioso – si potrebbero riferire, per porci sulla stessa quota geodetica, le voci di condominio che aveva riportato la signora SERRALUNGA circa i coniugi PILOLLI – RONDOLETTI: Ce ne asteniamo per non dare un contributo allo spargimento di ulteriore letame.

Del resto, che cosa pensasse la diretta interessata dei coniugi RONDOLETTI – PILOLLI lo leggiamo direttamente nel sit (doc. n° 15, citato):

Non conosco nessuna signora Rosa PILOLLI.

La teste chiede che le venga riferito il nome del marito della Rosa. Appreso il nome di RONDOLETTI LUIGI dichiara: ecco, sono loro che hanno chiamato mio nipote quando ero in ospedale e non dovevano! Si tratta di gente cattiva! Quell’uomo è pericoloso. Ha già avuto due ictus. Quella gente lì non sono niente per me. Non toccava a loro telefonare a mio nipote.

Venivano a trovarmi all’ospedale e li ho mandati via. Sono venuti una volta sola. Hanno criticato la dott.ssa e ho detto NON FATEVI PIU’ VEDERE.

I Pilolli mi hanno rovinata. Sono convinta che la denuncia l’abbiano fatta loro. Quando sono tornata dall’Ospedale, il marito mi suonava alla porta. Io non aprivo. Il signore ha cominciato a picchiare sulla porta ed è uscito il mio vicino. Io ho paura di quella gente lì. Mi hanno rovinato.

Quello che mi fa paura è quell’uomo lì – intendo dire Rondoletti. Appena tornata dall’ospedale ho cambiato la serratura perché avevo paura. Ho chiesto a Maurizio di cambiarmi la serratura, lui ha portato un suo amico. Ma non dite a Rondoletti che ho paura di lui, se no mi ammazza.

Dico anche che ho paura dei Rondoletti. (SIT della signora SERRALUNGA del 7/6/2012)

A dimostrazione del fatto che la dott.ssa ALPHA non allontanava nessuno dalla frequentazione della sig.ra SERRALUNGA vi è il SIT della signora Ludmila SOCOLVEAC (doc. n 118, citato), signora moldava che si prestò qualche anno fa ad opera di pulizie presso l’abitazione della SERRALUNGA, di cui già si è scritto.

La dott.ssa mi propose di fare delle ore di servizio dalla Serralunga ed io accettai perché mi faceva comodo guadagnare qualcosa.

La ALPHA mi disse che la Serralunga era una persona anziana che viveva da sola, che era una brava persona, anche se aveva continue crisi di pianto. Lei mi disse che non dovevo spaventarmi perché faceva così con tutti.

La Serralunga mi parlava anche di un amico della ALPHA, un tale Maurizio [il sig. MENCHINELLA, ndr], che tutti i giorni passava da lei alle 18.00 e le portava la spesa e si occupava di pagare le bollette. Io non ho mai visto quest’uomo. (SIT della signora SOCOLVEAC Ludmila del 3/5/2012)

Non solo, ma a dimostrazione del disprezzo che la SERRALUNGA nutriva per quelli che genericamente definiva i nipoti, ossia il nipote MASSIMILIANO e i di lui figli, ancora la signora SOCOLVEAC afferma:

Ora che mi ricordo, un giorno ho trovato la SERRALUNGA tremante e spaventata. Quando le ho chiesto cosa era successo lei, reticente e facendomi giurare di non dire niente alla dott.ssa ALPHA, mi ha confidato che due persone del Tribunale si erano presentati a casa sua a fare delle domande e a guardare la casa. [verosimilmente il dr. ANGLESIO e l’educatrice FLABBI, oppure soltanto i i servizi sociali, ndr]

Lei mi ha detto che erano stati i suoi nipoti a mandare quelli del Tribunale perché temevano che la ALPHA si impossessasse del suo alloggio.

Non so spiegare perché l’anziana avesse tanta paura che la ALPHA sapesse questo fatto. Io comunque non le ho detto nulla.

Io sapevo che la ALPHA aveva la firma sui conti correnti bancari della Serralunga e che regolarmente la accompagnava in banca.

Io non so nulla di eventuali testamenti della Serralunga, né lei mi ha mai detto nulla in merito. (SIT della signora SOCOLVEAC Ludmila del 3/5/2012)

A ulteriore riprova della libertà che le persone frequentatrici della sig.ra SERRALUNGA hanno sempre goduto – e ci mancherebbe – da parte della dott.ssa ALPHA, ancora il SIT della sig.ra SOCOLVEAC è illuminante:

No, la ALPHA non mi ha mai avvisato che sarei stata chiamata in Tribunale, né mi ha mai suggerito cosa dire nel caso fossi stata chiamata. (SIT della signora SOCOLVEAC Ludmila del 3/5/2012)

E a comprova del fatto che la signora SERRALUNGA non sia assolutamente rimasta vittima di un isolamento con il mondo circostante vi sono le sue affermazioni rese durane il SIT (doc. n° 15, citato)

L’Ingegnere [SCASSA, ndr] e la Dott.ssa sono miei amici. L’ingegnere non ha l’auto.

C’è un’altra persona che viene a casa mia un’ora al giorno e che si occupa di me e mi paga le bollette. Si tratta di un altro amico della dott.ssa. Si conoscono da 20 anni. Si chiama Maurizio Menchinella, abita in via Giulia 24 ,n. 347-4581394

Si dà atto che la teste legge un bigliettino giallo estratto dal portafoglio

Lui viene una volta al giorno, mi porta sotto casa al bar e va a fare la spesa grossa e non vuole niente.

Mi vogliono tutti bene (SIT della signora SERRALUNGA del 7/7/2012)

Con me la Dott.ssa è stata correttissima. Mi ha fatto conoscere i suoi amici e la domenica si portava tutti qualcosa da mangiare e si andava a casa sua. C’erano anche altri due signori anziani che sono già morti. Uno era un industriale, GIGI. E ancora adesso, andiamo con la dottoressa a trovano al cimitero, ogni tanto do alla Dott.ssa 5/10 € per comprare i fiori da portare a GIGI. (SIT della signora SERRALUNGA del 7/6/2012)

Ho un nipote che si chiama Serralunga Massimiliano, abita a Moncalieri ma non so dove e non so il numero di telefono. Non lo vedevo da 6 anni, da quando è morto suo padre, mio fratello.

Massimiliano si è fatto vivo all’ospedale mentre ero ricoverata e chiedeva: CHI SONO? (SIT della signora SERRALUNGA del 7/6/2012)

Ed il signor MENCHINELLA, che, volontariamente, l’aiutava nell’assolvimento di piccole incombenze, ma indispensabili per una donna di corporatura assai esile come la SERRALUNGA, precisa (doc. n° 59, citato):

Conosco la Signora Serralunga Annamaria. L’ho conosciuta in quanto paziente del Dott. Mollica, come me .

L’ho conosciuta circa 5/6 anni fa. Io le faccio la spesa e la vado a trovare quasi tutti i giorni per un’oretta. Se non fosse per me sarebbe già morta in quanto lei ha un unico nipote che non si fa mai vedere.

Incontrandoci dal medico abbiamo preso confidenza.

Da un anno vado a farle la spesa. Vado il sabato, le chiedo se ha bisogno della spesa grossa e gliela vado a fare.

Siamo diventati amici, è un rapporto disinteressato. Intendo sottolineare questo aspetto perché la signora non mi da niente, io non le chiedo niente.

Ci siamo visti diverse volte dal dott. MOLLICA. Poi ho saputo che fosse stata ricoverata all’ospedale e sono andato a trovarla là.

E’ stata una mia iniziativa quella di occuparmi della signora. Nessuno me lo ha chiesto. Me lo ha chiesto lei una volta e dà lì ho cominciato.

Avevo saputo del ricovero della signora SERRALUNGA dalla Dott.ssa ALPHA che sostituiva il Dott. MOLLICA. Sono andato al Gradenigo, da solo. Forse una volta sono andato anche con la Dott.ssa ALPHA

La dott.ssa ALPHA sa che vado tutti i giorni dalla SERRALUNGA perché gliel’ha detto la Serralunga stessa….

Pensi che domenica sera ho chiamato la Serralunga e, poiché non rispondeva, mi sono preoccupato ed ho chiamato la ALPHA e le ho detto ciò che stava capitando. Stavo per partire ed andare a vedere, poi la ALPHA è riuscita a parlarle al telefono. Quando vado a fare la spesa pago io e poi la Serralunga mi rimborsa.

Se pensate che io aiuti la Serralunga per interesse vi sbagliate

Faccio quello che faccio per beneficenza (SIT del signor MENCHINELLA del 20/6/2012)

 Poi, anziché parlare di un semplice aiuto nelle piccole necessità quotidiane, che, volontariamente, il sig. MENCHINELLA, pensionato da anni, offre alla signora SERRALUNGA, portandole a casa ad esempio la spesa più pesante, e facendole visita più volte nella settimana, anche solo per un breve saluto, la PG scrive pomposamente di “gestione della signora”, come se costei fosse una sorta di animale da circo, laddove era pienamente indipendente ed autosufficiente: lo scopo – pacifico – è sempre quello di merdizzare la dott.ssa ALPHA, cucendole addosso il vestito della circonventrice, secondo il trito copione che, dove non arrivano le indagini, si cerca di provvedere altrimenti.

 

In modo veramente un po’ troppo aberrante gli inquirenti affermano che è “significativo, a questo proposito, riportare le seguenti conversazioni dove, oltre al rapporto di soggezione/dominio, affiorano quelle che appaiono come pressioni psicologiche esercitate dalla ALPHA sull’anziana, quando le dice che il nipote non si è mai occupato di lei”.

 

Dinnanzi a queste affermazioni della PG che costituiscono autentiche diffamazioni la della dr.ssa ALPHA, non solo si sente avvilita e sofferente, ma le vengono in mente le pagine di Victor Hugo, quelle relative all’indimenticabile Jean Valjean prima maniera, per intenderci, tanto forte è la malvagità d’animo degli Inquirenti.

Essi scrivono pure che la dottoressa ALPHA “nei confronti della Serralunga sembra mostrare piuttosto insofferenza e disprezzo”.

 

La dottoressa ha fatto infatti visitare in questi anni la signora SERRALUNGA da vari specialisti, ortopedici, neurologi, ginecologi, cercando ove fosse possibile di ottenere questi consulti presso la sua abitazione per ridurle il disagio di attese in ospedale.

Quando fu ricoverata in emergenza in rianimazione all’ospedale Gradenigo, la dottoressa si precipitò e il giorno dopo le portò al capezzale uno dei migliori specialisti pneumologi di Torino, il dottor Alfredo VISCA.

Si è interessata per far riconoscere il giusto punteggio di invalidità alla signora per consentirle di evitare di pagare i ticket sulle patologie cronicizzate.

Non ha mai, dicasi mai, richiesto esami a pagamento, contrariamente a quanto il mentitore nipote ha affermato nel suo sit.

Anzi, si è adoperata perché la signora potesse eseguire l’intervento di cataratta in tempi brevi e in modo del tutto gratuito presso l‘Ospedale Gradenigo nel gennaio 2007, laddove invece, per la precedente operazione all’occhio destro, eseguita qualche anno prima, quando ancora non la conosceva, ella aveva sborsato di tasca sua qualche milione di vecchie lire.

La dr.ssa ALPHA aveva provveduto a protesizzarla ad entrambe le arcate dentarie ed a titolo del tutto gratuito.

E’ intervenuta quando la signora SERRALUNGA rimase vittima di un cugino, improvvisatosi installatore di elettrodomestici ed idraulico, che le lasciò un locale cucinino completamente dissestato e con una perdita d’acqua, oltre a fornirle un’assurda cucina a gas, che poteva funzionare solo con la bombola: si interessò per chiamare un muratore-piastrellista ed un idraulico, per far riparare l’impianto idraulico e ripiastrellare il locale, anticipandole il costo dei lavori, che la paziente amica restituì gradualmente: ne abbiamo ampiamente parlato.

Poi è veramente allucinante affermare che la dott.ssa ALPHA esercitò pressioni psicologiche sulla SERRALUNGA rinfacciandole il comportamento del nipote quando è la stessa interlocutrice a stigmatizzarne il comportamento, affermando circa quest’ultimo: “Ma io non sapevo, perché erano anni che non avevo rapporti io con quell’uomo lì, era degno di mio fratello, solo per i soldi”

 

E il sentimento di sincero affetto che la signora provava verso la sua dottoressa è testimoniato anche dal contenuto dalle due intercettazioni, ambientale e telefonica, sopra riportate (doc. n° 2 -124, citati), dei dialoghi intercorsi tra lei e la dottoressa, in cui la signora Anna Maria SERRALUNGA pronuncia frasi come: “Io sono disperata per lei, guardi io mi ammazzo, dico la verità”, “Dottoressa, io darei la vita per lei, perché non abbia… non abbia problemi” o perentoria afferma:E lo credo, comunque io non cambio idea, io le voglio bene e voglio che quel poco che ho sia suo!” ed ancora ribadisce”, “Grazie dottoressa stia tranquilla lei che io non cambio idea e…. non cambio idea!”; “Guardi che io l’alloggio, piuttosto gli do fuoco e, io voglio che lo prenda lei, poi lo venda a chi vuole”

Particolarmente chiarificatore, e in pieno accordo con quanto affermato dalla zia circa lo stato di scarsi e mediocri rapporti interpersonali perdurante da sempre, il sit del nipote Massimiliano (doc. n° 120, citato):

Sono il nipote di Serralunga Annamaria, sono figlio del fratello.

Mia zia attualmente vive in corso Novara n. 27 [sic, testualiter, anche se la zia abita in corso Tortona, ndr] a casa sua come sempre.

Da molto tempo ha problemi. Ha problemi di depressione da sempre. Non abbiamo avuto mai una grossa frequentazione perché lei e mio padre non avevano buoni rapporti. Si vedevano di rado. Hanno fatto vite molto separate.

Mia zia non ha figli.

Mio padre è morto circa 4 o 5 anni fa e quello che so in ordine al patrimonio di mia zia lo sapevo da lui. Non so se oltre all’alloggio abbia altro. Ha lavorato come operaia e sicuramente ha una pensione. (SIT del signor Massimiliano SERRALUNGA, nipote della signora Anna Maria SERRALUNGA del 14/1/2012)

Era così rara la frequentazione tra la zia ed il nipote che quest’ultimo non ricorda nemmeno il di lei indirizzo che è in corso Tortona, e non corso Novara.

Ancora leggiamo queste affermazioni del nipote che, evidentemente, sentendo puzza di cadavere (le condizioni della zia all’atto del ricovero al Gradenigo a fine settembre 2010 sono molto gravi per un fatto respiratorio acuto e improvviso, vengono dai medici ospedalieri definite “scadute”, ed è trasferita in rianimazione) inaugura una campagna diffamatoria contro la dott.ssa ALPHA, congiuntamente alla signora PILOLLI, che, nei sospetti della SERRALUNGA, malauguratamente sopravvissuta per loro, è la responsabile del descritto furto di 900 euro. Sempre a sit Massimiliano SERRALUNGA afferma (doc. n° 120, citato):

Circa un anno e mezzo fa, mia zia è stata ricoverata all’Ospedale Gradenigo in condizioni fisiche moto gravi. Una vicina di casa mi ha telefonato e io sono andato in ospedale. Lì ho avuto il contatto con le assistenti sociali.

La stessa vicina di casa mi ha chiesto di andarla a trovare in quanto mia zia le aveva raccontato che una dottoressa e il gruppo di persone che questa dottoressa le aveva fatto conoscere la avevano invitata a rilasciare una delega a favore della dottoressa stessa sul conto corrente bancario e a sottoscrivere la donazione dell’alloggio a favore di queste stesse persone

Non ricordo il nome della vicina di casa.

Abita al 6° o 7° piano del palazzo. E’ una signora anziana molto amica di mia zia. Si trovavano spesso dopo cena per fare due chiacchiere.

La signora mi chiese di non dire nulla. (SIT del signor Massimiliano SERRALUNGA, nipote della signora Anna Maria SERRALUNGA del 14/1/2012)

Incredibilmente, con motivazioni gravemente illogiche, è proprio al dolosamente falso teste Massimiliano SERRALUNGA che si rifà il giudice per arrivare alla condanna della dr.ssa ALPHA per circonvenzione della signora SERRALUNGA. Leggiamo infatti a pag. 17 della sentenza: “il rapporto tra la SERRALUNGA e la ALPHA può essere tratteggiato alla luce del contenuto delle dichiarazioni rese dalle persone più o meno vicine alla donna. In particolare, SERRALUNGA Massimiliano, nipote dell’anziana, sentito il 14 gennaio 2012, ha riferito di essere stato avvisato del ricovero di sua zia presso l’Ospedale Gradenigo, occorso circa un anno e mezzo prima dell’escussione, da una vicina di casa dell’anziana”. Si osservi la seguente gravemente illogica motivazione addotta dal giudice per tratteggiare un’inesistente banda ALPHA. Si legge infatti a pag. 18 della sentenza:

“Inoltre, la stessa vicina aveva raccontato al teste che una dottoressa, presentata a sua zia da altra conoscente (tale Teresa), e il gruppo di persone di cui detto medico si circondava avevano convinto la SERRALUNGA a rilasciare una delega bancaria alla dottoressa e a sottoscrivere in favore di quest’ultima il lascito del suo alloggio. A conferma di tali confidenze, l’uomo ha ricordato che le poche volte in cui aveva sentito sua zia per telefono (1 o 2 volte l’anno), negli ultimi tre o quattro anni, la donna gli aveva raccontato di conoscere un medico che era solita invitarla nella sua villa di San Mauro e che, in quelle occasioni, un ingegnere l’aveva accompagnata con la sua auto”.

Si noti l’assurdità del giudice che nella sua mente vede confermate le dichiarazioni del teste circa il fatto che un gruppo di persone avessero convinto la signora Anna Maria SERRALUNGA a testare, con l’invito a qualche pranzo ricevuto da costei da parte della dr.ssa ALPHA. Si tratta davvero di motivazione scandalosa

Incredibilmente poi il sig. Massimiliano SERRALUNGA riferisce che la domenica l’ingegnere, ossia senz’altro Angelo SCASSA, le offriva un passaggio in macchina verso casa ALPHA; quando la signora sapeva perfettamente, e lo riferisce ascoltata a sit dal PM, che l’ing. SCASSA non possedeva alcuna autovettura, e nemmeno la patente di guida

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18* condotta addebitata

“Angelo SCASSA è accusato, in concorso con al dottoressa ALPHA, di avere raccontato alla signora SERRALUNGA che i vicini di casa le avevano sottratto tutta la biancheria e i soldi nascosti nel portafogli e che l’unico nipote non si interessava a lei”

 

Si tratta di accusa improntate al “paro liberismo” secondo lo stile del Marinetti, rectius con le caratteristiche della logorrea patologica, e che diamine! Ma davvero l’Inquirente non sa più cosa inventarsi. Qui le farneticazioni accusatorie oramai si sprecano.

L’ing. SCASSA è totalmente estraneo a quest’accusa, ennesima controprova di una ferocia accusatoria che contraddistingue questo nuovo proc. pen. n° 3712/14 dalle tinte foscamente kafkiane.

 

In ogni caso dall’esame degli atti d’indagine emerge quanto segue.

L’imputazione di questa condotta – con la gaffe circa i soldi nascosti nel portafogli, luogo nascondiglio “insolito” delle banconote – .è davvero mirabile: nasce esclusivamente dalle dichiarazioni della signora PILOLLI – RONDOLETTI e del suo compare il sig. Massimiliano SERRALUNGA, nipote della de cuius.

La prima deve giustificare il fatto di essere stata allontanata dalla signora Anna Maria SERRALUNGA che la riteneva francamente una ladra, oltre che persona nociva alla propria salute in quanto accanita fumatrice e priva di scrupoli nel coinvolgerla in questo vizio, pur sapendo che la condomina soffriva di una broncopneumopatia cronica ostruttiva. La SERRALUNGA, infatti, dopo il ricovero, per via dell’enorme spavento provato, decise fermamente di smettere di fumare.

Il secondo conserva appetiti di eredità del piccolo patrimonio della zia ed altro non può fare che grattare fango su colei che per indiscutibile ed indefettibile volontà della parente defunta era l’erede designata, ossia la dottoressa ALPHA

Ed ecco allora la sceneggiata della signora PILOLLI (doc. n° 123, citato), che pareggia quella del sig. Massimiliano SERRALUNGA, di cui infra:

Nei giorni del ricovero io andavo tutti i giorni a trovarla: le portavo cibo ed indumenti puliti, le lavavo e portavo a casa la biancheria sporca. Mi occupavo anche di tenere in ordine e pulita la sua casa in sua assenza.

Ovviamente Anna Maria [SERRALUNGA, ndr] mi pagava per questi servizi.

Un giorno, come sempre, andai in ospedale da Anna Maria e mi accorsi che lei era arrabbiata con me. Le chiesi cosa avesse e lei mi disse che la dottoressa ALPHA le aveva detto che io ero andata a casa sua e avevo messo tutta la sua biancheria sotto sopra e che mi ero appropriata di suoi oggetti (forse biancheria).

La ALPHA aveva detto ad Anna che era andata a casa sua e che aveva controllato negli armadi accorgendosi della sparizione di oggetti.

Anche la ALPHA aveva copia della chiavi di casa della SERRALUNGA perché lei stessa gliele aveva date; le aveva date anche a me per le eventuali emergenze.

In quell’occasione ho risposto ad Anna Maria [SERRALUNGA, ndr] che io avevo messo le mani nella sua biancheria solo per prendere capi puliti da portarle in ospedale e non certo per mettere in disordine o per rubare. Dissi che io mi ero sempre occupata di lei e di tenere in ordine la sua casa. Lei non rispose e si fece restituire le chiavi di casa. (SIT della signora PILOLLI del 2/5/2012).

In realtà, a ben veder, la signora PILOLLI, forse imbarazzata dalle balle che va raccontando, ad un certo punto rettifica il tiro: non è più la SERRALUNGA ad averle detto che la dottoressa ALPHA le ha raccontato dei suoi sospetti su di lei, ma è che immagina questa catena delle informazioni intercorsa tra la dottoressa e la paziente:

Capii che la dottoressa ALPHA le aveva detto cose non vere su di me, allo scopo di allontanarmi da Anna Maria. (SIT della signora PILOLLI del 2/5/2012).

 La cosa incredibile in tutta quest’assurda montatura è che la dott.ssa ALPHA manco conosce la signora Rosa PILOLLI ed il di lei marito, come emerge anche dal sit; inoltre la signora SERRALUNGA conferma decisamente di essere stata lei personalmente ad aver voluto allontanare i RONDOLETTI-PILOLLI per le ragioni di cui si è detto.

Non si può far altro che ribadire quanto già esposto.

Certamente anche la dottoressa ALPHA aveva le chiavi dell’alloggio della SERRALUNGA e quando si recò, alla presenza del sig. MENCHINELLA, durante il suo ricovero al Gradenigo per recuperare un po’ di denaro di cui la paziente voleva disporre per il prolungarsi della sua permanenza all’ospedale, rinvenne soltanto 50 euro nel posto in cui la SERRALUNGA le indicò tenerlo nascosto, mentre quest’ultima era assolutamente certa di avere ivi depositato una busta con alcune centinaia di euro (circa 900).

Donde la deduzione logica fatta dalla SERRALUNGA che di sicuro non dubitò di un ammanco dovuto alla dottoressa ALPHA, ma ovviamente pensò ai coniugi condomini, detentori delle chiavi essi pure del suo alloggio.

Che su una simile falsità sia stata montata una condotta a sostegno dell’imputazione di circonvenzione è altamente emblematico della qualità delle incolpazioni che sono state rivolte alla dott.ssa ALPHA.

Del resto la signora SERRALUNGA conferma come i sospetti sui PILOLLI – RONDOLETTI li abbia nutriti lei stessa in prima persona, come secondo logica, posto che non vi erano segni di effrazione alla porta e gli unici possessori delle chiavi erano i coniugi RONDOLETTI, oltre alla dottoressa ALPHA stessa (doc. n° 15, citato):

E’ vero che in casa mia sono sparite della cose ma non volevo dirglielo. Sono stati i RONDOLETTI. Quando sono stata in ospedale non avevo nulla da mettere. La Dott.ssa non sapeva come fare e ha chiesto nel palazzo se qualcuno avesse le chiavi. Ce l’aveva RONDOLETTI. Non so come ce l’avesse, forse gliel’avevo data io, forse aveva fatto dei lavori.

La Dott.ssa mi ha detto “ANNAMARIA non ha un soldo, vado a prenderglieli!”. La Dott.ssa è andata a casa mia, non da sola, mai da sola, sempre con Mauri. Avevo spiegato loro dove fosse nascosto il borsellino, fra due maglie nell’armadio. Sono venuti in ospedale con il mio portafogli e da 900 € che c’erano dentro, ho trovato solo più 50 €. Chieda a Maurizio e alla Dott.ssa. Sono due testimoni.

I miei vicini mi avevano avvisato che questi Rondoletti non erano brava gente ma sa com’è, a volte, per non restare sola…

Una volta, sono andata in banca con la Dott.ssa e quando siamo usciti Rondoletti era lì fuori che ci guardava. (SIT della signora SERRALUNGA del 7/6/2012)

Con il che, oltretutto si vede che, semmai, ad aver messo in guardia la signora SERRALUNGA furono i vicini di pianerottolo della stessa povera signora defunta.

Conferma infatti il sig. MENCHINELLA che, volontariamente ed a titolo gratuito, aiutava la signora SERRALUNGA (doc. n° 59, citato)

In effetti, mentre la signora era in ospedale, io e la Dott.ssa ALPHA sto, siamo andati a casa sua perché aveva detto di andare a prenderle dei soldi. Ci aveva detto di andare e prenderle il portafogli senza indicare la cifra. Abbiamo trovato solo il portafogli, senza neanche un soldo

La signora Serralunga dà la colpa di questa mancanza di denaro ai signori che abitano nel palazzo e di cui ora ha paura. Io le ho sempre detto che se non ha certezze non può dare la colpa a nessuno. La Serralunga una volta mi ha anche detto che in ospedale le hanno rubato 50 € (SIT del signor MENCHINELLA del 20/6/2012)

Alla definizione della condotta che si sta esaminando a carico della dr.ssa ALPHA, e poi copia-incollata per l’ing. SCASSA in pieno furore inquisitorio, ha concorso anche il dolosamente falso teste Massimiliano SERRALUNGA, che ha certamente, da lungo tempo, sin dagli albori delle indagini, concordato le sue dichiarazioni con quelle della signora PILOLLI, e- si spera – non con altre terze parti processuali. Egli afferma nel suo mendace j’accuse contro la dott.ssa ALPHA: (doc. n° 120, citato):

Qualche dubbio in più mi è venuto quando ho visto che a casa di mia zia non c’erano più foto di famiglia, i cassetti erano vuoti, mancava tutta la documentazione medica relativa a mia zia e lei stessa mi aveva detto che questa dottoressa – ALPHA – le prescriveva esami a pagamento. Ciò accade da almeno tre o quattro anni.

A Natale del 2010 ho visto che non c’era nulla in casa. Ero andato a trovarla con una mia nipote infermiera che voleva aiutare la zia a curarsi e la zia disse invece che faceva tutto la ALPHA, che aveva preso tutta la documentazione, che la aiutava a pagare le bollette, che andava a trovarla. (SIT del signor Massimiliano SERRALUNGA, nipote della signora Anna Maria SERRALUNGA del 14/1/2012)

 

Quanto all’affermazione che a casa della signora SERRALUNGA i cassetti dei mobili fossero vuoti – il che, contestualizzato sembra alludere ad un’azione predatoria da parte della dr.ssa ALPHA, accusa che è stata ora in modo veramente allucinante estesa anche all’ing. SCASSA – si osserva che dopo il ricovero in emergenza della signora SERRALUNGA, allo scopo di agevolare la paziente nelle incombenze della vita quotidiana e consentirle qualche risparmio, la dottoressa aveva sollecitato un suo amico che si occupa di volontariato, e che già di suo aveva offerto la sua disponibilità in tal senso, essendo oramai da qualche anno pensionato, ovvero il sig. Maurizio MENCHINELLA, a provvedere alla spesa settimanale maggiore, e soprattutto più disagevole a trasportarsi per il peso, e a provvedere a tale incombenza almeno una volta alla settimana , incarico cui egli ha sempre adempiuto scrupolosamente, recandosi anche in altre occasioni a casa della signora SERALUNGA per tenerle un po’ di compagnia.

Per dimostrare poi di essere un teste falso – rectius dolosamente falso – fino in fondo, nello stesso interrogatorio, il sit di cui si discute (doc. n° 120, citato), il sig. Massimiliano SERRALUNGA afferma contemporaneamente di non aver più reincontrato la zia dopo il ricovero in emergenza all’ospedale Gradenigo del settembre – ottobre 2010, salvo poi contraddirsi, nel passo testé citato del medesimo interrogatorio, in cui invece ricorda di averle fatto visita nel Natale dello stesso anno.

Infatti prima aveva affermato:

Ho visto mia zia l’ultima volta in ospedale. A Natale non sono andato a trovarla perché mi ha accusato di essere stato la causa dell’intervento delle assistenti sociali e del Giudice Civile  (SIT del signor Massimiliano SERRALUNGA, nipote della signora Anna Maria SERRALUNGA del 14/1/2012)

 

Si osservi come il sig. Massimiliano SERRALUNGA si produca in affermazioni palesemente false e diffamatorie, tipo, ad esempio, quella che la dott.ssa ALPHA prescrivesse esami a pagamento alla zia.

E’ davvero una gratuita infamia e mascalzonata l’accusa mossa al medico di aver prescritto esami diagnostici a pagamento per la sua paziente, quando è vero assolutamente il contrario, ossia che la dottoressa ALPHA si era battuta per far riconoscere alla sua paziente ed amica l’equa percentuale di invalidità che le spettava, in modo tale che non dovesse pagare ticket per farmaci e prestazioni diagnostiche: tra l’altro, tramite un negozio di articoli ortopedici e la relativa autorizzazione ASL, aveva pure ottenuto il confezionamento per lei di un busto gratuito, che le era indispensabile per contenere i cedimenti vertebrali che si andavano appalesando.

Inoltre la dott.ssa ALPHA aveva accompagnato la sua assistita a numerose visite specialistiche per conto del SSN, ottenendo anche che, in qualche caso, gli specialisti si recassero in vista presso la sua abitazione.

Prosegue il nipote della signora SERRALUNGA:

La vicina di casa mi raccontò cose che aveva saputo da mia zia che era stata avvicinata da una signora che le aveva presentato questa dottoressa, era diventata sua amica e la aiutava in tutto; un pomeriggio era andato a casa di mia zia un uomo del gruppo della dott.ssa e le aveva fatto firmare un foglio in cui disponeva per dopo la morte che l’alloggio andasse al gruppo o non so bene a chi.

Dissero a mia zia che avrebbero badato a lei fino alla morte e avrebbero provveduto al funerale.

La vicina mi disse anche che già da tempo la Dott.ssa aveva ottenuto la delega ad operare sul conto della zia.

Si tratta di un conto aperto presso CRT di corso San Maurizio.

La vicina mi disse che colei che aveva presentato la ALPHA a mia zia era già stata indagata per circonvenzione di incapace.  (SIT del signor Massimiliano SERRALUNGA, nipote della signora Anna Maria SERRALUNGA del 14/1/2012)

Si tratta veramente di una ricostruzione dei fatti incredibile, come se dietro a tutto ci fosse una regia diretta da chissà quale direttore d’orchestra. E’ notorio – lo abbiamo visto nei SIT precedenti – che la SERRALUNGA conobbe la dott.ssa ALPHA mediante la signora Teresa VANDONE, oggi 90enne. Che costei, dopo una vita dedicata a prestare servizio come infermiera generica e poi in qualità di persona di servizio presso la famiglia di un imprenditore torinese, fosse una circonventrice di incapaci? Inaudito!

Come inaudito è anche il fatto che si parli di “gruppo” della dottoressa ALPHA, quasi si fosse in presenza di un’organizzazione criminale tipo la Spectre dei film di James bond – agente 007.

Siamo davvero in presenza di un testimone palesemente falso, che recita una parte in accordo con la sua alleata Rosa PILOLLI nel criminoso disegno di controllare il piccolo patrimonio della zia Anna Maria. Il primo si vide sfumare l’eredità e la seconda la possibilità di condizionarla a retribuirla ancora per i lavori di pulizia presso il suo alloggio, per eseguire i quali pare pretendesse pure paghe piuttosto salate, e, secondo il sospetto della SERRALUNGA, anche quello di carpirne la buona fede, sottraendole i risparmi periodicamente prelevati in banca e portati a casa, una volta individuatone il nascondiglio.

 

Termina infine il sit il sig. Massimiliano SERRALUNGA, utilizzando le precise identiche parole che la signora GALLO, aveva impiegato per qualificare la suocera signora Teresa VANDONE (doc. n° 120, citato):

Dico che mia zia si trova bene con queste persone perché lei è innamorata di questa dottoressa, non si può nemmeno lontanamente provare ad avanzare di dubbi. (SIT del signor Massimiliano SERRALUNGA, nipote della signora Anna Maria SERRALUNGA del 14/1/2012)

 

In modo del tutto simile la signora Maria Teresa GALLO aveva così etichettato (doc. n° 125) il rapporto della suocera Teresa VANDONE, un’anziana signora che sbrigava piccoli servizi allo studio della dott.sa ALPHA, sospettata dall’incredibile ferocia del PM – cui tenne bordone la stessa signora Maria Teresa GALLO – di aver testato a favore della dottoressa, salvo poi scoprirsi che il testamento la signora VANDONE, cui era premorto il figlio nel 2011, l’aveva scritto indicando quale unico erede la nuora stessa, pur da lei tanto detestata.  

“Posso proprio affermare che mia suocera è come innamorata della ALPHA”. (SIT di Gallo Teresa del 5/5//2012)

Con il che, sorge davvero spontaneo ipotizzare – e lo si afferma a puro titolo di percezione – che vi sia una sorta di regia occulta in queste indagini a senso unico, che vanno contro ogni elementare principio di logica, a cominciare dagli indimostrabili teoremi – rectius autentici atti di fede – su cui esse si basano.

Infine non può mancare da un falso testimone un falso identikit, e segnatamente quello dell’ing. SCASSA ed è così che il sig. Massimiliano SERRALUNGA può affermare (doc. n° 120, citato):

Ho conosciuto la ALPHA e l’INGEGNERE in ospedale. Lui è un anziano, cammina col bastone, fatica a muoversi, ma guida la macchina (SIT del signor Massimiliano SERRALUNGA, nipote della signora Anna Maria SERRALUNGA del 14/1/2012)

 

Che dire? All’epoca, nel 2010, l’ing. SCASSA aveva 47 anni – oggi ne ha 51 – è particolarmente agile (pesa 63 kg per 1,77 m di altezza), non necessita assolutamente di un bastone per muoversi. Corre i 100 metri in 15 secondi.

 

Ovviamente, in quanto pacificamente false – e dolosamente false – le dichiarazioni del sig. Massimiliano SERALUNGA sono state denunciate e querelate dall’ing. SCASSA.

 

Probabilmente anche in questo caso il signor MASSIMILIANO SERRALUNGA si è fumato qualcosa di troppo. Inoltre il fatto che egli sia stato ascoltato in contemporanea con il sig. REALE – nello stesso giorno 14 gennaio 2012 – ci fa ipotizzare che le sue menzogne reiterate non siano soltanto delle gratuite falsità, ma che siano affermazioni dolosamente profferite sotto lo stimolo di qualche misterioso suggeritore, per cui a distanza di due giorni da questa duplice audizione, il 16 gennaio 2012, i due proc. pen. RG n° 5208/10 (aperto dopo l’esposto-denuncia dei fratelli COSTA) e il RG n° 407/11 (susseguente all’esposto dei servizi sociali per la vicenda della SERRALUNGA) – entrambi già archiviati da un pezzo – verranno riesumati e fatti confluire nel proc. pen. n° RG 1016/12, i cui atti tutti sono stati riversarti, senza sottrazione o addizione alcuna, dal PM dr.ssa RUFFINO nel proc. pen. n° RG 3712/14 che vede indagato/imputato l’ing. SCASSA.

Del resto, quanto al nipote, la signora SERRALUNGA l’ha rivisto per la prima volta dopo molti anni, quando è stato avvisato dalla PILOLLI – vogliosa di giocare un ruolo per lei potenzialmente remunerativo durante il ricovero del settembre 2010 all’ospedale Gradenigo – mentre la zia versava in condizioni di pericolo di vita nel reparto di rianimazione.

La signora SERRALUNGA ha tuttavia stentato a riconoscerlo, tanto raramente l’ha incontrato in vita sua. Donde l’assoluta infondatezza delle ricostruzioni della Procura: “l’unico nipote che si occupava di lei”.

Infatti ella manteneva rapporti costanti con la cugina prima signora Bruna GUASTAVIGNA, residente a Pecetto, che negli ultimi anni si recava poche volte in visita alla parente, per via dell’età avanzata sua e del marito, ma con la quale non mancava di sentirsi quotidianamente: anche questa congiunta ha sempre manifestato la massima disistima verso il parente Massimiliano SERRALUNGA, come riferito in più di un’occasione da lei stessa, oltre che dalla cugina signora Anna Maria, alla dott.ssa ALPHA.

Ed in effetti a pag. 18 della sentenza il GUP fornisce al sig. Massimiliano SERRALUNGA la patente di credibilità aprioristica senza fornire alcuna motivazione e contro la verifica documentale. Leggiamo infatti: “Ebbene, sin da subito occorre sottolineare la genuinità di tale testimonianza: il nipote della signora SERRALUNGA non ha nascosto il proprio atteggiamento di disinteresse per la zia (morale ma anche economico); ha ammesso di avere avuto pochi contatti con l’anziana donna; ha riferito un tentativo di avvicinamento da parte sua (attraverso la nipote infermiera) ma, al contempo, ha dichiarato sinceramente di avere immediatamente abbandonato tale strada non appena la zia aveva dimostrato freddezza nei suoi confronti. Per il resto, ha riportato quanto a lui detto dalla vicina di casa: dati che hanno trovato riscontro nel prosieguo delle indagini.“ . Laddove nessuna conferma fattuale trovano le dolosamente mendaci affermazioni del teste nelle indagini che mente clamorosamente sia sull’identità dell’ing. SCASSA, sia in merito alla visita alla zia, con l’accompagnamento della nipote infermiera, prima asserita e poi smentita, in occasione del Natale 2010

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 19^ condotta imputata

“Angelo SCASSA è accusato, in concorso con la dottoressa ALPHA, di aver sottratto suppellettili e biancheria alla signora SERRALUNGA”

Qui il commento può essere ridotto ad una lapidaria frase: gli inquirenti sono pervenuti allo zenit del delirio puro, siamo oltre ogni livello minimo di decenza, si tratta di tifosi che hanno perso ogni capacità di autocontrollo e che straparlano a vanvera. Il tutto sia detto con la necessaria franchezza, accompagnato dal pari rispetto. Qui è davvero arduo distinguere, a carico del PM, tra ipotesi di dolo e – l’ing. SCASSA, definito a buon mercato dagli inquirenti come sofferente di un disturbo della personalità perché assume un compressa/die di Tavor da 1 mg, lo può ben dire – e disturbi schizotipici della personalità, con marcata presenza delle cosiddette idee di riferimento nelle condotte addebitate a sostegno delle imputazioni.  

L’ing. SCASSA avrebbe rubato biancheria e suppellettile dall’abitazione della signora SERRALUNGA?

Chi lo afferma?

Qualcuno si è fumato qualcosa di troppo?

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20^ condotta imputata

“Angelo SCASSA è accusato, in concorso con la dottoressa ALPHA, di essersi attivato in modo che gli assistenti sociali – nel 2010 – non potessero visitare la anziana donna”

 

Si tratta dell’ennesima farneticazione perché l’ing. SCASSA, all’epoca, non ha mai saputo nulla di questo intervento delle assistenti sociali. Siano di nuovo dinnanzi ad uno spudorato “paro liberismo”, tipico di inquirenti che oramai si ritengono potentissimi ed al di sopra della Legge.

 

L’esame documentale chiarisce in modo inequivoco il corso degli accadimenti sottostanti la ridicola accusa.

Al riguardo il medico di base della signora, dr. MOLLICA, è stato perentorio ed ha raccontato l’incredibile pervicacia ed insistenza con cui i servizi sociali hanno cercato di interferire nella vita della signora SERRALUNGA, senza alcun motivo, come acclarato da ben due diverse sentenze del Tribunale civile di Torino, che, si badi bene, hanno respinto sia la richiesta della Procura di pronuncia di interdizione, sia quella di nomina di un amministrazione di sostegno.

Il medico di base ha affermato infatti (doc. n° 30, citato):

Ora parlando, mi viene in mente di essere stato contattato da un’assistente sociale perché secondo loro la Serralunga aveva bisogno di un supporto. In quella occasione parlai con la Serralunga e andai anche a trovarla casa. Forse un anno fa. Volevo accertarmi delle condizioni della Serralunga e verificare se l’AS avesse qualche ragione. Trovai la Serralunga ancora meglio di quanto immaginavo. Parlai con la Serralunga delle richieste dell’A.S. La Serralunga mi disse che non aveva bisogno di nessuno e che stava bene. Feci la relazione per l’A.S ma la lasciai alla signora Serralunga dicendole che ne facesse l’uso che voleva. Non so che cosa ne abbia fatto la Serralunga. Io non comunicai nulla agli AASS in quanto avevo chiesto loro di farmi una richiesta scritta che non arrivò. (SIT del dottor MOLLICA, medico di base, del 9/2/2012)

Anche la signora Serralunga era meravigliata delle richieste degli AASS.

Devo dire che mi meravigliò la sollecitudine degli AASS rispetto alla Serralunga quando ci sono casi che meritano molta più attenzione di quello.

L’Ufficio esibisce certificato su carta non intestata in data 8.11.2010, il teste dichiara riconosco la mia firma ma il testo non è scritto da me, mi fu sottoposto dalla Dott.ssa ALPHA, conoscevo la situazione ed ho pensato di poter confermare questa situazione. Forse fui io stesso a proporre alla ALPHA di scrivere due righe agli AASS dicendo che la signora non aveva bisogno di alcun supporto.

Io avevo sentito la signora SERRALUNGA e le avevo chiesto esattamente se lei aveva bisogno degli AASS a casa. Mi sembrava proprio una forzatura questa intrusione degli AASS.

Ho deciso dì far scrivere alla ALPHA pur in assenza di richieste scritte perché gli ASS. SOCIALI erano insistenti.

Sono sicuro di avere sottoscritto il referto in data 8.11.2010 condividendone il contenuto. Escludo di averlo sottoscritto in bianco.

Non avevo paura degli AASS ma la signora Serralunga non li voleva e non ne aveva bisogno, non aveva bisogno nemmeno di aiuto per i lavori di casa. Io la conoscevo bene la signora Serralunga. (SIT del dottor MOLLICA, medico di base, del 9/2/2012).

Si noti al riguardo l’accanimento degli inquirenti contro la dott.ssa ALPHA, che arrivano pure a dubitare che la firma in calce alla dichiarazione del dr. MOLLICA dell’8/11/2010 per le assistenti sociali fosse apocrifa ed apposta dalla stessa dottoressa, venendo seccamente smentiti dallo stesso medico di base, che smentisce anche di aver firmato un foglio in bianco.

La dottoressa ALPHA ella pure altro non ha fatto che rendersi portavoce del pensiero della signora SERRALUNGA in merito all’offerta di aiuto dei servizi sociali e, dinanzi all’invadenza insistente delle assistenti sociali, ha reagito – come nel suo carattere, in modo piuttosto vivace, dimentica della sinistra fama di istituzione potente e spaccafamiglie di cui godono il servizio in genere e i componenti dei predetti servizi, e non considerando che il suo atteggiamento avrebbe potuto comportare azioni ritorsive contro di lei: anzi, precisa che dette rappresaglie le furono apertamente preannunciate da una delle assistenti stesse intervenute nel caso SERRALUNGA.

 Del resto, a comprova dell’assoluta avversione all’offerta di aiuto della signora SERRALUNGA verso i servizi sociali vi sono due dichiarazioni dal terzetto di assistenti intervenute presso la di lei dimora MATRICARDI, FLABBI, BALDAZZI

La prima è indirizzata alla Procura ed è firmata, per l’appunto, da tutte e tre le signore intervenute presso l’abitazione della SERRALUNGA (doc. n° 126):

Alla Procura della Repubblica

Settore Fasce Deboli c/o Tribunale Ordinario di Torino

e p.c. Ufficio Tutele

Via Giulio. 22, 10122 Torino

Oggetto Segnalazione della Signora Anna Maria SERRALUNGA

La signora in oggetto è conosciuta dal servizio sociale scrivente dal 1’ottobre 2010 in seguito a richiesta di raccolta di informazioni da parte della ASL TO 2 competente territorialmente.

La signora Serralunga, di anni 78, vive sola. e ha come unico parente di riferimento un nipote in linea collaterale, il sig. Massimiliano SERRALUNGA.

In sede di colloquio effettuato in data 27.10.2010 il signor Serralunga ha riferito alcune confidenze riportate da una vicina di casa della propria zia. Tale vicina di casa, preoccupata per la condizione dell’anziana, ha riferito che la stessa riceve aiuti da un’amica, da poco diventata contestataria dei conto corrente dell’anziana e alla quale l’anziana avrebbe intestato in caso di decesso l’alloggio di cui e proprietaria (e dove attualmente risiede).

Alla visita domiciliare effettuata in data 08.11.2010, inizialmente erano presenti l’anziana, l’educatrice alle tutele Flabbi e l’istruttora assistenziale incaricata di effettuare istruttoria sociale per percorso uvg [unità vigilanza geriatrica, ndr].

Gli operatori, dopo aver spiegato la motivazione della visita domiciliare, hanno posto alcune domande all’anziana, sia in merito ai propri bisogni assistenziali quotidiani, sia in merito alla propria capacità di gestione del denaro. L’anziana non è stata in grado di rispondere alle domande poste, in quel momento sopraggiungeva la persona che l’aiuta abitualmente

Tale persona è la Dottoressa ALPHA, sostituta del medico curante dell’anziana. Dall’arrivo della Dottoressa ALPHA l’anziana ha fatto riferimento a quest’ultima per rispondere a qualsiasi domanda posta. La Dottoressa ALPHA ha comunicato di non voler usufruire degli aiuti del servizio sociale, di rinunciare al proseguimento della procedura e di ritenere l’anziana persona autosufficiente e lucida. L’anziana, a questo punto, ha chiesto in modo sostenuto di lasciare il proprio appartamento. In merito alla valutazione di autosufficienza è stato chiesto di presentare una certificazione medica e la Dottoressa ALPHA si è incaricata di tale incombenza adducendo come motivo il fatto che conosce l’anziana da tempo.

Il certificato medico inviato al servizio sociale scrivente, di cui si allega copia manca dell’intestazione e timbri che possano ricondurlo a chi lo ha scritto.

Il medico curante dell’anziana, Dottor Pasquale Mollica, contattato a novembre 2010 per informarlo in merito alla situazione e per un coinvolgimento in merito alla situazione globale dell’anziana, ha riferito che avrebbe effettuato una valutazione in sede di visita domiciliare poiché l’anziana, da tempo, era seguita dalla propria sostituta.

Successivamente a tale valutazione il medico curante ha riferito che le dichiarazioni sullo stato di salute dell’anziana, poiché protette dalla legge sulla privacy, erano state da lui formalizzate su un certificato medico rilasciato all’interessata, unica persona a cui il servizio sociale poteva rivolgersi per ottenerle.

L’anziana non è stata disponibile a trasmettere alle scriventi tali informazioni e ha dichiarato di non voler mantenere alcun tipo di contatto con il servizio sociale.

La signora Serralunga si è posta nei confronti degli operatori del servizio sociale scrivente in modo non collaborativo ed ostile in modo ingiustificato, non parendo critica rispetto ai propri bisogni delegandoli totalmente.

L’Assistente Sociale Monica MATRICARDI

L’Educatrice Barbara FLABBI

La responsabile area anziani Bruna BALDAZZI  (esposto – denuncia dell’8/11/2010 delle AA. SS. dopo la visita alla signora SERRALUNGA)

Si noti l’assoluta superficialità dei servizi che danno per scontato come il nipote della signora SERRALUNGA sia “l’unico parente di riferimento” – laddove la frequentazione della zia con il nipote era notoriamente nulla –, e come pretendano a tutti i costi di gestirla.

Al riguardo si precisa ancora che è del tutto verosimile che, essendo la signora SERRALUNGA, diventata notevolmente ipoacusica negli ultimi anni e vivendo e una fase di depressione, spaventata dall’irruzione dei servizi (una sorta di curioso “aiuto di Stato” non richiesto, ma “obbligatorio”), abbia preferito trincerarsi in una sorta di preconcetta ostilità nei confronti dei servizi sociali.

E’ pacifico poi che la denuncia – relazione delle assistenti sociali è certamente una rappresaglia dei servizi contro la dottoressa ALPHA, su cui viene gettato discredito gratuito.

 

Contrariamente a quanto hanno ripetutamente sostenuto le assistenti sociali, infatti i medici dell’Ospedale Gradenigo, presso il quale la signora era stata ricoverata in gravi condizioni dal 21 settembre 2010 per circa un mese (e nel corso del quale è avvenuto l’incontro tra i servizi sociali e il nipote della paziente), la pensavano in modo completamente differente.

Infatti il primario del reparto nella lettera di dimissioni della paziente scrive (doc. n° 127):

Decorso clinico: all’arrivo in PS la pz. si presentava in condizioni generali scadute, tuttavia vigile ed orientata, sofferente per dispnea.  (Lettera di dimissioni della signora SERRALUNGA dall’Ospedale GRADENIGO il 23/10/10, firmata dal Direttore della Clinica Universitaria Prof. Fabio ORLANDI)

Si osservi inoltre che il 19/10/2012 la signora SERRALUNGA si sottoponeva presso struttura pubblica a test audiometrici che rilevavano “un deficit recettivo bilaterale – utile protesizzazione”., per cui è possibile come si è detto, che, interrogata a scopo “burocratico” o “fiscale” che dir si voglia, non abbia compreso le domande rivoltele per problemi esclusivamente uditivi, che per timidezza non dichiarava.

 A ulteriore riprova dell’avversione esclusivamente personale, e non certo alimentata da terzi, della signora SERRALUNGA, vi è questa ulteriore lettera dell’educatrice FLABBI del 26/4/2012, indirizzata al Giudice dott.ssa TAMAGNONE – giudice tutelare – nell’ambito del ricorso per la nomina dell’amministrazione di sostegno presentato dalla Procura, proprio a causa della predetta segnalazione dei servizi sociali, che, alla luce dell’esito del doppio ricorso per l’interdizione e l’apertura di un’amministrazione di sostegno, dovrebbero riflettere sull’infernale meccanismo che hanno messo in moto con dichiarazioni superficiali e soprattutto false (doc. n° 128):

Oggetto: comunicazione relativa alla signora Serralunga Anna Maria (ASO 856/2012) nata il 13/02/1932 a Torino e residente a Torino in corso Tortona 27.

Con riferimento alla VS comunicazione del 12/03/2012 relativamente alla nuova convocazione della signora in oggetto prevista per il 9/5/2012, si richiama in ogni sua parte la relazione di segnalazione e la comunicazione dei 24/05/2011 dove il Servizio segnalava l’ostilità dell’anziana ad accogliere qualsiasi proposta di aiuto, anche di accompagnamento al Tribunale.

In data odierna si è contattato il nipote dell’anziana, sig. Serra!unga Massimiliano per richiedere la sua collaborazione.

Il sig. Serralunga ha segnalato l’impossibilità ad accompagnare la parente in Tribunale poiché ha interrotto i rapporti con l’anziana.

Si è contattata la sig.ra Anna Maria per propone nuovamente il supporto degli operatori, ma la signora ha declinato con vigore la proposta affermando che per nessuna ragione si sarebbe recata in Tribunale.

Il servizio scrivente pertanto non può che rinnovare la difficoltà ad impostare una relazione di aiuto con la signora stante la sua totale diffidenza e acriticità in merito alla situazione. (Lettera dell’educatrice alle tutele Barbara FLABBI del 26/4/2012).

Anche il sig. MENCHINELLA conferma in merito quanto segue (doc. n° 59):

Io so che la signora Serralunga ha avuto problemi col servizio sociale; lei non voleva la gente che il SS voleva mandarle in casa. La Serralunga mi disse di avere detto alla ALPHA di mandare via i SS. Penso che sia questo il problema della ALPHA.  (SIT del signor MENCHINELLA del 20/6/2012)

La dott.ssa ALPHA in realtà, si è semplicemente, attivata perché fosse rispettata la volontà della signora SERRALUNGA, la quale non desiderava avere personale delle ASL in casa. Del resto, al piccolo alloggio in cui viveva (di circa di 30 mq) e a cucinarsi i pasti era perfettamente in grado di provvedere da sola.

Ha avuto invece il torto di esprimersi con franchezza con le assistenti sociali, incontrate a casa della SERRALUNGA, dopo il ricovero al Gradenigo, che discettavano in campo medico senza competenza, e insistevano perché fosse effettuata una visita psicogeriatrica in corso Savona 30, della quale lei, come medico di fiducia, unitamente al medico di base dott. MOLLICA, non rinvenivano invece avesse alcun bisogno: al che il piccolo commando di assistenti sociali ebbe modo di ricordare alla dott.ssa ALPHA minacciosamente che gliel’avrebbe fatta pagare cara, conferendo con la dott.ssa BOSELLO, dirigente dell’ASL TO2 ed attivandosi presso il servizio fasce deboli della Procura, presso il quale vantava ottime entrature. Cosa che effettivamente accadde.

La dott.ssa ALPHA non si fece spaventare e mal gliene incolse, visto la macchinazione che è stata ordita ai suoi danni.

In ogni caso il dott. MOLLICA stese una relazione, prodotta al GT dalla signora SERRALUNGA stessa nel giugno 2011, che deponeva a favore della sua lucidità mentale (doc. n° 119, citato).

La dott.ssa ALPHA ha peraltro denunciato le tre assistenti sociali autrici dell’Esposto alla Procura che l’hanno dipinta sostanzialmente come un plagiatrice – circonventrice che avrebbe eterodirettto la volontà della signora SERRALUNGA, influenzate evidentemente anche dalle velenose dichiarazioni del nipote della paziente, contattato durante il ricovero all’ospedale Gradenigo.

E’ notorio infatti che il “corpo “ degli assistenti sociali, come ampiamente illustrato da molta letteratura e cinematografia d’autore, si è talora ritenuto una sorta di braccio “armato” della magistratura, carpendo la fiducia dei giudici, ed ha in passato creato danni enormi, letteralmente squassando intere famiglie sulla base di cervellotiche interpretazioni – spesso del tutto contrarie alla verità fattuali – provocando autentiche “deportazioni” di minori. Motivo per cui gli avvocati raccomandano sempre di muoversi con i piedi di piombo nel terreno minato delle relazioni con le kapò dei servizi, consiglio che la dottoressa ALPHA ben conosceva, ma che ha obliterato per la sua naturale tendenza a rispondere delle proprie azioni anzitutto davanti alla propria coscienza, che non ammette compromessi e ruffianerie di sorta.

 

Invece, con argomentazioni gravemente illogiche e contrarie alla verità documentale, il GUP a pag 53-54 della sentenza sostiene che: “La ALPHA, intervenuta durante la visita domiciliare della SERRALUNGA da parte dei servizi sociali (8 novembre 2010), pur conoscendo perfettamente il sentimento di solitudine che affliggeva l’anziana donna, ha ostacolato ogni sorta di contatto tra quest’ultima e gli assistenti sociali, tanto che la SERRALUNGA, che fino ad allora non aveva saputo rispondere, forte della presenza della ALPHA, aveva chiesto agli operatori intervenuti, addirittura in modo sostenuto, di lasciare il suo appartamento.

Inoltre, la ALPHA aveva definito l’anziana persona autosufficiente e lucida; tuttavia, la certificazione medica inviata al servizio sociale (in cui, testualmente era scritto: “Si certifica che la signora SERRALUNGA …è attualmente autosufficiente, capace di compiere i normali atti quotidiani della vita senza aiuto di terzi. Rifiuta di proseguire la pratica assegnatale dal servizio sociale ASL-TO”) era carente di intestazione e timbri che potessero ricondurla a chi l’avesse scritta. In merito a tale certificato, il dott. MOLLICA ha poi riferito: “Riconosco la mia firma ma il testo non è scritto da me, mi fu sottoposto dalla Dott.ssa ALPHA, conoscevo la situazione ed ho pensato di poter confermare questa situazione. Forse fui io stesso a proporre alla ALPHA di scrivere due righe agli AASS dicendo che la signora non aveva bisogno di alcun supporto. Io avevo sentito la signora Serralunga e le avevo chiesto esattamente se lei aveva bisogno degli AASS a casa. Mi sembrava proprio una forzatura questa intrusione degli AASS. Ho deciso di far scrivere alla ALPHA pur in assenza di richieste scritte perché gli ASS SOCIALI erano insistenti. Sono sicuro di avere sottoscritto il referto in data 8.11.2010 condividendone il contenuto. Escludo di averlo sottoscritto in bianco. Non avevo paura degli AASS, ma la signora Serralunga non li voleva e non ne aveva bisogno, non aveva bisogno nemmeno di aiuto per i lavori di casa. Io la conoscevo bene la signora Serralunga” (cfr. verbale sit del 9 febbraio 2012).

La situazione documentale è di preclara evidenza, il dr. MOLLICA conferma il pieno stato di autosufficienza e la capacità di autodeterminazione della signora SERRALUNGA, lo stesso verbale dei servizi sociali dà atto del fatto che è stata la signora SERRALUNGA personalmente a richiedere loro con vivace atteggiamento, in modo deciso e risoluto, di porre termine ad un incontro per lei sgradito, eppure il GUP sostiene che la dr.ssa ALPHA, intervenendo durante il meeting tra la sua paziente e le assistenti, ha contribuito ad acuirne la solitudine di cui soffriva. Ma siamo impazziti? Forse che a una persona affetta da parziale solitudine bisogna imporre una sorta di tutela da parte dei servizi sociali? E del resto il GUP occulta la lapidaria dichiarazione della signora SERRALUNGA sentita a sit: “Aggiungo che le assistenti sociali non le ho volute io, quando sono venute in casa; hanno dato la colpa alla dott.ssa, ma in realtà sono stata io a non volerle perché non voglio nessuno in casa. Me la cavo da sola”

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21^ condotta addebitata

Angelo SCASSA è accusato, in concorso con la dott.ssa ALPHA, di aver impedito alla signora SERRALUNGA di presentarsi alle udienze di fronte al GT per la nomina di amministratore di sostegno, mentre ha accompagnato la signora di fronte al PM in data 9.6.2012”

 

Si tratta dell’ennesima farneticazione. L’ing. SCASSA non ha mai impedito alla signora SERRALUNGA di presentarsi in Tribunale per difendersi contro il ricorso per la sua interdizione. Anzi le consigliò anche il nominativo di un avvocato cui rivolgersi per difendersi: in piena assoluta libertà fu invece la signora SERRALUNGA che decise di presentarsi innanzi al GT dr.ssa MELILLI, da sola, come era nel suo buon diritto, rispondendo anche in modo estremamente coerente alle domande che il giudice le pose, come si è scritto e documentato.

Successivamente, nell’altra procedura per l’amministrazione di sostegno, la signora si presentò davanti al Giudice dott. CARRARO, assistita questa volta però da un avvocato.

 Adesso veramente gli inquirenti con le loro boutade hanno oltrepassato ogni limite di decenza, sia detto con franchezza pari al rispetto, insistendo in addebiti di condotte che sono deliranti.

 

In ogni caso dall’esame della documentazione emerge quanto segue.

Le cose sono andate ben diversamente, come spiega l’educatrice alle tutele Barbara FABBI nella lettera indirizzata al GT dott.ssa TAMAGNONE del 26/4/2012, già citata.

Anzitutto la signora SERRALUNGA si è presentata davanti al Giudice nel ricorso avanzato dalla Procura per la sua interdizione ed ha riposto, come si è visto, brillantemente alle domande del Giudice, lasciandosi periziare dal CTU dr. ANGLESIO: la sentenza del Tribunale, giudice estensore la dr.ssa MELILLI (doc. n° 112, citato), non è stata purtroppo quella che auspicava il PM dell’odierno proc. pen, dr.ssa RUFFINO.

Ossia è stato deciso che la signora SERRALUNGA non doveva essere interdetta.

Si osservi bene che in questo primo round la SERRALUNGA ha rinunciato alla nomina di un difensore: per dirla fuor d’ambagi “se l’è cavata da sola”.

Leggiamo infatti il verbale dell’udienza in cui il GI dr.ssa MELILLI l’ha interrogata, in cui di dà atto che la signora SERRALUNGA ha risposto con lucidità ed articolazione del pensiero alle domande postile quando venne sentita dinnanzi al giudice. Risulta infatti che (doc. n° 113, citato):

“Il 16/6/2012 innanzi al G.I. MELILLI compare la signora SERRALUNGA che – come risulta dalla compilazione di un modulo in cui viene definita “interdicenda” – risponde correttamente all’esame del GI, affermando, tra l’altro che con 10 € si acquistano mezzo chilo di carne tritata, 2 etti di prosciutto. La Stampa di cui indica correttamente il prezzo in 1,20 €.”  (verbale udienza del 16/6/2012, ricorso n° RG. 2562/11)

 

L’addebito è pertanto destituito da ogni fondamento e contrario alla verità dei fatti: nessuno ha mai impedito alla signora SERRALUNGA di presentarsi ad alcuna udienza nei due ricorsi promossi contro di lei. E’ davvero incredibile tanta aggressività e follia verbale.

Per quanto riguardo il secondo ricorso della Procura contro la signora SERRALUNGA, mirato a regalarle – suo malgrado – una bella amministrazione di sostegno, anche questo affondo è andato a vuoto per via della sentenza emessa dal giudice dr. CARRARO del 9/4/2013 (doc. n° 117, citato) che lo ha respinto, sentenziando che la convenuta è perfettamente in grado di provvedere in modo autonomo alla propria ordinaria e straordinaria amministrazione. Anche in questo caso la signora SERRALUNGA si è presentata ad un’udienza, ha avuto modo di sottoporsi prima ad un libero esame da parte del giudice e poi alla CTU del dr. DESAME.

Certo, quando il GT il 12/03/2012 le ha comunicato la fissazione di una nuova udienza il 9/5/2012, la SERRALUNGA non si è presentata, ma al riguardo si richiama la già citata relazione di segnalazione e la comunicazione dei servizi sociali del 26/4/2012 (doc. n° 128, citato), dove si rimarcava l’ostilità dell’anziana ad accogliere qualsiasi proposta di aiuto, anche di accompagnamento al Tribunale.

In data odierna si è contattato il nipote dell’anziana, sig. Serra!unga Massimiliano per richiedere la sua collaborazione. Il sig. Serralunga ha segnalato l’impossibilità ad accompagnare la parente in Tribunale poiché ha interrotto i rapporti con l’anziana. Si è contattata la sig.ra Anna Maria per propone nuovamente il supporto degli operatori, ma la signora ha declinato con vigore la proposta affermando che per nessuna ragione si sarebbe recata in Tribunale. (lettera del 26/4/2012 dell’A.S. FABBI)

Del resto è la diretta interessata, a precisare la sua avversione per la prassi giudiziaria, che, tuttavia, come si è visto, ha riconosciuto le sue buone ragioni (doc. n° 15, citato):

Non è vero che non mi presento in Tribunale dal Giudice Tutelare , io ci sono già andata una volta, mi ha accompagnata Maurizio. Per il resto, io ho ricevuto solo l’avviso per presentarmi qui.

Non ho bisogno di nessuna tutela, me la cavo da sola

Aggiungo che le assistenti sociali non le ho volute io, quando sono venute in casa; hanno dato la colpa alla dott.ssa, ma in realtà sono stata io a non volerle perché non voglio nessuno in casa. Me la cavo da sola.

Non voglio andare dal Giudice Tutelare, non ho bisogno di nessuno (SIT della signora SERRALUNGA del 7/6/2012)

Inoltre la condotta imputata alla dr.ssa ALPHA ed all’ing. SCASSA – per sostenere l’accusa di circonvenzione – è manifestamente assurda in sé e per sé, perché è pacifico che la contumacia della convenuta avrebbe semmai maggiormente orientato il giudice circa l’opportunità di apertura di un’amministrazione di sostegno.

Per il resto, la dr.ssa ALPHA e l’ing. SCASSA sono accusati di aver accompagnato la signora SERRALUNGA “di fronte al PM in data 9.6.2012”.

Siamo di fronte ad un castello di sabbia.

La signora SERRALUNGA aveva deciso in piena autonomia il comportamento da tenere, dopo aver in passato esibito alla dott.ssa ALPHA in un paio di occasioni inviti a comparire in Tribunale, scritti nel solito linguaggio criptoburocratico, che gli estensori dei medesimi si ostinano ad impiegare, adducendo una consuetudine, senza rendersi conto del fatto che è umiliante per la gente comune, ignorante in materia giuridica, vedersi trattata ed informata in quel modo.

In ogni caso la SERRALUNGA oltre a ricevere l”archiatra” del Tribunale, il dott. ANGLESIO nel 2011, si era sottoposta a CTU psichiatrica con il dott. DESAME nel febbraio 2013, recandosi in Tribunale sia nel 2012 e sia nel 2013, per i due diversi ricorsi della Procura per la sua interdizione e per l’apertura di un’amministrazione di sostegno, voluti dalla Procura e entrambi respinti dal Giudice.

Non si vede poi qual sarebbe stata la colpa dell’imputata ALPHA nell’aver accompagnato la sua paziente con la propria autovettura davanti al tribunale nel giugno 2012 perché fosse sentita a SIT dal PM dr.ssa RUFFINO.

Effettivamente l’ha scarrozzata in una sorta di servizio taxi gratuito. E’ pacifico che la dott.ssa ALPHA è stata oggetto di una persecuzione forsennata da parte della Procura.

L’ing. SCASSA l’ha invece accompagnata direttamente dinnanzi all’ufficio del PM, e ha aspettato sino al termine della deposizione, nel corridoio, sbrigando alcune sue incombenze scolastiche (relazioni di fine anno, ecc), commettendo evidentemente il reato contemplato all’art. 1000 del codice penale venusiano

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condotta imputata alla dott.ssa ALPHA

La dottoressa ALPHA nell’accompagnare la signora SERRALUNGA di fronte al PM in data 9.6.2012 le ha detto altresì, prima della sua assunzione a sit “DIPENDE TUTTO DA LEI – MI TOLGONO IL LAVORO”

 A ulteriore comprova dell’accanimento e dell’ostilità aprioristica nei confronti della dr.ssa ALPHA da parte del PM, già di per sé evidente, alla luce di quanto si è esposto, considerato come il Tribunale abbia respinto sia la richiesta della Procura di interdire la signora SERRALUNGA, sulla base di quanto relazionato dalla assistenti sociali, sia quella di sottoporla ad amministrazione di sostegno, vi è la seguente lettera che la dott.ssa RUFFINO invia al Giudice Tutelare dr.ssa TAMAGNONE (doc. n° 129):

Alla cortese attenzione del Signor Giudice Tutelare presso il Tribunale di Torino

Dott.ssa M. TAMAGNONE

(A.SO. N. 856/12 GT UDIENZA FISSATA PER IL 15.10.2012)

URGENTE

Oggetto : RICORSO PER AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO A FAVORE DI SERRALUNGA ANNAMARIA NATA A TORINO IL 13.2.1932 RES. IN TORINO CORSO TORTONA N 27

Con la presente segnalo che in data di ieri la Signora SERRALUNGA ANNAMARIA si è presentata in questi Uffici per essere sentita come persona informata sui fatti nell’ambito del procedimento per circonvenzione di incapaci (art 643 c.p. ) ai suoi danni.

Nell’occasione, la signora è stata accompagnata dalla stessa indagata – Dott.ssa ALPHA. E’ pertanto evidente che l’attività illecita di circonvenzione è tuttora in corso e che si rende ancor più urgente la nomina di un amministratore di sostegno.

Tanto riferisco per quanto di competenza e per una anticipazione della udienza segnalando la massima urgenza.

Appena cesseranno le ragioni di segretezza, invierò copia del verbale di sit della signora Serralunga.

Ringrazio e porgo cordiali saluti

Torino, 08/06/12

Il PM Ruffino

 

Quest’imputazione è davvero assurda, e davvero sconcertante l’intromissione in un causa civile del tutto separata da parte del PM: un’ingerenza condita per giunta dalla promessa di chissà quali rivelazioni possano ritrovarsi nel SIT della signora SERRALUNGA, laddove trattasi di un interrogatorio che in ogni sua parte discolpa completamente la dott.ssa ALPHA, dimostrando l’insussistenza più totale del teorema architettato dalla Procura, che è di fatto un apodittico insieme di assiomi sul quale nessuna verità può essere fondata e che non può certo ergersi nemmeno a livello di intrinseca dignità per cui si possa affermare: theoria vera quia veram facimus, trattandosi semplicemente di un cumulo di gratuite farneticazioni.

 

In modo veramente allucinante la sentenza commenta a pag. 54 che: “in data 7 giugno 2012, SERRALUNGA Anna Maria è stata sentita dal Pubblico Ministero come persona informata sui fatti. Nella circostanza, è stata accompagnata negli uffici della Procura da ALPHA, che, in relazione al medesimo procedimento, aveva appena nominato, in quanto persona indagata, il proprio difensore di fiducia (nomina del 24 maggio 2012, depositata il giorno 1° giugno 2012).

Non occorrono commenti. La dott.ssa ALPHA ha svolto semplicemente servizio di tassista tra corso Tortona 27, ovvero l’abitazione della signora SERRALUNGA e l’ingresso del Tribunale. Siamo ad un’esplosione di assurdità maniacale.

 La stessa signora SERRALUNGA ha confermato di aver ricevuto un passaggio in macchina dalla dottoressa (doc. n° 15, citato):

Oggi sono venuta qui in macchina con la Dott.ssa ALPHA che mi ha lasciata qui con l’INGEGNERE, il quale mi ha accompagnato fino da lei. (SIT della signora SERRALUNGA del 7/6/2012)

E allora?

 In ogni caso nel proc. n° 856/12 RG per l’amministrazione di sostegno il 4.4.2013 la Procura della Repubblica ha formulato le proprie conclusioni chiedendo la reiezione del ricorso per l’Amministrazione di Sostegno a carico della sig.ra SERRALUNGA.

 E come si  è scritto – checché ne dicano il PM ed il GUP dr.ssa LA ROSA – il Giudice dott. CARRARO il 9/4/2013 si è così pronunciato:

Visto che dalla CTU è emerso che la signora SERALUNGA ha un deterioramento cognitivo di grado lieve, compatibile con la sua età, ma che non la pregiudica di provvedere autonomamente ai suoi interessi, sia per quanto riguarda l’ordinaria che la straordinaria amministrazione senza l’assistenza di terzi.

Ritenuto pertanto che nel caso di specie non sussistono i presupposti per l’apertura di un procedimento di amministrazione di sostegno

– visti gli articoli 404 e seguenti del Codice Civile,

RIGETTA

il ricorso e manda in cancelleria per gli adempimenti di competenza.

Torino, 9 aprile 2013

Il GIUDICE TUTELARE – Dr. Maurizio CARRARO

 

In merito all’assoluta correttezza della dr.ssa ALPHA, che non ha mai svolto opera di subornazione sui testi convocati in Procura, si ricordi anche la seguente dichiarazione pronunciata da una persona che si può affermare frequentasse quasi quotidianamente lo studio della dott.ssa ALPHA (doc. n° 16, citato):

Si, io ho detto alla ALPHA della convocazione di oggi, ma lei non mi ha detto nulla a riguardo”.  (SIT della signora Teresa VANDONE dell’11/6/2012)

Quanto all’affermazione che la dott.ssa ALPHA avrebbe pronunciato conversando con la signora SERRALUNGA: “Dipende tutto da lei, mi tolgono il lavoro”, essa è estrapolata dal sit della signora SERRALUNGA del 7/7/2012:

in effetti si legge (doc. n° 15, citato):

La teste dichiara: LA PREGO NON CI FACCIA DEL MALE .

La Dott.ssa mi ha detto: “DIPENDE DA LEI, SONO IN UNA BRUTTA SITUAZIONE, MI TOLGONO IL LAVORO”.  (SIT della signora SERRALUNGA del 7/7/2012)

Non occorrono commenti sul disorientamento spaziotemporale della Procura, che non riesce a cogliere il significato complessivo dell’affermazione, alla luce delle precisazioni fornite dalla stessa teste in breve successione temporale nell’identico sit.

Infatti, correttamente l’interessata ricorda:

L’ingegnere non mi ha detto nulla. Solo la Dott.ssa oggi mi ha detto “MI RACCOMANDO ANNA, NON PIANGA E DICA LA VERITA”  (SIT di Anna Maria SERRALUNGA del 7/7/2012)

In realtà si tratta dell’ennesima mistificazione delle indagini, quando la dott.ssa ALPHA viene accusata perché prima dell’assunzione a sit della SERRALUNGA avrebbe pronunciato la frase: “Dipende tutto da lei, mi tolgono il lavoro”,. detta frase in nessun modo può essere interpretata come un tentativo di subornazione della teste, che ha testimoniato secondo l’unica indicazione fornitale semmai dalla dott.ssa ALPHA che l’aveva perentoriamente invitata semmai a svolgere in modo rigoroso la sua audizione: “MI RACCOMANDO ANNA, NON PIANGA E DICA LA VERITA”

Evidentemente gli inquirenti, arrivano anche dinanzi ad una normale audizione di un teste, ad estrapolarne una dichiarazione, decontestualizzandola, e slegandola da ogni affermazione correlata, per inventarsi di sana pianta una nuova condotta da addebitare alla dr.ssa ALPHA, per sostenere a carico suo l’imputazione di aver commesso il reato di circonvenzione.

La frase estrapolata, del tutto innocua, alla luce dell’amicizia intercorrente tra la dottoressa ALPHA e la sua paziente, viene alterata completamente nella sua reale valenza e significato, ignorando del tutto le precisazioni che la accompagnano. Gli inquirenti si sono limitati a riportare la frase con enfasi in stampatello e virgolettata, come si usa fare con il pezzo pregiato delle indagini.

E’ l’ennesimo esempio della loro disperazione, considerato che sono privi di ogni elemento probatorio a sostegno delle loro farneticazioni.

Più volte infatti la dott.ssa ALPHA ha rivolto l’auspicio alla signora SERRALUNGA, che ha continuato a frequentare in nome della loro immutata amicizia e con la responsabilità di provvedere alle sue cure, affinché raccontasse tutta la verità, e che – per dirla apertamente – non si facesse mettere sotto od “infinocchiare” dagli inquirenti, che temeva avrebbero potuto utilizzare l’audizione per farsi dire quello che volevano farsi raccontare (il cosiddetto metodo Mindszenty: “Lei deve dire nel processo quello che noi vogliamo che dica”, metodo a quanto pare apprezzato dagli inquirenti, secondo le dichiarazioni del teste prof. Mario BO, verbalizzate agli atti, doc. n° 131), considerando il completo spaesamento della persona anziana, convocata in Procura come persona offesa ed informata di inesistenti fatti, e per questi motivi impaurita. Senza considerare l’ipoacusia di cui soffriva la signora SERRALUNGA, che, per timidezza, evitava di dichiararla, a costo di non comprendere correttamente le parole, e quindi i concetti, che le venivano illustrati.

E’ davvero un reato invitare un’amica a dire tutta la verità?

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22^ condotta addebitata

“Angelo SCASSA è accusato perché in corso di procedura per la nomina di amministratore di sostegno a seguito di ricorso della Procura, parte attrice, contro la signora SERRALUNGA, convenuta, si proponeva come Amministratore di sostegno, e presenziava personalmente alla visita domiciliare del CTU nominato dal GT – Dott. DESANA

 

Trattasi di contestazione di condotte che non sono mai esistite nei termini in cui – con travisamento od omissione – vengono contestate e che appaiono pertanto “costruite” vergognosamente dalla partigianeria degli inquirenti.

 

L’ing. SCASSA anzitutto non si è mai proposto come amministratore di sostegno di chicchessia, tantomeno della signora SERRALUNGA, che giudicava persona assolutamente in grado di provvedere autonomamente sotto ogni aspetto all’amministrazione dei propri interessi. Non soltanto, ma per sua innata tendenza istintiva, maturata ovviamente con l’esperienza acquisita, egli tende ad associare il ruolo di amministratore con quello di profittatore, in qualsivoglia settore, compreso quello esercitato nel settore pubblico o quello che dovrebbe comunque essere svolto nel pubblico interesse. Al riguardo la figura del signor Giuseppe REALE. consulente un tempo – ora non più, pare, essendo indagato dal PM dr. RINAUDO – molto amato dalla Procura e dal Tribunale di Torino, che gli ha conferito centinaia di amministrazioni ed incarichi di tutore, è altamente eloquente. Come lo sono i casi di un numero elevatissimo di consiglieri regionali italiani dove gli “amministratori” intascavano rimborsi record per inesistenti spese, asseritamente svolte nell’interesse della collettività, per tacere delle triste storie di mazzette e prebende varie.

Pertanto egli accettò la potenziale designazione all’incarico su insistenza della stessa signora SERRALUNGA, che, come scrisse il suo legale nella memoria difensiva, in ogni caso si opponeva fermamente a un provvedimento di amministrazione di sostegno richiesto dalla Procura, e, solo nella denegata ipotesi di accoglimento di tale ricorso, avrebbe indicato, come sua scelta, lo stesso ingegnere.

Quando si seppe del rigetto vi fu perfetta coincidenza di felicità tra l’ing. SCASSA e la signora SERRALUNGA: il primo si liberava dalla necessità di ricoprire un incarico sgradito e la seconda vedeva finalmente la fine di una persecuzione giudiziaria, che, mirante a colpire la dottoressa ALPHA, aveva poi, di fatto, avvelenato la sua stessa esistenza.  

L’ing. SCASSA dunque non si propose assolutamente come amministratore di sostegno, ma obtorto collo si dichiarò disponibile ad accettare l’incarico nel caso denegato di sentenza impositiva del Tribunale.

La si smetta davvero di fare sempre i tonti, sia detto con rispetto e pari franchezza.

Quanto poi al fatto che l’ing. SCASSA presenziò alla seduta peritale del 19/2/2013, il motivo è eloquentemente spiegato dallo stesso CTU, il quale dà atto del fatto che “la cui presenza è stata insistentemente richiesta dalla signora Serralunga (pag. 6 della C.T.U.) – doc. n° 114, citato.

In effetti la mattina di quel giorno la signora era molto agitata e la sera precedente aveva richiesto all’ingegnere di presenziare all’incontro per tranquillizzarla. Ne era seguito un’accettazione dell’invito, con la precisazione, scontata, per chi come l’ing. SCASSA, ha presenziato attivamente a sedute peritali, che egli se ne sarebbe andato via non appena fosse arrivato il CTU. Il quale arrivò in ritardo all’appuntamento, come preavvisato, con una signora SERRRALUNGA che diventava sempre più apprensiva: e, mentre l’ingegnere stava congedandosi, subito dopo il suo arrivo all’appartamento della signora SERRALUNGA, il dr. DESANA lo pregò di rimanere, in considerazione del fatto che la sua presenza avrebbe potuto essere fonte di tranquillità per la signora che insisteva in tal senso, non essendo ovviamente abituata ad assistere ad udienze in tribunale o a essere peritata da consulenti d’Ufficio.

Anche in questo caso appare semmai rilevante una violazione dell’art. 2000 bis del codice penale venusiano.

 

Una nuova allucinante accusa viene mossa dal GUP all’ingegnere SCASSA. La sentenza 213/14 scrive infatti a pag. 54:

“SCASSA Angelo, soggetto indicato come eventuale amministratore di sostegno da nominarsi alla SERRALUNGA nella memoria di costituzione redatta nell’interesse della stessa, era presente al primo colloquio tra la SERRALUNGA ed il dott. DESANA, nominato CTU dal Giudice tutelare, per la nomina di un Amministratore di Sostegno in favore dell’anziana. Così il perito ha riferito in merito: ‘‘Era presente al colloquio l’Ing. Angelo Scossa, amico della signora la cui presenza è stata insistentemente richiesta dalla signora Serralunga (pag. 6 della C.T.U.).

A parte il fatto che vi fu un unico colloquio tra la signora SERRALUNGA e il dr. DESANA, non si capisce quale reato avrebbe mai commesso l’ing. SCASSA: evidentemente il GUP cerca per l’ennesima volta di colpirlo perché ha aiutato la dr.ssa ALPHA a redigere quella memoria difensiva poderosa, ignorata del tutto in sentenza, che pesa come un macigno perché smonta la macchinazione ordita contro l’imputata dal PM e fatta sua dal GUP, che la predetta memoria ha deliberatamente e pervicacemente ignorato, alla faccia dei suoi doveri professionali, morali, e se ci si permette anche etici.

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Un’ulteriore condotta imputabile alla dr.ssa ALPHA che gli Inquirenti “hanno dimenticato”

 Agli atti del proc. pen. n° RG 1016/12 si trova anche una precisa condotta della dr.ssa ALPHA, cui si è fatto riferimento da parte degli inquirenti nelle indagini, e che è stata richiamata sia dal PM nella sua requisitoria, nonché accennata in modo distorto dal giudicante in sentenza, e in merito alla quale sarebbe invece opportuno fare chiarezza, considerata oltretutto la totale assenza di qualsivoglia elemento soggettivo a carico della dr.ssa ALPHA in ordine al reato di circonvenzione per cui è stata condannata con grave ingiustizia.

Tale condotta potrebbe essere formulata, secondo la perversa sequela di teoremi apodittici che hanno guidato l’Accusa, in questi termini:  

 “La dottoressa ALPHA ha abusato dello stato di infermità o di deficienza psichica del sig. Pino IUNNISSI il quale, anche se non interdetto o inabilitato, era persona vulnerabile a causa di svariate patologie (severa forma di sclerosi laterale amiotrofica e carcinoma polmonare), e tali da renderlo all’epoca dei fatti quantomeno parzialmente incapace, inducendolo a compiere atti che importavano un effetto giuridico dannoso per lui o per altri, in particolare lasciandola erede del suo monolocale e dei suoi debiti.”

A comprova di quanto aveva affermato il dr. MOLLICA, da molti anni conoscente e collega della dr.ssa ALPHA, e cioè dell’enorme spirito di abnegazione con cui la dottoressa ha sempre cercato di aiutare il suo prossimo, vi sono anche le dichiarazioni del sig. MENCHINELLA che viene interrogato sul rapporto tra la dott.ssa ALPHA e Pino IUNNISSI. Tale persona è agli inquirenti nota, ma nessuno ha avuto il coraggio di accusare in merito la dott.ssa ALPHA di circonvenzione di incapace, sebbene pure egli abbia lasciato un testamento – che gli inquirenti le hanno sequestrato rinvenendolo presso la sua abitazione – e che peraltro non è mai stato pubblicato. Potevano anche in questo caso, svolgere un’accurata perizia calligrafica, e, seguendo in qualche modo, per così dire, l’esempio della vicenda di papa Formoso, “resuscitare” il sig. IUNNISSI in vita idealmente per farlo periziare da uno psichiatra, ponendogli il quesito se all’epoca fosse circonvenibile (come hanno fatto nel caso del sig. Luigi COSTA).

 

La dott.ssa ALPHA riferisce che il sig. IUNNISSI era infatti un signore cinquantenne che viveva da solo, nel retro della sua bottega, in via Artisti a Torino, dove svolgeva l’attività di radiotecnico. Ella lo conobbe negli anni 70 presso il dispensario antitubercolare, dove era in cura per una forma di tubercolosi ossea .

Nel 1998 comparvero i primi segni di una terribile malattia che si sarebbe poi sviluppata in un’ingravescenza continua e l’avrebbe portato a morte, nel breve volgere di quattro anni: trattasi della SLA, sclerosi laterale amiotrofica, nella sua forma più temuta, quella bulbare. Inoltre, nel corso degli accertamenti, al sig. IUNNISSI venne diagnosticato anche un carcinoma polmonare

Anche nel caso del sig. IUNNISSI la dott.ssa ALPHA aveva un rapporto di amicizia, e non lo considerava soltanto un paziente. Pertanto si prese particolarmente a cuore la sua gravissima vicenda di salute, e lo accompagnò, com’era nel suo desiderio, da più di uno specialista per consulti, alla ricerca di una via alternativa alle terapie tradizionali, purtroppo prive di efficacia alcuna sul progredire della malattia, ma fu tutto inutile.

La malattia andò intensificando in modo straziante il suo corteo sintomatologico: sopravvenne in breve una spiccata difficoltà di linguaggio che ebbe come evoluzione l’afasia; in seguito al sig. IUNNISSI riuscì quasi impossibile procedere ad alimentarsi sino a quando raggiunse uno stato di disfagia assoluta. Fu necessario ricoverarlo all’ospedale Mauriziano il 9/1/2002, dove il paziente decedette il 3/2/2002

In questo periodo di quattro anni di malattia il sig. Pino IUNNUSSI visse momenti di autentico sconforto, cui reagì in modo davvero encomiabile, conservando intatto un un elan vitale, ma andando incontro a facilmente comprensibili insuperabili difficoltà materiali, per superare le quali la dott.ssa ALPHA decise di ospitarlo per alcuni periodi a casa sua, in via Muratori 36 a Torino, ove all’epoca risiedeva; altrettanto fece nei suoi ultimi mesi di vita quand’egli era sempre meno autonomo.

Oltretutto, come si è accennato, un paio di anni prima della morte gli venne diagnosticato un carcinoma polmonare: una nuova importante patologia che si aggiungeva ad un quadro clinico già di per sé molto severo.

In seguito, man mano che la malattia, diventata sempre più critica pure a livello sintomatologico, lo rendeva progressivamente sempre più inabile a provvedere a se stesso – fermo restando che, com’è nel dramma di questa patologia, le facoltà intellettive rimasero sempre intatte ed egli era perfettamente conscio della tragedia che stava vivendo – la dott.ssa ALPHA scoprì che il signor Pino aveva trascurato di provvedere al pagamento delle spese condominiali da qualche anno, e, dopo la sua morte, in effetti, vennero recapitate diverse ingiunzioni di pagamento, anche per contravvenzioni al divieto di sosta, posto che egli cercò di continuare a guidare, nonostante la drammaticità della malattia, quasi fino alla fine dei suoi giorni: spese e contravvenzioni erano nel frattempo lievitate abbondantemente, rispetto all’originario ammontare, per interessi e costi legali.

La dott.ssa ALPHA provvide di persona a tutta questa serie di pagamenti.

Sebbene Giuseppe IUNNISSI non avesse beneficiato di alcun aiuto da parte dei fratelli che vivevano in Basilicata, e che pure erano stati avvisati dalla dottoressa personalmente, oltre che da lui stesso, della grave situazione del congiunto, non ritenendo opportuno salire al Nord per prestargli cure e assistenza, la dr.ssa ALPHA, pur di fronte al testamento che le aveva lasciato, non giudicò importante dare esecuzione alle volontà del povero Pino, portando il testamento da un notaio per la pubblicazione.

Le era infatti sembrato che i fratelli e le sorelle fossero gente relativamente povera ed in contrasto tra di loro, e considerò che, sebbene si fossero ricordati del congiunto solo al momento della morte, intervennero in ogni caso ai funerali, si espressero con parole di riconoscenza nei suoi confronti, e la invitarono, per recuperare le spese tutte che aveva sostenuto per il povero fratello, ad usufruire del locale commerciale di via Artisti in Torino, specificando, anzi, che le avrebbero inviato una procura notarile per cederle la piena proprietà del suddetto immobile.

Fatti questo che non si sono poi verificati e che, in ogni caso, la dott.ssa ALPHA non si preoccupò di seguire, limitandosi ad usufruire del piccolo locale, pagando tuttora regolarmente le spese condominiali, come nella volontà dei parenti.

Interrogato su queste vicende, il sig. MENCHINELLA, ha dichiarato (doc. n° 59, citato):

Ho conosciuto anche PINO LUNISSI. Era un mio cliente al distributore. Anche lui conosceva la Dott.ssa ALPHA. Lo abbiamo aiutato per 4 anni perché aveva la SLA e un tumore al polmone

Non ho mai saputo che ci fosse un testamento. Sapevo che c’era un negozio che aveva soppalcato, lui abitava sopra. Il locale ora è dei parenti che vivono a OPPIDO. Ho conosciuto il fratello di PINO che mi ha fatto una pessima impressione, dicendomi dopo che PINO era morto che ora aveva un’auto senza pagare nulla.

La ALPHA ha aiutato PINO .. Se lo portava a casa e gli dava da mangiare. (SIT del sig. MENCHINELLA del 20/6/2012)

Il luogotenente DI FURIA (doc. n° 67, citato) ha testimoniato:

Nei primi anni 2000, dopo che già mi ero separato da mia moglie, conobbi il signor lunnissi. Noi lo chiamavamo Pino. Mi venne presentato da ALPHA come un suo amico, era già affetto da SLA. Aveva bisogno di essere aiutato anche nelle esigenze minime di tipo fisico e sicuramente per mangiare. La dott.ssa ALPHA lo aiutava. Ma non solo. Debbo dire che questo signore si trovava in una situazione di grande solitudine. ALPHA se ne prendeva cura anche da un punto di vista umano e, con termine militare, io sono maresciallo dell’Esercito, posso dire che se ne occupava in termini logistici. Per tutte le attenzioni che la ALPHA aveva nei suoi confronti io mi ero fatto come l’idea che ella lo avesse adottato. Uso questo termine in modo non giuridico, ma pratico. Uso questo termine con cognizione di causa perché io sono figlio adottivo.

Mi ha favorevolmente impressionato il fatto che ALPHA si sia occupata con tanta solerzia e attenzione di questa persona, invitandola frequentemente a casa sua a cena e dedicandosi a lei ben oltre rispetto alle normali attenzioni di un medico. Il sig. lunnissi è mancato all’Ospedale Mauriziano, due o tre anni dopo che l’ho conosciuto, a seguito dell’evolversi degenerativo della patologia di cui era affetto. Non ho ricordi più precisi sulla data. Per quel che ne so, la dott.ssa ALPHA non ha mai percepito alcun tipo di compenso per tutte le cure prestate, al contrario ha contribuito in prima persona a sostenere alcune spese, come per il trasporto o per le cene. (interrogatorio ex art. 391 c.p.p del luogotenente Mario DI FURIA del 22/7/2013)

Incredibilmente la sentenza a pag. 10 accredita la versione della signora BIGNONE, senza dare spiegazione alcuna della scelta: “Il POZZO [alias Angelo PIAZZO, ndr] mi aveva detto che la ALPHA, prima dell’incontro con il sig. COSTA, aveva avuto una specie di relazione con un anziano signore, poi deceduto, di nome IANNUSSO (o IANNUZZO) [alias IUNNISSI, ndr] Pino che aveva un negozio di elettricità in questa via Artisti. Non so dove egli abitasse. Comunque, prima di morire, questo anziano [sigh! Aveva circa 60 anni, ndr] le aveva lasciato in eredità sia il negozio che il suo alloggio, ma la ALPHA aveva avuto dei problemi perché lo scritto vergato dallo IANNUSSO non era regolare ma non so i motivi. Questa circostanza me l’aveva anche confermata il COSTA”

Pacifico lo scopo di costruire un’immagine della dr.ssa ALPHA come circonventrice di pazienti anziani e di cacciatrice di testamenti, con inversione della categoria di causa effetto, ovvero di gratitudine dei suoi assistiti con una sua assente cupidigia di “quadrellae”.